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domenica 21 aprile 2013
AL FOSTER, incisione e concerto a TS
Capita spesso di non essere profeti in patria. Succede innanzitutto alle persone, tante volte apprezzate solo lontano da casa. Ma la cosa bizzarra è quando il fenomeno capita a una struttura. Come l’Urban Recording Studio, la piccola ma efficientissima sala di registrazione ubicata all’ultimo piano della Casa della musica di Trieste. Da anni apprezzato “buen retiro” di musicisti europei e statunitensi. Che vengono sempre più spesso fin qui a incidere, sapendo di trovare - oltre alla bellezza e alla particolare atmosfera di una città ancora a dimensione umana - professionalità, efficienza e ...puntualità austroungarica.
In questi giorni, per esempio, è tornato a registrare il batterista Al Foster, americano di Richmond, classe 1943, già collaboratore a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta del grande Miles Davis. Lunedì alle 20.30, a chiusura delle sessioni di registrazione, il jazzista terrà anche un concerto nell’auditorium della Casa della musica assieme al suo nuovo quartetto: Eric Alexander al sax, Adam Birnbaum alle tastiere e Douglas Weiss al basso.
«In questi anni - spiega Gabriele Centis, musicista e direttore della Casa della musica, struttura comunale affidata in gestione sin dalla sua apertura alla Scuola di musica 55 - hanno registrato con noi Stef Burns, chitarrista di Vasco Rossi; Omar Hakim, batterista di Sting, Madonna, David Bowie. E poi Airto Moreira, Richard Galliano, Lenny White, Snoop Dog, Philip Catherine, Rachel Z, Markus Stockhausen, Roberto Fabriciani, recentemente Greg Burk con il suo “Expanding Trio”. Da noi sono state registrate anche le musiche di un film di Giuseppe Tornatore, in collegamento con Ennio Morricone da Roma».
Ancora Centis: «Grazie al passaparola, col tempo siamo diventati un punto di riferimento per produzioni internazionali. E naturalmente tutto questo non sarebbe stato possibile senza la bravura e la professionalità di Fulvio Zafret, sound engineer (un tempo si diceva “ingegnere del suono” - ndr) del nostro studio».
La cui fama internazionale si è diffusa anche grazie alla partnership con la rassegna estiva TriesteLovesJazz, curata da anni proprio dalla Casa della musica. «Sì - conferma Centis -, con un costante lavoro abbiamo sviluppato nel corso degli anni una rete di collaborazioni e contatti, incrociando le atticità didattiche della nostra scuola con le produzioni discografiche, le rassegne musicali, in primis TriesteLovesJazz, le nostre varie iniziative, stimolando l’interesse di numerosi artisti e dell’ambiente musicale internazionale».
Ancora Centis: «Nei mesi scorsi si è concretizzata un’altra importante collaborazione/cooproduzione con Il Parco della Musica di Roma/Fondazione Musica per Roma, la famosa struttura firmata da Renzo Piano. Nelle prossime settimane infatti esce il cd di Pietro Tonolo “Dajaloo”, un progetto musicale che coniuga jazz con la tradizione musicale africana, registrato qui a Trieste, alla Casa della Musica, e missato ed editato a Roma».
Ma non ci sono soltanto i progetti importanti, le collaborazioni con i musicisti europei e americani. In questi anni la struttura triestina ospita con una certa continuità anche progetti discografici e musicali provenienti dall’Austria, dalla Slovenia e dalla Croazia. Con artisti, giovani e meno giovani, che hanno ormai nella Casa della musica un riferimento costante per le loro produzioni.
«Purtroppo - conclude Centis - va sottolineato che la qualità delle produzioni artistiche e l’impegnativo lavoro nei settori culturali sono penalizzati dalla grave crisi economica, da pesanti tagli sui finanziamenti pubblici e da una burocrazia e da normative inadeguate che ormai da anni sembra impossibile riformare».
Per quanto riguarda l’ospite di questi giorni, Al Foster, si diceva della collaborazione con Miles Davis. Il nome più illustre ma certamente non il solo che appare nella sua corposa biografia. Dalla quale apprendiamo che il batterista - ma suona anche sassofono, pianoforte e basso - cominciò giovanissimo a suonare a New York nei gruppi del trombettista Blue Mitchell e di Hugh Masekela.
Poi “incrociò le bacchette” con Joe Henderson, Herbie Hancock e Sonny Rollins, collaborando anche con Horace Silver e Freddie Hubbard, McCoy Tyner e Wayne Shorter, Bobby Hutcherson e John Scofield, Pat Metheny e Charlie Haden, Randy e Michael Brecker, Bill Evans e George Benson, Kenny Drew e Carmen McRae, Stan Getz e Toots Thielemans, Dexter Gordon e Chick Corea. E ancora con Thelonious Monk, Dave Holland, Buster Williams, Benny Golson, Branford Marsalis, Sting, John McLaughlin, Michel Petrucciani, Dexter Gordon, Sonny Rollins e McCoy Tyner.
C’è (quasi) tutta la storia del jazz, nella carriera di Al Foster.
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