martedì 30 aprile 2019

GIORNALI E GIORNALISTI, LE CIFRE DEL CROLLO / da newsletter Ordine Fvg

NECESSARIO UN SOSTEGNO ALL’EDITORIA IN UNA FASE DI CRISI DRAMMATICA ECCO TUTTE LE CIFRE DEL CROLLO di Carlo Muscatello* I giornalisti contrattualizzati “articolo 1” sono passati in pochi anni da 18.800 a poco più di 15.000. Nel frattempo, i giornalisti che percepiscono una pensione Inpgi sono saliti da 4.200 a 7.200. E il trend non sembra destinato a invertirsi. Inoltre, nel mese di dicembre 2018, la vendita di quotidiani (copie cartacee e digitali) è stata di poco superiore ai 2,7 milioni di copie, in flessione dell'8% rispetto allo stesso mese del 2017 (dati dell'Osservatorio sulle Comunicazioni, diffusi dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni). Nel periodo dicembre 2014 - dicembre 2018, le copie cartacee giornaliere complessivamente vendute dai principali editori si sono ridotte del 31%, passando da 2,7 a 1,8 milioni di unità. Sta innanzitutto in queste drammatiche cifre la crisi del nostro istituto di previdenza, della nostra professione, dell’informazione in Italia. I tentativi per salvare l’Inpgi proseguono senza sosta, anche se ogni giorno che passa rischia di diventare un giorno perso. Il destino della nostra professione, stretta fra rivoluzione digitale e crisi economica, sembra invece infilato in un tunnel alla fine del quale c’è solo un grande punto interrogativo. La libera informazione va difesa sempre e comunque. La Fnsi ha ribadito al governo la richiesta di una moratoria del taglio dei contributi, perché se di sostegno all’editoria si deve discutere al tavolo degli Stati generali dell’editoria, bisogna partire dalla presa d’atto che il taglio è già avvenuto. La richiesta all’esecutivo è quella di avviare contestualmente una profonda riflessione sulla salvaguardia di tanti posti di lavoro. Il sindacato è anche certo del fatto che i tagli all’editoria non sono soltanto una perdita di risorse e posti di lavoro, ma rappresentano l’inizio della riduzione degli spazi di libertà, di tutte le minoranze, delle voci delle comunità di lingua straniera. Un tema che nel Friuli Venezia Giulia è molto presente e sentito. Attaccando giornalisti e libera informazione si colpisce anche la democrazia, si riducono le occasioni per i cittadini di informarsi correttamente per poter poi esprimere una propria scelta ragionata e consapevole. Per questi e tanti altri motivi, come sindacato dei giornalisti siamo innanzitutto con il Presidente Mattarella, che negli ultimi mesi è intervenuto ben otto volte sull’importanza della libertà di informazione. *presidente Assostampa Fvg

lunedì 29 aprile 2019

FOREVER BOSS / su Fegiz Files, Corriere della sera

FOREVER BOSS Un'automobile, una strada che taglia il deserto, i suoni e le atmosfere che richiamano il sole, la California, gli anni magici a cavallo fra i Sessanta e l'alba dei Settanta. "Hello sunshine" profuma di serenità, di ritorno a casa, di nostalgia per anni ormai lontani. E sembra anche figlia di quei 165 concerti "intimi", 948 spettatori per sera, tenuti in un teatro di Broadway negli ultimi mesi dell'anno scorso. Già allora si era avvertita una necessità inedita di raccontarsi, quasi di fare un passo indietro, non dico di deporre le armi (del rock) ma quasi. Impressione che esce rafforzata da questo brano. Vedremo a giugno, con l'album, se il guerriero è in effetti un po' stanco. O se ha solo voglia di svernare al sole della California. A settembre ne fa settanta, il viaggio verso Ovest può essere ancora foriero di nuove suggestioni. di Carlo Muscatello

