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domenica 14 settembre 2014
VANONI e PAOLI, 80 x 2
Lei compie ottant’anni il 22 settembre. Lui il giorno dopo. Entrambi festeggiano con un disco: lei il triplo cofanetto antologico “Più di me, più di te, più di tutto”, lui tre album registrati dal vivo all’Auditorium Parco della Musica di Roma (in edicola dalla settimana scorsa con Repubblica e L’Espresso).
Stiamo parlando di Ornella Vanoni (Milano, 22 settembre 1934) e Gino Paoli (Monfalcone, 23 settembre 1934): due autentiche colonne della musica italiana, protagonisti negli anni Sessanta anche di una intensa storia d’amore. Erano gli anni in cui lei veniva dalla relazione artistica e sentimentale col “triestìn de Barcola” Giorgio Strehler, gli anni anticonformisti del Piccolo Teatro di Milano, delle canzoni della mala.
Per lui erano gli anni de “La gatta”, che si chiamava Ciacola e condivideva con l’artista una soffitta. «Quelli furono anni - confessò Paoli tempo fa - bruttissimi da vivere e bellissimi da ricordare. Ci sono dei periodi della vita in cui hai fame e non hai da mangiare...». Ricordando che un discografico, dopo aver ascoltato “Il cielo in una stanza” e «Sassi», lo stroncò così: «Senta, mi dispiace dirglielo, ma queste non sono canzoni. Secondo me è meglio che lei faccia un altro mestiere...». Le cose poi andarono diversamente.
In tempi più recenti i due artisti sono stati protagonisti anche di una riuscita reunion artistica: un tour nell’85 nei maggiori teatri italiani (fecero tappa anche al Rossetti di Trieste), da cui fu anche tratto un album, intitolato “Insieme”. L’avventura fu replicata nei primi mesi del 2005, quando - in contemporanea al tour - vennero pubblicati il disco di duetti “Ti ricordi? No, non mi ricordo” e il libro “Noi due, una lunga storia”, scritto con Enrico de Angelis per Mondadori.
Disco e libro rimangono, a distanza di parecchi anni, una bella testimonianza del loro sodalizio umano e artistico. Nella canzone “Boccadasse” (dal nome dell’antico borgo di pescatori ligure che fu uno degli scenari del loro amore), lui cantava: «Non ricordo niente di quello che è stato, mi ricordo solo che ero innamorato». E lei: «Quel che c’era intorno non contava niente, c’era solo amore, c’eri solo tu».
Nel libro, invece, il cantautore monfalconese di nascita ma genovese d’adozione e a tutti gli effetti confessava: «Ornella mi attirava soprattutto come donna, ma è difficile scindere, in una come lei, la donna dall’artista: le due facce sono molto simili. Lei ha una carica espressiva viscerale che esprime con quello che realmente è. Ha un carattere esagerato qualunque cosa faccia».
E lei: «Quello con Gino è un legame che non si è mai sciolto. Di me lui ha sempre detto che sembro un setter ma sono un boxer. In realtà i grandi amori non finiscono mai. Se non li vivi fino all'esaurimento, come fanno a finire?»
Ancora lui: «La vulnerabilità è la sua dote che preferisco. Quando la guardo mi viene voglia di proteggerla. La gente non lo intuisce, fortunatamente. Ma io posso dirlo perché ho vissuto con lei, l'ho amata intimamente...».
Ora questo nuovo compleanno incrociato. Ornella lo festeggia, oltre che con il triplo album citato, ripartendo il 31 ottobre da Conegliano Veneto con il suo ultimo tour “Un filo di trucco, un filo di tacco”, titolo mutuato dalla raccomandazione che sua madre le faceva, da ragazza, prima di uscire. Il tour - che proseguirà fino alla primavera 2015 - dovrebbe essere l’ultimo della sua lunga carriera, secondo quanto detto dalla stessa artista.
Il cofanetto antologico, con il meglio della sua lunga discografia, conterrà i due album editi “Più di me” (brani del repertorio e due inediti, cantati in duetto con alcuni big) e “Più di te” (grandi brani della nostra canzone da lei reinterpretati, con qualche duetto), arricchiti da “Più di tutto”, una nuova raccolta di successi. Che arriva dopo il recente album “Meticci (Io mi fermo qui)”, anche quello ricco di classici e cover.
Gino, che da qualche anno è anche presidente della Siae, viene invece “celebrato” da Repubblica e L’Espresso con questi tre album. Il primo s’intitola “Incontro in jazz” e lo vede esibirsi con un quartetto formato dal pianista Danilo Rea, dal batterista Roberto Gatto, dal trombettista Flavio Boltro e dal contrabbassista Rosario Bonaccorso. Con loro rilegge i suoi classici con arrangiamenti jazz.
Il secondo album è “Due come noi che...”, testimonianza del concerto all’Auditorium di Roma con il pianista Danilo Rea, con cui è andato recentemente anche il tour. Il terzo è “Napoli con amore”, viaggio fra i classici della canzone napoletana, sempre al fianco del pianista Rea.
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