mercoledì 5 novembre 2025

Zohran Mamdami, nuovo sindaco di New York

“In questa nuova era, rifiuteremo chi sguazza in odio e divisione.

Che tu sia un immigrato, una persona trans, una madre lavoratrice, una donna nera licenziata da Trump o chiunque abbia le spalle al muro: la tua lotta è la nostra lotta.

Saremo una città dove più di un milione di musulmani sapranno di appartenere non solo alle strade, ma ai luoghi del potere. Dove non si vince più alimentando islamofobia. Dove si difende la comunità ebraica senza esitazione nella lotta contro l’antisemitismo.

Per anni, a City Hall hanno aiutato solo chi poteva ricambiare. Dal 1° gennaio, avremo un governo che aiuta tutti.

So che molti hanno sentito il nostro messaggio attraverso il filtro della disinformazione.

Decine di milioni sono stati spesi per convincere chi guadagna 30 dollari l’ora che il suo nemico è chi ne guadagna 20.

Vogliono che ci combattiamo tra noi, così non sfideremo un sistema rotto.

Insieme, inaugureremo una generazione di cambiamento. E se restiamo su questa strada coraggiosa, non ci limiteremo a fermare Trump: impediremo la nascita del prossimo Trump.

Dopotutto, se c’è una città capace di mostrare al Paese come battere Trump, è la città che lo ha generato.

E se c’è un modo per spaventare un tiranno, è smantellare le condizioni che lo hanno creato.

Donald Trump, so che stai guardando. Ho quattro parole per te: Turn the volume up! Alza il volume.

Terrai bene le orecchie aperte mentre: 

- riterrremo responsabili i landlord predatori, perché i Donald Trump della nostra città si sono sentiti fin troppo a proprio agio nello sfruttare i loro inquilini; 

- metteremo fine alla corruzione che permette ai miliardari come Trump di evadere le tasse; 

- staremo al fianco dei sindacati ed espanderemo le protezioni del lavoro perché sappiamo, proprio come Donald Trump, che quando i lavoratori hanno diritti ferrei, i capi che cercano di estorcerli diventano davvero piccoli.

New York resterà una città di immigrati, costruita dagli immigrati, alimentata dagli immigrati e da stasera, guidata da un immigrato.

Quindi ascoltami, Presidente Trump: se vuoi arrivare a uno di noi, dovrai passare su tutti noi.

Quando entreremo a City Hall tra 58 giorni, le aspettative saranno alte. Le realizzeremo.

Si dice che si faccia campagna in poesia e si governi in prosa. E sia. Ma che la nostra prosa abbia ritmo.

La saggezza convenzionale vi direbbe che sono lontano dal candidato perfetto. Sono giovane, nonostante i miei migliori sforzi per invecchiare. Sono musulmano. Sono un socialista democratico. E, cosa più dannosa di tutte, mi rifiuto di scusarmi per ciascuna di queste cose.

Eppure, se stasera ci insegna qualcosa, è che la convenzione ci ha trattenuti. Ci siamo inchinati all’altare della cautela e abbiamo pagato un prezzo enorme. 

Troppi lavoratori non si riconoscono nel nostro partito. E troppi tra noi si sono rivolti alla destra per risposte sul perché sono stati lasciati indietro. Lasceremo la mediocrità nel nostro passato. Non dovremo più aprire un libro di storia per la prova che i Democratici possono osare essere grandi. 

La nostra grandezza sarà tutto tranne che astratta. Sarà sentita da ogni inquilino con affitto stabilizzato che si sveglia il primo di ogni mese, sapendo che l’importo da pagare non è aumentato dal mese precedente. 

Sarà sentita da ogni nonno che può permettersi di rimanere nella casa per cui ha lavorato e i cui nipoti vivono vicino perché il costo dell’assistenza all’infanzia non li ha mandati a Long Island. 

Sarà sentita dalla mamma single che è al sicuro nel suo tragitto e il cui autobus corre abbastanza veloce da non dover affrettare la consegna a scuola per arrivare al lavoro in tempo. 

E sarà sentita quando i newyorkesi apriranno i giornali al mattino e leggeranno titoli di successo, non di scandalo. Soprattutto, sarà sentita da ogni newyorkese quando la città che amano finalmente ne ricambia l’amore.

