sabato 7 febbraio 2009

ANTONACCI


Bonolis lo voleva ”padrino” di qualche giovane in gara al Festival. Lui ha preferito declinare l’invito, e nella settimana sanremese sarà in tour. Un tour che giovedì sera fa tappa al Politeama Rossetti.

Biagio Antonacci apre dunque il tris di ”disintossicazione preventiva” (gli altri che ci daranno una mano: Battiato venerdì e sabato, Capossela domenica), allestito forse inconsapevolmente dallo Stabile regionale alla vigilia della kermesse festivaliera.

Sotto dunque con il bell’Antonacci, da anni idolo canoro di ragazze e donne di ogni età, che mesi fa ha pubblicato l’album «Il cielo ha una porta sola». L’annesso tour teatrale è partito a fine gennaio dal Teatro Augusteo di Napoli e porta in giro uno spettacolo particolare, diverso da quello visto nell’ottobre 2004 al PalaTrieste: elettrico e con vari spunti rock allora, perlopiù intimista stavolta.

Il cantautore di Rozzano, paesotto vicino Milano, mancava dai teatri da dieci anni. E conclusa questa prima parte del tour, tornerà comunque nei palasport già a primavera, per una seconda tranche elettrica. Caratterizzata anche dalla presenza di un coro speciale: un gruppo di spettatori, che da una tribuna sul palco canteranno con Biagio in una sorta di karaoke.

Ma torniamo al concerto triestino. Nel quale Antonacci sarà da solo sul palco, assieme a un altro musicista, il chitarrista Saverio Lanza: «Suonerò, male, tutti gli strumenti - ha detto l’artista -: chitarra, basso, batteria, pianoforte, tastiere vintage, djembe (tamburo africano - ndr) e la batteria con la quale ho cominciato la mia carriera ma che non uso da vent’anni. È difficilissimo tenere il tempo e cantare, da ragazzino avevo l’esempio di Phil Collins nei Genesis e Don Henley negli Eagles...».

Ancora Biagio: «Ci sarà qualche campionamento di archi, ma tutto il resto sarà scremato in stile Coldplay, con un classico trio chitarra basso e batteria». Per rivisitare successi vecchi e nuovi, proprio come nell’ultimo, vendutissimo album.

Da segnalare che le canzoni inserite nel disco - e dunque nel concerto - sono state scelte attraverso un sondaggio fra i fan (oltre 900 mila contatti), che hanno potuto votare e quindi decidere la composizione definitiva del cd: inserendo «Pazzo di lei» e «Quanto tempo e ancora», «Iris (fra le tue poesie)» e «Sappi amore mio», «Convivendo» e «Se è vero che ci sei». Senza dimenticare «Angela», «Mio padre è un re», «Fiore», «Quell’uomo lì», «Lo conosco poco»...

Ultima cosa. Antonacci è in queste settimane protagonista di una vertenza giudiziaria con la sua ex casa discografica, da lui accusata di aver immesso sul mercato senza autorizzazione la raccolta ”Best of... 2001/2007”.

Come sempre più spesso accade quando un artista cambia etichetta, era successo che la vecchia casa discografica (l’Universal) aveva fatto uscire due raccolte - quella citata e un’altra, del periodo ”1989/2000” -, e poi un cofanetto comprendente entrambe, nello stesso periodo dell’uscita del primo disco del cantautore per la sua nuova casa discografica, la Sony.

Le Sezioni specializzate per la proprietà industriale e intellettuale del Tribunale di Milano hanno deciso in via cautelare il ritiro dal mercato del disco e del cofanetto, «con il divieto di distribuire, promuovere e commercializzare» i due prodotti (gli avvocati di Antonacci hanno deciso di riservare a separata iniziativa la tutela dei diritti del best ”1989-2000”).

L'Universal, sottolineando che si tratta di un ”provvedimento soltanto provvisorio in sede cautelare”, ha chiesto la revoca nel giudizio di merito ancora pendente. Forte anche di un primo provvedimento del dicembre 2008, che rigettava le richieste avanzate da Antonacci.

Come dire: la tournèe nelle aule di giustizia è appena cominciata...

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