giovedì 4 dicembre 2014

PATTI SMITH domani VEN a Udine

Alle 11 incontra gli studenti del liceo Percoto, a Udine, nell’ambito di “Music for you(th)”. Poi un pranzo leggero, forse un riposo in albergo, e alle 21 appuntamento al “Nuovo” per il concerto. Biglietti già tutti esauriti in prevendita. Sarà questa, domani, la giornata udinese di Patti Smith: sacerdotessa, poetessa, leggenda del rock, icona della musica e della cultura popolare dagli anni Settanta a oggi. Nel suo attuale tour “The (Patti) Smith’s”, l’artista newyorkese propone dei concerti acustici, accompagnata dai figli Jesse Paris e Jackson (ecco spiegato il nome del tour) e dal chitarrista Tony Shanahan. Nei giorni scorsi era a Bergamo e Parma, ieri a Rimini, dopo Udine sarà a Vicenza (sabato), Napoli e Catanzaro. La figlia Jesse, 27 anni, è un’attivista ambientalista come la madre, il figlio Jackson è musicista. «Canteremo - ha detto Patti - quel che il pubblico vorrà: i miei figli conoscono tutto il mio repertorio...». Quel che è certo è che madre e figli canteranno ancora una volta classici come “People have the power”, “Gloria” (cover del brano dei Them di Van Morrison), “Dancing barefoot”, “Because the night” (scritta con Springsteen): un modo per rendere omaggio a Fred Smith, marito di lei e padre dei ragazzi, morto vent’anni fa. Nelle interviste, Patti ammette spesso che la sua vera passione è la scrittura. Dopo “Just kids”, dedicato agli anni giovanili con Robert Mapplethorpe, che le ha fatto guadagnare il National Book Awards, sta preparando un nuovo libro in cui parla della sua vita, «di ciò che vedo e sento, vorrei portare i lettori in viaggio con me attraverso la mia mente...». Uscirà nel 2015. Questo ennesimo tour italiano le sta dando la possibilità di visitare luoghi che la interessano. L’altro giorno, per esempio, è stata alla casa natale di Papa Giovanni XXIII, a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo. «È il Papa - ha detto - della mia gioventù. I miei erano testimoni di Geova, ma ammiravano il Papa del presidente Kennedy, colui che l’aveva aiutato a risolvere la crisi dei missili a Cuba. Ho visto i suo vestiti, la croce che portava, il “certificato di povertà” assegnato alla sua famiglia. È stato emozionante». Nella casa pare abbia canticchiato un brano. «Sono le parole di “Coventry Carol”, continuano a ronzarmi nella testa - ha raccontato -: un canto natalizio, racconta di Maria che vorrebbe proteggere Gesù dai mali del mondo, ma è anche il lamento delle madri i cui bambini sono stati uccisi dai poteri forti». A ottobre, Patti Smith ha celebrato con John Cale (Velvet Underground), solo per una notte, a Parigi, i quarant’anni dell’album “Horses”. Ad aprile l’artista - cattolica, che l’anno scorso ha partecipato al Concerto di Natale in Vaticano - ha parlato brevemente con Papa Francesco in piazza San Pietro: «Ho grande stima di lui, per la sua bellissima semplicità e il carisma naturale, per l’intelligenza che dimostra e per le umili origini che condivide con Giovanni...».

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