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mercoledì 15 ottobre 2014
CAT STEVENS, nuovo disco dopo 5 anni
All’ultimo Sanremo la sua esibizione ha coinciso con uno dei (pochi) momenti “alti” dell’intero festivalone. Ora Cat Stevens - che da quando ha abbracciato la fede musulmana ha aggiunto al suo nome quello di Yusuf Islam - ritorna con un album e un tour. Il disco, “Tell ’em I’m gone” (Legacy - Sony), arriva dopo cinque anni di silenzio. La tournèe mondiale, “Peace train... Late again tour”, comincia il 4 novembre da Londra e per la prima volta dalla fine degli anni Settanta toccherà anche il Nord America. Una sola data in Italia: l’11 novembre da Milano, al Forum di Assago. Ma per chi parte dalle nostre zone c’è anche la tappa del 13 novembre a Vienna, allo Stadthalle.
Vero nome Steven Demetre Georgiou, nato a Londra nel 1948, l’artista è figlio di padre greco-cipriota e madre svedese. Cresciuto nel quartiere londinese di Soho, sopra il ristorante di famiglia dove veniva spesso suonata musica popolare greca, dalla quale è stato molto influenzato, Cat Stevens ha debuttato giovanissimo nel ’67 con gli album “Matthew and son” e “New masters”, ma ha cominciato ad aver successo con dischi come “Mona Bone Jackon” e “Tea for the tillerman” (1970), per poi esplodere fra il ’71 e il ’72 con “Teaser and the firecat” (con brani diventati classici come “Morning has broken”, “Peace train”, “Moonshadow”...) e “Catch bull a four”. Altri dischi, altro successo, poi la conversione all’islam che lo allontana per diversi anni dalle scene, e ora questo ritorno.
Registrato fra Los Angeles e Dubai, Bruxelles e Londra, l’album propone dieci nuove registrazioni in studio: cinque brani originali e cinque cover. “Dying to live” è il singolo che ha fatto da apripista alla raccolta. Fra gli altri titoli: “Doors”, “I was raised in Babylon”, “Big boss man”, “You are my sunshine”, la “Tell ‘em I’m gone” del titolo. Brani che scandagliano i territori della musica che ha ispirato il musicista sin dall’adolescenza, ovvero il blues e il rhythm’n’blues, mischiati a quel pop di cui divenne uno dei maggiori protagonisti a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta. I temi sono ancora e sempre quelli della ricerca della pace e della libertà per tutti gli uomini e tutti i popoli.
L’album - prodotto da Rick Rubin e dallo stesso Cat Stevens - vede la collaborazione di musicisti quali Richard Thompson, Charlie Musselwhite, Bonnie “Prince” Billy, Tinariwen e il chitarrista Matt Sweeney.
Il disco è il primo dell’artista che esce per l’etichetta Legacy Recordings, nell’ambito di una collaborazione che comprenderà sia nuovi progetti che la riedizione di titoli di catalogo già esistenti, attingendo anche ai materiali inediti audio e video registrati dal vivo e rimasti finora negli archivi personali di Cat Stevens.
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