“A horse with no name”, “Ventura highway”, “I need you” e tante altre canzoni che fanno ancora parte della colonna sonora delle nostre vite, dagli anni Settanta in poi. Canzoni scritte e cantate dagli America, che arrivano a Trieste, per un concerto al Rossetti (stasera alle 21, biglietti ancora disponibili alle casse) che conclude un tour italiano cominciato dieci giorni fa a Salerno.
Quarant’anni fa quello che allora era un trio è stato fra i maggiori protagonisti dell’anima più leggera della West Coast americana. Quella più impegnata, in certi casi “più acida”, era rappresentata da Crosby Stills Nash & Young, Grateful Dead, Jefferson Airplane, Byrds... Ma anche loro, quei tre ragazzi dall’aria per bene, accusati dai duri e puri di fare musica commerciale, trovarono il modo per farsi amare da milioni di loro coetanei in tutto il mondo. Al pari degli Eagles e di poche altre band, hanno saputo raccontare la West coast, la Route 66, le infinite highway a stelle e strisce.
Partono da Londra, alla fine degli anni Sessanta, dove sono al seguito dei genitori, ufficiali della marina americana in servizio in Europa. Dewey Bunnell, Dan Peek e Gerry Beckley s’impongono come trio folk-rock. Fra il ’71 e il ’72 prima il singolo “A horse with no name” e poi l’album “America” finiscono ai vertici delle classifiche inglesi. Forti di quel successo tornano negli States, dove replicano la scalata delle hit parade. Nel ’73 arriva il primo Grammy, i successivi album vengono premiati dal pubblico a suon di milioni di dischi venduti.
Nel ’77 Dan Peek (morto lo scorso anno, nel luglio 2011) esce dal gruppo, Bunnell e Beckley proseguono in duo, facendosi affiancare da altri strumentisti dal vivo e in sala d’incisione. Nel ’79 esce “Silent letter”, ma è “You can do magic” a riportarli nell’82 ai vertici delle classifiche.
La band prosegue la propria attività dal vivo anche per tutti gli anni Novanta, fino ai giorni nostri (250 concerti all’anno, di cui 25 in Europa, 60 tra Giappone, Australia, Nuova Zelanda e Asia, il resto negli Stati Uniti), supportando i tour con la pubblicazione di antologie, dischi dal vivo e nuovi album (come “Here & now”, del 2007) che però non aggiungono nuove perle al loro ricco repertorio. Fotografato dal recente album “Back pages”, nel quale la band rilegge i suoi maggiori successi.
Il tour che arriva a Trieste, firmato dal loro storico manager italiano Francesco Sanavio (uno dei maggiori organizzatori di concerti negli anni Settanta e Ottanta), fa parte del tour mondiale che festeggia il quarantennale del gruppo. Con Gerry Beckley (voce, chitarra e piano) e Dewey Bunnel (voce e chitarra), sul palco ci saranno Richard Campbell al basso, Michael Woods alla chitarra e Willy Leacox alla batteria e alle percussioni.
L’atmosfera da “come eravamo” verrà completata dalle immagini sul grande schermo, alle spalle dei musicisti, per ripercorrere le fasi più importanti della loro carriera. Oltre ai brani citati, sarà l’occasione per riascoltare altri esempi del loro particolare country-rock rivisto in chiave pop, quali “Sister golden hair”, “Tin man”, “Don’t cross the river”, “Sandman”...
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