martedì 12 agosto 2014

ESTATE SENZA TORMENTONI

È l’estate dei dj e dell’hip hop italiano, di David Guetta ed Emis Killa, di Benny Benassi e di Fedez, dei mille maghi della consolle e persino di Rocco Hunt. Sono loro la colonna sonora di questa estate che non c’è, prendendo il posto delle canzonette, del pop e del rock messi almeno per qualche settimana fra parentesi. Ma andiamo per ordine. C’era una volta il tormentone, la canzonetta estiva che nei mesi autunnali e invernali veniva ricordata come la colonna sonora dell'estate trascorsa e magari rimpianta nei mesi freddi e piovosi. Per la verità c’era una volta anche l’estate degna di questo nome, bel tempo fisso almeno fino a ferragosto, poi i classici temporali che “rompevano” la stagione, prima di recuperare qualche bella giornata a settembre. Va da sè che, in una “non estate” come quella che si va pian piano dipanando, il fatto che anche i tormentoni di una volta non esistano praticamente più non è una gran notizia. Anche perchè l’andazzo dura già da qualche anno. “La canzone dell’estate”, quella che sentivi dappertutto e diventava, come si diceva prima, la colonna sonora della stagione, ha da tempo passato la mano ad alcuni brani e artisti che si dividono la torta delle preferenze estive del pubblico, i cui gusti sono sempre più frazionati. Se oggi chiedi a dieci ragazze e ragazzi qual è la canzone dell’estate 2014, molto probabilmente arriveranno dieci risposte diverse... Un tempo non era così. Se vogliamo partire dalla preistoria, dunque dagli anni Sessanta, abbiamo avuto le estati di “Legata a un granello di sabbia” di Nico Fidenco (1961) e “St. Tropez Twist” di Peppino di Capri (1962), “Sapore di sale” di Gino Paoli (1963) e “Luglio” di Riccardo del Turco (1968), “Ti amo” di Umberto Tozzi (1977) Ricetta facile: pezzo commerciale, ritornello orecchiabile, possibilmente ballabile. E complici manifestazioni come il Disco per l'Estate o il Festivalbar, le stagioni calde degli anni Sessanta e Settanta avevano una sola “canzone regina”. All’inizio c’erano anche quelle parole in grado di richiamare subito la stagione delle vacanze. Edoardo Vianello era uno specialista: “Pinne fucile ed occhiali” e “Abbronzatissima”, “Guarda come dondolo” e “Il peperone”... Ma anche Franco Battiato, quando scrisse “Un’estate al mare” (1982) per la compianta Giuni Russo, con quell'invenzione degli “ombrelloni-oni-oni...”, dimostrò di essere un grande anche della canzonetta, oltre che del pop e della musica colta. Nell'estate ’83 impazzavano “Vamos a la playa” dei Righeira ma anche “Tropicana” del Gruppo Italiano. Nell’86 “Easy lady” di Spagna, nel '90 “Sotto questo sole” di Francesco Baccini con i Ladri di biciclette, nel '96 la “Macarena” dei Los del Rio... In anni più recenti, il meccanismo si è rotto. E i favori del pubblico si sono via via divisi fra più titoli e interpreti, in bilico fra un “Waka waka” con annessa Shakira (Mondiali di calcio di quattro anni fa) e un demenziale “Pulcino pio”, con l’eccezione forse solo di “Gangnam style” con cui il coreano Psy ha imperversato nel 2012. Quest’anno, dopo un inverno passato a sculettare con “Happy” di Pharrell Williams, è crisi di astinenza: niente colonna sonora per le vacanze. Nemmeno il calcio, figuraccia degli azzurri a parte, ha dato una mano. La cover di “Un amore così grande” griffata Negramaro non ha saputo bissare le “Notti magiche” di Italia ’90. Meglio è andata alla “Maracanà” di Emis Killa, il rapper super tatuato. E a livello internazionale, accoglienza tutto sommato tiepida per l’inno ufficiale “We are one (Ole ola)”, cantato da Pitbull con Claudia Leitte e Jennifer Lopez, e quello ufficioso “Dare (La la la)” di Shakira, che comunque ha incassato qualcosa come 270 milioni di visualizzazioni su Youtube. Già, perchè l’altro segno dei tempi è che il successo di un brano non si misura più solo con le (poche) copie vendute. Ora, fra personali playlist sul cellulare e ascolti in streaming, complici nuove piattaforme come Spotify, Deezer e TimMusic, un termometro abbastanza affidabile del gradimento sono le milionate di visualizzazioni proprio su Youtube. Insomma, una volta c’era l’hit parade e quella dettava legge. Oggi, nell’estate dei dj che attirano le folle e sono delle autentiche star, bisogna districarsi fra queste nuove classifiche, che tengono conto dei download e dei passaggi radiofonici. Comparando le quali classifiche vien fuori che, oltre al citato Emis Killa, gli artisti e le canzoni di questa “non estate” sono Calvin Harris e la sua “Summer”, i Coldplay con “A sky full of stars” ma nella versione remixata dal dj svedese Avicii e poi un altro remix, quello siglato Robin Schulz di quella “Waves” di Mr. Probz che l’anno scorso era passata abbastanza inosservata. Fra gli italiani si segnalano Francesco Renga con “Il mio giorno più bello nel mondo”, Cesare Cremonini con “Logico #1”, ma anche Dear Jack, Alessandra Amoroso, Rocco Hunt, Biagio Antonacci, Giorgia... In questo panorama, c’è anche chi fa la parodia dei tormentoni. È il cantautore Lorenzo Cilembrini, in arte Il Cile, passato recentemente e senza fortuna anche da un Sanremo Giovani. Nel singolo che anticipa il secondo album, “In Cile veritas”, in uscita a settembre, canta: «Sole, cuore, alta gradazione. Ogni estate è la solita canzone...». Ma forse si riferiva a un’estate di tanti anni fa.

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