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lunedì 31 dicembre 2018
IL 2018 DI ART21 FVG, di Fabiana Martini
di Fabiana Martini
Non poteva non iniziare ricordando Giulio Regeni il 2018 di Articolo 21 Friuli Venezia Giulia: con un incontro nel suo liceo, il “Petrarca” di Trieste, dove il 25 gennaio l’Aula Magna gremita di ragazzi si è confrontata con Beppe Giulietti, presidente nazionale della Federazione nazionale della Stampa, e Fabio Del Missier, referente Educazione di Amnesty International Fvg. Nella consapevolezza che rassegnarsi al male e rinunciare alla funzione etica del giornalismo significa diventare complici di chi ha fatto prima sparire, poi torturato, infine assassinato il ricercatore di Fiumicello, gli studenti e le studentesse del liceo triestino assieme ad Articolo 21, all’Assostampa e all’Ordine dei Giornalisti hanno confermato l’impegno a chiedere verità e giustizia per Giulio e per tutti i Giulio e le Giulia del mondo, tenendo viva l’attenzione su questa e su altre vicende che il tempo vorrebbe archiviare.
Ma #NoiNonArchiviamo: lo abbiamo ripetuto a Trieste, sotto la sede del Circolo della Stampa, il 20 marzo, commemorando l’anniversario dell’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin; lo abbiamo ribadito a Roma partecipando alla conferenza stampa sul caso indetta il 4 luglio da FNSI per annunciare la costituzione di parte offesa del sindacato, dell’Ordine e dell’Usigrai. Perché colpire un giornalista significa attentare al diritto di tutti e di ciascuno ad essere informati, significa mettere in dubbio l’articolo 21 della Costituzione. Quell’articolo su cui si è concentrato il concorso di Articolo 21 dedicato alle scuole, che ci ha visto incontrare gli allievi di un liceo di Udine, di uno di Trieste e di uno di Pordenone per affrontare con loro il tema della libertà di stampa e dei tanti giornalisti minacciati, anche in Italia. Uno di questi è Sandro Ruotolo, ospite a Trieste e Muggia su invito congiunto di Libera e Articolo 21 in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno, che ha messo a disposizione la sua esperienza per raccontare come nasce un’inchiesta giornalistica, come si mette il mestiere a servizio della verità e della comunità.
La formazione è un’attenzione costante del presidio del Friuli Venezia Giulia, che in collaborazione con l’Ordine e il sindacato ha promosso un percorso sulle migrazioni, realizzato in maniera decentrata in tutta la regione, ma anche occasioni per conoscere aspetti inediti dell’Africa e per dare voce e spazio alle donne, spesso invisibili per la politica come per l’informazione se non quando è ormai troppo tardi: si è parlato di attivismo femminile in Siria, del Manifesto di Venezia e delle priorità della politica regionale dal punto di vista non maschile in vista delle elezioni regionali.
Il rischio della censura e del bavaglio è stato decisamente il leit motiv dell’attività annuale: con un occhio all’Egitto, dove poco si è mosso per fare chiarezza sulla tragedia di Giulio Regeni e dove Amal Fathy, moglie del consulente legale della famiglia, è ancora in ostaggio della “giustizia” egiziana, e un altro all’Italia, dove i tentativi di chiudere la bocca ai giornalisti, definiti puttane e infimi sciacalli dai massimi vertici istituzionali, non si arrestano. È proprio nel nostro territorio che è iniziata la censura e la delegittimazione dell’informazione: a Monfalcone la sindaca leghista ha chiuso l’abbonamento a Avvenire e Manifesto, evidentemente non graditi al regime, ma sempre a Monfalcone oltre cento persone nel pomeriggio di un giorno feriale hanno riempito la sala parrocchiale dei Santi Nicolò e Paolo per incontrare Marco Tarquinio e Norma Rangeri, assieme al direttore del quotidiano di lingua slovena Primorski e a Paolo Borrometi, invitati da Articolo 21, Ordine dei Giornalisti e Assostampa a parlare del valore del pluralismo nell’informazione: un valore che il presidente Mattarella non si stanca di ripetere e che anche noi continueremo a promuovere. Anche nel 2019.
Perché senza informazione non c’è democrazia. E le conseguenze in questa regione sono state terribilmente nefaste, come hanno avuto modo di ricordarci i ragazzi del Petrarca attraverso la mostra “Razzismo in cattedra”, anche quella a rischio censura, premiata non a caso dai giornalisti triestini con una targa speciale in occasione del San Giusto d’Oro. Un messaggio forte e chiaro per dire che noi, assieme a papa Francesco e al presidente della Repubblica, stiamo dalla parte dei ponti e non dei muri, della fraternità e non dell’odio. Come Marco Luchetta, Saša Ota e Dario D’Angelo, i tre giornalisti Rai assassinati a Mostar poco meno di venticinque anni fa (tra pochi giorni, il 28 gennaio, ricorderemo l’anniversario), mentre raccontavano all’Occidente distratto che lì in Bosnia si continuava a morire e che non si risparmiavano neanche i bambini. Bambini che neanche oggi vengono risparmiati e che abbiamo il dovere di continuare a raccontare.
mercoledì 19 dicembre 2018
FONDI EDITORIA, ORE DECISIVE
“Fermatevi. Ascoltate le parole in difesa del valore di una informazione libera e plurale che per ben sette volte il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sentito il bisogno di ribadire ed evitate che, con il taglio prospettato dal governo Lega-5Stelle, chiudano decine di testate e migliaia di lavoratori restino senza lavoro”. Questo l'appello rivolto dal segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, in apertura del presidio convocato in piazza Montecitorio per i lavori del Consiglio nazionale del sindacato per ribadire il no dei giornalisti italiani all'emendamento alla legge di Bilancio che prevede di arrivare nel 2022 alla cancellazione del contributo pubblico all'editoria.
“Questo emendamento, che era saltato alla Camera per essere ripresentato in Senato, tradisce la volontà liberticida dell'esecutivo. Noi non possiamo consentire che interi territori perdano le loro voci, occasioni di confronto e di arricchimento del dibattito pubblico. Con questo provvedimento si vuole dare il la alla cancellazione dei pochi sostegni che restano al sistema dell'informazione. Se passa il taglio all'editoria minore le prossime ad essere colpite saranno le agenzie e le emittenti locali. Ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio, ma non è solo una questione di posti di lavoro che si perdono. È innanzitutto una questione di pluralismo e dunque di democrazia”, incalza Lorusso.
“Vogliono colpire le voci delle diversità e delle differenze. Iniziano con il taglio ai piccoli giornali per arrivare a cancellare il ruolo del giornalista, che è quello di fare domande scomode, di indagare su quello che fa il potere, di spiegare ai cittadini cosa accade. Contro questo progetto abbiamo il dovere di essere in piazza. Non è un'aggressione alla corporazione dei giornalisti, ma all'articolo 21 della Costituzione e al diritto dei cittadini di essere informati. Ci appelliamo al presidente della Repubblica, ai parlamentari di maggioranza e opposizione, perché questo scempio non vada a compimento. E a chi, anche dentro la categoria, oggi ride di quanto sta accadendo dico di valutare bene quali saranno le prossime tappe. Scoprirà che domani non ci sarà nessuno a difenderlo quando a finire nel mirino sarà lui”, ribadisce il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti.
“Se passasse questo emendamento sarebbe un tradimento all'articolo 21 della Costituzione. Un colpo di spugna a chi ha diritto ora ad essere sostenuto per spostare i fondi a chi sarà in futuro meritevole, secondo il governo, di essere aiutato. Ai singoli parlamentari dico: 'Pensaci, Giacomino'. Nessuno dice che l'attuale meccanismo del contributo non si possa migliorare. Ma questo non significa togliere fondi ad alcune voci e darli ad altri. E poi, altri chi?”, incalza il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Verna.
In piazza anche i colleghi di numerose testate la cui sopravvivenza sarà messa a rischio dal taglio del fondo per il pluralismo, fra cui Il Roma, Il Manifesto, Avvenire, la Voce di Rovigo, il Primorski Dnevnik, la Lega delle cooperative di giornalisti, Radio Radicale, collaboratori e cronisti precari.
“In Campania, oltre il Roma, ci sono sette testate che rischiano di chiudere con il taglio all'editoria. Purtroppo dobbiamo prendere atto che le decisioni non vengono prese nel palazzo alle nostre spalle, ma dalla Casaleggio associati. Il presidente della Camera, Roberto Fico, aveva promesso che non ci sarebbero stati tagli ai contributi per i giornali delle cooperative e invece qualche giorno fa si è adeguato agli ordini di scuderia. E anche la Lega, che nelle scorse settimane, con Alessandro Morelli, aveva ripetuto che il taglio non sarebbe mai passato, oggi avalla l'emendamento dei 5 Stelle”, dicono Antonio Sasso, direttore del Roma, e Roberto Paolo presidente della File, la Federazione Italiana Liberi Editori.
Matteo Bartocci, del Manifesto, osserva come “non ci sarà in realtà nessun risparmio per lo Stato. Vogliono solo colpire una ventina di testate scomode: togliere i fondi a loro per poi riassegnarli, a totale discrezionalità del governo. Un colpo inaccettabile al giornalismo libero. Per questo dobbiamo iniziare qui, oggi, una battaglia tutti insieme. Con ancora più forza dobbiamo raccontare queste cose ai cittadini per informarli di quello che il potere prova a fare”.
Andrea Billau, di Radio Radicale, rilancia l'appello ai parlamentari: “Non capisco come una forza politica che ha fatto del lavoro la sua bandiera, tanto da promuovere un decreto chiamato 'dignità', non si interessi della dignità dei lavoratori dell'informazione. Una contraddizione enorme. Spero in uno scatto di orgoglio del Parlamento. Spero che si divincoli dalla morsa del governo”.
Simone Bonafin, della Voce di Rovigo, lancia l'allarme: “Vogliono colpire le cooperative dei giornali che sul territorio portano ai propri lettori notizie che altrimenti non arriverebbero all'opinione pubblica. Se andasse in porto il taglio del fondo tante piccole realtà editoriale non potrebbero continuare ad esistere”.
E Lidia Gattini, in rappresentanza della Lega delle cooperative di giornalisti, rileva: “Ci accusano di essere indipendenti e per questo di essere dei mostri. Noi siamo la voce dell'informazione indipendente. Non abbiamo altri padroni oltre ai nostri lettori proprio perché siamo cooperative. Siamo editori puri eppure vogliono colpirci, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro”.
In rappresentanza delle tante voci delle minoranze linguistiche e delle testate diocesane, in piazza anche la consigliera nazionale della Fnsi Poljanka Dolhar e il segretario del Sindacato del Trentino Alto Adige, Rocco Cerone. “Senza contributo pubblico la comunità slovena in Italia resterebbe senza voce”, dice la redattrice del Primorski. “Tante piccole realtà che raccontano i territori lontani verranno cancellate, con un danno per i cittadini”, ribadisce Cerone.
A chiudere il presidio il presidente di Articolo21, Paolo Borrometi, giornalista sotto scorta per le sue inchieste sulla mafia. “Oggi siamo accanto a questi colleghi che vedono minacciato posto di lavoro. Loro, i colleghi di Radio Radicale e dei giornali locali, erano e sono accanto a noi cronisti minacciati quando c'è da raccontare le nostre storie. Senza il loro lavoro non ci sarebbe nessuna storia da raccontare e i cittadini non saprebbero quello che accade. Si vogliono colpire i giornali locali, che sono l'ossatura dell'informazione del Paese. Così si mette a rischio la possibilità per i cittadini di informarsi. E invece il giornalismo deve svolgere la funzione da cane da guardia della democrazia e deve essere messo nelle condizioni di farlo”.
ELEZIONI DELEGATI FVG A CONGRESSO FNSI
Si sono svolte domenica 16 e lunedì 17-12-18, a Trieste e Udine, le elezioni dei delegati del Friuli Venezia Giulia al 28.o congresso della Fnsi, che si terrà dal 12 al 14 febbraio 2019 a Levico Terme, in provincia di Trento.
Sono stati eletti tutti i nove delegati, sette professionali e due collaboratori, candidati nella lista “Uniti nell’Assostampa / Controcorrente”, che fa riferimento all’attuale maggioranza federale del segretario generale Raffaele Lorusso e del presidente Beppe Giulietti.
Nel dettaglio, ecco le preferenze.
PROFESSIONALI
Alessandro Martegani, 64 voti
Poljanka Dolhar, 46
Fabiana Martini, 44
Maurizio Bekar, 42
Nicola Filipovic Grcic, 37
Pietro Rauber, 35
Floriana Bulfon, 22
(Prima dei non eletti Silvia Savi, 9)
COLLABORATORI
Erica Culiat, 7 voti
Lorenzo Mansutti, 5
(Primo dei non eletti Roberto Cannalire, 3)
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Della delegazione del Friuli Venezia Giulia al congresso faranno parte anche Carlo Muscatello (presidente Assostampa Fvg e componente giunta esecutiva Fnsi), Luciano Ceschia (già segretario generale Fnsi) e Cristiano Degano (presidente Ordine Giornalisti Fvg).
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Sono stati anche eletti i delegati del Friuli Venezia Giulia al congresso dell’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati. Sono Patrizia Disnan (22 voti), Pietro Trebiciani (21), Valerio Morelli (20). Primo dei non eletti Pietro Villotta (2).
sabato 15 dicembre 2018
ASSOSTAMPA FVG, PARTE CAMPAGNA ISCRIZIONI 2019
Mentre è in corso nel Paese una campagna senza precedenti contro il dovere dei giornalisti di informare e il diritto dei cittadini a essere informati correttamente, parte la campagna iscrizioni 2019 all’Assostampa Fvg, articolazione territoriale della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani. Che in questa fase di attacco alla professione e di grandi trasformazioni, oltre che di pesante crisi del mondo dell’editoria e del giornalismo, non solo nel nostro Paese, rimane l’ultimo importante baluardo per la tutela dei diritti e della dignità dei giornalisti. Anche nel Friuli Venezia Giulia è dunque necessario rilanciare la campagna di sensibilizzazione e di iscrizione al sindacato dei colleghi, professionali e collaboratori, contrattualizzati e non contrattualizzati.
