venerdì 14 agosto 2015

ADDIO A GIANCARLO GOLZI, MATIA BAZAR

Appena una settimana fa era sul palco, con i “suoi” Matia Bazar, in una delle tante tappe del tour celebrativo dei quarant’anni del popolare gruppo italiano. Quel tour non proseguirà. È stato ovviamente interrotto perchè Giancarlo Golzi, il batterista del gruppo, ma anche il co-fondatore, l’unico superstite con Piero Cassano di quella formazione originaria che vide la luce nel ’75, ebbene, Giancarlo Golzi è morto per un infarto a sessantatre anni. Era a casa sua, a Bordighera. Era nato il 10 febbraio ’52 proprio a Sanremo, la città del festival. Lo chiamavano “il capitano” dei Matia Bazar perchè era l’unico a non aver mai abbandonato il gruppo in quarant’anni di storia (l’altro co-fondatore, Piero Cassano, era uscito e poi rientrato dopo un’assenza di molti anni). Batterista e autore di molti dei successi dei Matia (da “Vacanze romane” a “Brivido caldo”, da “Messaggio d’amore” a “Questa nostra grande storia d'amore”), Golzi aveva dedicato la sua vita al gruppo, tenendolo sempre assieme attraverso varie e alterne vicende, a partire dall’uscita nell’89 della cantante Antonella “Matia” Ruggiero. Che oggi dice: «Faccio fatica a credere che non ci sia più. Sento la sua voce risuonare nella mia mente, vedo il suo viso davanti ai miei occhi. Abbiamo iniziato insieme e per quattordici anni abbiamo avuto uno strettissimo contatto quotidiano. Vivevamo fianco a fianco. Poi io ho preso una strada diversa e ci frequentavamo meno. Ci incrociavamo ogni tanto in qualche aeroporto, ma non importa da quanto tempo non ti vedi o non ti senti, certi rapporti basati su anni di vita in comune, di viaggi e di migliaia di chilometri macinati, rimangono forti e intensi. E sai che quando hai bisogno, l’amico c’è. E Giancarlo era così, c’era». Ancora la cantante: «Sono tante le cose che abbiamo diviso, e in quei primi anni di vita dei Matia Bazar oltre all’entusiasmo e alla voglia di vedere dove ci avrebbe portato quell’avventura, a unirci erano i viaggi, tanti viaggi. Credo che, da idealista quale era, il gruppo fosse per lui un ideale di vita. I Matia Bazar erano il suo riferimento insieme alla famiglia. Gli altri, me compresa, si sono mossi in altre maniere, lui è rimasto fedele a un sogno». Tanti i ricordi e i messaggi di cordoglio pervenuti, da Eros Ramazzotti a Enrico Ruggeri, da Paola Turci ai Pooh, da Gianluca Grignani a Pupo.

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