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domenica 30 agosto 2015
PIERO SIDOTI; sab al festival della mente, ven 11 a Udine
Tre settimane fa la prestigiosa platea del festival tedesco Rheingau Musik, sabato 5 settembre un altro palco importante: quello del Festival della mente, a Sarzana, in provincia di La Spezia. E una settimana dopo, venerdì 11 settembre, “ritorno a casa” nella sua Udine, al Palamostre. In scena sempre lui, Piero Sidoti, con il nuovo spettacolo “La la la, Quando non c’è risposta”. E con l’amico di sempre: l’attore suo concittadino Giuseppe Battiston. I due artisti - si legge in una nota della produzione - esplorano con ironia e leggerezza la quotidianità e le grandi domande dell’esistenza, suggerendo che poco importa se non ci sono risposte: il vero segreto è non smettere mai di interrogarsi.
«Con Giuseppe - spiega Sidoti, udinese, classe ’68, insegnante e cantautore - ci conosciamo sin da quando eravamo bambini. Siamo coetanei, anzi, ha una settimana più di me. Lui era estroverso anche da piccolo, ma penso che in fondo sia un timido. La nostra è un’amicizia vera, in tutti questi anni siamo rimasti sempre in contatto».
Lo spettacolo?
«Fra musica e recitazione. Partiamo sempre da una frase, da una traccia. Poi c’è molto spazio per l’improvvisazione, una serata non è mai uguale a quella precedente. È ancora un “work in progress”».
Con Battiston ha fatto anche l’attore.
«Piccoli ruoli. A teatro ma anche al cinema. In “Agata e la tempesta”, di Silvio Soldini, una decina di anni fa, mi fece fare la parte di un suonatore di strada che sulla riviera romagnola cantava “Granada”...».
A Sarzana si parla di responsabilità.
«E vorrà dire che partiremo da quello spunto. L’Italia è un paese con un gran numero di irresponsabili, siamo sempre a caccia dei responsabili dell’ultima tragedia, dell’ultimo disastro, dell’ultimo scandalo. Amo il Friuli Venezia Giulia perchè ho l’impressione che da noi le cose funzionino abbastanza bene. Non è un discorso leghista, assolutamente, ma qui vedo un maggior rigore».
Insegna ancora?
«Certo, l’insegnamento è parte integrante della mia vita. A volte è un po’ faticoso conciliare l’impegno in classe (Sidoti, laureato in scienze biologiche, insegna matematica e scienze - ndr) con i dischi e i concerti, ma va bene così. Amo entrambi i lavori, anche se poi il rischio è farli male entrambi. La verità è che tutto il tempo libero dalla scuola lo dedico alla musica».
Perchè “La la la”?
«È una sorta di goder cantando. Dopo “Gente in attesa” (album del 2010, premiato con la Targa Tenco - ndr), ora mi dedico alla gente che cerca una risposta al mistero della vita. E in attesa di risposte a grandi domande, a volte canta. Una sorta di carpe diem, insomma».
Lei aveva conosciuto Lucio Dalla.
«Sì, dieci anni fa, al Festival di Recanati. Ricordo una persona molto curiosa, oltre che il grandissimo artista che sappiamo. Aveva presentato il mio primo disco, si era dimostrato interessato alle mie canzoni. Una perdita enorme».
Con Gian Maria Testa ha suonato spesso in Francia.
«Da lui ho imparato davvero tanto. È un caro amico, oltre che un collega. Sta combattendo una battaglia difficile. Gli auguro tutto il bene possibile».
Cosa prepara dopo “La la la”?
«Uno spettacolo teatrale su Pier Paolo Pasolini, sempre con Giuseppe Battiston. Debutteremo il primo novembre a Udine, sempre al Palamostre».
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