lunedì 8 settembre 2014

LIGABUE ha concluso buona estate rock triestina

E quando l’altra sera Ligabue verso la fine ha attaccato anche “Certe notti”, beh, allora il trionfo è stato completo. I quindicimila dello Stadio Rocco si sono ulteriormente e idealmente stretti al loro idolo, dopo aver ballato e cantato con lui per oltre due ore. Grande spettacolo, molto rock e tutto sommato con poche ballate, privato e al tempo stesso politico, quello del cinquantaquattrenne rocker di Correggio, in apertura della tranche settembrina del “Mondovisione Tour - Stadi 2014”. Show molto tecnologico, con palco mastodontico (montato in posizione inedita: spalle alla tribuna centrale, pubblico concentrato sul prato e nella tribuna opposta, curve chiuse) completo di lunga passerella, ma soprattutto con un megaschermo convesso su 180 gradi che offre alla folla uno spettacolo nello spettacolo: dodici telecamere e una sapiente regia fanno il resto, creando un emozionante racconto per immagini delle canzoni che arrivano una dietro l’altra, prima concentrandosi sui brani dell’ultimo album, poi inserendo via via i suoi classici. Per quanto riguarda l’affluenza di pubblico, i quindicimila e poco più che hanno pacificamente invaso lo Stadio Rocco erano ovviamente soprattutto triestini e regionali ma arrivavano un po’ da tutta Italia: il popolo dei fan del Liga è infatti molto fedele, e spesso non si accontenta di assistere a una sola tappa del tour. Qualcuno forse si aspettava un’affluenza maggiore, ma - come si diceva alla vigilia - vanno al proposito valutati vari elementi. Il rocker ha già suonato in regione ad aprile, al palasport di Latisana, in quella sorta di anteprima della tournèe negli stadi che è stato il “Mondovisione Tour - Piccole città 2014”. Stiamo comunque parlando di un artista che, a quattro anni di distanza dal precedente tour, quest’anno ha girato parecchio. Aggiungi l’incognita meteo di questa “non estate” che, pur avendo risparmiato la serata di sabato, può aver penalizzato le prevendite soprattutto per chi arrivava da più lontano. E magari anche l’onnipresente crisi economica che picchia soprattutto fra le fasce giovanili (i biglietti dei concerti costano cari, e chi aveva un piccolo budget a disposizione per la musica dal vivo a settembre lo ha ben che terminato...). Tutto è bene quel che finisce bene, dicono comunque i saggi. E va rimarcato che il concerto di Ligabue ha concluso un’estate pop/rock/jazz coi fiocchi, come a queste latitudini forse non si era mai visto. C’è stato infatti il megaconcerto dei Pearl Jam a giugno (una delle due date italiane del loro tour, oltre trentamila presenze), il grande concerto di Manu Chao sull’altipiano carsico (altre quattordicimila presenze), lo sfortunato show di John Fogerty in piazza Unità (interrotto dalla pioggia dopo appena una quarantina di minuti). In definitiva un buon cast, al quale vanno aggiunti i tanti artisti di qualità portati nelle piazze Verdi e Hortis dall’ottava edizione di TriesteLovesJazz (tre nomi su tutti: Dobet Gnahorè, Kyle Eastwood e John Scofield) e dall’undicesima annata del Trieste Summer Rock Festival (l’ex Van der Graaf Generator David Jackson, i Rhapsody of fire), quelli di Muggia Jazz (vedi articolo qui sotto), alcuni altri... Insomma, per una volta non c’è stato proprio di che lamentarsi.

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