sabato 27 aprile 2019

TRIESTE, MARATONA SENZA AFRICANI / su Art21

di Carlo Muscatello Nessun atleta africano parteciperà dal 2 al 5 maggio alla Trieste Running Festival, la maratona erede di quella Bavisela finita anni fa nelle aule di tribunale. Lo hanno annunciato gli organizzatori in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato fra gli altri il governatore del Friuli Venezia Giulia Fedriga, il sindaco di Trieste Dipiazza e il suo vice Polidori, tristemente noto per aver gettato mesi fa le coperte di un clochard in un cassonetto. La scusa: gli atleti africani che di solito partecipano - e vincono - sono sfruttati da manager senza scrupoli. In passato, raccontano gli organizzatori per supportare la loro scelta, è successo persino che un vincitore non avesse nemmeno i soldi per comprare il biglietto del treno per tornare a casa, in un’altra città del nord Italia. Strano e grave modo di procedere. Se si ha notizia di un reato, e sfruttare un uomo ovviamente lo è, si va in procura e lo si denuncia. O almeno ci si rivolge alla federazione sportiva. Non si escludono da una gara tutti i potenziali sfruttati, operando una discriminazione su base etnica. Invece di aiutare e proteggere gli atleti africani, li si esclude. Meraviglia doverlo ricordare nel 2019, nella “civilissima Trieste”. La stessa città dove Mussolini il 18 settembre 1938 annunciò in una piazza dell’Unità festante le vergognose leggi razziali. Qualcuno ha ricordato che persino Hitler, alle Olimpiadi del 1936, dovette “sopportare” i trionfi davanti al suo podio del nero Jesse Owens. Una scelta di apartheid, insomma. Ma gli organizzatori hanno dichiarato al Tgr Rai che così dicono “stop allo sfruttamento di ragazzi tanto veloci quanto sconosciuti, che gareggiano ogni settimana in giro per tutta Europa per gettoni di presenza e premi che per la maggior parte vengono incassati dai manager, quasi tutti italiani. L’anno scorso il vincitore non aveva nemmeno i soldi per pagarsi il treno per tornare a casa, nonostante il successo. Quest’anno abbiamo deciso di accogliere soltanto atleti europei affinché vengano presi dei provvedimenti che regolamentino quello che è attualmente un mercimonio di atleti africani di altissimo valore, che vengono semplicemente sfruttati e questa è una cosa che non possiamo più accettare”. Dura la presa di posizione del segretario regionale del Pd, Cristiano Shaurli: “Mancava questo al Friuli Venezia Giulia: essere la Regione che non fa correre gli atleti africani. Con motivazioni che hanno un retrogusto d’ipocrisia all’ennesima potenza, la nostra regione apre la stagione della discriminazione nello sport. Nemmeno si prova a risolvere i problemi di sfruttamento che vengono accampati, e si sceglie di annunciare con becera soddisfazione, con la benedizione del presidente Fedriga e dell’assessore Roberti, una corsa “senza africani” come fosse un vanto. Le colpe di manager disonesti, che peraltro andrebbero denunciati alla federazione e alle autorità competenti, vengono fatte ricadere con soddisfazione sugli atleti di colore, e questo sarebbe il segnale che si vuole dare contro lo sfruttamento. Questo l’ideale dello sport che unisce tutti gli uomini”.