Sindacato che nella nostra regione ha le quote – rimaste invariate anche nel 2019 – più basse d’Italia. C’è anche la possibilità di richiedere l’iscrizione gratuita per giornalisti professionali e collaboratori disoccupati e/o in comprovate difficoltà economiche. Sono state anche mantenute le quote scontate per i nuovi iscritti, che erano state lanciate tempo fa, ma soltanto per un anno, a livello nazionale.
SE VUOI DIFENDERE LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE, AIUTA IL SINDACATO…
SE CONDIVIDI LA BATTAGLIA CHE IL SINDACATO DEI GIORNALISTI PORTA AVANTI PER LA DIFESA DELLA PROFESSIONE E CONTRO TUTTE LE LEGGI BAVAGLIO; SE VUOI DARE FORZA ALL’AZIONE DEL SINDACATO A FAVORE DELLE FASCE PIU’ DEBOLI DELLA CATEGORIA, DENTRO E FUORI DALLE REDAZIONI; SE VUOI CONTRIBUIRE ALLA DIFESA E AL RINNOVAMENTO DELLA PROFESSIONE; SE CREDI CHE AVERE UN SINDACATO UNITARIO DEI GIORNALISTI SIA UNA RISORSA
ISCRIVITI – E FAI ISCRIVERE I TUOI COLLEGHI – ALL’ASSOSTAMPA FVG (e se eri già iscritto lo scorso anno, non dimenticare di rinnovare la quota 2019).
Nel Fvg le quote per i giornalisti collaboratori sono di 45 euro, quelle per i professionali non contrattualizzati di 55 euro.
Invariata anche la quota dello 0.30 per i giornalisti professionali contrattualizzati e pensionati.
SOLTANTO PER I NUOVI ISCRITTI 2019 NON CONTRATTUALIZZATI: collaboratori 35 euro, professionali 45 euro.
(NB: professionali sono tutti i giornalisti professionisti, praticanti e i pubblicisti che svolgono comunque la professione giornalistica ai sensi dell’art. 2 dello Statuto Fnsi; collaboratori sono i pubblicisti che non rientrano nella precedente categoria).
Il pagamento della quota (per chi non versa già lo 0.30 in busta paga o con la pensione, avendo firmato l’apposita delega) può venir effettuato nei nostri uffici oppure con bonifico bancario:
Banca di Credito Cooperativo del Carso – ZKB, Riva Gulli, Trieste, IBAN IT 34 O 08928 02205 010000034417 (causale: quota 2019)
Monte dei Paschi di Siena, piazza della Borsa, Trieste, IBAN IT 50 H 01030 02230 000002958532 (causale: quota 2019)
PARTE LA CAMPAGNA ISCRIZIONI 2019 ALL’ASSOSTAMPA FVG
ARTICOLAZIONE TERRITORIALE DELLA FNSI, SINDACATO UNITARIO DEI GIORNALISTI ITALIANI
NEL FVG LE QUOTE PIU’ BASSE D’ITALIA
POSSIBILITA’ DI RICHIEDERE L’ISCRIZIONE GRATUITA PER GIORNALISTI – PROFESSIONALI E COLLABORATORI – DISOCCUPATI E IN COMPROVATE DIFFICOLTA’ ECONOMICHE, E INOLTRE…
QUOTE SCONTATE PER I NUOVI ISCRITTI
SE VUOI DIFENDERE LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE, AIUTA IL SINDACATO…
SE CONDIVIDI LA BATTAGLIA CHE IL SINDACATO DEI GIORNALISTI PORTA AVANTI PER LA DIFESA DELLA PROFESSIONE E CONTRO TUTTE LE LEGGI BAVAGLIO; SE VUOI DARE FORZA ALL’AZIONE DEL SINDACATO A FAVORE DELLE FASCE PIU’ DEBOLI DELLA CATEGORIA, DENTRO E FUORI DALLE REDAZIONI; SE VUOI CONTRIBUIRE ALLA DIFESA E AL RINNOVAMENTO DELLA PROFESSIONE; SE CREDI CHE AVERE UN SINDACATO UNITARIO DEI GIORNALISTI SIA UNA RISORSA
ISCRIVITI – E FAI ISCRIVERE I TUOI COLLEGHI – ALL’ASSOSTAMPA FVG
(e se eri già iscritto lo scorso anno, non dimenticare di rinnovare la quota 2019)
Nel Fvg le quote per i giornalisti collaboratori sono di 45 euro, quelle per i professionali non contrattualizzati di 55 euro
Invariata anche la quota dello 0.30 per i giornalisti professionali contrattualizzati e pensionati.
SOLTANTO PER I NUOVI ISCRITTI 2019 NON CONTRATTUALIZZATI:
collaboratori 35 euro, professionali 45 euro
(NB: professionali sono tutti i giornalisti professionisti, praticanti e i pubblicisti che svolgono comunque la professione giornalistica ai sensi dell’art. 2 dello Statuto Fnsi; collaboratori sono i pubblicisti che non rientrano nella precedente categoria).
Il pagamento della quota (per chi non versa già lo 0.30 in busta paga o con la pensione, avendo firmato l’apposita delega) può venir effettuato:
con bonifico bancario:
�. Banca di Credito Cooperativo del Carso – ZKB, Riva Gulli, Trieste,
IBAN IT 34 O 08928 02205 010000034417 (causale: quota 2019)
�. Monte dei Paschi di Siena, piazza della Borsa, Trieste,
IBAN IT 50 H 01030 02230 000002958532 (causale: quota 2019)
nei nostri uffici di Trieste (Corso Italia 13), di Udine (Filologica Friulana, via Manin 18) e di Pordenone (ProPordenone, viale Cossetti 20)
Informazioni, nuove convenzioni e servizi sui siti www.fnsi.it e www.assostampafvg.it ; allo 040-370371 o allo 040-370571, oppure nei nostri uffici di Trieste (Corso Italia 13, da lun a ven, h 9-15), Udine (via Manin 18, da lun a ven, h 10-12) e Pordenone (viale Cossetti 20, da lun a ven, h 10-13).
giovedì 13 dicembre 2018
LA MANIFESTAZIONE FNSI E ORDINE DAVANTI AL MISE
Giornalisti italiani di nuovo in piazza contro gli attacchi di alcuni esponenti del governo al pluralismo dell'informazione e per difendere la dignità del lavoro dei cronisti e i valori racchiusi nell'articolo 21 della Costituzione. «Il ministro di Maio ci ha convocato per oggi al Mise e noi siamo oggi davanti al ministero a ribadire il nostro no al precariato e il nostro sì al pluralismo dell'informazione. Ci è stato detto che si sarebbe parlato di equo compenso e precari, ma come si può parlare di lotta al precariato con chi lavora a interventi che creeranno più disoccupazione e più precariato? Interventi che costeranno il posto di lavoro a mille colleghi?», esordisce il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso.
«Se si convocano parti definite in precedenza 'sciacalli' e altro, prima bisogna fare un passo indietro, chiedere scusa, soprattutto a quei colleghi che sono pronti a mettersi a rischio pur di non rinunciare a informare. Senza rispetto e legittimazione reciproca, non ci si può sedere al tavolo. Oggi con Ordine e sindacato erano state convocate anche fantomatiche associazioni di precari: forse qualcuno pensava che questo incontro fosse l'occasione per farsi un selfie, come è successo con il tavolo per i rider. Noi non potevamo consentirlo. Serve innanzitutto rispetto per la categoria, senza quello ci sarebbe una sottomissione da parte nostra, ma noi non abbassiamo la testa davanti a nessuno», incalza Lorusso.
Al ministro e al sottosegretario si rivolge anche il presidente del Cnog, Carlo Verna, che ricorda: «Il giornalismo è per i governati non per i governanti. Caro ministro Di Maio, lei rappresenta il potere, di conseguenza deve cortesemente soggiacere alle regole della democrazia di cui l'informazione è un organo di controllo. I tagli lineari prospettati minacciano l'informazione al servizio dei cittadini. Non ha senso sedersi a un tavolo con chi dà i numeri senza voler fare un ragionamento critico. Per dirla in slang, 'cca nisciuno è fesso'».
In piazza anche i redattori di Radio Radicale, del Messaggero di sant'Antonio, del Manifesto e di Avvenire, l'Usigrai e i giornalisti delle reti e delle testate che lavorano in Rai senza avere il 'giusto contratto', rappresentanti dei giornali editi da cooperative o delle minoranze linguistiche che rischiano la chiusura con il paventato taglio dei fondo per l'editoria, videomaker indipendenti, colleghi precari e autonomi, alcuni cronisti e croniste minacciati per via del loro lavoro, come Stefano Andreone e Federica Angeli, costretta a vivere sotto scorta per le sue inchieste sulle infiltrazioni della criminalità sul litorale romano.
«Quando ho avuto bisogno della 'casta', come la chiamano, politici non ce n'erano. C'erano invece i colleghi giornalisti. Erano con me nelle aule di tribunale, a sfilare in piazza a Ostia. Vogliono colpire Radio Radicale, se la prendono con i piccoli giornali, dicono che vogliono tagliare i fondi ai 'giornaloni', ma non è vero», dice Angeli.
Mattia Motta, vicesegretario della Fnsi e presidente della Commissione nazionale lavoro autonomo del sindacato, osserva: «Il governo vuole sostenere i precari? Perché il ministro della Giustizia non approva le tabelle per la liquidazione giudiziale dei compensi? Il governo vuole sostenere i precari? Perché in ben due occasioni si è opposto all'abolizione dei cococo nel giornalismo? E, infine, se voglio applicare l'equo compenso sappiano che una legge esiste già». E il coordinatore della Commissione, Maurizio Bekar, ricorda: «Tutte le categorie di lavoratori autonomi hanno l'equo compenso tranne i giornalisti».
Il presidente dell'Assostampa del Friuli Venezia Giulia, Carlo Muscatello, ricorda le difficoltà cui andrebbe incontro il quotidiano in lingua slovena Primorski Dnevnik se il governo tagliasse il fondo per l'editoria. Il presidente dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti, Paolo Perucchini, evidenzia che anche in Lombardia senza il contributo pubblico numerose testate sarebbero costrette a chiudere. Laura Viggiano, del Sindacato unitario giornalisti della Campania, rammenta che «nella nostra regione sei testate sarebbero a rischio con il taglio al fondo per il pluralismo». Ezio Cerasi, segretario del Sindacato Giornalisti Abruzzesi si sofferma, infine, sul bavaglio ai cronisti rappresentato dal fenomeno sempre più preoccupante delle 'querele temerarie'.
Con i rappresentanti di sindacato e Ordine anche il vicepresidente di Casagit, Gianfranco Summo, e le associazioni, fra cui Amici di Roberto Morrione, Carta di Roma, l'Ucsi, Ungp e Articolo21, con la portavoce Elisa Marincola che annuncia: «Siamo stati e saremo in piazza ogni volta che l'informazione sarà sotto attacco» e la giornalista Antonella Napoli che legge il testo dell'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani, approvata il 10 dicembre 1948.
«Dobbiamo dire grazie al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che per ben sette volte nel giro di poche settimane ha sentito il bisogno di intervenire in difesa della libertà di stampa, segnale – conclude il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti – che evidentemente qualcosa non va. Questo sindacato e questo Ordine sono compatti e, uniti, ribadiscono al ministro e al governo che noi non trattiamo con chi insulta i giornalisti e vuole aumentare precari e disoccupati. Perché gli interventi annunciati non colpiscono i grandi giornali, ma le piccole realtà e questo significa spegnere voci preziose per la libertà di informazione. Dico con il rispetto che si deve alle istituzioni che si può essere critici e manifestare dissenso anche senza usare parole come 'puttane' e 'sciacalli'. Non si offende e si minaccia e poi si chiede una trattativa. Per questo noi oggi siamo in strada e non al tavolo del governo. E per questo la nostra protesta non si fermerà certo qui».
CONSEGNATO SAN GIUSTO D’ORO 2018 ALLA COMUNITÀ EBRAICA, TARGA AI RAGAZZI DEL PETRARCA
"Con il San Giusto d’Oro 2018 alla Comunità ebraica di Trieste l’Assostampa Fvg ricorda e onora, a ottant’anni dalle vergognose leggi razziali annunciate da Mussolini il 18 settembre 1938 proprio qui a Trieste, in piazza Unità, il grande contributo dato nel corso dei secoli dalla Comunità ebraica, decimata dopo le leggi razziali, alla crescita culturale ed economica del capoluogo giuliano. Un riconoscimento che forse arriva in ritardo, ma è quanto mai doveroso in un momento storico che purtroppo vede, in Italia e ovunque, diffondersi il razzismo e rinascere l’antisemitismo. Come se la tragica lezione del Novecento non ci avesse insegnato nulla".
Con queste parole Carlo Muscatello, presidente dell'Assostampa Fvg e componente della giunta esecutiva Fnsi, ha consegnato questa mattina ad Alessandro Salonicchio, presidente della comunità ebraica triestina, il San Giusto d'oro, premio nato nel 1967 su iniziativa del Gruppo Giuliano Cronisti, giunto quest'anno alla sua 52.a edizione, organizzato dal sindacato unitario dei giornalisti regionale con la collaborazione del Comune di Trieste e della Fondazione CrTrieste.
