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domenica 2 novembre 2014
GREGORY PORTER domani LUN a pordenone
Dicono che è il nuovo re del canto jazz, il poeta del soul, il futuro della musica nera. In attesa di verificarne le effettive potenzialità, Gregory Porter apre domani alle 20.45, al Teatro Verdi di Pordenone, la rassegna “Il volo del jazz”, organizzata dal Circolo Controtempo e giunta quest’anno alla decima edizione.
«Mia madre Ruth - dice il musicista, classe 1971, nato a Los Angeles e cresciuto a Bakersfield, infanzia difficile - era un ministro della Chiesa Battista. Da lei ho capito l’importanza della musica nella mia vita. Le mie prime conoscenze e i primi contatti con la musica per me arrivano dalla chiesa. È stato un processo naturale, nessuno mi ha spiegato cosa fosse e cosa dovessi fare, era tutto così emozionante e profondamente legato alla nostra cultura. La musica è sempre stata una parte fondamentale della cultura afroamericana. Tutti usavano la musica per pregare e chiedere la benedizione della tavola, tutta la famiglia rispondeva cantando. Per me la musica è portatrice di cose belle, è la più grande forza positiva nella vita quotidiana dell’essere umano».
Cappellaccio in stile giovane Holden e vaga somiglianza con Thelonious Monk, Gregory - già premiato ai Grammy Awards - ha una voce nera, potente, a tratti rabbiosa, ma che sa essere melodica e intimista, spaziare dal funky al soul, dal gospel al rhytm’n’blues.
Ricorda: «Da ragazzo amavo molto Nat King Cole. Mi ha influenzato molto, nel suo approccio, nel suo modo di cantare con grande emozione, vicino al cuore delle cose, del testo. Lui prendeva il suo tempo e dedicava energia e passione per rendere con la voce il significato dei testi, per trasmetterne le emozioni. La sua dizione era incredibile, il suo fraseggio sorprendente».
«Ma devo molto anche a Marvin Gaye, con il suo approccio alla musica unico e al tempo stesso molto jazz. Era anche un ottimo pianista. Lo ascoltavo molto quando ero al college: il suo approccio al jazz era quello che volevo avere anch’io, con gli elementi soul e la sua esperienza nel canto gospel».
“Liquid spirit” è il suo terzo album. Di cui Gregory Porter dice: «L’energia è la fonte, l’origine della canzone. Per l’album e i titoli dei brani, come “Water” e “Be good”, ho avuto lo stesso approccio: ho aperto le mie braccia, il mio cervello e il mio cuore e ascoltato le mie esperienze. Basta essere aperti e cercare di scrivere le cose che vedo e sento».
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