lunedì 20 maggio 2013

JAZZFVG, marchio dei festival uniti contro la crisi

La crisi aguzza gli ingegni migliori. Permette sinergie e matrimoni che in tempi di vacche grasse (bei tempi...) forse sarebbero impensabili. Perchè quando i soldi non mancano, ognuno è intento a coltivare il proprio orticello. Ma quando i tempi e le politiche di “spending review” tagliano e poi tagliano ancora, beh, allora i più astuti ricordano quel vecchio detto: l’unione fa la forza. Premessa doverosa per parlare del nuovo marchio “JazzFvg”, presentato ieri all’auditorium della Casa della musica, che da quest’anno unisce sotto la stessa sigla sei importanti rassegne musicali che si svolgono nella nostra regione. Ed è aperto a nuove, eventuali adesioni. «È un momento che aspettavamo da tempo - dice Gabriele Centis, “padrone di casa” e direttore artistico del festival TriesteLovesJazz -, finalmente siamo tutti uniti attorno a un tavolo. In un momento in cui è sempre più difficile programmare, a maggior ragione è necessario segnalare i vari soggetti con competenza, professionalità e progettualità». «Questo è per noi un simbolo - aggiunge Paola Martini, ideatrice del marchio e organizzatrice, con Claudio Corrà, di Jazz & Wine of Peace a Cormons e del Volo del jazz a Sacile - che intende fare luce su quello che è il jazz della nostra regione, un grande albero sotto il quale ci troveremo a organizzare e discutere. Il jazz qui ha solide radici e noi questo marchio lo tratteremo con serietà e costanza, come facciamo da anni con le nostre rassegne, che sono veri e propri pezzi di storia del jazz nella nostra regione». «Da noi il jazz - è il parere di Flavio Massarutto, direttore artistico di San Vito Jazz - rispecchia una regione policentrica e orgogliosa delle proprie differenze, che sono una ricchezza. La storia del jazz in Friuli Venezia Giulia nasce dal basso, dalla tenacia di tanti appassionati che hanno costruito un patrimonio considerato con interesse sia nel territorio nazionale sia all’estero. Questo marchio ambisce a far conoscere questo patrimonio e valorizzarlo. È arrivata anche l’adesione al marchio di Stefano Amerio, ingegnere del suono con Artesuono, che inserirà il marchio nei suoi prossimi cd». Giancarlo Velliscig, patron di Udin&Jazz: «Lo scopo di questo marchio è rendere tutti partecipi di un momento importante. In una società che deve ripartire vogliamo sottolineare il valore culturale di questa iniziativa nel suo complesso, che vuole offrire una chance a chi intende seguire la musica jazz e il suo continuo divenire. Altre realtà aderiranno a questo marchio e vogliamo trasmetterlo agli interlocutori pubblici, per sottolineare l’importanza del settore». Il già citato Claudio Corrà: «Il marchio vuole anche porre l’accento sugli artisti friulani e giuliani, che sono tanti e conosciuti nel mondo». Tullio Angelini, da venticinque anni anima di All Frontiers, definisce la sua piccola ma preziosa rassegna «una costellazione in fuga, anche nell’universo jazz». Per poi sottolineare: «In un momento di scarse risorse si lavora sempre a rischio. Ma noi resisteremo. Ci sono pochi contributi? E allora ricordiamoci che si può fare cultura anche senza festival...». Quando la presentazione sta per concludersi, arriva il neo assessore regionale alla cultura Gianni Torrenti, assieme all’omologo triestino Franco Miracco, che a differenza del collega non interviene. «Non dovete convincermi della bontà delle vostre iniziative - dice Torrenti, già presidente del Teatro Miela e dunque buon conoscitore delle realtà coinvolte nell’iniziativa -, il problema oggi è trovare risorse ma anche recuperare la centralità della cultura. Da questo punto di vista ho trovato una situazione pessima, bisogna recuperare il tempo perduto. Bene dunque questa operazione, che va nella direzione che serve: aggregazione e sinergie per mettere in rete le cose migliori che la nostra regione produce». Ancora l’assessore: «Siamo vittime della parcellizzazione. Non ci serve autoreferenzialità. Abbiamo eccellenti e numerosi protagonisti, ma dobbiamo puntare al salto di qualità». JazzFvg - sottolineano i protagonisti dell’iniziativa - non è solo un marchio grafico, piuttosto una dichiarazione di intenti: le principali associazioni e strutture che si occupano di jazz decidono di fare sistema, di coordinarsi e scambiarsi le reciproche esperienze. In una terra, il Friuli Venezia Giulia, da sempre crocevia di importanti flussi culturali e musicali.

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