"Dopo tante edizioni in cui il premio è andato a personaggi, associazioni, aziende celebri - da Giorgio Strehler a Claudio Magris, da Gillo Dorfles a Susanna Tamaro, da Lelio Luttazzi alle Generali - negli ultimi anni abbiamo scelto di premiare chi ha portato alto il nome di Trieste pur restando lontano dalla luce dei riflettori: la psichiatria triestina, il prete di strada don Vatta, la Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin. Quest'anno, per la prima volta abbiamo voluto unire simbolicamente il ricordo di un passato tragico e la speranza di futuro rappresentata dagli studenti del Liceo Petrarca che hanno realizzato la mostra Razzismo in cattedra". Un concetto ribadito anche da Tiziana Benussi, presidente della Fondazione CrTrieste: "Anche per le mie origini familiari, tengo molto a dire quanto condivido la scelta di Assostampa: un riconoscimento importantissimo in questo momento storico”.
Il sindaco Dipiazza ha ricordato la recente posa della targa che ricorda la tragica promulgazione delle leggi razziali avvenuta ottant'anni fa. “Piano piano - ha detto il sindaco - stiamo creando le basi per favorire sempre più una vita insieme in prosperità, ricchezza e lavoro, rafforzando valori universali come la pace, la patria, la famiglia, l'educazione e il senso civico”.
“Con la targa ai ragazzi del Petrarca - ha evidenziato ancora Muscatello - vogliamo premiare la sensibilità e l’attenzione per la memoria degli studenti e dei loro insegnanti che hanno realizzato una mostra che parla del dramma e dei ‘sogni spezzati’ dei loro coetanei di ottant’anni fa. La mostra, dopo la grande affluenza registrata al Museo Sartorio, è stata proposta anche in altre città italiane, ora è ospitata al Museo della Shoah di Milano e tutto ciò dev’essere motivo d’orgoglio per Trieste”.
La targa è stata consegnata dal presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Fvg Cristiano Degano alle studentesse Bianca Esposito e Chiara Stefani, presenti in sala assieme ai compagni, alla preside Cesira Militello e alla prof. Sabrina Benussi. La statuetta è stata consegnata da Carlo Muscatello nelle mani del presidente della Comunità Ebraica Alessandro Salonichio e della prof. Fulvia Levi.
Parole di gratitudine sono venute sia dalla testimonianza della prof. Levi che da quelle di Salonichio, che ha evidenziato come, a seguito delle leggi razziali, “una delle più fiorenti e attive tra le comunità ebraiche italiane venne decimata nel numero e spogliata di gran parte delle sue risorse materiali e spirituali”. “La comunità - ha detto Salonichio - è riuscita comunque a risollevarsi, mantenendo viva la memoria di ciò che fu e persevera nel continuare a voler dimostrare la propria vivacità, promuovendo numerose iniziative culturali”.
Il presidente onorario dell’Assostampa Fvg Luciano Ceschia, già segretario generale della Fnsi, ha infine letto un indirizzo di saluto inviato dalla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, che evidenzia tra l'altro come “questo premio a una Comunità storicamente importante nella vita economica e culturale della città come quella ebraica e la targa per i professori e i ragazzi e ragazze del liceo Petrarca realizzano una sintesi virtuosa di passato e presente, storia e futuro. Il modo migliore per integrare quella memoria storica e critica che sola rende una comunità davvero civile, cioè multietnica, multiculturale e democratica”.
giovedì 29 novembre 2018
ANSA / EDITORIA, MUSCATELLO: NO TAGLIO FONDI MINORANZE LINGUISTICHE
(ANSA) - BRUXELLES, 27 NOV - "Il progetto di riduzione che poi diventa un azzeramento dei residui dei finanziamenti pubblici, va a colpire i giornali delle minoranze linguistiche" e in Fvg "la minoranza slovena in Italia". "Questo sarebbe un colpo mortale per esempio per il Primorsky Dnevik". Così il presidente dell'Assostampa Fvg Carlo Muscatello, a un convegno al Parlamento europeo. Andare a ridurre i fondi pubblici "ma che poi diventa azzerarli - secondo un emendamento del deputato siciliano dei M5S che il governo ha fatto proprio e che speriamo non passi - vorrebbe dire andare a togliere una tutela". Sulla stessa linea il presidente dell'Odg del Fvg, Cristiano Degano: così si "andrebbe a colpire proprio l'editoria debole che ha bisogno di questi fondi perché non sarebbe in grado di sostenersi da sola con le vendite dei giornali perché rappresenta la voce di una minoranza". Secondo Degano "azzerare questi fondi e costringere praticamente questi giornali alla chiusura significa creare nuova disoccupazione e ulteriore precariato".
SFIDE DEL GIORNALISMO, FNSI E ORDINE A BRUXELLES
Domani martedì 27-11-18 alle 15, a Bruxelles, al Parlamento europeo, si terrà il convegno “Le sfide del giornalismo europeo”. All’iniziativa - organizzata dall’europarlamentare Isabella De Monte - interverranno il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, il vicepresidente David Sassoli, il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti italiani Carlo Verna, il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana Raffaele Lorusso, Renate Schroeder, direttore della Federazione europea della stampa, il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia e coordinatore dei presidenti degli ordini regionali Cristiano Degano e il presidente dell’Assostampa Fvg e componente della giunta esecutiva Fnsi Carlo Muscatello.
“L’evento sarà incentrato su due temi - spiega De Monte -: la libertà di stampa e la tutela della professione giornalistica, oggi messe a dura prova dalla crisi dell’editoria, dallo strapotere delle grandi piattaforme di notizie online, ma anche dall’atteggiamento ostile nei confronti dei giornalisti di alcuni partiti e movimenti politici. Affronteremo quindi sia il tema della libertà di stampa, nella convinzione che non vi possa essere democrazia senza il pieno diritto a un’informazione libera e di qualità per i cittadini, ma anche gli aspetti più concreti legati alla professione giornalistica e alla crisi dell’editoria, che colpisce in particolare la stampa tradizionale, assottigliando i corpi redazionali e riducendo in modo sempre più preoccupante le tutele e i compensi dei giornalisti non contrattualizzati”.
“Su questi temi - aggiunge De Monte - si confronteranno i vertici della categoria in Italia e in Europa, per capire come la politica possa incidere a livello comunitario e nazionale per trovare soluzioni nuove e adatte alle esigenze dell’oggi, a beneficio non solo di chi fa informazione ma anche di chi ne usufruisce”.
venerdì 23 novembre 2018
FONDI PUBBLICI EDITORIA
«A qualche ora di distanza dall’ennesimo messaggio del Presidente della Repubblica sulla libertà di stampa, è stato depositato da un parlamentare dei Cinque Stelle un emendamento alla legge di Bilancio, che ci risulta sia fra quelli ammessi con il via libera del governo, nel quale si parla formalmente di riduzione progressiva della dotazione del fondo dell’editoria ma che, di fatto, porterebbe all’azzeramento di questo fondo, come i Cinque Stelle hanno da sempre dichiarato». Lo afferma il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, rilevando che «si sta cercando di portare a compimento un disegno di sostanziale indebolimento dell’informazione nel nostro Paese».
«Per il Primorski Dnevnik – aggiunge Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Fvg e componente della giunta esecutiva Fnsi – l’azzeramento dei contributi pubblici sarebbe un colpo mortale dopo che in oltre settant’anni di storia il giornale è sempre stato la voce stessa di una comunità. Se fino a oggi, in mezzo a tante ruberie, c’è stato un uso virtuoso dei denari pubblici a favore dell’editoria, ebbene, questo è il caso del quotidiano triestino della minoranza linguistica slovena. Un provvedimento che, se diventasse legge, andrebbe contro il dettato costituzionale e penalizzerebbe anche il Novi Glas, il Novi Matajur, la Voce del Popolo di Fiume e, in Alto Adige, il Dolomiten».
Fra le reazioni politiche, da segnalare la dura presa di posizione della senatrice del Pd Tatjana Rojc. “Faccio appello al Capo dello Stato: la minoranza linguistica slovena sta per essere imbavagliata e ammutolita, privata definitivamente dei suoi giornali che da oltre 70 anni raccontano la vita della nostra comunità.” Il grido di allarme “accorato” e “amareggiato” viene dall’esponente della minoranza linguistica slovena, che tra le migliaia di emendamenti alla legge di stabilità si è imbattuta in quello del deputato del M5s Adriano Varrica, che per conto del suo gruppo ha proposto un articolo aggiuntivo, il 59 bis, che propone “l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria”. Nel testo dell’emendamento, come riporta Rojc, “è prevista l’abrogazione di tutti i finanziamenti pubblici ai giornali della minoranza slovena e anche di altre minoranze.
Si tratta di un mortale colpo alla libertà di espressione per una delle minoranze storiche dell’Italia. Solo il fascismo era arrivato a questo punto. Il M5S, con un attacco senza precedenti nella storia repubblicana, vuole decretare l’abolizione della minoranza linguistica slovena che attraverso la libera stampa mantiene la propria identità. Mi appello al presidente Mattarella che, non più tardi due giorni fa a Merano, ha riaffermato che la libertà di stampa e la tutela delle minoranze linguistiche sono due valori importanti sanciti dalla Costituzione e che il rapporto tra tutela delle minoranze e la libertà di stampa è un elemento importante della nostra Repubblica. Non è soltanto un diritto fondamentale, ma è anche un interesse generale della Repubblica l’esigenza di tutelare le minoranze, le culture, le identità e insieme la libertà di stampa che richiede anche sostegni dello Stato”.
lunedì 12 novembre 2018
DOMANI MART 13-11 h12 PRESIDIO A TRIESTE
Basta attacchi ai giornalisti. Gli insulti e le minacce di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista non sono soltanto l’assalto a una categoria di professionisti, ma rappresentano anche e soprattutto il tentativo di scardinare l’articolo 21 della Costituzione e i valori fondamentali della democrazia italiana. Una prima risposta pubblica agli attacchi del vicepremier Di Maio e di quanti pensano di poter ridurre al silenzio l’informazione italiana è fissata per domani martedì 13 novembre 2018.
La Fnsi promuove in tutta Italia il flash mob #GiùLeManiDallInformazione, aperto non soltanto ai giornalisti, ma anche a cittadini e associazioni che considerano l’informazione un bene essenziale per la democrazia. All’iniziativa ha già aderito il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Il presidio si terrà in contemporanea, dalle 12 alle 13, nelle piazze dei capoluoghi di regione.
A Trieste l’appuntamento è domani alle 12 davanti alla Prefettura, in piazza Unità, organizzato da Assostampa Fvg, Ordine regionale giornalisti e Articolo 21 Fvg
«Ritrovarsi in piazza contemporaneamente – spiega Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – significa respingere tutti insieme attacchi volgari e inaccettabili contro l’informazione e i giornalisti. Ormai non si tratta più di episodi isolati, ma di azioni mirate a screditare una categoria di professionisti con lo scopo di disorientare l’opinione pubblica. Una forza politica, il Movimento 5 Stelle, che teorizza il superamento del Parlamento e della democrazia liberale, ha messo nel mirino i giornalisti e gli editori perché per realizzare questo progetto bisogna togliere di mezzo tutti gli organismi intermedi e impedire ai cittadini di conoscere. Soltanto un’informazione debole, docile o assente può consentire alla disinformazione di massa, veicolata attraverso gli algoritmi e le piattaforme digitali, di prendere il sopravvento e di manipolare il consenso e le coscienze dei cittadini. È un disegno al quale bisogna opporsi con forza».
L’appuntamento di domani a Trieste sarà l’occasione anche per presentare le iniziative di mercoledì 14 novembre. A Monfalcone, alle 17, nella Sala dei Santi Nicolò e Paolo (via Primo maggio 84), si terrà l’incontro “Il pluralismo nell’informazione è un valore: lo dice la Costituzione”. Interverranno Norma Rangeri, direttrice del Manifesto, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Aleksander Koren, direttore del Primorski Dnevnik, Paolo Borrometi, presidente di Articolo 21.
Introducono e coordinano Cristiano Degano, presidente Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, e Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg. Conclusioni di Fabiana Martini, coordinatrice Articolo 21 Fvg. L’incontro, aperto a tutti, è organizzato dall’Ordine dei giornalisti Fvg - che lo ha inserito nel programma di formazione professionale - con la collaborazione di Assostampa Fvg, Articolo 21 Fvg e Circolo della stampa di Trieste.
Avvenire, Manifesto e Primorski fanno parte del gruppo di quotidiani la cui sopravvivenza è messa a rischio dal progetto di azzeramento anche dei residui contributi pubblici all’editoria “debole” (cooperative, minoranze linguistiche, italiani all’estero...) annunciato recentemente dal governo.
Avvenire e Manifesto sono inoltre accomunati dalla recente e contestata decisione della sindaca di Monfalcone di eliminarli dalla lista di quotidiani a disposizione dei cittadini nella biblioteca comunale della città dei cantieri.
Sempre mercoledì 14 novembre, alle 21, a Trieste, alla Libreria Knulp (via Madonna del mare 7/a), verrà presentato il libro di Paolo Borrometi “Un morto ogni tanto - La mia battaglia contro la mafia invisibile”, uscito a fine ottobre e già ai vertici delle classifiche di vendita. L’incontro, organizzato da Articolo 21 Fvg assieme ad Assostampa Fvg, Ordine regionale dei giornalisti e Circolo della stampa di Trieste, con la collaborazione della Libreria Knulp, sarà introdotto e coordinato da Fabiana Martini, coordinatrice di Articolo 21 Fvg, assieme a Cristiano Degano e Carlo Muscatello, presidenti di Ordine e Assostampa Fvg. Sarà presente l’autore.
MERC 14-11 A MONFALCONE E TRIESTE
Mercoledì 14 novembre alle 17, a Monfalcone, nella Sala dei Santi Nicolò e Paolo (via Primo maggio 84), si terrà l’incontro “Il pluralismo nell’informazione è un valore: lo dice la Costituzione”. Interverranno Norma Rangeri, direttrice del Manifesto, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Aleksander Koren, direttore del Primorski Dnevnik, Paolo Borrometi, presidente di Articolo 21.