Che le parole che abbiamo pronunciato insieme, i sogni che abbiamo sognato insieme, diventino l’agenda che realizziamo insieme. New York, questo potere è vostro. Questa città appartiene a voi. Grazie”.


lunedì 3 novembre 2025

SAN GIUSTO D’ORO ALLA CAPPELLA UNDERGROUND, TARGA A PAOLO CONDÒ

  

Il San Giusto d’oro 2025 va alla Cappella Underground, la targa speciale del premio a Paolo Condò. Lo ha deciso l’Assostampa Fvg, articolazione territoriale della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani, che organizza il premio – nato nel 1967 su iniziativa del Gruppo Giuliano Cronisti e giunto alla 59.a edizione – con la collaborazione del Comune di Trieste e il sostegno della Fondazione CrTrieste. La decisione è stata assunta dal sindacato regionale dei giornalisti dopo l’attento lavoro di selezione delle candidature svolto dal “comitato dei saggi” coordinato da Furio Baldassi.

“In questi tempi bui che ci è dato vivere - spiega Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Fvg - pensiamo che una speranza di sopravvivenza vada ricercata nella cultura, nelle arti, nello spettacolo. In quest’ottica abbiamo deciso di premiare i ragazzi di ieri, di oggi e sicuramente di domani che hanno coltivato e coltivano il sogno e le suggestioni del cinema, oasi di evasione ma anche strumento di resistenza culturale in tempi di guerre e di crisi. Da quasi sessant’anni la Cappella Underground, uno dei due più antichi cineclub italiani, è il maggior punto di riferimento a Trieste per gli amanti della settima arte. Dalla prima sede nella piccola “cappella” di via Franca in questi anni la realtà è cresciuta e si è sviluppata e tuttora cresce attraverso tante iniziative. Da pochi mesi può contare anche sulla prestigiosa vetrina del rinnovato Cinema Ariston, storica sala d’essai cittadina, ora gestita proprio dalla Cappella Underground”.

“La targa speciale a Paolo Condò - aggiunge Muscatello - è il dovuto riconoscimento a un giornalista triestino che ha saputo scalare tutte le tappe di una carriera di prim’ordine: dai primi passi al “Piccolo” di Trieste ai tanti anni come firma prestigiosa della Gazzetta dello Sport, poi il passaggio a Repubblica e Sky, fino all’attuale approdo come editorialista del Corriere della Sera. Condò, autore anche di vari libri, è da anni l’unico giornalista italiano nella giuria del Pallone d’oro”.

La cerimonia di consegna del premio e della targa si terrà nelle prossime settimane, come da tradizione, nell’aula del consiglio comunale del Municipio triestino.

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Cappella Underground 

La Cappella Underground nasce nel 1968, come spazio creativo ed espositivo nella ex cappella di via Franca 17 a Trieste, con l’obiettivo di creare e promuovere forme d’arte innovative e sperimentali con una forte valenza sociale, anticipando mode e tendenze. Ma è il cinema a rivelarsi ben presto come la forma d’arte e di comunicazione sociale più interessante e innovativa, così il primo febbraio del 1969 viene creato il Circolo di Cultura Cinematografica “Centro Ricerche e Sperimentazioni Cinematografiche La Cappella Underground” su iniziativa di Luciano Celli, Annamaria Percavassi, Vanni Bandiera, Sergio Ghersinich, Aurora Zulich, Piero Percavassi, Claudia Velicogna, Maria Grazia Michelli,  con l’obiettivo di “divulgare la cultura del cinema attraverso la proposta di film di alta qualità culturale, indipendenti, internazionali e di stampo alternativo”. Con loro ad animare l’attività de La Cappella Underground troviamo Pier Paolo Venier, Bruno Chersicla, Piccolo Sillani, Rosanna Obersnel, Anna Gruber, Lorenzo Codelli, Mario de Luyk, Rosella Pisciotta, Cesare Picotti. La Cappella Undergound diventa presto un punto di riferimento per il cinema, a Trieste ma anche a livello nazionale e internazionale, e insieme al Film Studio di Roma è il più antico cineclub italiano. Rappresenta la cultura cinematografica in città ed è una delle realtà più rappresentative e prestigiose in Italia nel valorizzare e promuovere il cinema d’autore e di qualità attraverso proiezioni, rassegne, incontri con gli autori, pubblicazioni, attività e laboratori con ragazzi e studenti, mostre e produzioni audovisive. Tra i tanti grandi nomi del cinema italiano e internazionale ospitati negli anni da La Cappella Underground ci sono Francis Ford Coppola, Roger Corman, Mario Camerini, Franco Giraldi, Christopher Lee, Terry Gilliam, Nanni Moretti, Pupi Avati, Nanni Loy, Claudia Gerini, Silvio Soldini, John Landis, Valeria Golino, Pif, Katja Kolja, Laura Samani. Numerosi anche gli storici e critici del cinema che negli anni collaborano con l’associazione, tra cui Alberto Farassino, Lino Micchè, GianPiero Brunetta, Tullio Kezich, Oreste Del Buono, Paolo Mereghetti, Elisa Grando. Nel 2000 l’associazione riprende lo storico Festival internazionale del film di fantascienza rilanciandolo come Trieste Science+Fiction Festival, che riporta Trieste sulla mappa del cinema di genere internazionale. Dal 2006 gestisce la Mediateca di Trieste, una delle quattro previste dalla Regione per servizio prestiti, attività di formazione di cinema e audiovisivo per bambini e adulti, un luogo di ricerca e confronto negli spazi di via Roma. Nel 2025 l’associazione riapre lo storico cinema Ariston, dopo averlo acquistato nel 2023 e completamente rinnovato, restituendolo alla città come spazio di cinema, incontro e cultura. Festival, cinema Ariston e Mediateca non solo arricchiscono la vita culturale della città ma sono modelli di una politica culturale dinamica e partecipata anche per realtà esterna alla nostra città. La Cappella Underground continua a essere riconosciuta punto di riferimento per il cinema attraverso il sostegno ai suoi progetti da parte del Ministero della Cultura e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, e collabora costantemente con i principali enti ed istituzioni locali e regionali tra cui Comune di Trieste, Comune di Muggia, Comune di Sgonico, Teatro Stabile del Friuli – Venezia Giulia Politeama Rossetti, Teatro Lirico Giuseppe Verdi, Università di Trieste, Mittelfest, La Cineteca del Friuli, sede regionale Rai, con le scuole e con i principali istituti scientifici internazionali presenti a Trieste, oltre che con La Biennale di Venezia . Nel 2009, insieme ad Alpe Adria Cinema (nata proprio da La Cappella Underground, nel 1989), Maremetraggio, Anno Uno, Bonawentura, APCLAI e Friuli Venezia Giulia Film Commission, fonda l’Associazione Casa del Cinema di Trieste che, nello storico edificio che un tempo ospitava il Cinema del Mare e poi la Casa del Lavoratore Portuale, mette insieme tutti i soggetti che rappresentano e promuovono la cultura cinematografica a Trieste. Attualmente la presidente della Cappella Underground è Chiara Barbo.

