martedì 2 settembre 2014

LEONARD COHEN, nuovo disco per gli 80 anni

Leonard Cohen compie ottant’anni il 21 settembre. E festeggia il compleanno pubblicando - due giorni dopo - il tredicesimo album della sua straordinaria carriera: “Popular problems”, che uscirà su etichetta Sony/Columbia, ed è stato anticipato nei giorni scorsi sul web dalla diffusione del brano “Almost like the blues”, le cui atmosfere “bluesy” richiamano lo stile del precedente album, quel “Old ideas”, pubblicato due anni fa. Il nuovo disco - che comprende nove brani: “Slow”, “Samson in New Orleans”, “A street”, “Did I ever love you”, “My oh my”, “Nevermind”, “Born in chains”, “You got me singing”, oltre alla citata “Almost like the blues” - prosegue sulla strada poetica dell’artista, che si inoltra con un tocco quasi ipnotico lungo le strade del sogno, stabilendo «un nuovo equilibrio tra speranza e disperazione, dolore e gioia», secondo le note della casa discografica. Cohen, con la sua caratteristica voce bassa e profonda, mostra nei nuovi brani l’approccio di un amante stupito che si rivolge in modo appassionato alla condizione umana mentre «l’anima si dispiega nelle stanze del suo desiderio». Il disco - cofirmato con Patrick Leonard, che aveva prodotto anche il precedente lavoro - solca ancora il terreno dell’immaginazione, mostrando un’inesauribile energia poetica. Un’energia, una forza che innerva da oltre mezzo secolo il panorama della musica, della poesia, in definitiva dell’arte e della cultura contemporanea. Era infatti il 1961, quando Leonard Norman Cohen - nato a Montreal il 21 settembre 1934 da una famiglia di origini ebraiche -, dopo alcune esperienze musicali in un trio country & western, i Buckskin boys, formato con due compagni di scuola, debutta con l’antologia poetica “The spice box of earth”. Riconoscimenti, viaggi in Europa con la compagna di allora Marianne Jensen, la decisione di vivere nell’isola greca di Idra. Pubblica i primi racconti, l’autobiografico “The favorite game” (1963) e “Beautiful losers” (1966), nel ’67 torna nel suo Nord America, debutta nel mondo della canzone al Festival Folk di Newport. Lì lo nota il leggendario produttore John Hammond (Billie Holiday, Aretha Franklin, Bob Dylan, più avanti lo stesso Bruce Springsteen...), che lo mette sotto contratto con la Columbia. Esce “The songs of Leonard Cohen”, con brani poi diventati classici come “So long, Marianne”, “Sisters of mercy” e “Suzanne” (già nota nell’interpretazione di vari artisti, tra cui Judy Collins, poi tradotta in Italia da Fabrizio De André). Il primo di una lunga serie, evidentemente non ancora terminata, di album che hanno accompagnato la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Ma una carriera è fatta anche - per alcuni soprattutto - di numeri. Quelli di Leonard Cohen: oltre ventitre milioni di album venduti in tutto il mondo, dodici libri pubblicati, il più recente dei quali è “Book of longing”, una raccolta di poesie, prose e disegni pubblicata nel 2006. Numeri che però non dicono nulla dell’enorme influenza che l’opera di Cohen ha avuto su generazioni di altri artisti. Quando fu introdotto - lui, che rockettaro non è mai stato... - nella Rock & Roll Hall Of Fame nel marzo 2008, Lou Reed lo descrisse come uno dei “songwriter del rango più elevato e influente”. Basti pensare che le sue canzoni sono state reinterpretate da centinaia di artisti tra cui Jeff Buckley, Bob Dylan, Nina Simone, Johnny Cash. E ancora lo stesso Lou Reed, Tori Amos, Nick Cave, Joan Baez, Harry Belafonte, Rufus Wainwright, i Civil Wars... E vari album-tributo gli sono stati dedicati in Francia, Norvegia, Spagna, Svezia, Repubblica Ceca, Sudafrica, oltre che ovviamente nel suo Canada e negli Stati Uniti. Per tacere delle decine di libri scritti su di lui, sulla sua produzione. Una curiosità. Nel 2008 la sua “Hallelujah” è divenuta il singolo che ha venduto più rapidamente nella storia europea quando tre diverse versioni del classico - l’originale di Cohen, la versione di Jeff Buckley e quella della vincitrice dell’X Factor inglese Alexandra Burke - sono apparse contemporaneamente nella classifica dei singoli nel Regno Unito. Dopo la pubblicazione di “Popular problems”, non sono per ora previsti tour dell’artista.

Nessun commento:

Posta un commento