...sogni e bisogni fra musica e spettacolo, cultura e politica, varie ed eventuali... (blog-archivio di articoli pubblicati + altre cose) (già su splinder da maggio 2003 a gennaio 2012, oltre 11mila visualizzazioni) (altre 86mila visualizzazioni a oggi su blogspot...) (twitter@carlomuscatello)
martedì 29 luglio 2014
ARISA sabato a Tarvisio, no Borders Music festival
«L’idea di chiedere a Lelio Luttazzi di accompagnarmi al pianoforte fu di Paolo Bonolis. Venni a trovarlo a Trieste pochi giorni prima del Festival del 2009, nella sua casa sulla vostra bellissima piazza dell’Unità. Ricordo che lui suonava il pianoforte e io cantavo...».
Arisa arriva sabato nel Friuli Venezia Giulia, per partecipare al No Borders Music Festival di Tarvisio. È l’anno della sua vittoria al Festival di Sanremo con la canzone “Controvento” e ora con questo “Se vedo te tour” che fa tappa nella nostra regione.
«Ho deciso di dare al tour lo stesso titolo dell’album, nonchè di quella che reputo la canzone più importante dello stesso, scritta da Cristina Donà che canta con me anche nel disco. Lei è un’artista che stimo molto. Ha scritto anche “Lentamente (il primo che passa)”, l’altra canzone che ho portato al Festival di quest’anno, alla quale il pubblico ha preferito “Controvento”».
Rispetto agli esordi “sbarazzini” ora la sua musica è più intimista.
«Sicuramente in questi anni credo di aver attraversato un’evoluzione anche musicale. In fondo non sono più una ragazzina, ho trentadue anni, sento di aver acquistato una nuova consapevolezza. Non rinnego comunque l’approccio leggero alla musica, alle canzoni. E rimango convinta dell’azione “medicamentosa” della musica».
La sua carriera è legata a Sanremo.
«Beh, mi ha portato molta fortuna: quattro partecipazioni, due vittorie e un secondo posto, non mi posso lamentare. Molti ne parlano male, ma è comunque una delle poche occasioni importanti per la musica italiana. Bisognerebbe averne più cura, fare in modo che vi partepino sempre i migliori».
Ci tornerà?
«Forse sì, perchè no? Se avrò la canzone giusta e se lo riterrò utile. Non comunque l’anno prossimo».
Quest’anno ha guardato “X Factor”?
«Soltanto una volta, dunque non mi sono fatta un’idea precisa, neanche sui partecipanti, sui quali non posso dare un giudizio. Se rifarei la giurata dopo l’esperienza di tre anni fa? Davvero non lo so, ora sono concentrata sul tour».
Nel suo nome d’arte c’è tutta la sua famiglia.
«Sì, la A deriva dal nome di mio padre Antonio, la R dal mio, Rosalba, la I e la S dai nomi delle mie sorelle Isabella e Sabrina, la A finale dal nome di mia mamma Assunta. Ho scelto di creare questo acronimo che è diventato il mio nome d’arte, il nome con cui tutti mi conoscono, perchè io sono il frutto di tutta la mia famiglia. Quando sono sul palco immagino che in qualche modo ci andiamo tutti assieme».
A casa sua c’era molta musica?
«Sì, tutti molto canterini. Sono nata a Genova ma cresciuta a Pignola, il paese d’origine dei miei genitori, a pochi chilometri da Potenza. Da ragazza ricordo tanta musica a casa mia. Mi ci sono appassionata ch’ero ancora bambina».
Al cinema com’è arrivata?
«Non ci avrei mai pensato. Me l’hanno chiesto la prima volta Simona Izzo e Ricky Tognazzi: una parte in “Tutta colpa della musica”, tre anni fa. Poi ho partecipato ad altri film, sia come attrice che come doppiatrice».
Si è trovata a suo agio?
«Diciamo che non mi sono posta il problema. Io mi impegno in tutte le cose che faccio, che ho la possibilità di fare e che mi danno l’opportunità di comunicare. Che per me è la cosa più importante».
Ha scritto anche due libri.
«Sì, “Il paradiso non è granchè” e “Tu eri tutto per me”. Due romanzi. Ripeto: per me la cosa più importante è comunicare, con ogni mezzo. E in fondo ho appena cominciato».
Cosa presenta a Tarvisio?
«Il nuovo spettacolo è un viaggio attraverso questi cinque anni di carriera. Tutte le canzoni più importanti, da “Sincerità” a quelle dell’ultimo album. Senza scene e senza cerimonie. Una cosa semplice. Buona musica e basta».
Cosa farà dopo questo tour?
«Prima mi riposo, poi penso a cosa farò da grande. Mi piacerebbe un’esperienza di vita all’estero. In un posto molto caldo o molto freddo. Amo gli estremi, non mi piacciono le vie di mezzo...».
Arisa, ancora un ricordo del grande Luttazzi.
«Volentieri. Era una persona oltre che un artista meraviglioso. A quel Sanremo Giovani del mio debutto mi portò tanta fortuna. Ricordo bene quelle poche ore a Trieste, con lui, per conoscerci e provare qualcosa assieme. Ho un bellissimo ricordo anche della città. La sera andai a mangiare in un posto caratteristico, carne e crauti, cucina stile austriaco...».
Il tour di Arisa è cominciato ai primi di giugno dalla sua Genova. Nello spettacolo l’artista è accompagnata sul palco da Giuseppe Barbera (pianoforte e tastiere), Raffaele Rosati (basso), Francesco Bruni (chitarre) e lo “Gnu Quartet” (archi e flauto).
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento