domenica 5 febbraio 2017

ADDIO A ENNIO SANGIUSTO, TRIESTINO A SANREMO 63

C’è un altro triestino - oltre a Teddy Reno, Pilat, Umberto Lupi... - che ha partecipato al Festival di Sanremo. E purtroppo proprio recentemente è scomparso a Milano, dove viveva da tanti anni. Aveva ottantatre anni. Si chiamava Ennio Reggente, in arte Ennio Sangiusto, ovviamente in onore del patrono cittadino. Negli anni Cinquanta comincia come ballerino, prosegue come cantante, entra a Radio Trieste. All’alba dei Sessanta si appassiona al twist, il nuovo ballo che furoreggia anche in Italia. Accennava qualche passo di danza anche davanti al microfono, per questo lo chiamavano “il cantante catapulta”. Nel ’63 va a Sanremo, dove presenta due canzoni: “Le voci”, in coppia con Luciano Tajoli, e “La ballata del pedone”, cantata assieme al Quartetto Radar. «Andò malino - disse tanti anni fa al “Piccolo” -. Anche allora non mancavano le pressioni da parte delle case discografiche. Tajoli andava per la maggiore, ma i discografici credevano più al pezzo che presentava in coppia con Milva. Al nostro brano rimasero le briciole». Ancora Sangiusto: «Anche l’altro pezzo era gradevole, ma non ebbe fortuna. Forse per colpa di qualche accenno polemico nel testo...». «Ero fra i più giovani cantanti in gara - disse quella volta l’artista triestino, cresciuto nel rione di San Giacomo -. Tra i big esisteva una rivalità terribile, ma con noi novellini furono tutti gentilissimi. Ricordo per esempio Consolini, lo stesso Tajoli. Adesso il mondo musicale è trasformato, l’immagine ha preso il sopravvento sulla voce». Parole del ’91, oggi ancor più attuali. Dopo quella partecipazione al Festival, il triestino Reggente ha vissuto per tanti anni in Spagna, poi in Sud America, infine si è stabilito a Milano. Una volta era in giuria al festival della canzone a Vina del mar, in Cile. Gli si avvicina un signore e gli chiede se era davvero triestino come lui. Rassicurato al proposito, gli chiede di cantargli una canzone dialettale. Lui accenna “Trieste mia”, quello scoppia a piangere per l’emozione: mancava dalla città da tanti anni.

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