 

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Paolo Condò 

Paolo Condò è nato a Trieste nel 1958, e dopo gli inizi al settimanale “Trieste Sport” è diventato giornalista professionista al “Piccolo” nel 1983. Nel 1984 si è trasferito a Milano, chiamato dalla Gazzetta dello Sport, dove ha lavorato come redattore, inviato e capo redattore del settore Calcio per 31 anni. Nel 2015 ha cambiato orizzonte accettando l’offerta di Sky Sport e diventando opinionista televisivo prima per il campionato e poi per la Champions League: da sette anni è l’unico giornalista seduto al tavolo a discutere con le grandi figure del calcio italiano. Nel 2020 è diventato prima firma calcistica di Repubblica, dal 2025 ricopre lo stesso incarico al Corriere della Sera. Dal 2010 è il membro italiano della giuria internazionale che assegna il premio più prestigioso del calcio, il Pallone d’oro di France Football. Ha scritto numerosi libri, quelli che ricorda con maggiore affetto sono “Duellanti” (2016) e “Porte Aperte” (2021). E poi c’è la storia di Francesco Totti raccontata con lui (“Un Capitano”, 2018) che in quell’anno è stato il volume più venduto in assoluto del mercato italiano, tradotto in ottanta Paesi, e dal quale sono stati tratti un docufilm che ha vinto il David di Donatello e una serie tv. Ha vinto il premio Ischia, il Premiolino, il premio Coni e diversi altri riconoscimenti. Nel corso della sua carriera ha seguito dal vivo sette Mondiali, sette Europei, quindici finali di Champions, due Olimpiadi e otto Giri d’Italia. Sostiene di avere “molti più progetti che ricordi…”.


 

giovedì 23 ottobre 2025

Contratto, niente rinnovo Si va verso lo sciopero / newsletter odg fvg

 




di Carlo Muscatello*


Dunque si va verso lo sciopero. Visto che il rinnovo del contratto giornalistico, scaduto da una decina d’anni, non è proprio alle viste. E ciò nonostante il lavoro importante e generoso svolto dalla delegazione Fnsi al tavolo delle trattative con la Fieg.

Riassunto delle puntate precedenti. Le trattative con gli editori sono state lunghe, sofferte e “a singhiozzo”, viste le lunghe e numerose pause che si sono succedute in questi ultimi due anni fra un incontro e l’altro. 

La Fieg ha sempre chiesto di modificare per i nuovi assunti, diversi istituti attualmente presenti nel contratto scaduto (domeniche e festivi ben pagati, rimodulazione dei notturni, superfestivi…) in cambio di aumenti tabellari. Il sindacato ha giustamente rifiutato di penalizzare i giornalisti del futuro, consapevole che si sarebbe trattato, oltre che di una palese ingiustizia, anche della fine della professione (oltre che del sindacato stesso). 

