«Anni fa D’Alema disse che i costi della politica sono un’invenzione di giornalisti sfaccendati. A parte che Sergio Rizzo ed io lavoriamo dieci ore al giorno, comunque la nostra è una battaglia civile. Bisogna riportare la sobrietà nella politica. Il governo Monti ci sta provando».
Parole di Gian Antonio Stella, che ieri in un affollatissimo Circolo della Stampa ha parlato di “Questa politica che non sa (non vuole) tagliare i suoi costi”, nell’ambito del ciclo “Informazione da scoprire - Incontri con i protagonisti della professione”, organizzato da Assostampa Fvg e Circolo della Stampa.
Il giornalista e scrittore, quattro anni dopo “La casta”, è partito dalle decine di imitazioni che sono state fatte di quel libro, poi diventato un marchio di successo: «Con quel titolo hanno fatto persino un pornofilm...».
Ma in questi anni i tagli sono stati fatti “per finta” e non è cambiata nemmeno quell’infame leggina che permette di detrarre molto più per una donazione a un partito che per una donazione a una onlus che, per esempio, cura la leucemia dei bambini.
I veri tagli sono stati fatti al Fondo per le politiche sociali, a quello per gli affitti delle famiglie povere, a quelli per il rischio idrogeologico (meno 84%, e abbiamo visto i risultati), ovviamente all’istruzione (meno 38% nel solo 2011) e alla cultura: meno 50% secco in dieci anni. Nel frattempo i rimborsi elettorali sono aumentati del 1.110%, le spese della Camera del 360%, quelle del Senato 370%.
E poi vai con in canoni d’affitto che la Camera spende per vari palazzi nel centro di Roma: nell’83 l’equivalente di 868mila euro attuali, oggi 35 milioni e mezzo di euro, qualcosa come quarantuno volte in più. Vai con l’impietoso confronto fra spese pubbliche in Italia e all’estero, fra stipendi e vitalizi fra politici italiani e stranieri.
Qualche esempio? Il governatore del Molise guadagna più di quello dello Stato di New York, il consigliere regionale Renzo “Trota” Bossi guadagna quanto tre governatori di stati americani, la Merkel incassa meno dell’assessore alla sanità di Bolzano.
Il magna-magna funziona a destra come a sinistra, a Nord come a Sud, in Sicilia come in Trentino Alto Adige. «Qui in Friuli Venezia Giulia - ha detto Stella - state un po’ meglio, anche se l’indecoroso caso Ballaman ha mostrato anche a voi cos’è diventata la Lega, altro che predicozzi...».
Gran parte dei casi citati sono tratti dal suo nuovo libro “Licenziare i padreterni”, scritto ancora con Sergio Rizzo. «La frase del titolo - ha ricordato - l’abbiamo presa da un articolo che Luigi Einaudi pubblicò nel 1919 sul Corriere della Sera, contro una parte dei governanti di allora. Perchè è chiaro: allora come oggi non sono tutti uguali. Ma la verità è che gli elettori devono essere più esigenti con i loro eletti...».
Spontanea, alla fine, una domanda: ma un cambiamento è possibile? Per rispondere Gian Antonio Stella coniuga speranza e ironia, facendo partire un “file” dal suo computer. Sullo schermo appare la faccia spiritata di Gene Wilder nel film “Frankenstein Junior”. E dall’audio parte l’urlo: «Si-può-fare...!».
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