Introducono e coordinano Cristiano Degano, presidente Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, e Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg. Conclusioni di Fabiana Martini, coordinatrice Articolo 21 Fvg. L’incontro, aperto a tutti, è organizzato dall’Ordine dei giornalisti Fvg - che lo ha inserito nel programma di formazione professionale - con la collaborazione di Assostampa Fvg, Articolo 21 Fvg e Circolo della stampa di Trieste.
Avvenire, Manifesto e Primorski fanno parte del gruppo di quotidiani la cui sopravvivenza è messa a rischio dal progetto di azzeramento anche dei residui contributi pubblici all’editoria “debole” (cooperative, minoranze linguistiche, italiani all’estero...) annunciato recentemente dal governo.
Avvenire e Manifesto sono inoltre accomunati dalla recente e contestata decisione della sindaca di Monfalcone di eliminarli dalla lista di quotidiani a disposizione dei cittadini nella biblioteca comunale della città dei cantieri.
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Sempre mercoledì 14 novembre, alle 21, a Trieste, alla Libreria Knulp (via Madonna del mare 7/a), verrà presentato il libro di Paolo Borrometi “Un morto ogni tanto - La mia battaglia contro la mafia invisibile”, uscito a fine ottobre e già ai vertici delle classifiche di vendita. L’incontro, organizzato da Articolo 21 Fvg assieme ad Assostampa Fvg, Ordine regionale dei giornalisti e Circolo della stampa di Trieste, con la collaborazione della Libreria Knulp, sarà introdotto e coordinato da Fabiana Martini, coordinatrice di Articolo 21 Fvg, assieme a Cristiano Degano e Carlo Muscatello, presidenti di Ordine e Assostampa Fvg. Sarà presente l’autore.
Paolo Borrometi vive da anni sotto scorta per le minacce di morte ricevute dalla mafia. «Ogni tanto un murticeddu, vedi che serve! Per dare una calmata a tutti!» Nelle intercettazioni l’ordine è chiaro: la mafia chiede di uccidere il giornalista che indaga sui suoi affari. Ma questo non ferma Paolo Borrometi, che sul suo sito indipendente La Spia.it denuncia da anni gli intrecci tra mafia e politica e gli affari sporchi che fioriscono all’ombra di quelli legali. Dallo sfruttamento e dalla violenza che si nascondono dietro la filiera del pomodorino Pachino Igp alla compravendita di voti, dal traffico di armi e droga alle guerre tra i clan per il controllo del territorio. Le inchieste raccontate in questo libro compongono il quadro chiaro e allarmante di una mafia sempre sottovalutata, quella della Sicilia sud-orientale. Il tutto filtrato dallo sguardo, coraggioso e consapevole, di un giornalista in prima linea, costretto a una vita sotto scorta: alla prima aggressione, che lo ha lasciato menomato, sono seguite intimidazioni, minacce, il furto di documenti importantissimi per il suo lavoro, sino alla recente scoperta di un attentato che avrebbe dovuto far saltare in aria lui e la sua scorta. I nemici dello Stato contano sul silenzio per assicurarsi l’impunità, e sono disposti a tutto per mettere a tacere chi rompe quel silenzio.
Il primo libro di Borrometi è una denuncia senz’appello su un fenomeno ritenuto in declino e in realtà più pervasivo di sempre, da combattere anzitutto attraverso la conoscenza del nemico. Perché il potere della mafia, come diceva Paolo Borsellino, è anche un fenomeno sociale, fatto di atteggiamenti e mentalità passive contro cui l’unico antidoto è l’esempio della resistenza e della lotta.
Paolo Borrometi, nato a Ragusa nel 1983, laureato in Giurisprudenza, ha cominciato a lavorare al Giornale di Sicilia e ha poi fondato il sito di informazione e inchiesta La Spia. Oggi è un giornalista di Tv2000, collabora con l’agenzia Agi e con varie altre testate giornalistiche. Per il suo impegno di denuncia, ha ricevuto l’onorificenza motu proprio dal presidente della Repubblica. È presidente di Articolo 21, collabora con Libera, Fondazione Caponnetto e Cgil.
sabato 3 novembre 2018
SAN GIUSTO D’ORO ALLA COMUNITÀ EBRAICA DI TRIESTE, TARGA AI RAGAZZI DEL PETRARCA
Il San Giusto d'oro 2018 va alla Comunità Ebraica di Trieste, la targa speciale ai ragazzi del Liceo Petrarca che hanno realizzato la mostra “Razzismo in cattedra”. Il premio - nato nel 1967 su iniziativa del Gruppo Giuliano Cronisti e giunto alla 52a edizione - è organizzato dall'Assostampa Fvg, sindacato unitario dei giornalisti, con la collaborazione del Comune di Trieste e della Fondazione CrTrieste.
"Con il premio alla Comunità Ebraica - spiega Carlo Muscatello, presidente dell'Assostampa Fvg - i giornalisti triestini vogliono ricordare e onorare, a ottant’anni dalle vergognose leggi razziali, annunciate da Mussolini il 18 settembre 1938 proprio a Trieste, in piazza Unità, il grande contributo dato nel corso dei secoli dalla Comunità, decimata dopo le leggi razziali, alla crescita culturale ed economica del capoluogo giuliano. Un ricordo che forse arriva in ritardo, ma quanto mai doveroso in un momento storico che purtroppo vede, in Italia e ovunque, diffondersi il razzismo e rinascere l’antisemitismo. Come se la tragica lezione del Novecento non ci avesse insegnato nulla”.
“Con la targa ai ragazzi del Petrarca - aggiunge Muscatello - vogliamo invece premiare la sensibilità e l’attenzione per la memoria degli studenti e dei loro insegnanti che hanno realizzato una mostra, intitolata ‘Razzismo in cattedra’, che parla del dramma e dei ‘sogni spezzati’ dei loro coetanei di ottant’anni fa. La mostra, dopo la grande affluenza registrata al Museo Sartorio, verrà ora proposta anche in altre città italiane: ciò dev’essere motivo d’orgoglio per la città”.
Le scelte di quest’anno vogliono anche ribadire con forza la condanna delle violenze nazifasciste nella città macchiata e ferita dall’unico lager con forno crematorio sorto sul territorio italiano, la Risiera, e respingere le pulsioni razziste e i rigurgiti fascisti incompatibili con i valori costituzionali e l’assetto democratico del Paese.
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Comunità Ebraica di Trieste
Testimone e protagonista della vita di Trieste, la collettività ebraica insediata nella città giuliana ha accompagnato in oltre mille anni di cammino tutta la crescita, le contraddizioni e la storia tormentata della città, incarnandone le contrastate vicende, attraversandone le lacerazioni e impersonandone le speranze. Pagando infine il prezzo più alto quando l’Italia di Mussolini, proprio a partire dal tragico comizio di 80 anni fa in piazza Unità, tradì i suoi cittadini ebrei perseguitandoli e infine collaborando attivamente al loro sterminio.
Nella città multietnica e multiculturale, nella capitale italiana di tutte le identità e di tutte le minoranze, gli ebrei di Trieste hanno sempre rappresentato una presenza fortemente integrata. Nonostante la breve costituzione di un ghetto alla fine del Seicento gli ebrei triestini da sempre potevano possedere terreni e immobili in un clima di rispetto reciproco, non distinguendosi per segni particolari, difesi anzi dalla comunità cittadina, anche in alcuni tentativi di battesimo forzato. Con l’istituzione del Portofranco la comunità si era ulteriormente allargata e consolidata, ottenendo nel 1781 con l’Editto di Tolleranza la conservazione degli antichi privilegi accanto alle nuove concessioni. Le nuove idee portate dal diffondersi dell’illuminismo e della massoneria, oltre alle speranze scatenate dalla Rivoluzione francese, infiammarono le speranze pur tra i timori dei conservatori e dei più ortodossi.
La comunità offrì personalità importanti di intellettuali di spessore europeo furono Samuel David Luzzatto (esegeta e docente presso il Collegio rabbinico di Padova) e Benedetto Frizzi (medico). Grandi palazzi cittadini raccontano visivamente le fortune economiche di famiglie di banchieri come i Morpurgo o i Vivante; mentre una personalità di medico e di politico come fu a metà Ottocento Saul Formiggini può essere un ottimo esempio di ebreo emancipato, orgoglioso difensore delle sue radici ebraiche e aperto alle nuove idee liberali.
Innovativi anche in campo assicurativo furono personaggi come Giuseppe Lazzaro Morpurgo, alle origini delle Assicurazioni Generali, coadiuvato da personaggi come Samuele Minerbi e Marco Parente, per non dimenticare Leone Pincherle, Masino Levi e Marco Besso, ma tanti potrebbero ancora essere citati. Alla fondazione della Riunione Adriatica di Sicurtà lavorarono ugualmente molti esponenti di spicco della comunità ebraica, come Alessandro Daninos, e nella prima metà del Novecento non può essere dimenticata la figura di Arnoldo Frigessi di Rattalma.
In tutte queste imprese i nomi dei protagonisti mostrano poi l’intreccio fortissimo tra esponenti di tutte le principali comunità insediate, alleati fino alla Grande Guerra in una dinamica integrazione di mentalità ed interessi.
Tra Otto e Novecento spiccavano anche protagonisti di origine ebraica, ma ormai uscite volontariamente dalla fede dei padri, impegnate in ruoli di spicco nel dibattito politico sul fronte dell’irredentismo, da Felice Venezian a Camillo Ara a Teodoro Mayer, fondatore e primo editore e direttore del quotidiano “Il Piccolo”.
Se i nomi di Svevo e di Saba sono forse quelli più familiari per le loro radici ebraiche, sono state tante le figure a dare un contributo straordinario alla crescita della città: artisti e benefattori, politici e imprenditori, uomini e donne. La ferocia delle leggi razziste di 80 anni fa sconvolse psicologicamente e fisicamente, ma svelò soprattutto le fragilità di un’antica e continuamente minacciata convivenza. Quella formula che costituisce l’essenza e la ragione d’essere di Trieste, e che i triestini sono costantemente chiamati a riconquistare e a riaffermare.
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Mostra “Razzismo in cattedra”
Nell’anno scolastico 2017/2018, in occasione dell’ottantesimo anniversario della promulgazione da parte del regime fascista delle leggi razziali, la classe IV I linguistico del Liceo Petrarca ha svolto un progetto di Alternanza Scuola Lavoro in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste e con il Museo della Comunità Ebraica triestina Carlo e Vera Wagner. Gli studenti e le studentesse, guidati dalla prof. Sabrina Benussi, hanno fatto un’approfondita ricerca in archivi pubblici e privati, in particolare nell’Archivio di Stato, in quello della Comunità Ebraica e in quello del Liceo stesso: una volta individuate le persone espulse, in quanto colpevoli di appartenere alla “razza ebraica”, hanno seguito le loro tracce e riproposto quella tragedia attraverso toccanti testimonianze, efficacissimi ricordi, carte e fotografie. Da quest’incontro con tante storie apparentemente piccole che hanno fatto la Storia e a cui è stata finalmente ridata dignità, sono nati — grazie anche alla collaborazione di Tullio Ponziani, Matteo Perissinotto, Tullia Catalan e Annalisa Di Fant — la mostra “Razzismo in cattedra”, visitata da migliaia di persone e ora pronta a girare l’Italia, e il documentario “1938 Vita amara”, uno spaccato lucido ed emozionante di quegli anni diretto realizzato con la regia di Sabrina Benussi e con l’Associazione culturale Fuoritesto. I giovani e le giovani hanno approfondito una parte di storia che spesso viene tralasciata, hanno avuto un primo approccio a professioni come quella dello storico e del regista, ma soprattutto hanno imparato e insegnato alla città il dovere etico della memoria.
martedì 30 ottobre 2018
PRESENTAZIONE ALBUM GINO D’ELISO
Sabato 27 ottobre 2018 alle ore 18 alla Casa del Popolo di Via Ponziana 14 a Trieste il cantautore triestino Gino D'Eliso presenterà il nuovo cd “Valvole e vinile". Il nuovo album di inediti esce in occasione del cinquantenario di attività dell'artista che, nell’occasione ripercorrerà 5 decadi di musica attraverso parole, ricordi, aneddoti e musica, eseguendo dal vivo con l'accompagnamento di Edy Meola al sax alcuni estratti del nuovo album e alcuni dei suoi maggiori successi. Modererà il critico musicale e Presidente di Assostampa FVG Carlo Muscatello. Interverrà il giornalista Furio Baldassi. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 040774382, www.facebook.com/casadelpopolotrieste/
Gino D'Eliso è nato a Trieste - da genitori pugliesi - il 19 giugno 1951. Dopo il liceo classico, si è laureato in filosofia, con tesi di laurea in psicologia applicata, presso l'Università di Trieste ed ha poi seguito un biennio di specializzazione presso l'Università di Urbino. Ha lavorato come programmista/regista presso RTV Capodistria (1972>1976), presso la sede RAI di Trieste (1979>1986) e presso la RTV di Lugano (1984).Ha realizzato numerose sigle e colonne sonore - oltre che per committenti privati - per la RAI Regionale FVG e Nazionale, RTV Capodistria, RTV Lubiana, RTV Zagreb, RTV Beograd, RTV Sarajevo, RTV Berlin, RTV Koln, RTV ORF, RTV Lugano, S4C Wales, Channel Four (segnalazione sia come co-regista che come autore delle musiche originali al Premio Italia 1985). Ha lavorato per circa 30 anni presso l'ufficio Relazioni Esterne della Sincrotrone Trieste, occupandosi principalmente di grafica e della divulgazione scientifica tra gli studenti delle scuole superiori. Continua il suo lavoro di musicista, sia continuando a scrivere musica che divulgando e cercando di far conoscere la stessa ai giovani.
mercoledì 24 ottobre 2018
DOMANI FORCELLA STRIT AL TRIANON, NAPOLI
È l’antico motto del quartiere Forcella – «Siamo nati per fare il bene» – ad aver ispirato Abel Ferrara per la regia di «Forcella strit», lo spettacolo che domani, giovedì 25 ottobre, alle 21, inaugurerà il cartellone del teatro del popolo Trianon Viviani.
