venerdì 16 marzo 2012

DISCHI / CAMMARIERE e finardi

A quasi tre anni dal precedente lavoro “Carovane”, che già aveva spalancato la finestra della sua curiosità verso le musiche e i ritmi del mondo, Sergio Cammariere torna con un album - intitolato semplicemente con il suo nome e cognome, etichetta Sony - e un tour che parte lunedì da Bologna. Un periodo, quello di silenzio discografico, dedicato alle composizioni per il cinema e il teatro, che ci restituisce ora il musicista e cantautore calabrese di nascita (Crotone, 1960, una lontana parentela con Rino Gaetano) e romano d’adozione nel pieno della sua maturità artistica. Lo dimostra questa manciata di canzoni nuove, che si inseriscono nel solco migliore della poetica elegante e raffinata che il grande pubblico cominciò a conoscere anni fa con l’album “Dalla pace del mare lontano” (fra l’altro da un verso del goriziano Carlo Michelstaedter). Sonorità ricercate, impreziosite dai ritmi del mondo, con lo straordinario collante rappresentato dall’intensità interpretativa dell’artista. Canzone jazz, si diceva al suo apparire, forse per uscire in qualche modo dalla difficoltà di ingabbiare in un’etichetta la musica di Cammariere. Ma queste pennellate d’arte musicale sono in realtà di più. E di diverso. Spaziando fra bossa nova e samba, echi di folklore balcanico e ritmi quasi cubani, blues e canzone, tentazioni classicheggianti e tradizione jazz. Nell’album - dedicato all’amico Pepi Morgia, regista, scenografo e artista delle luci recentemente scomparso - dodici brani e una “bonus track”, “Sinestesie”, per pianoforte solo, scaricabile soltanto su iTunes. Nel paniere, anche due brani strumentali (spicca l’intensità di “Thomas”) e un omaggio al grande Vinicius de Moraes, “Com’è che ti va?” (Onde anda você), con testo liberamente ispirato dell’indimenticato Sergio Bardotti e di Nini Giacomelli. Fra gli altri titoli: “Ogni cosa di me”, “Inevitabilmente bossa”, “La mia felicità”. Ma anche “Transamericana”, “Controluce”, “Notturno swing”... Per gli altri testi Cammariere si avvale della consolidata collaborazione di Roberto Kunstler, cui si aggiungo per l’occasione lo scrittore Sergio Secondiano Sacchi e il musicista/narratore Giulio Casale. Completano il cast Luca Bulgarelli al contrabasso, Amedeo Ariano alla batteria, Bruno Marcozzi e Simone Haggiag alle percussioni, Olen Cesari al violino. Più Fabrizio Bosso alla tromba (che farà anche lo “special guest” nel tour in partenza), Michele Ascolese alle chitarre, Roberto Rossi al trombone, Francesco Puglisi al contrabbasso, Marcello Di Leonardo alla batteria, Max Ionata al sax. --- EUGENIO FINARDI “SESSANTA” (triplo cd, Edel) Eugenio Finardi compie a luglio sessant’anni. Per festeggiarsi, è tornato al Festival di Sanremo a cantare “E tu lo chiami Dio”. Ma soprattutto ha pubblicato un triplo cd che ripercorre una carriera che iniziò giusto quarant’anni fa, all’alba dei Settanta. Riascoltiamo allora i suoi successi storici (“Musica ribelle” e “La radio”, “Extraterrestre” e “Saluteremo il signor padrone”, “Le ragazze di Osaka e “Non è nel cuore”...), ma scopriamo anche cinque inediti: “Nuovo umanesimo”, “Why?” (classico pezzo blues), “Maya” e “Passerà” (brano country), oltre al pezzo sanremese. Bella raccolta, che permette ai più giovani di conoscere in maniera organica uno degli artisti più rappresentativi della musica italiana degli anni Settanta e Ottanta. Poi ha fatto un po’ di tutto, esplorando territori culturalmente e musicalmente diversi. In una commistione di generi che ritroviamo in questi tre cd, testimonianza di una carriera importante, che attraversa quattro decenni.

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