venerdì 11 luglio 2014

DISCHI, LANA DEL REY (29-6-14)

Con "Born to die" ha messo a referto un debutto da sette milioni di copie, innumerevoli visualizzazioni sul web e (quasi) altrettante critiche, da parte di osservatori dubbiosi sull'autenticità del personaggio (della serie: troppo perfetta e patinata per essere vera...). Sono passati due anni. Ora la fascinosa Lana Del Rey tenta il bis con questo "Ultraviolence" (Universal), che chiuderà la bocca a più d'uno. Sì, perchè il disco dimostra innanzitutto che la ragazza non è un personaggio costruito a tavolino. E non è nemmeno la cosiddetta meteora da far suonare una sola estate. Vero nome Elizabeth Woolridge Grant, americana di New York, classe 1986, prima di trovare la sua strada nella musica la ragazza ha fatto anche la modella. Nel 2008 contratto con un'etichetta discografica indipendente, un album di debutto che le serve essenzialmente per muovere i primi passi e farsi conoscere nell'ambiente. Poi, improvviso e fragoroso, il botto con il citato "Born to die", pubblicato nel gennaio 2012, che fra i tanti record sfoggia anche quello di 123 settimane di permanenza nella "top 100" italiana. La ricetta: un abile e sapiente mix fra pop, soul e hip hop, reso particolare e riconoscibile dalle atmosfere in stile colonne sonore cinematografiche, in particolare quelle anni Cinquanta e Sessanta. Dall'album, tre successi che hanno fatto il giro del mondo: "Video games", "Summertime sadness" e ovviamente il brano del titolo. Ora si riparte. E colei che qualcuno aveva definito "la versione gangsta di Nancy Sinatra" (secondo altri: "lolita smarrita nel ghetto"...) sforna una raccolta di canzoni ben scritte e meglio interpretate, potendo contare sulla preziosa collaborazione di Dan Auerbach dei Black Keys. Sparite le influenze hip hop, ma basta anche con i sontuosi arrangiamenti orchestrali e i campionamenti vocali. Buon pop, atmosfere sobrie, sapiente equilibrio fra passato e presente, chitarre psichedeliche e tentazioni swing. «Mi piaceva - ha detto la ragazza riguardo il titolo - l'impatto di una parola seducente come "ultra" vicino al suono della parola "violenza". Negli ultimi due anni ho più volte percepito nell'aria dei segnali di aggressione. E così ho capito che la violenza può anche essere una cosa emotiva. Nelle relazioni a me piace anche avere una forte fisicità. Quindi penso che dipenda dalla situazione, ma per me incarna la parola passione». Album di non immediato impatto, quasi sospeso nel tempo, ma che poi conquista per la sua classicità quasi anacronistica. Fra i brani: "Cruel world", "West coast", "The other woman" e il pezzo del titolo. "Old money" ricalca persino una melodia di Nino Rota dal "Romeo e Giulietta" di Zeffirelli. "Ultraviolence" è disponibile in edizione standard con undici brani, nella versione deluxe con tre brani aggiuntivi e in un box da collezione.

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