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lunedì 22 luglio 2013
BATTIATO domenica a Tarvisio, a No Borders Music Festival
Sostiene Battiato che dalla breve avventura come assessore regionale nella sua Sicilia ha imparato a diffidare ulteriormente dalla politica. E che il suo film su Händel è quasi pronto, ci sono ancora solo alcuni problemi finanziari. E ancora che con Antony and the Johnsons, con cui dividerà il palco il 31 agosto a Firenze e il 2 settembre a Verona, sono diventati amici dopo che si sono cosciuti in occasione di un suo (di Battiato) concerto a Torino.
Franco Battiato è in giro per l’Italia con il suo “Apriti Sesamo Tour”, dal titolo del suo ultimo album. Domenica alle 21.30 sarà a Tarvisio, a conclusione del No Borders Music Festival che ospita domani sera il concerto dei Sigur Ros.
Un concerto fra le montagne, per lei siciliano di mare. Sarà un concerto diverso dagli altri?
«Amo la Natura in ogni sua manifestazione. Il concerto sarà uguale alle altre poche date estive».
Ricorda la sua singolare performance (tastiera e amplificazione formata dalle trombe da comizio montate su un’automobile...) a una marcia antimilitarista dei radicali, 40 anni fa a Trieste, in piazza Goldoni?
«Sì, ho un vago ricordo, è passato tanto tempo... erano gli anni Settanta».
Dieci anni dopo, sempre a Trieste, al vecchio Stadio Grezar sull’onda del successo de “La voce del padrone”: da sperimentatore a popstar. Com’era avvenuta la mutazione?
«È stata una mutazione razionale, che mi ha regalato parecchie aperture».
“Apriti Sesamo”: se potesse usare questa formula magica cosa vorrebbe ottenere?
«Questa formula magica potrebbe risvegliare la nostra “voce interiore”... che non sbaglia mai».
A che punto è il film su Handel?
«È pronto in tutti i settori, tranne quello finanziario».
Com’è nata la collaborazione con Antony and the Johnsons?
«Ci siamo conosciuti a Torino anni fa, durante un mio concerto. Siamo diventati amici».
Sono passati 22 anni da “Povera patria”, e la patria è sempre più povera: abbiamo speranze?
«Sembrerebbe di no, ma sono un ottimista. Il bene vince sempre sul male».
Cosa le ha lasciato l’esperienza “politica” in Sicilia?
«Che è impossibile avere a che fare con i politici».
Perchè aveva detto sì a Crocetta?
«Ho accettato per la mia Terra».
Ci ha lasciato Claudio Rocchi. Un suo ricordo...
«Era un uomo eccezionale, un grande amico».
Battiato ritorna in regione sei mesi dopo il trionfale concerto al “Nuovo” di Udine. Nel nuovo album, “Apriti Sesamo”, propone dieci canzoni alcune delle quali hanno i testi firmati dal filosofo e scrittore Manlio Sgalambro, con il quale per l’occasione ha rinnovato la sua storica collaborazione.
Il musicista siciliano, classe 1945, negli ultimi mesi è stato protagonista anche delle cronache politiche. Lui che un paio d’anni fa, alla domanda di Lilli Gruber se fosse di destra o di sinistra, diede una risposta già passata alla storia: «Io sto in alto...». Dopo aver accettato l’anno scorso (a sorpresa) di entrare nella giunta regionale siciliana di centrosinistra, guidata da Rosario Crocetta, in qualità di assessore al turismo e allo spettacolo, in una visita al parlamento europeo, a Bruxelles, a marzo, ha detto: «Queste troie che si trovano in parlamento farebbero qualsiasi cosa. È una cosa inaccettabile, sarebbe meglio che aprissero un casino...». Polemiche, indignazione bipartisan, richieste di dimissioni, revoca dell’incarico. Sipario.
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