mercoledì 6 febbraio 2013

Stasera TRAVAGLIO a trieste, è stato la mafia

«L’idea iniziale era una riflessione sulle liste sporche camuffate da liste pulite. Sì, perchè qui tutti hanno fatto finta. Berlusconi ha in lista almeno cinquanta inquisiti, ne ha fatti fuori due o tre, a ’sto punto mi piacerebbe sapere secondo che criterio. Per dirla tutta, se fossi Cosentino mi arrabbiarei pure: paga lui per tutti». Parla Marco Travaglio, che stasera alle 21 presenta al Rossetti (unica tappa regionale, seconda del tour nazionale partito l’altra sera da Bologna) il nuovo spettacolo “È stato la mafia”. Con lui sul palco, anche stavolta, dopo “Anestesia totale”, Isabella Ferrari. «L’idea era quella - prosegue il giornalista -, poi le elezioni anticipate ci hanno costretto a inventare un nuovo progetto. Ma sul tema originario almeno il prologo è sopravvissuto. S’intitola “Votare informati”. Che almeno nessuno dica: nessuno mi aveva detto nulla...». Lo spettacolo? «È la storia di questi vent’anni, del patto fra stato e mafia. Un film dell’orrore del quale non c’è ancora il finale. E del quale mi colpisce la sproporzione fra l’enormità dei fatti e la totale inconsapevolezza che i cittadini hanno di questa trattativa. Che c’è stata, a partire dal ’92 e fino a oggi, ma non è mai stata raccontata». Perchè? «Perchè in questa storia ci sono dentro i vertici dello stato. Il fatto più grave è che la trattativa sia partita non dalla mafia ma proprio dallo stato, nonostante la campagna negazionista o giustificazionista ancora in atto. Nei tg dicono “la presunta trattativa”, ma qui presunti sono al massimo i reati, non la trattativa che, ripeto, c’è stata. Sappiamo solo alcuni nomi, gli altri verranno fuori quando emergerà qualche pentito anche dalla parte dello stato, che ancora preferisce tacere. È una storia vera che supera ogni fantasia, ogni sceneggiatura, ogni piovra». Isabella Ferrari? «Legge brani di grandi del nostro Novecento: da Calamandrei a Pasolini, da Gaber a Pertini, fino a Flaiano. Testi sulla buona politica, quella che lavora alla luce del sole, che rifiuta trattative e compromessi con la malavita e il malaffare». Personaggi accomunati da...? «Da una concezione alta e altra dello stato, della politica, della democrazia. Gente che non avrebbe mai messo la legge al servizio di cosa nostra. Nessuno di loro avrebbe mai immaginato che saremmo arrivati a questo punto. Forse il solo Pasolini, con la sua carica profetica, ci era andato molto vicino. Con quarant’anni di anticipo». Questa campagna elettorale? «Sembra davvero di stare su Marte. Tutti promettono di fare cose che, tranne i nuovi arrivati, potevano fare quando hanno governato. Bersani parla di conflitto interessi, e i vari governi di centrosinistra perchè non ci hanno pensato? Berlusconi racconta ancora la fiaba di abbassare le tasse... Ridicolo». Se l’aspettava la trasformazione di Monti? «Chi va al governo prende tutto, i tecnici si sono montati testa, credevano di essere i salvatori della patria. E il servilismo della stampa li ha aiutati. Ma aumentare le tasse sui ceti deboli lo sanno fare tutti. E poi lui scopre adesso che il Pd è inadatto a governare e che il Pdl è un’accozzaglia di cialtroni. E com’è che un anno fa ha accettato tutto? Chiamava persino Berlusconi statista...».

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