Ferrara, newyorkese del Bronx, ma con il sangue campano e la passione per questa terra trasmessa dalla sua famiglia, ritorna così a lavorare sul tema Napoli dopo nove anni di assenza e dopo un suo percorso esistenziale che lo ha portato a guardare con occhi nuovi e rinnovata sensibilità questa città, esprimendo con questa produzione teatrale internazionale il suo atto d’amore verso Napoli e Forcella.
Lo spettacolo nasce dall’incontro del regista americano con il suo amico Nino D’Angelo, che l’ha spinto a mettere in scena la sua idea di questa parte di città. Aiutato nella scrittura da Maurizio Braucci, scrittore tra i più apprezzati e autore di teatro e di molte sceneggiature per cinema e tv, supportato da Raffaele Di Florio, Abel Ferrara dà vita a uno spettacolo nello spettacolo in tre movimenti, dentro uno dei quartieri più emblematici di Napoli, ambientato tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo. Liberamente ispirato a Our Town di Thornton Wilder, Forcella strit racconta di una compagnia di giovani attori che mette in scena una bizzarra commedia musicale seguendo le indicazioni di un misterioso direttore. Tra un quadro e l’altro, mentre i personaggi vivono o perdono i loro amori, gli attori cercano di interloquire con il pubblico e ragionare con lui sulla messa in scena, all’insegna del motto «Ad bene agendum nati sumus», «Noi siamo nati per fare il bene», inciso sullo stemma del quartiere Forcella.
Ecco quindi in scena una storia d’amore lunga vent’anni, dal 1987 al 2007. Venti anni d’amore ma anche venti anni di eventi, accadimenti, fatti di cronaca e fatti privati che hanno come palcoscenico Forcella, ovvero la sua minuscola strada che costituisce tutto il quartiere, in uno scenario segnato dalla forza delle relazioni – a volte soffocanti, a volte avvolgenti –, racchiuso dalla parola napoletana «strit» («stretto») del titolo. Tutto inizia quella notte del maggio del 1987, la magica notte dello scudetto, quando l’intero quartiere si riversa in strada per una delle più trascinanti e coinvolgenti feste: un grande originale Carnevale dedicato a Maradona. E venti sono anche gli attori in scena, tutti napoletani, la maggior parte proprio di Forcella e del centro storico e molti dei quali non professionisti, scelti attraverso i laboratori formativi organizzati dal teatro in collaborazione con la Scabec, con il supporto di Davide Iodice e Fabrizio Varriale, che hanno curato il progetto pedagogico, e selezionati uno a uno dallo stesso Ferrara.
A fare da colonna sonora a questo racconto sono le canzoni, tra le più conosciute e le meno note, di Nino D’Angelo, come Ciucculatina d’ ‘a Ferrovia, Cafè cafè, Tengo ‘o sole, ‘A storia ‘e nisciuno e Mamma Preta.
«Torniamo al teatro Trianon Viviani a Forcella con un dramma originale del mio collaboratore e sceneggiatore, Maurizio Braucci, insieme al nostro amico geniale Nino D’Angelo, il direttore artistico del teatro, l’uomo responsabile di aver fatto confluire tutto e tutti», spiega Abel Ferrara. «Il dramma si concentra sulle persone semplici del quartiere e non su quelle che cercano di comparire in prima pagina – prosegue il regista –: voglio guardare la vita quotidiana, dalla nascita fino a oltre la morte, di quelle persone che hanno accettato il loro quartiere e non hanno alcun desiderio di lasciarlo o di elevarsi al di sopra di esso, desiderando invece di essere il tessuto della città: con una veduta della “napoletanità”, moderna e cinica ma anche toccante, con Maurizio ho guardato nello specifico la classe operaia del centro città e il modo in cui ci si inventa il lavoro qui». «Per interpretare e aiutare a creare il dramma qui al Trianon a Forcella abbiamo creato una compagnia composta da attori giovani di tutta Napoli – conclude Ferrara –: la musica è puro Nino D’Angelo, eseguita dal vivo dal suo musicista Massimo Gargiulo e rielaborata e resa parte integrante dello spettacolo da Nino stesso: ho fatto la regia insieme a Raffaele Di Florio, con l'aiuto del mio assistente di lunga data Jacopo Gonzales».
«Questa volta Nino D’Angelo ce l’ha fatta – sottolinea il presidente della Scabec Antonio Bottiglieri –. Aveva promesso al presidente Vincenzo De Luca che il Trianon Viviani avrebbe stretto un forte legame con i giovani di Forcella e oggi quella promessa è mantenuta: loro sono i protagonisti di questo nuovo progetto culturale e sociale». «De Luca per questo aveva voluto D’Angelo al Trianon e ha fatto bene – continua Bottiglieri –. D’Angelo a sua volta ha voluto per questo progetto, curato da Scabec e Databenc, Abel Ferrara e sicuramente anche lui ha fatto bene».
Oltre alla parte di produzione teatrale, Forcella strit prevede anche un progetto del fotoreporter Luciano Ferrara.
In scena Diletta Acanfora, Bruno Barone, Livia Bertè, Gennaro Cuomo, Daniela De Vita, Giovanni Esposito, Greta Domenica Esposito, Maria Esposito, Pierpaolo Ferruzzi, Piergiuseppe Francione, Giusy Freccia, Angela Garofalo, Vincenzo Iaquinangelo, Emanuele Iovino, Giuseppe Madonna, Vittorio Menzione, Monica Palomby, Giorgio Pinto, Federica Raimo, Daniele Vicorito ed Emanuele Vicorito.
Dopo la “prima” del 25 ottobre, Forcella strit sarà replicata venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 ottobre; quindi venerdì 2, sabato 3 e domenica 4 novembre. Tutte le recite sono alle 21, tranne quelle domenicali, programmate alle 18.
Per informazioni 081 2258285, www.teatrotrianon.org.
DOMANI ESCE LIBRO BORROMETI, A TRIESTE A NOV.
«Ogni tanto un murticeddu, vedi che serve! Per dare una calmata a tutti!» Nelle intercettazioni l’ordine è chiaro: Cosa Nostra chiede di uccidere il giornalista che indaga sui suoi affari. Ma questo non ferma Paolo Borrometi, che sul suo sito indipendente La Spia.it denuncia ormai da anni gli intrecci tra mafia e politica e gli affari sporchi che fioriscono all’ombra di quelli legali. Dallo sfruttamento e dalla violenza che si nascondono dietro la filiera del pomodorino Pachino Igp alla compravendita di voti, dal traffico di armi e droga alle guerre tra i clan per il controllo del territorio. Le inchieste raccontate in questo libro compongono il quadro chiaro e allarmante di una mafia sempre sottovalutata, quella della Sicilia sud-orientale. Il tutto filtrato dallo sguardo, coraggioso e consapevole, di un giornalista in prima linea, costretto a una vita sotto scorta: alla prima aggressione, che lo ha lasciato menomato, sono seguite intimidazioni, minacce, il furto di documenti importantissimi per il suo lavoro, sino alla recente scoperta di un attentato che avrebbe dovuto far saltare in aria lui e la sua scorta. I nemici dello Stato contano sul silenzio per assicurarsi l’impunità, e sono disposti a tutto per mettere a tacere chi rompe quel silenzio.
Il primo libro di Paolo Borrometi è una denuncia senz’appello su un fenomeno ritenuto in declino e in realtà più pervasivo di sempre, da combattere anzitutto attraverso la conoscenza del nemico. Perché il potere della mafia, come diceva Paolo Borsellino, è anche un fenomeno sociale, fatto di atteggiamenti e mentalità passive contro cui l’unico antidoto è l’esempio della resistenza e della lotta.
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PAOLO BORROMETI, nato a Ragusa nel 1983, laureato in Giurisprudenza, ha iniziato a lavorare al «Giornale di Sicilia» e ha poi fondato il sito di informazione e inchiesta «La Spia». Oggi è un giornalista di Tv2000, collabora con l’agenzia AGI e con varie altre testate giornalistiche. Per il suo impegno di denuncia, ha ricevuto l’onorificenza motu proprio dal presidente della Repubblica. È presidente di «Articolo 21», collabora con Libera, la Fondazione Caponnetto e con la Cgil.
mercoledì 10 ottobre 2018
DIRETTE FACEBOOK AL POSTO DELLE CONFERENZE STAMPA
Da mesi è in atto nel nostro Paese un attacco all’informazione, al dovere dei giornalisti di informare che è poi anche il diritto dei cittadini a essere informati. Segnali in questo senso arrivano purtroppo anche nel Friuli Venezia Giulia. Ieri, nelle redazioni delle testate regionali, è arrivato per esempio l'annuncio di una diretta Facebook del governatore Massimiliano Fedriga e del suo vice con delega alla Salute Riccardo Riccardi, sul tema della riforma del sistema sanitario regionale, in programma oggi alle 12.30. Annuncio accompagnato dall'invito agli operatori dell'informazione a seguire la trasmissione .
Ciò conferma purtroppo l'atteggiamento sempre più frequente di alcuni rappresentanti politici. Le conferenze stampa, nelle quali i giornalisti hanno la possibilità di fare delle domande, sono sostituite da "dichiarazioni alla stampa", dove non c'è alcuna possibilità di rivolgere domande, talvolta anche scomode. O, ancora meglio, da "dirette Facebook" dove non c'è neppure il contatto diretto con gli "operatori dell'informazione", invitati a seguire la trasmissione e a riportare semplicemente quanto preconfezionato dai protagonisti della diretta. Si chiama disintermediazione.
Si vuole così, come denunciato proprio ieri in una conferenza stampa a Roma da Ordine dei giornalisti, Fnsi e Usigrai, sterilizzare il ruolo del giornalista ed evitare le sue domande, magari imbarazzanti, affidandosi piuttosto a dichiarazioni via web studiate a tavolino da efficienti staff della comunicazione, in grado di raggiungere direttamente anche i cittadini, in primis i propri sostenitori. E in questo schema i giornalisti sembrano essere solo d'intralcio. Da qui i recenti attacchi alla categoria e la minaccia di sopprimere lo stesso Ordine dei giornalisti.
Non vogliamo con questo certo contrastare le nuove tecnologie o negare l'importante ruolo che hanno oggi i social nella comunicazione. Ben vengano allora anche le dirette Facebook, ma delle conferenze stampa. Dirette nelle quali tutti possano seguire non solo le dichiarazioni degli esponenti politici ma anche le domande dei colleghi con le relative risposte.
Non è una questione di difesa corporativa ma di democrazia.
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Cristiano Degano, presidente Ordine dei giornalisti Fvg
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Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg
martedì 2 ottobre 2018
IL COMUNE DI MONFALCONE CENSURA AVVENIRE E MANIFESTO / da Articolo 21
di Carlo Muscatello
Il Comune di Monfalcone censura Avvenire e Manifesto. Prima cancellando gli abbonamenti ai due quotidiani per la propria biblioteca comunale, adducendo risibili “ragioni economiche” (“un costo troppo oneroso - si era detto - rispetto al ristretto numero dei lettori"). Poi, dinanzi a una colletta fra i cittadini della città dei cantieri per il rinnovo degli abbonamenti, rifiutando comunque l’inserimento dei due quotidiani fra quelli a disposizione della cittadinanza, perché “non acquistati dall’amministrazione”.
Ci sarebbe da sorridere, se la questione non fosse seria e grave. Un amministratore pubblico, in questo caso un’amministratrice, la sindaca leghista Cisint, dovrebbe avere come primo riferimento la Costituzione della Repubblica e il bene dei cittadini. Sulla libertà d’informazione e la libera circolazione delle idee la nostra Carta è chiarissima, basta andare a rileggersi l’articolo 21. E il bene dei cittadini non può mai prescindere dal pluralismo di idee, opinioni e dunque giornali. Bisogna potersi informare liberamente, ascoltando e leggendo tutti, prima di fare le proprie libere scelte politiche. In democrazia funziona così.
A Monfalcone si vanno fra l’altro a colpire due giornali molto diversi, uno cattolico e l’altro comunista, accomunati però dal fatto di essere entrambi voci fuori dal coro, in netta e radicale opposizione alla politica del Comune in provincia di Gorizia nei confronti degli immigrati. Si ricordi che Monfalcone conta seimila stranieri su ventottomila residenti, il 22% del totale. Ma Cisint già in passato aveva dimostrato di non voler essere la sindaca di tutti, richiamandosi più alle politiche del partito che la esprime e al suo leader Salvini, che non ai principi e agli articoli di una Costituzione che, fino a prova del contrario, è ancora in vigore.
Il caso è diventato nazionale. La Monfalcone democratica e gli enti di categoria dei giornalisti, assieme a tutte le donne e gli uomini di buon senso, stanno rispondendo a questo grave episodio di censura. Tutti consapevoli che, quando un’amministrazione pubblica pretende di decidere che cosa il cittadino può o non può leggere, si è in presenza di un altro inquietante segnale della brutta stagione che stiamo vivendo. Si comincia con i giornali, non si sa mai dove si va a finire.
giovedì 27 settembre 2018
TUTTE LE 13 PUNTATE DI “BASAGLIA LIVE”
BASAGLIA LIVE
La musica che ha contribuito ad aprire il manicomio, 40 anni dopo la Legge 180
Quarant’anni dopo la legge che ha chiuso i manicomi, i concerti nel parco e nel teatrino di San Giovanni, a Trieste, che hanno contribuito ad abbattere il muro. Da Ornette Coleman agli Area, da Francesco Guccini a Franco Battiato, da Gino Paoli a Giorgio Gaslini, da ad Alberto Camerini a tanti altri, senza dimenticare il Premio Nobel Dario Fo: mappa degli eventi musicali e artistici che negli anni Settanta hanno attirato migliaia di giovani e meno giovani nel grande parco di San Giovanni, a Trieste, nel manicomio che stava per aprire le sue porte alla città.
