lunedì 26 dicembre 2011

CARMICHAEL 30


Dici “Georgia on my mind” e tutti pensano, giustamente, all’immenso Ray Charles. Ma non tutti sanno che la celeberrima canzone che dal 1979 è anche l’inno nazionale dello stato americano della Georgia - proprio come la celebre “Stardust”, “Polvere di stelle” - fu scritta da Hoagy Carmichael, pianista, cantante, attore, ma soprattutto uno dei maggiori autori della musica leggera statunitense del secolo scorso. E di cui ricorrono in questi giorni i trent’anni dalla morte, avvenuta il 27 dicembre del 1981 a Rancho Mirage, in California.

Quando un infarto se lo porta via, il grande Hoagy - che ebbe una carriera di tutto rispetto anche come attore cinematografico - ha ottantadue anni. Nel suo caso si può davvero dire una vita spesa per la musica.

Nato il 22 novembre 1899 a Bloomington, nello stato americano dell’Indiana, Hoagland Howard “Hoagy” Carmichael comincia giovanissimo a studiare pianoforte con la madre e a comporre musica mentre frequenta l’Indiana University, dove comunque porta a compimento gli studi e si laurea in legge nel 1925.

Si sa come vanno queste cose. Da ragazzi molti studiano uno strumento, molti compongono qualcosa. Dunque all'inizio la musica è per il ragazzo americano di belle speranze, e potenziale futuro avvocato, solo una occupazione parallela allo studio. Ma il genio non bacia in fronte chiunque, e se arriva bisogna saperlo riconoscere.

Hoagy Carmichael a un certo punto sente che non può più dividersi fra gli studi, e magari domani un lavoro “normale”, e la musica. Che è sempre più la sua grande passione. Decide allora di dedicarvisi completamente. Nel 1927 realizza le sue prime incisioni per l'etichetta “Gennett”.

Scrive e a volte interpreta lui stesso brani caratterizzati da una forte vena lirica ma anche da espliciti riferimenti alla musica afroamericana: un mix che, sapientemente calibrato, si dimostra subito in grado di evocare le atmosfere più tipiche dell'America negli anni fra le due guerre.

Nel 1927 compone anche “Chimes of Indiana”, che viene regalata alla sua università come dono da parte della sua intera classe e che dal 1978 è l’inno ufficiale dell'Indiana University. Dalla quale l’artista è stato insignito della laurea honoris causa in musica dalla stessa università nel 1972. Nel ’31 si associa alla American Society of Composers, Authors and Publishers.

In quegli anni iniziali, il suo pezzo più famoso è “Stardust”, ma poi non vanno dimenticati “Riverboat shuffle”, “Rockin' chair”, “Washboard blues”, “Heart & soul”, “New Orleans” e ovviamente quella “Georgia on my mind” cui abbiamo già accennato. Collabora con Sidney Arodin per il classico “Up and Lazy River” e con Johnny Mer.

Nel 1945 è in Italia, a Napoli, al seguito delle truppe americane, proprio come organizzatore di spettacoli per i militari. L’atmosfera partenopea gli ispira “Somewhere on via Roma” (in italiano “Io t'ho incontrata a Napoli”), firmata con Deani, Forte e Rivi, e lanciata alla radio dal cantante Armando Broglia. L'anno successivo, prendendo spunto dal grande successo riscosso dalla canzone, viene anche realizzato l'omonimo film “Io t'ho incontrata a Napoli”, diretto da Pietro Francisci.

Già, c’è anche il cinema. Carmichael partecipa come attore ad almeno quattordici film, recitando al fianco di attori del calibro di Humphrey Bogart, Lauren Bacall e Kirk Douglas. E spesso, in questi film, appare cantando una sua composizione accompagnandosi con il pianoforte.

Fra i titoli: il classico “Acque del sud” (“To have and have not”), con la coppia Humphrey Bogart-Lauren Bacall; “Chimere” (“Young man with a horn”), ancora con la Bacall e Kirk Douglas; “I migliori anni della nostra vita” (“The best years of our lives”), con Myrna Loy e Frederic March.

Nel 1951 vince l'Oscar per la migliore canzone originale. Nel 1969 è uno dei primi dieci autori di canzoni introdotti nella Songwriters Hall of Fame. Grazie a brani come “Little old lady”, “Skylark”, “I get along without you very well”, “In the cool cool cool of the evening”, “The nearness of you”, “Come easy go easy love”, oltre a quelli già citati.

Fra le curiosità, una sua parodia doppiata da lui stesso in un episodio dei leggendari “Flinstones”. E Ian Fleming, che nei suoi romanzi “Casino Royale” e “Moonraker” descrisse l'agente segreto britannico James Bond come somigliante proprio a Carmichael, con una cicatrice lungo la guancia.

Hoagy Carmichael - che scrisse anche due autobiografie: “The stardust road” (pubblicata nel 1946) e “Sometimes I wonder” (nel 1965) - a vent’anni dalla morte viene ricordato come un autore che ha attraversato con le sue composizioni tutto il secolo scorso, e che nel suo genere è considerato compositore di musica leggera inventivo e sofisticato, vicino al linguaggio jazzistico.

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