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lunedì 12 novembre 2018
MERC 14-11 A MONFALCONE E TRIESTE
Mercoledì 14 novembre alle 17, a Monfalcone, nella Sala dei Santi Nicolò e Paolo (via Primo maggio 84), si terrà l’incontro “Il pluralismo nell’informazione è un valore: lo dice la Costituzione”. Interverranno Norma Rangeri, direttrice del Manifesto, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Aleksander Koren, direttore del Primorski Dnevnik, Paolo Borrometi, presidente di Articolo 21.
Introducono e coordinano Cristiano Degano, presidente Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, e Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg. Conclusioni di Fabiana Martini, coordinatrice Articolo 21 Fvg. L’incontro, aperto a tutti, è organizzato dall’Ordine dei giornalisti Fvg - che lo ha inserito nel programma di formazione professionale - con la collaborazione di Assostampa Fvg, Articolo 21 Fvg e Circolo della stampa di Trieste.
Avvenire, Manifesto e Primorski fanno parte del gruppo di quotidiani la cui sopravvivenza è messa a rischio dal progetto di azzeramento anche dei residui contributi pubblici all’editoria “debole” (cooperative, minoranze linguistiche, italiani all’estero...) annunciato recentemente dal governo.
Avvenire e Manifesto sono inoltre accomunati dalla recente e contestata decisione della sindaca di Monfalcone di eliminarli dalla lista di quotidiani a disposizione dei cittadini nella biblioteca comunale della città dei cantieri.
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Sempre mercoledì 14 novembre, alle 21, a Trieste, alla Libreria Knulp (via Madonna del mare 7/a), verrà presentato il libro di Paolo Borrometi “Un morto ogni tanto - La mia battaglia contro la mafia invisibile”, uscito a fine ottobre e già ai vertici delle classifiche di vendita. L’incontro, organizzato da Articolo 21 Fvg assieme ad Assostampa Fvg, Ordine regionale dei giornalisti e Circolo della stampa di Trieste, con la collaborazione della Libreria Knulp, sarà introdotto e coordinato da Fabiana Martini, coordinatrice di Articolo 21 Fvg, assieme a Cristiano Degano e Carlo Muscatello, presidenti di Ordine e Assostampa Fvg. Sarà presente l’autore.
Paolo Borrometi vive da anni sotto scorta per le minacce di morte ricevute dalla mafia. «Ogni tanto un murticeddu, vedi che serve! Per dare una calmata a tutti!» Nelle intercettazioni l’ordine è chiaro: la mafia chiede di uccidere il giornalista che indaga sui suoi affari. Ma questo non ferma Paolo Borrometi, che sul suo sito indipendente La Spia.it denuncia da anni gli intrecci tra mafia e politica e gli affari sporchi che fioriscono all’ombra di quelli legali. Dallo sfruttamento e dalla violenza che si nascondono dietro la filiera del pomodorino Pachino Igp alla compravendita di voti, dal traffico di armi e droga alle guerre tra i clan per il controllo del territorio. Le inchieste raccontate in questo libro compongono il quadro chiaro e allarmante di una mafia sempre sottovalutata, quella della Sicilia sud-orientale. Il tutto filtrato dallo sguardo, coraggioso e consapevole, di un giornalista in prima linea, costretto a una vita sotto scorta: alla prima aggressione, che lo ha lasciato menomato, sono seguite intimidazioni, minacce, il furto di documenti importantissimi per il suo lavoro, sino alla recente scoperta di un attentato che avrebbe dovuto far saltare in aria lui e la sua scorta. I nemici dello Stato contano sul silenzio per assicurarsi l’impunità, e sono disposti a tutto per mettere a tacere chi rompe quel silenzio.
Il primo libro di Borrometi è una denuncia senz’appello su un fenomeno ritenuto in declino e in realtà più pervasivo di sempre, da combattere anzitutto attraverso la conoscenza del nemico. Perché il potere della mafia, come diceva Paolo Borsellino, è anche un fenomeno sociale, fatto di atteggiamenti e mentalità passive contro cui l’unico antidoto è l’esempio della resistenza e della lotta.
Paolo Borrometi, nato a Ragusa nel 1983, laureato in Giurisprudenza, ha cominciato a lavorare al Giornale di Sicilia e ha poi fondato il sito di informazione e inchiesta La Spia. Oggi è un giornalista di Tv2000, collabora con l’agenzia Agi e con varie altre testate giornalistiche. Per il suo impegno di denuncia, ha ricevuto l’onorificenza motu proprio dal presidente della Repubblica. È presidente di Articolo 21, collabora con Libera, Fondazione Caponnetto e Cgil.
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