«Abbiamo ripreso a suonare perchè suonare è la mia vita, perchè suonare è il mio modo per celebrare la vita». Lo ha detto Jovanotti pochi giorni fa a Padova, in una delle tappe del suo tour che è ripreso dopo l’interruzione seguita alla tragedia del 12 dicembre a Trieste, quando il giovane Francesco Pinna ha perso la vita nel crollo del palco che stava contribuendo a erigere al PalaTrieste, il palco dove l’artista doveva esibirsi quella sera.
Lorenzo Cherubini voleva far ripartire il tour proprio da Trieste, ma non è stato possibile. Arriva domani, quasi in chiusura. Domenica ultimo concerto a Bologna, poi lunedì parte per gli Stati Uniti.
Quello di domani, è ovvio, non sarà un concerto come gli altri. Troppo vicino il ricordo della tragedia, troppa l’emozione anche sul palco. Sicuramente Jovanotti parlerà dell’accaduto, forse farà qualcosa di speciale, di certo troverà le parole adatte.
Come ha fatto in questi concerti di inizio 2012, nei quali ha sempre ricordato la tragedia di Francesco. Si diceva di Padova. Prima di eseguire “Ora”, il brano che dà il titolo all’ultimo album e allo stesso tour, ha detto così: «Il 12 dicembre questo spettacolo si è fermato, si è fermato questo nostro circo. Ci siamo fermati tutti perchè non distante da qui, a Trieste, un incidente, una tragedia ha travolto una parte dei nostri ragazzi. Alcuni sono rimasti feriti, uno di loro che quel giorno stava lavorando per noi non si è più rialzato. Questo ragazzo si chiamava Francesco Pinna e aveva diciannove anni, e quando qualcuno se ne va a questa età non ci sono parole, non ci sono spiegazioni. Io nemmeno sapevo che cosa avrei fatto della mia vita, a diciannove anni. E’ un’età in cui hai tutta la vita davanti...».
Ancora Lorenzo, più volte interrotto dagli applausi del pubblico: «Abbiamo ripreso a suonare perchè suonare è la mia vita, perchè suonare è il mio modo per celebrare la vita, che è la cosa piu importante ma anche piu fragile che c’è. Anche se tanti passi avanti sono stati fatti sui livelli di sicurezza del nostro lavoro, io credo che bisogna lottare ancora perchè non ci siano più incidenti sul lavoro, bisogna lavorare meglio che si può per raggiungere questo obbiettivo».
Un momento di pausa, poi ha ripreso così: «Stasera tra di voi, nascosta, c’è Caterina, la sorella di Francesco, che è venuta da Trieste per vedere il concerto. A lei dedico la prossima canzone, dicendole che quando se ne va qualcuno prima del tempo noi non riusciamo a darci una spiegazione, ma possiamo fare qualcosa: onorare le persone che se ne vanno vivendo ancora di più, credendoci ancora di più. E vivendo non nel passato e neanche proiettandoci nel futuro, ma cercando di vivere ora per ora, giorno per giorno. Grazie Caterina di essere venuta qui, so che non è stato facile per te, ma ti saluto e ti ringrazio a nome di tutta la mia squadra e a nome del pubblico di Padova...».
E parte “Ora”, quella che comincia così: «Dicono che è vero che quando si muore poi non ci si vede più, dicono che è vero che ogni grande amore naufraga la sera davanti alla tv, dicono che è vero che ad ogni speranza corrisponde stessa quantità di delusione, dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione, per non farlo più, per non farlo più, ora...».
Con la tappa triestina e quella di domenica a Bologna si conclude “Ora in Tour, Lorenzo Live 2011”, partito nella primavera 2011 e arrivato, attraverso vari stop e varie riprese, fino a questo inizio 2012. L’album “Ora” era stato pubblicato a inizio 2011 ed è tuttora presente - grazie anche alla ripresa del tour - nella classifica dei dischi più venduti. E’ stato anche ripubblicato in una nuova versione “deluxe” con due “bonus track” - “Regalito” con Juanes e “The sound of sunshine” con Michael Franti - e il doppio dvd con i concerti del tour e il film documentario “La quarta dimensione”, che mostra le prove, il pubblico e il retropalco del tour.
Nel concerto di domani sera a Trieste, Jovanotti dovrebbe far convivere i brani dell’ultimo album e i vecchi successi: “Megamix” e “Falla girare”, “La porta è aperta” e “Amami”, “L’elemento umano” e “La notte dei desideri”. E poi ancora - dopo un medley acustico giocato su “Le tasche piene di sassi”, “Come musica”, “A te” - “Tutto l’amore che ho” e “Ora”, “Io danzo” e “Battiti di ali di farfalla”, “L’ombelico del mondo” e “Mi fido di te”. Fino al medley finale con “Bella”, “Ciao mamma”, “Raggio di sole”, “Punto”, “Serenata rap”, “Piove”, “Una storia d’amore”, “Lungomare”...
Per concludere, una curiosità. Jovanotti è un assiduo frequentatore di Twitter, sul quale il suo account “Lorenzojova” è seguito da oltre 700mila “follower” (cioè utenti del popolare social network, che hanno scelto di ricevere i suoi “tweet”, i “cinguettii” di 140 battute...).
E proprio su Twitter l’artista ha lanciato pochi giorni fa la cosiddetta “twit-dance”. Al termine del suo concerto torinese di poche sere fa, Jovanotti si è infatti esibito nel suo camerino assieme ad alcuni musicisti in un ballo, che ha chiamato “twit-dance”. Il cantante ha successivamente “postato” il video su Twitter e questo è diventato subito oggetto di culto e di successivi “re-twittaggi” (cioè re-invii del messaggio ai propri “follower”) da parte di fan e curiosi.
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