domenica 18 marzo 2012

ORME, FESTA x 40 ANNI DEL BANCO sabato a pordenone

Il Banco (già del Mutuo Soccorso) compie quarant’anni, festeggia con un tour - che sabato 24 fa tappa al Deposito Giordani di Pordenone - e chi chiama per condividere palcoscenico e celebrazione? Ma ovviamente le Orme, gruppo assieme al quale ha scritto la storia del pop italiano. «Come tutte le cose belle - spiega il batterista Michi Dei Rossi, unico superstite della formazione originale, dopo l’addio indolore del tastierista Toni Pagliuca e quello con strascichi giudiziari del bassista Aldo Tagliapietra - anche questa è nata per caso. E sta funzionando. Sul palco, durante i concerti, sembra quasi che il tempo si sia fermato. Fra noi e loro c’è un ottimo dialogo umano e professionale». Altri ricordi. «Quando il Banco debuttò, noi eravamo in scena già da qualche anno, era uscito l’album “Collage”, facevamo le nostre tournèe. Ricordo che andai a vedere una loro anteprima dal vivo, vicino Milano, e rimasi entusiasta per l’originalità della loro proposta musicale dell’epoca. Il loro uso delle tastiere, le costruzioni dei brani, i testi». Eppure, per collaborare hanno aspettato quarant’anni. «Già, non era mai capitata l’occasione. Rapporti di buona colleganza, mai sentimenti di invidie o gelosie reciproche. Fino a che è arrivata quest’occasione. Forse era destino così». Che storia, quella delle Orme. Veneto, fine degli anni Sessanta, il beat comincia a lasciare il campo al nascente pop. Inizialmente avevano scelto di chiamarsi “Le Ombre”, in omaggio agli inglesi Shadows, ma poi cambiarono idea per evitare ironie e doppi sensi (“ombra” in veneto è il bicchiere di vino...). Al Disco per l’estate del ’68 cantano “Senti l’estate che torna”. Ed è un successo. Ma il botto arriva nel ’71 con l’album “Collage”. «Sì, quel disco ci ha cambiato la vita - ammette Dei Rossi -. Siamo passati dai garage dove facevamo le prove ai palasport, ai teatri, ai grandi raduni all’aperto. Nell’estate ’70 partimmo con il furgone per l’Isola di Wight, dove assistemmo all’ultima grande esibizione dal vivo di Jimi Hendrix. C’erano anche Emerson Lake & Palmer, di cui eravamo dei fan». Ancora Dei Rossi: «Eravamo partiti con il vecchio beat nelle orecchie, tornammo ebbri di suoni, sensazioni, idee nuove. Eravamo pronti per gli anni Settanta e per il pop italiano. Il pubblico fu subito dalla nostra parte. Cominciava un decennio speciale, c’era un fermento che oggi non c’è più, noi che stavamo sul palco avevamo la stessa età del nostro pubblico, assieme eravamo protagonisti di una rivoluzione musicale e al tempo stesso culturale». Tanti anni dopo, la storia finisce in tribunale. Tre anni fa, Tagliapietra esce dal gruppo. Dei Rossi continua con il tastierista Michele Bon, entrato nel ’90, e con gli altri nuovi compagni. «Tagliapietra ha chiesto al giudice di vietarci l’uso del nome Le Orme, registrato al cinquanta per cento fra noi due. Richiesta respinta. Ma la causa è ancora in corso». Meglio non pensarci. E dedicarsi a questo tour con il Banco, che forse avrà anche un seguito discografico. «Nella prima parte del concerto - conclude Dei Rossi - siamo in scena da soli: presentiamo le canzoni del nostro nuovo album, “La via della seta”, uscito un anno fa e accolto con interesse anche all’estero. Poi tocca al Banco. E alla fine facciamo i bis assieme: due canzoni nostre, di solito “Gioco di bimba” e “Sguardo verso il cielo”; e due loro, quasi sempre “Fino alla mia porta” e “Non mi rompete”. È una grande festa, davvero...».

Nessun commento:

Posta un commento