venerdì 30 dicembre 2011

CORRIERE 135


Il “Corriere della Sera” ha cinque anni più del “Piccolo”. Fu fondato nel 1876 da Eugenio Torelli Viollier, e se dunque il quotidiano triestino compie 130 anni, sono ben 135 le annate in archivio del giornale di via Solferino. Attraversando tre secoli di cronaca diventata storia, il “Corrierone” - oggi diretto da Ferruccio De Bortoli - è sempre stato considerato il maggior e più autorevole quotidiano italiano, anche quando altri, arrivati dopo, ne hanno insidiato diffusione e tirature. Per celebrarsi, ma anche per ripercorrere una vicenda che l’ha visto testimone e protagonista, il Corriere - attraverso la sua Fondazione e l’editore Rizzoli - pubblica un’opera monumentale: la “Storia del Corriere della Sera”, a cura di Ernesto Galli della Loggia. Un’opera che era stata concepita e messa in cantiere nel 2001, in occasione del 125° anniversario del giornale.

Quattro volumi, ognuno con due tomi. I primi due - appena usciti - sono dedicati a “Il Corriere e la costruzione dello Stato unitario” e “Il Corriere nell’età liberale”, con profili storici realizzati dagli studiosi Simona Colarizi e Angelo Varni. Ripercorrono i primi 50 anni di vita del giornale, dal 1876 al 1925, dai tempi della Destra storica a quelli del Fascismo.

«Anche in altri Paesi - scrive nell’introduzione Ernesto Galli della Loggia, - esistono giornali che hanno adempiuto, e adempiono, a una funzione analoga a quella del quotidiano di via Solferino. Assai raramente, però, è accaduto che un giornale di questo tipo sia stato sempre lo stesso con l'identica testata da un secolo e mezzo a questa parte. Il “Corriere” era quello che è oggi, infatti, già all'inizio del ’900, quando molti dei giornali che attualmente tengono il campo in Europa erano ancora lontanissimi dal vedere la luce».

Ancora il curatore: «È una singolarità che richiede una spiegazione. La prima e più importante riguarda indubbiamente la società italiana. Una società caratterizzata, pur attraverso le sue tormentate vicende, da una forte continuità non solo nel modo d'essere ma soprattutto dei propri gruppi dirigenti. Lungi dal conoscere rotture significative interne, infatti, l'élite italiana ha conservato un grado assai alto di coesione, frutto della persistenza di modelli di relazione, di atteggiamenti culturali, di legami personali, familiari e di gruppo, che hanno sfidato il tempo dimostrandosi più forti dei mutamenti di regime politico».

La forza del “Corriere”, dunque, come degli altri giornali che hanno alle spalle una storia analoga, sta proprio in questa capacità di sopravvivere alle varie ere storiche e politiche. Dalle pagine dei volumi emerge infatti una vicenda affollata di personaggi storici, di mutamenti sociali, di eventi nazionali e mondiali anche drammatici, che hanno segnato il destino dei popoli. Una ricostruzione storica e documentaria, una sorta di autobiografia che poteva intitolarsi “La storia d’Italia attraverso il Corriere della Sera”.

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