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lunedì 5 dicembre 2011
I GRANDI TOUR A TRIESTE
«Stavamo per portare anche i Radiohead in piazza Unità, l’estate prossima...». Poi la band inglese è stata sistemata a Villa Manin, dove si esibirà il 4 luglio, e tutti contenti lo stesso. Ma la confidenza sfuggita al sindaco springsteeniano Roberto Cosolini è sintomatica di un cambiamento di clima e prospettive.
Sì, perchè un indizio rimane sempre e solo un indizio. Ma quando gli indizi diventano due, tre, quattro, beh, allora potremmo pensare di essere in presenza - se non di una prova - almeno di un’inversione di tendenza.
L’argomento è ovviamente il rapporto fra la musica dal vivo e Trieste, da anni considerata la cenerentola regionale dinanzi alla vitalità e alla ricca offerta di proposte di Udine e degli altri centri regionali, tutti ovviamente più piccoli del capoluogo giuliano.
La novità è che il calendario triestino dei prossimi giorni, settimane e mesi sforna un appuntamento dietro l’altro. Domani al Rossetti ci sono gli intramontabili Nomadi di Beppe Carletti, al PalaTrieste arriva lunedì 12 dicembre l’«Ora Tour» di Jovanotti, giovedì 22 di nuovo al Rossetti c’è Vinicio Capossela. Un tris dicembrino di tutto rispetto, insomma, calato in appena due settimane.
Siamo all’anno nuovo. Il 27 febbraio al Rossetti suona Johnny Winter, leggendario chitarrista blues/rock statunitense. Sempre nel maggior teatro triestino il 18 marzo è la volta di un altro mito del rock: Roger Daltrey, voce degli Who, che riproporrà l’opera rock “Tommy” e altri classici di un repertorio quarantennale.
Maggio è il mese di Biagio Antonacci, il cui nuovo tour fa tappa il giorno 22 al PalaTrieste per quello che si preannuncia come un concerto da “tutto esaurito”, con uno dei nomi di punta della canzone pop italiana.
Dulcis in fundo, il grande appuntamento dell’11 giugno allo Stadio Rocco con Bruce Springsteen: la prima volta in città del Boss, nella tappa del suo breve tour italiano (le altre sono Firenze il 7 e Milano il 10), che sta già attirando nelle prevendite l’attenzione dei fan dell’Europa centro-orientale. A Est di Trieste, il rocker di Freehold suonerà infatti soltanto a Praga e Vienna (rispettivamente l’11 e 12 luglio).
Come si vede, è già di un buon calendario. Al quale con ogni probabilità verranno aggiunti altri appuntamenti fra l’inverno e la primavera, oltre ovviamente a tutta la programmazione estiva, di cui il megaconcerto di Springsteen vogliamo sperare sia solo l’eccellente anteprima.
Da come il pubblico locale risponderà a questa inedita abbondanza (e qualità) di offerte, e da come la città saprà attirare e accogliere tutti quelli che arriveranno da lontano, dipenderà il futuro di quel rapporto con la musica dal vivo di cui si diceva.
Per anni siamo stati tagliati fuori dai circuiti internazionali e tenuti a stecchetto anche in quelli nazionali. Con la scusa che Trieste è decentrata, difficile da raggiungere, non baricentrica rispetto a Udine, demograficamente anziana, e chi più ne aveva più ne metteva.
Ora, complici i lavori previsti l’estata prossima allo Stadio Friuli di Udine e la “sensibilità” sull’argomento del sindaco springsteeniano di Trieste, la città può battere metaforicamente un colpo. Anzi quattro: one, two, three, four... Proprio come comincerà il concerto del Boss.
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