Oggi sono passati quarant’anni dalla legge 180, che porta il nome di Franco Basaglia, scomparso nel 1980: ma non tutti ricordano che quella importante stagione che ha portato alla chiusura dei manicomi, e alla restituzione dei diritti di cittadinanza ai tanti “matti”, è passata anche attraverso la musica. Il jazz, il rock, la canzone d’autore, con alcuni dei loro più importanti protagonisti, hanno dato un grande contributo al raggiungimento di una conquista di civiltà.
Ecco allora la musica di quegli artisti, con ricordi “d’autore” e testimonianze dei protagonisti della grande stagione di cambiamento.
TUTTE LE 13 PUNTATE IN PODCAST SU www.sedefvg.rai.it
PRIMA PUNTATA
Il viaggio sulla rivoluzione basagliana a 40 anni dalla Legge 180 comincia con le parole di Franco Basaglia (Teche Rai, programma...). Poi ricordo di Ornette Coleman, che nel maggio 74 aprì la serie di concerti che contribuirono ad aprire il manicomio di San Giovanni, a Trieste. E interviste a Michele Zanetti, che da presidente della Provincia di Trieste portò Basaglia a Trieste, e al musicista Gabriele Centis.
SECONDA PUNTATA
Dopo la sigla “The fool on the hill”, dei Beatles, nella versione di Count Basie e le parole di Franco Basaglia (Teche Rai, programma...), il viaggio torna al concerto degli Area nel manicomio triestino di San Giovanni, nel giugno ‘74. Interviste a Patrizio Fariselli degli Area - protagonista pochi mesi fa di un concerto nel teatrino di San Giovanni - e a Franco Rotelli, psichiatra, primo erede e continuatore dell’opera di Basaglia.
TERZA PUNTATA
Prosegue il viaggio nella rivoluzione basagliana e nella musica che l’ha accompagnata. Dopo le parole di Franco Basaglia (Teche Rai, programma...), il concerto di Giorgio Gaslini del settembre viene ricordato con l’ausilio di una vecchia intervista e anche assieme al musicista Mario Fragiacomo, allievo del pianista e a sua volta protagonista di concerti nel manicomio. Intervista alla psichiatra Giovanna Del Giudice.
QUARTA PUNTATA
La sigla beatlesiana e le parole di Basaglia (Teche Rai, programma...) aprono come di consueto il programma. Con Moni Ovadia si ricordano i suoi concerti con il triestino Alfredo Lacosegliaz. Giancarlo Carena, presidente della cooperativa agricola Monte San Pantaleone, parla del parco di San Giovanni come è oggi e della rassegna da lui organizzata Rose Libri Musica e Vino, giunta quest’anno all’ottava edizione.
QUINTA PUNTATA
Dopo le parole di Basaglia (Teche Rai, programma Sul filo del lavoro, aprile 83), ricordo di un recente concerto di Flavio Giurato nel teatrino di San Giovanni, a Trieste. Poi collegamento con Massimo Cirri, voce di Caterpillar, RadioDue, ma anche psicologo con trascorsi lavorativi a San Giovanni. Il critico teatrale Roberto Canziani, con musiche di Dario Fo, parla delle esperienze teatrali nel manicomio triestino, prima e dopo la sua chiusura.
SESTA PUNTATA
Lo psichiatra Peppe Dell’Acqua è con il cantautore Gino Paoli il protagonista della puntata, che si apre come di consueto con le parole di Basaglia (Teche Rai, Siamo tutti fuori, 1977). Dopo il ricordo dei concerti di Franco Battiato nel vecchio manicomio, a partire dal settembre ‘74, Dell’Acqua - uno degli eredi di Basaglia - racconta la sua esperienza e poi chiacchiera con Gino Paoli, protagonista di vari concerti a San Giovanni e storico amico dei “basagliani”.
SETTIMA PUNTATA
Il ricordo del concerto di Francesco Guccini del luglio ‘79 nel parco di San Giovanni apre la puntata, dopo le parole di Basaglia (da “Il filo del lavoro”, aprile ‘83, Teche Rai). Gli ospiti sono il triestino Mario Luzzatto Fegiz, grande firma del Corriere della sera e volto tv, che parla delle sue visite nei manicomi di Trieste e Agrigento, e Alberta Basaglia, figlia dello psichiatra veneziano, che ricorda le sue esperienze a Gorizia e a Trieste.
OTTAVA PUNTATA
Un frammento di un’antica intervista di Sergio Zavoli a Franco Basaglia (Tv7, dicembre ‘68, Teche Rai) apre il programma. Dopo il ricordo del concerto a San Giovanni di Alberto Camerini (aprile ‘77), spazio alla chiacchierata con don Mario Vatta, fondatore e anima della Comunità San Martino al Campo e fra i primi collaboratori di Basaglia a Trieste, e alla giornalista Fabiana Martini, esperta dell’argomento.
NONA PUNTATA
Il cantautore triestino Gino D’Eliso ricorda la sua prima esibizione, giovanissimo, invitato da Franco Basaglia e dai suoi collaboratori dell’epoca, nel parco di San Giovanni, a Trieste, quando c’era ancora il manicomio. L’altro ospite è Angelo Venchiarutti, docente di diritto privato all’Università di Trieste, che spiega come la Legge 180, oltre a chiudere i manicomi, ha cambiato la situazione giuridica dei malati di mente.
DECIMA PUNTATA
Il percussionista e compositore friulano Andrea Centazzo, da molti anni residente negli Stati Uniti, ricorda il concerto nel parco di San Giovanni, a Trieste, con il quartetto di Giorgio Gaslini (settembre ‘74) e altre performance tenute all’interno del vecchio ospedale psichiatrico. Poi tocca a Roberto Colapietro raccontare l’ormai lunga storia della Clu, Cooperativa lavoratori uniti Franco Basaglia, di cui è stato presidente per diciotto anni.
UNDICESIMA PUNTATA
Il musicista Gabriele Centis, organizzatore del festival TriesteLovesJazz, giunta quest’anno alla dodicesima edizione, ricorda la rassegna jazz organizzata alla fine degli anni Ottanta con Enrico Rava (nato a Trieste), Franco D’Andrea, Bruno Biriaco e altri musicisti. Parola poi a Daniela Sala e Gabriella Lanza, giornaliste e videomaker, autrici del web-doc “Matti per sempre”, finalista lo scorso anno al Premio giornalistico Roberto Morrone.
DODICESIMA PUNTATA
Fra i tanti artisti che hanno suonato nel parco di San Giovanni, a Trieste, anche i Saint Just di Jenny Sorrenti, protagonisti nell’ottobre ‘74 di un concerto nel teatrino poi intitolato a Franca e Franco Basaglia. Poi parola allo psichiatra Piero Cipriani, autore del libro “Basaglia e le metamorfosi della psichiatria”. Chiusura della puntata con Roberto Mezzina, da anni direttore del Dipartimento di salute mentale di Trieste.
TREDICESIMA PUNTATA
Chiusura del viaggio di “Basaglia Live”, ascoltando nuovamente Peppe Dell’Acqua: con lui un piccolo bilancio dei quarant’anni passati dalla Legge Basaglia e le prospettive per il futuro. Ritornano anche alcune delle musiche che hanno costituito l’ossatura del programma, da Ornette Coleman agli Area, da Vasco Rossi a De Gregori. Finale con la versione originale, quella dei Beatles, di “The fool on the hill”, sigla di “Basaglia Live”.
mercoledì 26 settembre 2018
SI CONCLUDE OGGI “BASAGLIA LIVE”
Si conclude domani giovedì 27-9, alle 11.55, su Radio Rai Fvg, con la tredicesima e ultima puntata, il viaggio di “Basaglia Live”, il programma di Carlo Muscatello ascoltabile in streaming e in podcast anche su www.sedefvg.rai.it. Ospite della tredicesima e ultima puntata lo psichiatra Peppe Dell’Acqua, uno degli eredi di Franco Basaglia, con il quale verrà tracciato un piccolo bilancio dei quarant’anni trascorsi dalla Legge 180 e si parlerà delle prospettive per il futuro. Poi spazio alla musica che ha costituito l’ossatura del programma, con gli artisti che negli anni Settanta hanno suonato nel parco e nel teatrino di San Giovanni: da Ornette Coleman agli Area, da Gino Paoli a Battiato a Guccini... Finale con la versione originale, quella dei Beatles, di “The fool on the hill” (il matto sulla collina...), che in questi tre mesi è stata sigla del programma nella rilettura swing di Count Basie.
Quarant’anni dopo la legge 180 che ha chiuso i manicomi, “Basaglia Live” ha proposto quest’estate alla Rai regionale una mappa degli artisti e dei concerti nel parco e nel teatrino di San Giovanni, a Trieste, che dagli anni Settanta in poi hanno contribuito ad aprire l’ospedale psichiatrico. Da Ornette Coleman agli Area, da Francesco Guccini a Franco Battiato, da Gino Paoli a Giorgio Gaslini, da Moni Ovadia con Alfredo Lacosegliaz ad Alberto Camerini e tanti altri, senza dimenticare il Premio Nobel Dario Fo: molti eventi musicali e artistici che negli anni Settanta hanno attirato migliaia di giovani e meno giovani nel grande parco di San Giovanni, a Trieste, nel manicomio che stava aprendo le sue porte alla città. Oggi sono passati quarant’anni dalla legge 180, che porta il nome di Franco Basaglia: ma non tutti ricordano che quella importante stagione che ha portato alla chiusura dei manicomi, e alla restituzione dei diritti di cittadinanza ai tanti “matti”, è passata anche attraverso la musica. Il jazz, il rock, la canzone d’autore, con alcuni dei loro più importanti protagonisti, hanno dato un grande contributo al raggiungimento di una conquista di civiltà. Ecco allora la musica di quegli artisti, con ricordi “d’autore” e testimonianze dei protagonisti della grande stagione di cambiamento. Fra gli ospiti del programma - che è andato in onda tutti i giovedì di luglio, agosto e settembre - Alberta Basaglia, Gino Paoli, Moni Ovadia, Massimo Cirri, Peppe Dell’Acqua, Franco Rotelli, Michele Zanetti, Mario Luzzatto Fegiz, Andrea Centazzo, Patrizio Fariselli (Area), tanti altri...
venerdì 21 settembre 2018
VASCO BRONDI:OGGI IL SINGOLO, IL 5-10 L’ALBUM
È disponibile da oggi, venerdì 21 settembre, in radio e negli store digitali, il brano “MISTICA”, inedito che anticipa la pubblicazione dell’album “2008-2018, tra la via Emilia e la Via Lattea” (La Tempesta/Sony Music) in programma per il 5 ottobre.
La canzone è disponibile su Spotify al link https://sptfy.com/mistica .
“Mistica è un pezzo particolare e credo diverso da tutto quello che ho fatto fino ad ora – scrive Vasco Brondi - perché ogni volta che dopo lunghe pause mi rimetto a scrivere canzoni mi ritrovo sempre da un’altra parte. “Mistica” va già in un’altra direzione anche rispetto a Terra, ed è la storia di questa ragazza mondana e mistica che viaggia e che cerca, è la storia della sua ricerca, geografica e spirituale. In mezzo ci sono anche tracce di due poetesse che amo: Patrizia Cavalli e Isabella Leardini.
Mi piace che questo pezzo abbia mantenuto una sua leggerezza e che vi sia un grande contagio di musica elettronica, anche perché la “musica elettronica” è nel testo, nel ritornello, nell’invocazione di questa ragazza mondana e mistica”.
Venerdì 5 ottobre uscirà invece “2008-2018: TRA LA VIA EMILIA E LA VIA LATTEA”, un doppio album che racconta il viaggio delle Luci della centrale elettrica seguendo un percorso squisitamente musicale e diviso in due parti: sul primo cd trova posto una raccolta di quindici canzoni scelte tra quelle contenute nei dischi arricchita da “Mistica” e da una versione inedita di “Libera”, canzone scritta da Vasco Brondi per i Tre Allegri Ragazzi Morti.
Sul secondo cd c’è invece spazio per una rilettura molto particolare ed attuale di quindici canzoni del repertorio delle Luci impreziosite dalla presenza di due cover, una di Francesco De Gregori e una dei CCCP.
Un “live in studio” che nasce dal lavoro fatto negli ultimi sei mesi con la band formata da Rodrigo D’Erasmo (violino), Andrea Faccioli (chitarre), Daniel Plentz e Anselmo Luisi (percussioni), Daniela Savoldi (violoncello), Gabriele Lazzarotti (basso) e Angelo Trabace (pianoforte).
La stessa formazione accompagnerà Vasco nel primo tour teatrale della sua carriera, in programma tra novembre e dicembre. Un tour in cui si mescoleranno le canzoni scritte in questi dieci anni a letture e racconti.
Dopo dieci anni e centinaia di concerti, dai piccoli bar dei primi tempi ai grandi “spazi rock” degli ultimi tour, la scelta di spostarsi negli spazi teatrali è sembrata la più logica e coerente, assecondando proprio quell’evoluzione che riguarda anche la poetica delle canzoni e l’attenzione per l’aspetto musicale.
Dieci anni, cinque album, due libri, una graphic novel, una serie di incontri importanti da cui sono scaturite collaborazioni preziose per un’evoluzione artistica che non ha mai tradito quell’idea di libertà e di indipendenza, lontana dalla mode o dalle tendenze, che continua a contraddistinguere la produzione di Vasco Brondi.
L’illustrazione di copertina dell’album è stata realizzata da Nicola Magrin, già al lavoro con Vasco per il video di “Chakra” (https://youtu.be/t_bLhOdyaps).
