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domenica 13 luglio 2014
LETTERA A PAPA FRANCESCO
Buongiorno, Papa Francesco. Scrivo a nome di (per ora) 51 cittadini di Trieste, laici e cattolici, rimasti sfavorevolmente colpiti da alcune posizioni e comportamenti concreti del vescovo della nostra città. Per – forse inutile – trasparenza, specifico che sono un sindacalista, personalmente agnostico, ovviamente per questo ruolo attento soprattutto ai temi del lavoro, dell’accoglienza, dell’attenzione ai più deboli. Segnaliamo dunque in particolare, (io l’ho già fatto pubblicamente) che qualche mese fa, il vescovo ha chiuso un centro di formazione professionale per tipografi chiamata "Villaggio del Fanciullo" attiva da 70 anni licenziando 20 persone, lamentando carenza di fondi, mentre peraltro il settimanale della Curia, che si sarebbe potuto stampare in quella sede, viene realizzato altrove. Il fatto ha sollevato un dibattito, con commenti non proprio favorevoli, sulla stampa della città. Nei giorni scorsi invece il vescovo ha ritenuto di partecipare ad un avviso pubblico relativo al sito del "Porto Vecchio" per la costruzione di una nuova chiesa a poca distanza da quella storica di S.Antonio Taumaturgo, normalmente non proprio traboccante di folla. Quello che ci chiediamo (e ti chiediamo) è semplice: se la Curia triestina ha i soldi per costruire una nuova chiesa, non avrebbe potuto evitare di chiudere la tipografia e licenziare 20 persone? E se ne ha tanti da poter costruire ex novo un edificio sacro, non potrebbe invece destinarli alla mensa della Caritas o alla Comunità di S.Martino al Campo che svolge un'indispensabile attività di accoglienza in città? Restiamo fiduciosi in attesa di una tua risposta.
Franco Belci
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