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martedì 2 dicembre 2014
FRANCESCO MESSINA: IL MIO VIAGGIO CON BATTIATO
L’idea iniziale di Francesco Messina era quella di farne un libro “per soli grafici”. Poi, durante una delle loro tradizionali vacanze in Sicilia, Franco Battiato lesse quella che nelle intenzioni dell’autore doveva essere la versione definitiva, ne fu entusiasta e disse che però doveva scrivere “molto ma molto di più”. Messina: «Disse che c’erano tante cose, aneddoti, eventi vari e viaggi che avrei potuto tranquillamente raccontare. Disse che si sarebbe trattato di un bel libro. La cosa, detta da lui che è la persona meno felice di veder pubblicati i fatti suoi che io conosca, mi mise in crisi. Ero felice per il suo giudizio positivo, ma anche infinitamente impreparato: credevo d’aver finito...».
Così è nato il libro “Ogni tanto passava una nave - Viaggi e soste con Franco Battiato” (Bompiani, pagg. 256, euro 29,50). Scrive Battiato nella prefazione: «Ho conosciuto Francesco Messina nel 1975. Mi venne a trovare a Milano da Udine, per parlare di musica. Si presentò come grafico e ne approfittai immediatamente, per farmi dare dei consigli sulla copertina di un mio disco che stava per uscire (che finì lui). Diventammo amici...».
La versione, appena discordante sulla data, di Messina: «Ho incontrato Franco nel 1974. Era appena uscito “Clic”, suo quarto disco, che da subito, dopo l’ascolto di una facciata, era diventato improvvisamente il mio album italiano preferito di allora. Quel vinile l’avevo quasi consumato quando mi decisi a fare un passo indietro ascoltando il precedente “Sulle corde di Aries”...».
Musicista, grafico, produttore, compagno di vita e di lavoro di Alice (vivono assieme in Friuli da una dozzina d’anni), Francesco Messina - nato nel 1952 a Udine - è stato art director della Biennale di Venezia dal ’77 all’82, con il suo Polystudio ha progettato per editori, musei, teatri, giornali, case discografiche, varie istituzioni culturali.
Ma la sua passione è la musica. Ha pubblicato album solisti con la Cramps e la Polygram, con Battiato la fondato la casa editrice L’Ottava, per Alice ha prodotto una decina di album, fra cui il recente “Weekend”, ha collaborato con Eugenio Finardi e Giuni Russo. Una nuova conferma arriva da questo libro. Le note avvertono che non si tratta dell’ennesima biografia di Franco Battiato, ma «non è un libro di musica, tantomeno d’arte. Più che altro è una storia fatta di progetti in salita, di viaggi non sempre prevedibili e altre amenità varie, intraprese da due amici che hanno scelto anche di lavorare insieme su questioni molto pop e altre che non lo sono affatto».
Ancora dalle note: «È la cronaca, raccontata e disegnata, di quasi una quarantina d’anni di ricerche, tentativi ed esperienze negli ambiti più vari: quelli della musica, della grafica, del teatro, del cinema e di quant’altro fosse al tempo necessario affrontare per trovarsi sempre più spesso coinvolti in un bel viaggio. Quello che conduce alla più personale delle ricerche, quella di se stessi».
Insomma, un racconto a due voci tra studi di registrazione, tavoli da disegno ma anche avventure “on the road”: dall’arresto all’aeroporto di Tel Aviv alla perdita della strada nel bel mezzo del Chott el-Djerid, il grande lago salato della Tunisia, girando un video. Un viaggio arricchito da fotografie, poster e copertine perlopiù inedite.
Scrive ancora Battiato: «Tornando a Francesco, devo dire che quest’uomo di altri tempi, consapevole, acuto, che sta sempre un passo indietro, un po’ inibito dal suo naturale pudore, ha manifestato lo stesso il suo notevole talento, nella grafica e nella musica. Grazie a Elisabetta Sgarbi (direttore editoriale Bompiani - ndr), finalmente, arriva questo libro, che mostra la sua eccellenza segreta, che ho sempre notato: “la Scrittura”».
Rilancia Messina: «Battiato è un metafisico con fortissima inclinazione al misticismo. Finito. Una possibile essenziale versione del testo di questo libro potrebbe esaurirsi in tutto ciò. Risulterebbe veritiera, sintetica ed economica. Al limite si potrebbe aggiungere una frase di Gustav Klimt: “Se volete sapere di più di me, guardate la mia arte...”».
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