giovedì 19 gennaio 2017

CLAUDIO VILLA, 30 ANNI FA

Ma c’è stato almeno un altro Sanremo segnato da un lutto. Era il 7 febbraio 1987, giusto trent’anni fa, l’ultima serata del 37.o Festival di Sanremo venne interrotta dal presentatore Pippo Baudo per dare l’annuncio. Claudio Villa, uno dei protagonisti della storia della canzone italiana, era morto poche ore prima a Padova, dove era andato per farsi operare al cuore. Grande e per una volta autentica commozione al Teatro Ariston. Tutti in piedi, un lungo applauso a quello che era stato il “Reuccio” della nostra canzone, qualche lacrima e molti occhi lucidi in platea. Poi, come sempre, lo spettacolo deve continuare. Quell’anno vinsero Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi con “Si può dare di più”, tra le Nuove proposte Michele Zarrillo con “La notte dei pensieri”, Premio della critica a Fiorella Mannoia (che manca da quell’edizione al Festival, dove torna quest’anno).
Claudio Pica, questo il suo vero nome, era nato il primo gennaio 1926 a Roma. Anzi, a Trastevere, via della Lungara, quella nota per il carcere di Regina Coeli. Famiglia umile, padre vetturino e madre casalinga, giovanissimo vince il primo concorso canoro a cui partecipa, con “Chitarratella”, grande successo di Carlo Buti, suo idolo giovanile. Primo disco nel ’47, “Serenatella dolce e amara” e “Canzoncella”. Nel ’52 debutta al cinema, protagonista del film “Serenata amara”, cui seguiranno una trentina di titoli (quasi sempre in ruoli che gli permettevano anche performance canore).
Gli anni Cinquanta e Sessanta lo consacrano protagonista canoro di primissimo piano, con la sua voce tenorile. Nel ’55 vince il primo dei suoi quattro Sanremo con “Buongiorno tristezza”. Nel ’59 con “Binario” si aggiudica la prima edizione del Festival di Barcellona. Nel ’64 trionfa a “Napoli contro tutti” con “'O sole mio”, nel ’66 a “Scala reale” con “Granada”. Sono gli anni di ”Canzonissima”, programma e gara tv che cambia nome ogni anno ma lo vede sempre vincitore o almeno finalista. Lui incarna la tradizione, gli altri (Gianni Morandi, Massimo Ranieri...) rappresentano i tempi che stanno cambiando. Anche e forse soprattutto nella musica. Lascia una discografia immensa.
Ateo e comunista convinto, Claudio Villa volle essere cremato, proibendo ogni cerimonia religiosa e lasciando scritto: «Aiutate l’uomo del domani a sbarazzarsi degli ultimi baluardi del Cristianesimo». Sulla sua tomba, nel cimitero San Sebastiano di Rocca di Papa, c’è scritto «Vita sei bella, morte fai schifo».

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