venerdì 19 luglio 2013

TRIESTE SUMMER ROCK FESTIVAL, sarà addio?

L’unico che non molla è il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini. Che non perde occasione per spronare l’organizzatore a fare comunque qualcosa, magari una sola bella serata, che poi magari l’anno prossimo ripartiamo alla grande... Anche se è lo stesso patron del Trieste Summer Rock Festival, Davide Casali, ad aver (quasi) perso le speranze di soffiare sulle dieci candeline. «Abbiamo aspettato fino all’ultimo - spiega Casali, anima del festival con la sua associazione Musica Libera -, nella speranza di fare comunque la manifestazione, che secondo il programma estivo del Comune doveva e dovrebbe ancora svolgersi il 10 e 11 agosto. Purtroppo dobbiamo fare i conti con la realtà...». Realtà che dice: un piccolo contributo dall’amministrazione comunale (tremila euro) ma rubinetti chiusi da parte della Fondazione Crt, che aveva garantito il maggior contributo economico alle nove edizioni precedenti. Dopo settimane di attesa e speranze, ieri la doccia fredda: quest’anno la fondazione non sgancia nemmeno un euro per la rassegna. Rilancia Cosolini: «Il Comune, che quest’anno fa tutta la stagione estiva con 300mila euro, a fronte dei 560mila dell’anno scorso, è disposto a fare un altro sforzo economico perchè il festival non si interrompa. Lunedì ho in programma una riunione con gli organizzatori. Faremo di tutto per organizzare almeno una serata, magari approfittando di qualche offerta “last minute”. In tempi di crisi ci sono artisti che adesso si propongono per la metà di quel che chiedevano a primavera...». Nato nel 2004, l’anno delle “vacche grasse” grazie alle celebrazioni per il cinquantenario del ritorno di Trieste all’Italia, il festival ha portato in questi anni in città artisti come Van der Graaf Generator, Alan Parson’s Project, Gong, Steve Hackett, Ian Paice, Pfm, Banco del mutuo soccorso, Orme, Osanna, New Trolls, Delirium. E ancora Creedence Clearwater Revived, Animals, Focus, Gleen Hugs, Caravan, Clive Bunker, Profondo Rosso Project, Metamorfosi, Blues Mobil Band... Concerti, in piazza Unità o a San Giusto, sempre e comunque a ingresso libero. «Questa è stata una scelta precisa - spiega Casali -, messa in pratica proprio grazie ai contributi pubblici. Venendo a mancare i quali, l’unica strada è quella di fissare un biglietto d’ingresso, e magari poter contare su uno o più sponsor privati, che noi al momento non abbiamo». Per quest’anno, quello del decennale, gli organizzatori avevano pensato a un programma particolare. Poi, passando i mesi e perdurando l’incertezza, avevano capito che non c’era spazio per volare alto, ma si erano indirizzati su un’offerta comunque di qualità. «Sì, un’idea - prosegue Casali - era quella di portare a Trieste Tony Levin, il bassista statunitense che ha suonato con Yes, King Crimson e tantissimi altri protagonisti del pop-rock internazionale. Con lui avevamo dei contatti che aspettavano solo di essere perfezionati. Un’altra idea era quella di re-ambientare un “Live at Pompei” nel nostro Teatro romano, con i Pinkover, reduci da una serata di successo al Rossetti. E poi c’era sempre la possibilità di riportare a Trieste le Orme, che qui possono contare su un buon numero di fan vecchi e nuovi...». A questo punto, forse gli organizzatori farebbero meglio a utilizzare i (pochi) soldi disponibili per organizzare una o due serate dedicate agli artisti e gruppi rock triestini, di ieri e di oggi. Quelli che ci stanno. Siamo convinti che molti di loro suonerebbero anche gratis. E sarebbe comunque un bel modo di festeggiare il decennale...

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