sabato 6 aprile 2013

CANCELLATI TRE FESTIVAL ROCK

Tre dei maggiori festival rock italiani cancellati dal calendario dell’estate 2013. Fosse stato solo uno, saremmo in presenza di un mero indizio. Fossero stati due, avremmo avuto più che un sospetto. Ma una triplice botta vuol dire una cosa sola: l’onda lunga della drammatica crisi economica che investe il Paese sommerge anche le rassegne dedicate alla musica più amata dai ragazzi di ieri e di oggi. Ma andiamo per ordine. L’Heineken Jammin’ Festival, forse la più prestigiosa rassegna italiana, funestata in passato da nubifragi e incidenti, quest’anno non si terrà. «Non c’è cancellazione, semplicemente quest’anno il festival non si terrà per la mancanza di “headliner” (nomi di punta - ndr), in quanto molti hanno scelto di lavorare negli stadi e altri, per varie ragioni, hanno posticipato le loro tournèe», sottolinea Roberto De Luca, manager di LiveNation che negli anni passati ha firmato l’evento, che dal ’98 al 2012 (saltando il 2009) ha portato in Italia alcuni dei più grandi nomi della storia del rock. Probabilmente non va lontano dal vero chi, fra gli addetti ai lavori, parla anche di motivi di natura economica che avrebbero impedito di presentare un cast all’altezza. E problemi di natura logistica, visto che l’Arena Concerti della Fiera di Rho a Milano, scelta per l’edizione dello scorso anno, non aveva soddisfatto né pubblico né gli stessi organizzatori. Che più volte avevano parlato dell’esigenza di una “location più bucolica”, rispetto alla Fiera di Rho. A proposito della quale va segnalata la cancellazione - e siamo al secondo stop - anche del festival Rock in IdRho. A sentire la Hub Music Factory che organizza l’evento, la location sarebbe «inadatta e problematica da gestire e allestire: prevedere diversi palchi senza incidere sulla buona riuscita qualitativa e senza incidere sugli ospiti musicali, a quanto pare, risulterebbe un problema insormontabile». Difficile prevedere, dicono gli organizzatori, più palchi in contemporanea senza che gli artisti in concerto perdessero di valore. Ma c’è anche un altro motivo. «Abbiamo deciso di saltare un anno - dice Alex Fabbro, della Hub Music Factory - principalmente per mancanza di un “headliner” in linea con il festival disponibile durante il nostro periodo. E poi perché stiamo cercando di dare un nuovo format al festival introducendo varie novità e abbiamo bisogno di maggiore tempo per organizzare il tutto». E siamo alla terza cancellazione, quella del festival Gods of metal, annunciata peraltro già qualche mese fa. «Quest’anno abbiamo fatto la scelta - spiega Andrea Pieroni di LiveNation, che firmava anche questa rassegna - di fermarci un’estate per privilegiare il grande evento che organizziamo l’8 giugno a Milano, il Sonisphere Festival 2013 con gli Iron Maiden, per il quale abbiamo già venduto 40mila biglietti». Prosegue Pieroni: «È una scelta legata non direttamente alla crisi quanto al sovraffollamento di appuntamenti, fra i quali comunque il pubblico poi deve scegliere. È vero però che il pubblico italiano, a differenza di quello europeo, non sembra pronto culturalmente alla proposta dei festival. Preferisce il singolo concerto del singolo artista, rispetto alla proposta dei “tre giorni” nei quali puoi vedere, a un prezzo fra l’altro vantaggioso, più concerti uno dietro l’altro». Insomma crisi, strutture, sovraffollamento di date. Riflette Luigi Vignando, per tanti anni all’Azalea Promotion: «Più che di cancellazione penso si possa parlare di sospensione di questi festival che magari torneranno già il prossimo anno. Considerando i numerosi grandi concerti in programma durante l’estate (dai Muse ai Depeche Mode, da Bruce Springsteen a Robbie Williams, da Vasco Rossi a Jovanotti, da Roger Waters a Bon Jovi...), ritengo che la pausa sia dovuta principalmente alla difficoltà nell’assemblare un cast di primordine, che in Italia più che in altri paesi europei è una componente veramente imprescindibile, perché non siamo ancora riusciti a posizionare il prodotto festival dandogli il valore anche culturale che ha nel resto d’Europa».

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