giovedì 25 aprile 2019

DOPPIO 25 APRILE A TRIESTE / su Art21

di Carlo Muscatello Doppio 25 aprile a Trieste, alla Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio con forno crematorio in Italia. Prima la celebrazione ufficiale, con sindaci, gonfaloni, presidente della Regione Fvg, autorità civili e religiose. Poi la manifestazione di Anpi, Cgil, Arci, Associazione ex Deportati e altre sigle, preceduta da un corteo affollato da quasi duemila persone. Quando il sindaco di Trieste Dipiazza e il governatore Fedriga si sono incrociati all’uscita del monumento nazionale con i manifestanti che aspettavano di entrare, sono stati accolti dai fischi di questi ultimi (“antifascisti solo un giorno all’anno”, ha gridato qualcuno). Mentre all’interno, spontaneamente, saliva forte il coro di “Bella ciao”. L’origine di questa doppia manifestazione sta nel rifiuto, lo scorso anno, di far parlare alla celebrazione ufficiale lo storico Marcello Flores, indicato dall’Anpi. Vani i tentativi di sanare la frattura, invitando quest’anno un oratore vicino all’Anpi, fino alla decisione del corteo e dell’entrata alla Risiera solo a celebrazione ufficiale conclusa. "È necessario lanciare un appello all’unità delle forze democratiche sui valori della Resistenza e della Lotta di Liberazione - aveva detto l’Anpi di Trieste -. I tentativi di affermazione sulla scena politica di forze fasciste e la grave timidezza quando non vera e propria permeabilità delle Istituzioni a tali tentativi, anche a livello locale, rendono necessario intervenire nella discussione pubblica con un messaggio politico chiaro circa la natura antifascista della nostra Repubblica alla quale l’agire politico deve sottostare anche in considerazione dei gravi fatti accaduti nell’ultimo periodo a Trieste". Alla celebrazione ufficiale - alla quale hanno preso parte fra gli altri la Commissaria europea ai trasporti, la slovena Violeta Bulc, la senatrice Tatjana Rojc, il vicepresidente del consiglio regionale Francesco Russo - gli applausi più lunghi e calorosi hanno salutato l’intervento, in italiano e sloveno, del sindaco di San Dorligo della Valle/Dolina Sandi Klun. Il 25 aprile in Risiera, 300 persone dentro e 1500 in corteo „”Qualche mese fa - ha detto Klun - siamo stati testimoni di un vergognoso travisamento della storia da parte dei più alti gradi istituzionali statali ed europei. Dopo il tentativo di equiparare le vittime con gli aguzzini, sono state dette falsità che da sloveno, da cittadino italiano e da europeo mi sento profondamente umiliato. Dunque comprendo l’umiliazione di coloro che percepiscono intensamente il messaggio della Risiera e hanno deciso oggi di non essere presenti a questa celebrazione. Spero che in futuro possano trovar posto davanti a questo microfono e che sia data loro la possibilità di esprimere pubblicamente le proprie opinioni”. La “celebrazione alternativa”, alla quale ha partecipato fra gli altri Emilio Ricci, vicepresidente nazionale dell'Anpi, si è conclusa con l’esibizione del Coro partigiano Pinko Tomasic. Mentre salivano verso il cielo gli immortali versi di Guccini: “Son morto con altri cento, son morto ch'ero bambino, passato per il camino, e adesso sono nel vento, e adesso sono nel vento. Ad Auschwitz c'era la neve, il fumo saliva lento, nel freddo giorno d'inverno, e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento...”.

sabato 13 aprile 2019

ANGELO AQUARO / su Repubblica

Solo ora mi rendo conto che quella volta, in Puglia, Angelo Aquaro non aveva nemmeno ventiquattro anni. Era la primavera dell’89, eravamo un gruppetto di “inviati-invitati” a Bari, a seguire un festivalino musicale rigorosamente in playback, a uso televisivo. Lui per un settimanale popolare dove evidentemente stava muovendo i primi passi di una bella carriera, interrotta maledettamente troppo presto. Una mattina, per sfuggire alla noia del festivalino, ci portò a vedere un pezzetto della sua Puglia, risalendo la costa fino allo spettacolo di Trani, del suo duomo sul mare. Era un ragazzo di poche parole, ma quelle che diceva lasciavano il segno. Si capiva che amava molto la musica, quella vera, non in playback. E che amava i giornali. Da quella volta non l’ho più visto, ma l’ho sempre seguito “a distanza”, sui giornali dove ha lavorato. Da quando ho letto che non c’è più, mi torna continuamente in mente quella gita pugliese. Ciao Angelo. . . . Carlo Muscatello, Trieste

