lunedì 16 gennaio 2012

NANNI RICORDI +


Se n’è andato Nanni Ricordi, discendente del fondatore dell’omonima casa prima editrice e poi anche discografica nata nel 1808. Avrebbe compiuto ottant’anni fra un mese, era malato da tempo. Considerato uno dei padri dei cantautori, negli anni Sessanta e Settanta è stato una figura di primissimo piano del mondo della discografia italiana.

Carlo Emanuele Ricordi - questo il suo vero nome - aveva studiato pianoforte al conservatorio ma aveva nel cassetto anche una laurea in giurisprudenza. Dopo la quale, negli anni Cinquanta, viene spedito a New York dalla famiglia (e dall’azienda) a studiare il business della discografia.

Tornato a Milano, nel ’57 pubblica l’album di Maria Callas con Renata Scotto che tiene a battesimo, l’anno successivo, la nascita della Dischi Ricordi, proprio in occasione del centocinquantenario di Casa Ricordi. Nonostante il debutto lirico, la nuova etichetta si distingue subito per l’attenzione nei confronti della musica leggera e del nascente fenomeno dei cantautori.

Nel ’64 Gian Carlo Menotti gli affidò la direzione artistica del Festival dei Due Mondi di Spoleto, nel quale inserì lo spettacolo “Bella ciao”, che gli valse la denuncia di vilipendio alla patria per il brano “O Gorizia tu sei maledetta”.

«Che Nanni fosse scopritore di talenti - ricorda Ennio Morricone nel libro “Ti ricordi Nanni? L’uomo che inventò i cantautori”, di Claudio Ricordi - lo sapevano tutti. Ma che avesse in mente una rivoluzione nella canzone italiana, non molti lo sanno. L’“invenzione” dei cantautori è sua. Sua è la riconsiderazione dei temi melodici e dei testi poetici verso una libertà (soprattutto nei testi) che superasse in tutto la routine nella quale era caduta la canzone italiana, escluso qualche raro caso».

Sì, perchè l’uomo che ci ha lasciati ha messo lo zampino nelle carriere di artisti come Gino Paoli e Ornella Vanoni, Luigi Tenco e Sergio Endrigo, Giorgio Gaber e Enzo Jannacci, Michele e Umberto Bindi, Ricky Gianco e Gianfranco Manfredi, Ivan Cattaneo e Giovanna Marini. Ma anche Lucio Battisti, Francesco De Gregori, Fabrizio De Andrè, Antonello Venditti, Gianna Nannini, Paolo Conte. Alcuni li ha scoperti e inventati, altri li ha prodotti e lanciati, con altri ancora ha semplicemente collaborato.

Nella seconda metà degli anni Settanta, in quel grande calderone musicale e politico che erano le piccole etichette indipendenti, s’inventò l’avventura dell’Ultima Spiaggia. E alla sua porta bussarono anche musicisti triestini, come Alfredo Lacosegliaz, Angelo Baiguera e Gabriele Centis.

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