E allora si è passati al piano b, una sorta di ennesimo contratto ponte, che avrebbe lasciato invariati gli attuali istituti contrattuali, con un aumento economico sotto forma di Edr, elemento distinto dalla retribuzione, dunque parte bassa della busta paga, senza ricadute a cascata sugli altri istituti. A questo punto, gli editori hanno fatto un’offerta economica risibile, spalmata perdipiù su tre anni, che ha portato di fatto alla sospensione del tavolo. Si badi bene che la posizione della Fieg non prevedeva nemmeno il recupero dell’inflazione che si è accumulata in questi anni.

Purtroppo l’epilogo, per ora, di questa vicenda era ampiamente prevedibile sin dall’inizio delle trattative. La controparte contrattuale, che pur in una situazione effettiva di crisi continua a incassare ingenti somme dallo Stato, non è disposta ad aprire il portafoglio e a investire sulle proprie risorse umane, sui giornalisti che ogni giorno mandano avanti la baracca, garantendo con il proprio lavoro i contenuti dei giornali.

La risposta, forse antica, ma l’unica disponibile, è ancora e soltanto il vecchio e novecentesco sciopero. Lo hanno ribadito i Comitati di redazione nella loro recente riunione. Ora tocca alla segreteria e alla giunta Fnsi stabilire tempi e modalità. Ma la decisione di fatto è presa, nella speranza che possa servire a sbloccare la situazione. E che quanto successo nei giorni scorsi al Sole 24 Ore, dove il giornale è uscito, seppur in forma ridotta, in presenza di uno sciopero della redazione, non abbia a ripetersi.

«La mobilitazione per il rinnovo del contratto riesce se teniamo insieme la dignità professionale sia dei dipendenti che dei lavoratori autonomi. Solo così possiamo spuntarla in una vertenza con gli editori molto difficile. Se il sindacato dimentica una di queste due anime della professione facciamo un danno al sistema», ha detto ai Cdr Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.«Per poter avere peso i giornalisti devono essere uniti. La categoria deve affrontare una situazione già complessa e ci attendono grandi sfide, come quelle legate all'intelligenza artificiale, che agli editori costa anche meno di un collaboratore e c'è il rischio che sostituisca sia i dipendenti che i lavoratori autonomi».

«Noi chiediamo regole per l'impiego dell'intelligenza artificiale nel lavoro giornalistico che ribadiscano che l'IA non può e non deve sostituire i giornalisti, il recupero del potere d'acquisto in busta paga e compensi davvero equi per i colleghi lavoratori autonomi, perché l'indipendenza economica di chi fa informazione è il primo requisito per avere una informazione indipendente - ha spiegato la nostra segretaria -. Alle nostre proposte gli editori hanno risposto con una chiusura totale, avanzando richieste per noi irricevibili, il cui risultato sarebbe spaccare la categoria, come l'introduzione di un contratto depotenziato per i nuovi assunti: inaccettabile».


*presidente Assostampa Fvg










sabato 4 ottobre 2025

VINTAGE, ultima puntata

 Oggi giovedì 25-9 alle 11.20 su Radio1 Rai Fvg 13a e ultima puntata della 5a stagione di #VINTAGE


streaming su sedefvg.rai.it

podcast su RaiPlaySound 


GRAZIE A TUTTI…

mercoledì 9 luglio 2025

VINTAGE, seconda puntata

 


VINTAGE PARTE CON MORANDI

 


Gianni Morandi è l’ospite della prima puntata della quinta stagione di Vintage, il programma di Carlo Muscatello e Leonardo Zannier, regia di Fabio Fontanaro, in onda giovedi 3-7 alle 11.20 su Radio1 Rai Fvg (streaming su www.sedefvg.rai.it, podcast su RaiPlaySound).
“Presto vorrei fare un tour con una grande orchestra, con la quale rileggere le canzoni più importanti della mia lunga carriera…”. È il desiderio espresso da Morandi, esempio quasi unico di longevità musicale, che ricorda i suoi esordi, le estati di tanti anni fa, il rapporto con Mina e quello con Jovanotti, che ha scritto diverse canzoni di questa sua ennesima giovinezza artistica.

Ospite in studio Chiara Barbo, presidente della Cappella Underground, uno dei più antichi cineclub italiani, che ha recentemente rilanciato, dopo averlo ristrutturato, il cinema d’essai triestino Ariston. Barbo ricorda anche i sei anni vissuti a New York.

Intervento semiserio di Jack Calcagno. Musiche di Canned Heat, Buggles, Eugenio Finardi, Harry Nilsson, Franco Battiato, Mina, Gianni Morandi, Beach Boys.

Vintage andrà in onda tutti i giovedì di luglio, agosto e settembre.