martedì 2 aprile 2013

Vive a trieste la figlia di FRANCO CALIFANO, oggi i funerali

Vive da tanti anni a Trieste l’unica figlia di Franco Califano, il cantante romano morto la vigilia di Pasqua. Silvia Califano, madre di una ragazza che oggi ha quattordici anni, è una ballerina classica che, dopo le stagioni dell’operetta al Teatro Verdi, ora è fra i titolari di una scuola di danza triestina. «Non è stato un padre molto presente - dice la donna, classe 1959 -, non ne era capace. Mi dispiace non aver vissuto delle cose. Io ora sono mamma e penso che ha perso un po’ più lui. Però è andata così, gli volevo molto bene». Ancora Silvia: «Non mi sono resa conto di quanta gente amasse mio papà, forse più di me, ci siamo voluti bene però ci siamo persi un pezzo di vita insieme. Io sono figlia, ma anche madre di Francesca e penso che mio padre non era tagliato per fare il padre». La donna racconta «di non aver mai vissuto» con il padre Franco. «Ci siamo frequentati per un periodo - aggiunge - ma il fatto di non vivere a Roma bensì a Trieste non ci ha aiutato. Ho perso un po’ di lui, papà era quello che era, era un artista, un grande poeta, ma non era proprio capace di fare il padre. Non ha mai conosciuto mia figlia, ho tentato di portarla a conoscere il nonno un periodo, ma lei si vergognava. Di sicuro ha perso più lui di me». Silvia Califano si è raccontata a Tgcom24 dopo la morte del padre: «Ero molto scettica a parlare, sono molto riservata, forse qualcuno pensava perfino che mio padre non avesse figli. Era una persona molto generosa e disponibile, un burberone, ma era un grande artista e una bella persona. Confermo che sulla sua lapide si scriverà “Non si esclude il ritorno”. Voglio invitare tutti a fare attenzione a quel che si dice in giro sul suo conto, perchè non sempre quello che si dice è vero. Voglio che mio padre venga ricordato». E affida a Facebook il suo ultimo «Ciao papà...». La figlia del cantante romano, anche lei nata nella capitale, dove fu cresciuta dalla madre, arrivò a Trieste a metà degli anni Ottanta. Giovane ballerina, voleva partecipare alle selezioni di Gino Landi per la compagnia delle operette. Venne ingaggiata, poi decise di rimanere qui. «Era il momento d’oro del festival dell’operetta - ricorda un vecchio amico della donna -, ai tempi di Sandro Massimini e altre star. Silvia ha vissuto tutto quel periodo, selezione dopo selezione, graduatoria dopo graduatoria. D’estate le operette, d’inverno la stagione dei balletti». Nel ’90, assieme ad alcuni colleghi, fonda la scuola di danza Arteffetto, dove tuttora lavora. Silvia Califano oggi è a Roma, dove alla Chiesa degli Artisti si svolgeranno i funerali del padre. Ieri, alla camera ardente in Campidoglio, lunga fila di amici, colleghi, gente comune. Tra i primi ad arrivare Fiorello, che con una sua azzeccata imitazione, qualche anno fa, aveva regalato al Califfo una nuova stagione di popolarità e successo. «Insieme - ricorda commosso lo showman - abbiamo ritrovato la grinta. Quando io ho iniziato ad imitarlo eravamo entrambi in crisi e poi abbiamo superato questo momento». La sepoltura avverrà ad Ardea, vicino Roma. Sulla lapide, seguendo le volontà del cantante, ci sarà scritto “Non escludo il ritorno”, titolo della canzone scritta con Federico Zampaglione, che cantò a Sanremo nel 2005.

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