Queste le date del tour, a grande richiesta si aggiungono due nuove date: a Roma (il 7 dicembre) e a Pesaro (il 5 gennaio):
sabato 17 novembre - FOLIGNO, Auditorium San Domenico
lunedì 19 novembre - FIRENZE, Teatro Obihall
venerdì 23 novembre - ROMA, Auditorium Parco della Musica
sabato 1 dicembre - BARI, Palamartino
domenica 2 dicembre - PESCARA, Teatro Massimo
venerdì 7 dicembre – ROMA, Auditorium Parco della Musica (NUOVA DATA!!!)
sabato 8 dicembre - TORINO, OGR Torino
lunedì 10 dicembre - MILANO, Auditorium di Milano
martedì 11 dicembre - BOLOGNA, Teatro Duse
sabato 15 dicembre - GENOVA, Teatro della Corte
domenica 16 dicembre - FERRARA, Teatro Comunale Abbado
giovedì 20 dicembre – REGGIO EMILIA, Teatro Valli
sabato 5 gennaio – PESARO, Teatro Rossini (NUOVA DATA!!!)
Le prevendite del tour, organizzato da IMARTS – International Music & Arts in collaborazione con Gibilterra Management, sono già attive, tutte le info sul sito www.leluci.org.
giovedì 20 settembre 2018
OGGI PRESENTAZIONE NUOVO DISCO DI GINO D’ELISO
Oggi venerdì 21 settembre 2018 alle 18 al Circolo della stampa di Trieste, Corso Italia 13, I piano, alla presenza dell'autore verrà presentato il nuovo cd “Valvole e vinile” del cantautore triestino Gino D'Eliso. Il nuovo album di inediti esce in occasione del cinquantenario di attività dell'artista che, nell’occasione ripercorrerà 5 decadi di musica attraverso parole, ricordi, aneddoti e musica, eseguendo dal vivo in versione acustica alcuni estratti del nuovo album e alcuni dei suoi maggiori successi. L'incontro sarà presentato dal presidente del Circolo della stampa di Trieste, Pierluigi Sabatti. Modererà il critico musicale e presidente di Assostampa Fvg Carlo Muscatello. Interverranno i giornalisti musicali Furio Baldassi e Gianfranco Terzoli. L'ingresso è libero e aperto a tutti fino a esaurimento posti.
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Gino D’Eliso nasce a Trieste il 19 giugno 1951 da una famiglia di origine pugliese. Dopo gli studi liceali classici, si iscrive nel 1969 alla facoltà di filosofia, laureandosi con una tesi di laurea sulla psicologia applicata con successivo dottorato di ricerca nella città di Urbino. All'età di sedici anni si esibisce insieme al suo primo gruppo, The Children (una band prevalentemente di cover), in un locale della città triestina.
Fa il suo debutto nel mondo della musica come solista nel 1976 con il disco Il mare, contenente otto brani e pubblicato dall'etichetta discografia Numero Uno che viene accolto positivamente dal pubblico, oltre a vincere il premio della critica come miglior paroliere esordiente. Alla produzione dell'album collaborano Claudio Pascoli, Paolo Donnarumma e altri musicisti. Partecipa anche alla sesta ed ultima edizione del Festival del proletariato giovanile, organizzata da Re Nudo. L'anno successivo conia il termine "Mitteleurock", cioè un genere musicale che collega il rock proveniente da Germania, Svizzera, Polonia e altri territori dell'ex Impero austro-ungarico. Nello stesso anno viene messo in commercio il LP Ti ricordi Vienna? per RCA Italiana. Il vinile, a cui ha collaborato l'arrangiatore scozzese Tony Mimms, viene ricordato successivamente dallo stesso D'Eliso con senso di scontentezza, in quanto il principale genere musicale scelto è il funky non nelle corde del cantautore.
Nel 1979 produce il long playing Revolver per l'omonimo gruppo triestino per la Philips Records e per la stessa casa discografica pubblica un nuovo vinile dal titolo Santi & Eroi (conosciuto anche come Santi ed Eroi) con distribuzione Phonogram. Tra gli altri, nell'album suonano Eugenio Finardi, Walter Calloni e Claudio Pascoli. Nello stesso anno subisce un incidente alle costole, dovendo rinunciare alla tournée programmata. Qualche mese dopo è l'opening act per i concerti dei Pooh.
Le nuove produzioni e il cambio
Agli inizi degli anni '80 vi è nella musica di D'Eliso uno sviluppo verso la musica mitteleurock, pubblicando nel 1980 il 45 giri Bigliardi/Mitteleurock per la Philips Records, registrato in uno studio del Galles.
Successivamente, la Warner acquista la Polygram e D'Eliso recede dal contratto. Per questo motivo, decide di inviare un demo alla Compagnia Generale del Disco con cui riceverà un nuovo accordo. Nel 1983 viene divulgato il LP Cattivi Pensieri per la CGD, ottenendo un buon successo dalla critica. Il long playing vende quota quaranta mila copie e il cantante inizia un tour sia in Italia che in Germania. Successivamente era già pronto un nuovo disco per il cantante, probabilmente in compact disc, ma a causa di dibattiti di carattere musicale sui testi non è mai uscito. Inoltre, nello stesso periodo, D'Eliso presenta i Luc Orient e Patrizia Pizzani alla casa discografica che li blocca, così il solista lascia l'etichetta. Nel 1983 partecipa anche all'edizione annuale di Un disco per l'estate. Fino al 1986 scrive colonne sonore e come co-regista riceve una segnalazione al Prix Italia.
Si trasferisce a Sarajevo, dove nel 1986 produce Una notte così del cantante Elio Pisak, pubblicato per l'etichetta jugoslava Jugoton, disco per cui scrive anche alcune canzoni. Inoltre, negli stessi anni è alle prese con la produzione di alcuni singoli. Successivamente, è coordinatore delle pubbliche relazioni di ELETTRA a Trieste, un centro di ricerca internazionale.
Dagli anni 2000
Nel 2001, dopo diciotto anni dall'ultimo disco, pubblica Europa Hotel per East Border Sound. Il produttore del CD è Edy Meola e contiene brani mai pubblicati prima. Successivamente, tiene alcuni concerti e incontri sulla musica nelle scuole della città natale.
Nel 2011 viene messo in commercio un album di D'Elso dal titolo Ridatemi i congiuntivi! per l'etichetta Mitteleurock Production con dieci brani inediti, di cui alcuni registrati nel 1979 e una rivisitazione di Canzone d'amore del 1984.
In occasione dei trentacinque anni dall'uscita di Santi & Eroi, esce una versiona ristampata per l'etichetta Universal Records. Nel marzo del 2014 va in onda su Rai 3 BIS FJK lo speciale "Gino D'Eliso & The Fabulous Rocker Boys" registrato nella città natale per la regia di Piero Pieri e nello stesso anno ricorda Miran Hrovatin nel film Saluti da Miran del regista Giampaolo Penco.
Discografia
LP
* 1976 – Il mare (Numero Uno)
* 1977 – Ti ricordi Vienna? (RCA Italiana)
* 1979 – Santi & Eroi (Philips Records)
* 1983 – Cattivi Pensieri (CGD)
45 giri
* 1976 – Il Mare/Emilio Barbone (Numero Uno)
* 1977 – Non saremo angeli/Ti ricordi Vienna (RCA Italiana)
* 1978 – Look/Pale Ale King (RCA Victor)
* 1979 – Come sempre primavera/L'ora del te (Philips Records)
* 1980 – Bigliardi/Mitteleurock (Philips Records)
* 1982 – Magari fosse natale/Yoli H (CGD)
Compact disc
* 1994 – Sinchrotunes: Suite Nr. 13 (Vegas)
* 2001 – Europa Hotel (EBS)
* 2011 – Ridatemi i congiuntivi! (Mitteleurock Production)
* 2018 - Valvole e vinile
LUIGI GRECHI DE GREGORI DOMANI E SABATO A TRICESIMO, UDINE
LUIGI “GRECHI” DE GREGORI torna live! La prima tappa sarà a TRICESIMO (UD) in occasione del “Madame Guitar – Festival Internazionale di Chitarra Acustica”, dove domani, venerdì 21 settembre, presenterà il graphic novel “La ballata di Woodie Guthrie” presso il ristorante La di boschet (ore 18:00), mentre sabato 22 settembre si esibirà in concerto presso il Teatro Garzoni (ore 20:30).
Queste le altre date: domenica 30 settembre a CREMONA in occasione del Festival “Corde e voci d’autore”, (ore 14:00 – Cremona Musica Acoustic Guitar Village); venerdì 5 ottobre a MILANO presso il The Boss (ore 22:00 – Piazzale Giovanni de Agostini, 8); venerdì 19 ottobre a TORINO presso il FOLK CLUB (ore 21:00 - Via Ettore Perrone, 3 bis).
Luigi “Grechi” De Gregori nasce musicalmente alla fine degli anni sessanta al Folkstudio di Roma, il mitico locale di Trastevere, che fu in quel periodo l’approdo di tutta una generazione musicale d’avanguardia (ci capitarono, fra gli altri, Odetta e Bob Dylan). Del tutto disinteressato alle mode e inguaribilmente attratto dalla musica dal vivo più che dalle sale di registrazione, dobbiamo attendere qualche anno per la pubblicazione del suo primo album “Accusato di libertà” (PDU 1975). E di libertà Grechi dimostrava veramente di intendersene parecchio: lo troviamo infatti in quegli anni a suonare in giro per festival alternativi e radio libere, locali e cantine: si dice, anche, a leggere i Tarocchi ai passanti e a viaggiare su e giù per l’Italia, l’Irlanda, gli Stati Uniti. A Milano fa anche il bibliotecario, come già suo padre e suo nonno, ma questo non gli impedisce di continuare a suonare e ad incidere brani corrosivi e spiazzanti come “Elogio del tabacco” o “Il mio cappotto”, splendidi esempi di discografia non allineata che, seppur lontanissimi dalla hit parade, cominciano a procurargli stima e attenzione da parte di un pubblico di nicchia dal palato fine. Verso la fine degli anni ottanta lo troviamo con qualche disco in più all’attivo e con l’attività di bibliotecario ormai alle spalle. È di questo periodo “Il Bandito e il Campione”, brano portato al successo dal fratello Francesco De Gregori (Grechi, per chi non lo sapesse, è un “nom de plume”), grazie al quale Luigi Grechi si aggiudica a Sanremo la Targa Tenco nel 1993 come miglior canzone dell’anno. Sull’onda di questo successo si snodano "Girardengo e altre storie", "Cosivalavita", "Pastore di Nuvole" ed infine "Angeli e Fantasmi". L’accusa di libertà continua a pendere sul suo capo. Partecipa a due tour italiani con i poeti della beat generation, accompagnando con la sua chitarra Lawrence Ferlinghetti e Martin Matz, e continua ad esibirsi su e giù per l’Italia fra festival, teatri di provincia e circoli culturali…Ha recentemente pubblicato una compilation delle sue canzoni, “Tutto quel che ho 2003-2013”, e la sua ultima impresa è stata la traduzione di “La ballata di Woody Guthrie”, un graphic novel di Nick Hayes uscito quest’anno e dedicato alla vita del grande folksinger.
Quando ha tempo vive in Umbria tra la pianura e le colline.
12a PUNTATA DI “BASAGLIA LIVE”
giovedì 20-9, alle 11.55, su Radio Rai Fvg, va in onda la dodicesima e penultima puntata di “Basaglia Live”, il programma di Carlo Muscatello, a cura di Assunta Cannatà, ascoltabile in streaming e in podcast anche su www.sedefvg.rai.it.
Si comincia con la musica dei Saint Just di Jenny Sorrenti, protagonisti nell’ottobre ‘74 di un concerto nel teatrino di San Giovanni, e tornati proprio quest’estate a Trieste, al Castello di San Gusto.
Poi parola allo psichiatra Piero Cipriano, autore del libro “Basaglia e le metamorfosi della psichiatria”. Chiusura della puntata con Roberto Mezzina, da anni direttore del Dipartimento di salute mentale di Trieste, che spiega come è organizzato sul territorio triestino il lavoro dei Centri di salute mentale.
Quarant’anni dopo la legge 180 che ha chiuso i manicomi, “Basaglia Live” sta proponendo quest’estate alla Rai regionale una mappa degli artisti e dei concerti nel parco e nel teatrino di San Giovanni, a Trieste, che dagli anni Settanta in poi hanno contribuito ad aprire l’ospedale psichiatrico. Da Ornette Coleman agli Area, da Francesco Guccini a Franco Battiato, da Gino Paoli a Giorgio Gaslini, da Moni Ovadia con Alfredo Lacosegliaz ad Alberto Camerini e tanti altri, senza dimenticare il Premio Nobel Dario Fo: molti eventi musicali e artistici che negli anni Settanta hanno attirato migliaia di giovani e meno giovani nel grande parco di San Giovanni, a Trieste, nel manicomio che stava aprendo le sue porte alla città. Oggi sono passati quarant’anni dalla legge 180, che porta il nome di Franco Basaglia: ma non tutti ricordano che quella importante stagione che ha portato alla chiusura dei manicomi, e alla restituzione dei diritti di cittadinanza ai tanti “matti”, è passata anche attraverso la musica. Il jazz, il rock, la canzone d’autore, con alcuni dei loro più importanti protagonisti, hanno dato un grande contributo al raggiungimento di una conquista di civiltà. Ecco allora la musica di quegli artisti, con ricordi “d’autore” e testimonianze dei protagonisti della grande stagione di cambiamento. Fra gli ospiti del programma - in onda tutti i giovedì di luglio, agosto e settembre - Alberta Basaglia, Gino Paoli, Moni Ovadia, Massimo Cirri, Peppe Dell’Acqua, Franco Rotelli, Michele Zanetti, Mario Luzzatto Fegiz, Andrea Centazzo, Patrizio Fariselli (Area), tanti altri...
