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sabato 13 luglio 2013
CLAUDIO ROCCHI, un mese dopo - mio ricordo su forum Corriere della Sera Fegiz Files
da http://forum.corriere.it/fegiz_files/
Ho detto a Mario che la morte di Claudio Rocchi, un mese fa, mi ha colpito molto. Lui ci aveva fatto "Per voi giovani" assieme, alla radio, oltre quarant'anni fa. Ma ho capito che fra i due non era scattato - o si era interrotto - il feeling per una banale questione di ragazze. Peccato. Perchè per me Rocchi è stato una figura importante della musica italiana. Posso anche dire che all'alba degli anni Settanta, attraverso i suoi spazi radiofonici, ho scoperto per la prima volta gli artisti della West Coast americana, e poi Carole King, James Taylor, tanti altri... Ho amato le sue canzoni in bilico fra Oriente e underground, ribellismo e impegno politico.
Ricordo una sera del marzo '75, l'anno della mia maturità. Gita scolastica a Roma, leggo su Ciao 2001 che Claudio quella sera avrebbe suonato in un posto alla periferia della capitale. Coinvolgo alcune compagne e un paio di compagni di scuola. Due autobus per arrivare a questo fantomatico "Albergo intergalattico spaziale", poco più di un sottoscala, un'ottantina di ragazzi. Fra the e castagnaccio, lui canta "La rana" e "La tua prima luna", "La realtà non esiste" e "Tempi di guerra"... Avevo diciotto anni, la musica era la mia grande e unica passione, scriverne sui giornali o parlarne alla radio e in televisione non era ancora nell'orizzonte delle cose nemmeno immaginabili. Rimasi affascinato. Due mesi dopo lo rividi a Trieste, con gli Aktuala, in un teatro, e dunque in un'atmosfera più formale. E non fu la stessa cosa.
Ma che storia, la sua. «8 gennaio 1951, Capricorno sono nato e qualcosa già finiva, devo aver pianto come un matto forse mancavi tu...». La sua data di nascita era scritta in una delle sue prime, bellissime canzoni. Di quelle che all’epoca hanno fatto sognare una generazione di ragazzi appassionati di musica e politica, fra sogni e impegno sociale. Nel ’69, a soli diciotto anni, debutta come bassista degli Stormy Six. Nel ’70 esce il primo album solista, “Viaggio”. L’anno dopo “Volo magico n. 1”, nel ’72 “La norma del cielo (Volo magico n. 2)”. È la sua trilogia psichedelica e visionaria, che rimarrà insuperata. Canzoni come “La tua prima luna” (“sei finito in un prato mangiando una mela comprata passando dal centro, dove i tuoi amici parlavano ancora di donne e di moto e tu ti fumavi la gioia di essere riuscito a fuggire di casa, portandoti dietro soltanto la voglia di non ritornare...») diventano manifesti generazionali per adolescenti inquieti. Dopo l’underground arrivano il periodo mistico, gli anni in India, gli arancioni, Hare Krishna, l’abbandono della forma canzone per approdare all’elettronica e alla sperimentazione. Che sono la cifra stilistica della sua produzione musicale “adulta”. Nel ’94 pubblica l’album “Claudio Rocchi (Lo scopo della luna)”, con i vecchi amici milanesi, duettando con Alice nella canzone “L’umana nostalgia”. Altre cose, produzioni, film, idee varie. Due anni fa “In alto”, suo diciannovesimo album solista. Nonostante la malattia che ce l'ha portato via, stava lavorando a un nuovo progetto. Ciao Claudio, rivederti e riascoltarti su Youtube è ancora un'esperienza emozionante...
Carlo Muscatello
giornalista e critico musicale del "Piccolo" di Trieste
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