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martedì 4 novembre 2014
ADDIO AD AUGUSTO MARTELLI
Compositore e paroliere, produttore discografico e direttore d’orchestra, autore di sigle televisive e cinematografiche. Ma tanti anni fa anche compagno di Mina, per cui ha scritto diverse canzoni negli anni Settanta.
Ecco, con Augusto Martelli - scomparso ieri a Milano, a settantaquattro anni, dopo una lunga malattia - se ne va un pezzo dell’Italia dei sabato sera televisivi in bianco e nero, di un tempo in cui i dischi si vendevano ancora a carrettate.
Nato a Genova nel 1940 e milanese d’adozione, figlio d’arte (padre compositore, sorella soprano), viveva da tanto tempo a Carimate, in provincia di Como. Comincia a lavorare nel mondo della musica, alla casa discografica Ri-Fi, e della televisione negli anni Sessanta. Compone le musiche del film “Il dio serpente” (1970), con Nadia Cassini, tra cui il brano “Djamballà” che riscuote un grande successo internazionale.
Poi le canzoni per Mina, conosciuta alla Ri-Fi: da “Ero io, eri tu, era ieri” a “Una mezza dozzina di rose”, da “So che non è così” a “Tu farai”. Mina è reduce dalla relazione con Corrado Pani, padre di suo figlio Massimiliano. In quegli anni i due diventano inseparabili, nel lavoro e nella vita privata. Per lei Martelli arrangia e dirige l’orchestra per album come “Un anno d’amore / E se domani”, “Dedicato a mio padre”...
E ancora le sigle tv: Nel ’74 fonda la sua etichetta discografica, “Aguamanda”, e comincia il lavoro da produttore. Negli anni Ottanta la televisione. Portano la sua firma sigle di programmi come “Casa Vianello”, ”Il pranzo è servito”, “Telemike”, “Grand Prix”, “Ok il prezzo è giusto”, telefilm come “Dallas”, ma anche “Bim Bum Bam”, “La canzone dei puffi”, vari film d’animazione. Collabora pure con lo “Zecchino d’oro”.
Ma il nostro non scrive solo per la Tigre di Cremona. Collabora infatti anche con Iva Zanicchi, Ornella Vanoni, Giorgio Gaber, Johnny Dorelli, Cristina D'Avena, Heather Parisi, Giuni Russo, persino il primo Jovanotti.
Da tempo Martelli era scomparso dalle scene, un po’ per la malattia, un po’ perchè non si era mai ripreso da una vicenda giudiziaria in cui era rimasto coinvolto: un’indagine cominciata nel 2001 e conclusasi nel 2007, con la condanna da parte del tribunale di Como a 18 mesi di reclusione, pena sospesa, per detenzione di materiale pedopornografico. Lascia moglie e cinque figli. Funerali domani nella Basilica di Sant’Ambrogio, a Milano.
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