SANREMO
Sanremo, ci risiamo. La 59.a edizione del sedicente Festival della canzone italiana comincia stasera su Raiuno. Sedicente perchè da anni è in realtà soltanto un evento televisivo, nemmeno di qualità. E anche volendo restare nell’ambito mediatico, il vero festival della canzone italiana quest’anno si è svolto poco più di un mese fa, da Fazio, nel decennale della scomparsa di De Andrè, quando i più importanti esponenti della nostra musica hanno reso omaggio al grande poeta scomparso.
Come se non bastasse, Raidue manda ogni lunedì in onda anche una sorta di ”sezione giovani” migliore di quella prevista all’Ariston, con quell’X Factor che, al netto delle sterili baruffe fra Morgan e la Ventura, è un grande trampolino per le giovani speranze della canzone. Basti pensare che la rivelazione canora del 2008, Giusy Ferreri, è partita da lì.
Ciononostante, riflettori puntati da una settimana sul secondo Festival targato Bonolis, dopo l’edizione del 2005, premiata da ascolti record. La Rai l’ha richiamato in servizio, riprendendoselo dalla concorrenza, proprio per risalire quella china, precipitata dopo le ultime edizioni.
Con Baudo, l’anno scorso, si è praticamente toccato il fondo, per una manifestazione che a livello di ascolti era abituata a fare terra bruciata attorno, e da anni sconta una formula (troppe serate, troppo lunghe, poca attenzione alle canzoni e troppa al contorno...) che mostra la corda.
Paolo Bonolis sa creare attesa e curiosità. Ha cominciato reintroducendo l’eliminazione fra i big e assoldando grandi nomi (da Zucchero a Cocciante, da Lucio Dalla a Burt Bacharach, da Pino Daniele a Vecchioni...) come padrini dei giovani. Ha proseguito con la polemica costruita a tavolino sul brano anti-gay di Povia, con il colpo di riportare a Sanremo la voce di Mina (solo la voce, sia chiaro, sufficiente comunque per catalizzare l’attenzione sul ”Nessun dorma” che stasera aprirà la kermesse...), e ancora con il ritorno di Benigni, le conigliette di Playboy attese al seguito di Hugh Hefner, la presenza di Maria De Filippi nella serata finale...
Al proposito, fra Bonolis sulla tolda di comando e la De Filippi al rimorchio, qualcuno ha gridato allo scandalo. Hanno detto che è il Festival di Rai-set, vista la presenza sul palco dell’Ariston dell’uomo e della donna di punta delle reti berlusconiane.
Ma chi strepita si sveglia tardi: sono anni che Rai e Mediaset filano d’amore e d’accordo, spartendosi audience, affari e dunque anche protagonisti.
Non fa scandalo nemmeno il milione di euro al conduttore, che si ”giustifica” sottolineando che, essendo anche direttore artistico della rassegna, in realtà è da un anno (...) che lavora. Non fa scandalo perchè sono gli stessi soldi che prendeva Baudo, che hanno preso la Ventura e persino Michelle Hunziker quando fu chiamata a fare la co-conduttrice. La cifra tonda fa maggior impressione ora solo perchè i tempi di crisi nera la mettono in una luce nuova.
Rimarrebbe da dire - anche se abbiamo tutta la settimana a disposizione - dei presunti big. Qui Bonolis non si è discostato dalla ricetta Baudo: solito cast macedonia, una botta alla tradizione e una ai giovani, un occhio alla qualità e l’altro al nulla.Fra Renga e Masini, Patty Pravo (che ha bacchettato Mina: o vieni di persona o stai a casa...) e l’incredibile trio Pupo, Paolo Belli e Youssou N'Dour, Gemelli Diversi e Afterhours, Tricarico e Al Bano, Marco Carta (direttamente da Amici della De Filippi) e Dolcenera, Leali e Alexia, Sal Da Vinci (Carneade, chi era costui...) e il citato Povia, Nicolai/Di Battista e persino la Zanicchi.
Avanti gente, c’è davvero posto per tutti.
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