giovedì 28 agosto 2008

BAUSTELLE


I Baustelle aprono stasera a Pavia di Udine la 44.a edizione della «Sagre dai Pirus». Con «Amen», il loro quarto album, uscito quest’inverno, il trio di Montepulciano ha firmato uno dei migliori dischi italiani del 2008. Un album finito anche il classifica, in bilico fra pop e canzone d'autore, fra cultura alta e popolare, fra cronaca e citazioni letterarie e cinematografiche, senza dimenticare qualche dichiarazione d'amore per l'elettronica e la new wave.

«La musica pop spesso ha un solo strato - dice il cantante Francesco Bianconi, autore dei brani del gruppo -: facile, lineare, con le melodie orecchiabile. Cose che vanno bene, che piacciono anche a noi. Ma amiamo anche la contaminazione, la possibilità di creare diversi livelli di lettura. Ecco, noi vogliamo fare la musica pop che non si sente in giro».

Lo sa che il liberismo non ha i giorni contati?

«L’ho sempre saputo... Ma anche quel brano («Il liberismo ha i giorni contati», dall’ultimo album - ndr) nasce dalla constatazione della realtà. Da ricordi anche personali, di quando sono stato precario, o disoccupato, e vagavo per Milano guardando la civiltà ricca, tutta lustrini, sperando magari che si autodistruggesse, come spera la protagonista della canzone».

Il cui video ora andate a girare a Berlino.

«Sì, lì terremo anche un concerto, il primo di un piccolo tour tedesco, con una tappa anche a Vienna. Berlino oggi è una città emblematica, c’è un gran fermento, non solo nella musica. Conosco molti che sono andati a viverci, chissà, forse per coltivare l’ultimo sogno, l’ultima speranza, o forse l’illusione. Faremo un sondaggio sulla felicità dei berlinesi...».

Lei faceva il giornalista.

«Sì, dopo l’università ho risposto a un annuncio: a Milano cercavano un redattore per una rivista di giardinaggio. Poi ho lavorato anche per una rivista di vini e gastronomia. E poi mi sono licenziato, diventando un precario della musica».

Montepulciano com’è?

«Un paesotto, dove se vuoi fare musica sul serio, ti guardano come una pecora nera. Ma veniamo tutti e tre da lì: io vivo a Milano da diversi anni, Rachele Bastreghi si è trasferita da poco, Claudio Brasini è rimasto a vivere lì».

Per certe canzoni vi accusano di cinismo.

"Le critiche mi rimbalzano addosso e i moralismi lasciano il tempo che trovano. Io mi identifico nei sedicenni come Charlie (il brano è «Charlie fa surf» - ndr), che prendono pasticche e minacciano ”vi spacco il culo”. Anche se ho molti anni di più».

Ragazzini che sono il segno di che cosa?

«Forse di un mondo che non ha speranza, ma fa finta di non saperlo. Inutile mettersi il paraocchi davanti al fatto che fra i ragazzini c’è un uso della droga fine a se stesso, per lo sballo e il divertimento in quanto tali. È un segnale preoccupante, che fa parte di questa organizzazione sociale...».

La rassegna prosegue domani con la Formula 3, venerdì 5 settembre con Giuliano Palma e sabato 6 settembre con gli Homo Sapiens (inizio ore 21.30, ingresso gratuito).

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