venerdì 24 ottobre 2014

GILBERTO GIL oggi a Roma, 1-11 a trieste, rossetti

Vacanze italiane con annessa tournèe per Gilberto Gil. Primo concerto stasera a Roma, nell’ambito di un breve tour che sabato primo novembre farà tappa al Politeama Rossetti di Trieste, per poi concludersi il 6 novembre a Padova. «Io e mia moglie Flora - ha spiegato il musicista, classe 1942, nato a Salvador - abbiamo deciso di fare un viaggio per vedere i posti storici che non avevamo mai visitato. Una vacanza da turisti, io e lei, con un’automobile per spostarci liberamente. E così ho deciso di fare anche dei concerti. Insomma, siamo soli io, lei e la mia chitarra...». Da solo sul palco, allora, senza gruppo... «Mi piace stare da solo sul palco, lo trovo molto interessante. Ma sono combattuto proprio fra questi due sentimenti: sono a mio agio perchè posso decidere sul momento che cosa fare, quali canzoni proporre. Al tempo stesso c’è un lato negativo, perchè mi manca la compagnia degli altri musicisti con sui suono abitualmente». «Cantare e suonare la chitarra sono le cose che mi vengono più naturali. È il mio modo di fare musica, è come compongo le mie canzoni e come mi diverto con la musica. Quindi stare da solo sul palco con la mia chitarra è il modo più naturale e semplice per arrivare al pubblico, riesco a trasmettere a chi mi ascolta un senso di intimità». Questo “Solo Tour” segue l’uscita dell’album “Gilberto’s sambas”, uscito nel maggio scorso, nel quale l’artista rende omaggio al maestro João Gilberto, assieme al figlio Bem e a Moreno Veloso, figlio di Caetano. «Non sono ancora riuscito a parlare con João al telefono e non sono ancora nemmeno stato a casa sua dopo che gliel’ho mandato. Spero che abbia avuto modo di ascoltarlo e che gli sia piaciuto; tra di noi c'è grande stima reciproca, io sono un fan del suo lavoro e so che anche lui segue il mio». «Ho scelto di lavorare con Bem e con Moreno innanzitutto perchè sono persone a cui voglio bene. Mio figlio è una delle persone che amo di più della mia vita e anche Mreno: l’ho visto nascere e crescere, è uno di famiglia. Il loro legame con la musica e la vita è forte. Sono ancora interessati alla musica, producono e hanno molti amici musicisti, hanno buon gusto e rispetto per quello che io e Caetano abbiamo fatto nella nostra generazione. Sono preparati per fare cose con noi, specialmente in termini di lavoro di studio». Sono passati cinquant’anni, da quando un giovanissimo Gilberto Gil partecipò nel ’64 allo show di bossa nova e di canzoni brasiliane tradizionali “Nós Por Exemplo”, dove incontra Maria Bethânia, Gal Costa, Veloso. Con cui poi crea il movimento del Tropicalismo. «La bossanova è in realtà ben ancorata anche alla modernità, è qualcosa di molto bello e orecchiabile, di grande appeal. Ha dato il modo a molti musicisti di tutto il mondo di scoprire approcci diversi alla pop music. Sì, arriva dal passato, ma ha rappresentato una grande novità in un momento specifico, poi è diventata qualcosa di regolare e allo stesso tempo leggendario. Possiamo dire che ora la bossanova ha tutto: arriva dal passato, è stata adottata da tutti e allo stesso tempo mantiene sempre un’aura di leggenda, di qualcosa di spirituale». Ma in Brasile Gil - che ai tempi della dittatura fu costretto all’esilio - è stato anche ministro della cultura, dal 2003 al 2008. «Era un momento di grande cambiamento politico. Lula rappresentava qualcosa di nuovo, collaborare con lui è stato stimolante: ho avuto la possibilità di proporre nuove direzioni e idee per la cultura. Che aiutassero a includere tutti quelli che erano tagliati fuori. Il contributo che potevo dare l’ho dato...». L’era di Lula è finita, domenica il Brasile va al ballottaggio. «Purtroppo non potrò votare perché sono in Italia. Io “tifavo” per Marina Silva, che è uscita sconfitta al primo round. Dilma Rousseff è stata eletta quattro anni fa per continuare i programmi di Lula, ma poi si è trovata a fronteggiare la difficile situazione economica internazionale. Il Brasile è stato uno dei paesi colpiti più duramente dalla crisi e Dilma ha fatto un buon lavoro: è riuscita a non permettere alla crisi di allargarsi sempre di più ed è anche riuscita a portare avanti alcuni dei programmi di sviluppo creati da Lula». Conclude il musicista: «Aspetto i risultati, faccio un grosso in bocca al lupo a entrambi - che sono molto preparati - e auguro loro il massimo della fortuna».

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