LICEO PETRARCA DI TRIESTE CAPOFILA PROGETTO FNSI MIUR
Sono stati presentati nella Sala Tobagi della Fnsi, a Roma, i nuovi progetti di “Educare all’informazione”. Dopo la chiusura dell’iniziativa “A mano disarmata” c’è stato il lancio del nuovo progetto “I cantieri di parole”, in collaborazione con Fnsi, Miur e Associazione Carta di Roma.
Paolo Butturini, giornalista, segreteria Fnsi, ha sottolineato il ruolo del Miur nel promuovere progetti di sensibilizzazione nelle scuole su temi cruciali quali la lotta alla criminalità organizzata. Proprio grazie a esperienze di questo tipo entrano in contatto e fanno rete realtà diverse e geograficamente distanti che hanno modo di conoscersi e confrontarsi.
Carlo Muscatello, giornalista, giunta esecutiva e responsabile formazione Fnsi, ha evidenziato come, per gli studenti in età scolare, per la propria formazione sia sempre più importante anche l’informazione: «Per questo, nel secondo anno del progetto, abbiamo avviato in collaborazione con Associazione Carta di Roma i corsi “Cantieri di parole”, convinti del ruolo svolto dalla rivoluzione digitale soprattutto fra i più giovani. Il fine è quello di contribuire a creare cittadine e cittadini consapevoli». Muscatello ha ricordato le recenti parole del Presidente Mattarella e il caso degli studenti del Liceo Petrarca di Trieste - che sarà capofila del progetto di quest’anno -, la cui mostra sugli 80 delle leggi razziali annunciate da Mussolini proprio a Trieste ha creato ingiustificate polemiche nel capoluogo giuliano.
Tra i progetti sostenuti dal Miur vi è continuità, ha ribadito Paola Barretta, coordinatrice dell’Associazione Carta di Roma, l’obiettivo comune è di sviluppare un uso critico dei media e dei messaggi contenuti soprattutto nell’online, privo strutturalmente di una mediazione giornalistica.
«Non basta aver appreso la notizia di un fatto per potersi fare un’idea se lo stesso non viene poi contestualizzato, il rischio è che venga interpretato in maniera improvvisata. Il problema dei lettori è quello di essere, anche, formati - ha sottolineato il giornalista Renato Parascandolo, ideatore con Articolo 21 del concorso Rileggiamo l’articolo 21 della Costituzione - noi giornalisti dobbiamo fare una buona informazione ma anche trasmettere gli strumenti attraverso cui l’informazione possa diventare buona per chi la legge».
E, ha concluso Parascandolo, «in un mondo che sembra andare verso quanto diceva Nietzsche “Non esistono fatti ma solo interpretazioni” dobbiamo continuare in questi percorsi.
La testimonianza degli studenti, dei docenti e dei dirigenti coinvolti nella prima edizione di “Educare all’informazione”, in collaborazione con “A mano disarmata” sui temi della criminalità organizzata e della contraffazione è stata preziosa. I docenti e i dirigenti del Liceo Classico Garibaldi di Palermo e del Liceo Scientifico Spallanzani di Tivoli – Laura Bisso, Maria Vodola e Alessandra De Sanctis – hanno sottolineato l’impegno civile di iniziative che insegnano i fondamenti della democrazia. Gli studenti sono intervenuti con il “frutto” di riflessioni condivise con i giornalisti: tre filmati sul tema della contraffazione (che saranno presto disponibili online nel sito della Fnsi) che pongono al centro lo sguardo degli adolescenti nei confronti di un fenomeno subdolo, spesso poco presente nel dibattito pubblico ma penetrante e con ripercussioni gravi nelle vite dei cittadini.
mercoledì 19 settembre 2018
EDUCARE ALL’INFORMAZIONE, I PROGETTI MIUR-FNSI
Oggi 19-9-18 alle 10 doppio appuntamento nella sede della Federazione nazionale della Stampa italiana, a Roma, per illustrare le iniziative promosse da Fnsi, Miur e associazione Carta di Roma nell'ambito del progetto 'Educare all'informazione' sul ruolo dell'informazione nei percorsi scolastici. Paolo Butturini, della segreteria della Fnsi, presenterà, anche attraverso il racconto degli studenti coinvolti, i risultati della prima edizione del progetto 'A mano disarmata'.
Verrà quindi introdotto il programma della seconda edizione di 'Educare all'informazione', che si articolerà in un progetto, 'I cantieri di parole', con due obiettivi tematici. Del primo, 'Le sfide della comunicazione tra fake news e linguaggio di odio, tra nuovi linguaggi multimediali e facilità di accesso ai contenuti', parlerà Carlo Muscatello, componente della giunta esecutiva e responsabile formazione della Fnsi.
Sul secondo tema, 'Il ruolo dell'informazione nella prevenzione della diffusione di stereotipi e discriminazioni, per un uso critico del media', si soffermerà il presidente dell'associazione Carta di Roma, Valerio Cataldi.
Interverrà poi Renato Parascandolo, ideatore dell’iniziativa “Rileggiamo l’articolo 21 della Costituzione”, rivolta agli studenti e che ha coinvolto anche alcune scuole del Friuli Venezia Giulia.
Moderatrice della mattinata: la giornalista Paola Barretta, coordinatrice dell'associazione Carta di Roma.
lunedì 17 settembre 2018
SCRIVE VASCO BRONDI...
17 settembre 2018
Tra qualche giorno esce una canzone che si chiama Mistica, è la prima canzone che scrivo dopo Terra e ogni volta che dopo lunghe pause mi rimetto a scrivere canzoni, mi ritrovo da un’altra parte. Dentro c'è la storia di questa ragazza mondana e mistica che viaggia e che cerca, è la storia della sua ricerca, geografica e spirituale, nel testo ci sono anche tracce di due poetesse che amo, c’è un verso di Patrizia Cavalli e uno di Isabella Leardini ma non vi svelo niente.
Mi piace che questo pezzo abbia mantenuto una sua leggerezza e che vi sia un grande contagio di musica elettronica invocata in qualche modo anche nel testo.
Ci ho lavorato sempre con Fede Dragogna che ha prodotto il pezzo con me e suonato gran parte degli strumenti a parte le percussioni sempre affidate come in Terra a Daniel Plentz dei Selton. Nella stesura musicale iniziale mi sono fatto aiutare da Andrea Mangia, in arte Populous, che ha scritto la parte di ritmica elettronica.
Mistica è un’invocazione e una storia unica e qualunque di questi tempi di avventure solitarie e grandi progetti che a volte sembrano “preparativi per la prossima vita.”
Mistica accompagnerà un doppio disco, che uscirà il 5 ottobre: uno è una raccolta di questi dieci anni de Le luci della centrale elettrica e oltre a Mistica conterrà anche Libera, una canzone che avevo scritto per i Tre allegri ragazzi morti e che qui ho registrato a modo mio. Il secondo disco è un live in studio. Mentre preparavamo il tour nei teatri ho capito che volevo registrare queste nuove versioni di canzoni recenti e meno recenti rivissute, mettendoci in mezzo anche i CCCP e De Gregori.
Si chiamerà 2008/2018, tra la via Emilia e la Via Lattea, come il tour che faremo nei teatri tra novembre e dicembre.
Queste le date confermate:
sabato 17 novembre - FOLIGNO, Auditorium San Domenico
lunedì 19 novembre - FIRENZE, Teatro Obihall
venerdì 23 novembre - ROMA, Auditorium Parco della Musica
sabato 1 dicembre - BARI, Palamartino
domenica 2 dicembre - PESCARA, Teatro Massimo
venerdì 7 dicembre - ROMA, Auditorium Parco della Musica (NUOVA DATA!)
sabato 8 dicembre - TORINO, OGR Torino
lunedì 10 dicembre - MILANO, Auditorium di Milano
martedì 11 dicembre - BOLOGNA, Teatro Duse
sabato 15 dicembre - GENOVA, Teatro della Corte
domenica 16 dicembre - FERRARA, Teatro Comunale Abbado
giovedì 20 dicembre - REGGIO EMILIA, Teatro Valli
martedì 11 settembre 2018
BILANCIO DI TRIESTELOVESJAZZ A “BASAGLIA LIVE”
Gabriele Centis è il primo ospite, domani giovedì 13-9, alle 11.55, su Radio Rai Fvg, di “Basaglia Live”, il programma di Carlo Muscatello, a cura di Assunta Cannatà, ascoltabile in streaming e in podcast anche su www.sedefvg.rai.it. Il musicista triestino, oltre a fare un bilancio della dodicesima edizione di TriesteLovesJazz, di cui è direttore artistico, ricorda la rassegna e i concerti jazz con Enrico Rava (triestino di nascita), Franco D’Andrea, Bruno Biriaco e altri musicisti, organizzati negli anni Ottanta nel parco del manicomio di San Giovanni, a Trieste. Seconda parte della puntata dedicata a Daniela Sala e Gabriella Lanza, giornaliste e videomaker, autrici del webdoc “Matti per sempre”, finalista lo scorso anno al premio giornalistico intitolato a Roberto Morrione.
Quarant’anni dopo la legge 180 che ha chiuso i manicomi, “Basaglia Live” sta proponendo quest’estate alla Rai regionale una mappa degli artisti e dei concerti nel parco e nel teatrino di San Giovanni, a Trieste, che dagli anni Settanta in poi hanno contribuito ad aprire l’ospedale psichiatrico. Da Ornette Coleman agli Area, da Francesco Guccini a Franco Battiato, da Gino Paoli a Giorgio Gaslini, da Moni Ovadia con Alfredo Lacosegliaz ad Alberto Camerini e tanti altri, senza dimenticare il Premio Nobel Dario Fo: molti eventi musicali e artistici che negli anni Settanta hanno attirato migliaia di giovani e meno giovani nel grande parco di San Giovanni, a Trieste, nel manicomio che stava aprendo le sue porte alla città. Oggi sono passati quarant’anni dalla legge 180, che porta il nome di Franco Basaglia: ma non tutti ricordano che quella importante stagione che ha portato alla chiusura dei manicomi, e alla restituzione dei diritti di cittadinanza ai tanti “matti”, è passata anche attraverso la musica. Il jazz, il rock, la canzone d’autore, con alcuni dei loro più importanti protagonisti, hanno dato un grande contributo al raggiungimento di una conquista di civiltà. Ecco allora la musica di quegli artisti, con ricordi “d’autore” e testimonianze dei protagonisti della grande stagione di cambiamento. Fra gli ospiti del programma - in onda tutti i giovedì di luglio, agosto e settembre - Alberta Basaglia, Gino Paoli, Moni Ovadia, Massimo Cirri, Peppe Dell’Acqua, Franco Rotelli, Michele Zanetti, Mario Luzzatto Fegiz, Andrea Centazzo, Patrizio Fariselli (Area), tanti altri...
FNSI A CONGRESSO, INFORMAZIONE SOTTO ATTACCO (da newsletter Ordine Giornalisti Fvg)
di Carlo Muscatello*
Dal 5 al 7 febbraio 2019, a Levico Terme, in provincia di Trento, il sindacato unitario dei giornalisti italiani va a congresso. Entro il 21 dicembre anche i colleghi iscritti all’Assostampa Fvg, articolazione territoriale della Fnsi, saranno dunque chiamati al voto, per indicare i delegati regionali al congresso.
Un congresso che si svolge in una situazione di grande difficoltà per la nostra categoria e per tutta l’informazione italiana. Non è più soltanto la situazione di grave crisi che attanaglia ormai da anni il settore: l’emorragia di posti di lavoro, la precarizzazione anche del lavoro contrattualizzato, la piaga stessa del precariato, la pesante crisi dell’Inpgi. E poi le minacce ai cronisti, le querele temerarie, i crescenti carichi di lavoro in redazioni sempre più sguarnite, i collaboratori pagati pochi euro (lordi) ad articolo...
Tutto purtroppo drammaticamente vero e reale, ma la novità è che oggi siamo anche in presenza di un vero e proprio attacco all’informazione, che a volte arriva persino da parte di chi rappresenta quelle istituzioni democratiche di cui una libera informazione dovrebbe sempre essere da tutti riconosciuta come un caposaldo fondamentale e insostituibile. Chi ci dovrebbe tutelare e difendere purtroppo si schiera, nei fatti, contro il sistema di pesi e contrappesi che regge l’informazione e ne dovrebbe garantire l’autonomia.
Ci eravamo lasciati prima della pausa agostana con le nemmeno tanto velate minacce di Vito Crimi, sottosegretario all’Editoria, di scioglimento del nostro Ordine. Crimi che peraltro non avrebbe nemmeno competenza in una materia soggetta al ministro di Grazia e Giustizia.
Da chi ha la delega in materia di Editoria – rispondemmo allora come sindacato dei giornalisti – ci saremmo attesi l'annuncio di una prossima riforma del settore, un sostegno a chi contrasta il lavoro precario, un rinnovato impegno a sostenere chi, come Carlo Verna e le colleghe e i colleghi dell'Ordine nazionale e di quelli regionali, sono impegnati in un faticoso processo di autoriforma, di tutela dell'articolo 21 della Costituzione e della libertà di informazione, di contrasto al linguaggio dell'odio e alle centrali della disinformazione organizzata e finalizzata alla distruzione della funzione di mediazione tipica del giornalista. E invece...
Invece al congresso ci troveremo anche a dover difendere i nostri enti di categoria, ultimo e necessario avamposto per la tutela del nostro lavoro, del diritto dei cittadini di essere informati e del dovere dei giornalisti di informare. E proprio il lavoro, assieme all’atteso e non più rinviabile rinnovo del contratto scaduto da anni, sarà necessariamente il tema centrale di un congresso che si preannuncia molto importante.
*presidente Assostampa Fvg, componente giunta Fnsi
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