sabato 15 novembre 2014

WILLIE NILE stasera (ven) a trieste

Bruce Springsteen lo ha voluto spesso ospite nei suoi concerti. Little Steven, chitarrista della E Street Band del Boss, una volta ha detto: «È talmente bravo che non ci credo, che viene dal New Jersey...». Lui è Willie Nile, che domani torna a Trieste (dopo le performance del 2010 e del 2011), per presentare alle 21 al Naima Club (che poi sarebbe l’ex Macaki di viale XX Settembre 39/A) brani dal nuovo album “If I was a river”, altri dal precedente “American ride” e suoi vecchi cavalli di battaglia, come “House of a thousand guitars” e “One guitar”. Il concerto è organizzato dall’associazione Trieste is rock, alla quale il cantante, compositore e chitarrista statunitense (vero nome Robert Anthony Noonan, classe 1948) ha dichiarato: «Sono contento del disco nuovo. L’ho realizzato in studio, solo pianoforte e voce, senza il gruppo. Esce in questi giorni. Il pianoforte con cui l’ho registrato è lo stesso che ho suonato 34 anni fa, la notte in cui John Lennon è stato ucciso. Ero ai “Record Plant” quella notte, io suonavo e registravo allo studio A, lui con Yoko Ono nello studio C. E avevo ben presente che stavo suonando il piano che aveva usato lui, e che lui era nell’altra stanza. Per me è un ricordo molto forte perchè, ovviamente, è stato un evento così tragico: sento ancora gli effetti di John...». Nile ha cominciato la sua carriera negli anni Settanta, facendo tanta gavetta nei locali del Village newyorkese. Il debutto discografico arriva nel 1980, con l’album omonimo che un critico musicale dell’epoca definì «uno dei più eccitanti album folk-rock dell'era post-Byrds». Seguì un secondo album, “Golden down”, uscito nell’82, dopo il quale la sua carriera discografica fu purtroppo interrotta per circa un decennio, a causa di problemi legali con la casa discografica. Risolti i problemi, nel ’91 l’artista ha ripreso a incidere dischi - in quell’anno uscì “Places I have never been” - e a suonare dal vivo. Costruendosi negli anni una schiera di fan che lo chiamano “one man Clash”, per la sua ammirazione nei confronti di Joe Strummer. “Beautiful wreck of the world”, disco autoprodotto e pubblicato nel ’99, è stato inserito dalla rivista Billborad nella classifica dei dieci migliori album rock dell’anno. Ma un’ottima accoglienza ha accolto nel 2006 anche “Streets of New York”, omaggio alla sua città, e i dischi successivi: “House of a thousand guitars” nel 2009 e “Innocent ones” nel 2010 (con la classicissima “One guitar”). In tutti questi anni il rocker ha collaborato - oltre che con Springsteen - con Who, Ringo Starr, Elvis Costello, Lucinda Williams. Che una volta ha detto di lui: «Un grande artista. Se ci fosse un po’ di giustizia a questo mondo, dovrei aprire io i suoi concerti e non il contrario...». L’associazione Trieste is rock è particolarmente legata a questo musicista statunitense. È stato infatti proprio lui a tenere a battesimo, nell’aprile 2010, al Teatro Miela, l’attività del sodalizio. E l’anno successivo è tornato in città, per un concerto sul lungomare di Barcola. «Trieste - rivela Nile - ha un posto speciale nel mio cuore: amo la città. È splendido sapere che ci sono delle persone che amano il rock’n’roll, gente che ama la vera musica, musica autentica. Per cui certe volte chiedo alla gente se è stata a Trieste, la gran parte dice di no, e io dico loro: “Oh, è stupenda, se avete la possibilità andateci...”. Domani sera, a Trieste, Willie Nile sarà sul palco del “Naima” assieme a Johnny Pisano al basso, Danny Montgomery alla batteria, Jorge Otero alla chitarra. E promette un concerto rock ad alto voltaggio...

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