mercoledì 10 aprile 2019

NAPOLI, CONCORSO SU ART 3 COSTITUZIONE / su ART21

di CARLO MUSCATELLO L’articolo 3 della Costituzione è da 71 anni una grande incompiuta. Al primo comma, quello dell’uguaglianza fra tutti i cittadini senza distinzioni di sorta, fa seguito infatti un secondo comma che non è mai stato applicato sul serio. La Repubblica non ha infatti provveduto per davvero a eliminare gli ostacoli, reali e concreti, che si frappongono alla realizzazione della sacrosanta enunciazione di principio. Se n’è parlato nell’aula magna del Liceo Umberto Primo di Napoli, quello frequentato fra gli altri dal presidente emerito Napolitano, nel corso della mattinata dedicata al concorso “Rileggiamo l’articolo 3 della Costituzione”, organizzato fra gli altri da Articolo 21, Fnsi, Ordine dei giornalisti, Rai e Miur. Al concorso prendono parte 128 scuole superiori di 61 province. In Campania hanno aderito 22 scuole di tutte le province. “Gli studenti – ha ricordato Renato Parascandolo, anima dell’iniziativa – sono invitati a riflettere sull’analfabetismo funzionale, una piaga sociale che investe oltre quindici milioni di italiani adulti (dati Ocse), costretti a vivere una condizione di minorità, spesso inconsapevole, dovuta alla mancanza di quegli strumenti intellettuali e culturali necessari per comprendere la realtà in cui sono immersi, a districarsi nelle procedure burocratiche, ad avvalersi a pieno dei servizi sociali, a interpretare correttamente le informazioni, a difendersi dalla persuasione occulta, dalle fake news, dalla demagogia”. Ancora Parascandolo: “I media e la politica trascurano colpevolmente questa grave forma d’ingiustizia che nega, di fatto, il diritto alla conoscenza. Pertanto, gli studenti impegnati nel concorso sono chiamati a elaborare un testo da cui trarre spunto per una campagna informativa e di denuncia per questa promessa non mantenuta della democrazia che tradisce il secondo comma dell’Art. 3 della Costituzione che impegna lo Stato a rimuovere tutte le barriere che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione dei cittadini a tutte le espressioni della realtà sociale”. Il giornalista Sandro Ruotolo, uno dei 21 che oggi in Italia vivono sotto scorta per le minacce ricevute dalle mafie, dalla criminalità e dai gruppi fascisti, ha ricordato il rapporto con Internet. “Non possiamo farne a meno – ha detto Ruotolo – ma dobbiamo fare attenzione. Oggi in Italia esistono 43 milioni di account Facebook, otto persone su dieci utilizzano Internet, i ragazzi si informano soprattutto su web. Ma sei milioni italiani ancora non sanno leggere e scrivere. Internet è un mondo facilmente manipolabile. L’impresa è mettere dei contenuti dentro Internet, che costringe a un pensiero veloce. Mentre serve riflessione, serve pensiero critico”. Dèsirèe Klein, portavoce di Articolo 21 Campania, rispondendo una domanda di uno studente, ha approfondito il tema delle fake news, ribadendo che da Internet si può partire, ma poi l’approfondimento va fatto su giornali, libri, vari media. Claudio Silvestri, segretario del Sindacato Giornalisti Campania, si è invece soffermato sui progressi tecnologici che sono positivi, ma tutto va usato con attenzione. “Stare su web – ha detto – non deve significare avere la libertà di insultare gli altri”. Il filosofo Bruno Moroncini ha parlato del rapporto fra sapere di base, competenze, scuola pubblica, differenze di classe. “Chi riceve il sapere – si è chiesto – sa oggi come utilizzarlo?” Beppe Giulietti, presidente della Fnsi, impossibilitato a partecipare, ha mandato questo messaggio: “Un grazie alle amiche e agli amici di Articolo 21 della Campania che hanno davvero nel cuore la libertà di informazione e la Costituzione. Un grazie a chi ha deciso di partecipare al concorso. Napoli e la Campania si confermano una delle capitali di questa iniziativa e dimostrano di avere a cuore il diritto alla conoscenza e il rispetto di ogni diversità. Le parole, come recita la carta di Assisi, possono essere usate come pietre per ferire ed uccidere oppure per costruire i ponti del dialogo e del rispetto reciproco. Noi preferiamo i ponti perché i muri uccidono la curiosità e la possibilità di esplorare nuovi mondi”. L’elaborato vincente del concorso, indicato da una giuria composta da filosofi, costituzionalisti, giornalisti e uomini di cultura, sarà consegnato alla massime autorità dello Stato; giornalisti e registi di chiara fama saranno invitati a realizzare un documentario sull’analfabetismo funzionale e le sue conseguenze. Erano presenti gli alunni degli istituti Liceo classico Umberto I di Napoli, Istituto tecnico Giordano di Striano, Liceo classico Calamandrei di Ponticelli, Liceo Diaz di Caserta, Liceo Scientifico e Liceo Scienze Umane S. Cantone di Pomigliano.

RILEGGIAMO L’ART 3 DELLA COSTITUZIONE

Mercoledì 10 aprile dalla 9,30 alle 12,30 nell’Aula magna del Liceo Umberto I di Napoli, si terrà un incontro tra alcuni membri della giuria e gli studenti delle scuole della Campania che hanno aderito al concorso “Rileggiamo l’Articolo 3 della Costituzione” promosso dall’Associazione Articolo 21, la FNSI, il MIUR, l’Ass. Italiana Costituzionalisti, la Rai e l’Ordine dei Giornalisti. Gli studenti sono stati invitati a riflettere sull’analfabetismo funzionale, una piaga sociale che investe oltre quindici milioni di italiani adulti (dati OCSE), costretti a vivere una condizione di minorità, spesso inconsapevole, dovuta alla mancanza di quegli strumenti intellettuali e culturali necessari per comprendere la realtà in cui sono immersi, a districarsi nelle procedure burocratiche, ad avvalersi a pieno dei servizi sociali, a interpretare correttamente le informazioni, a difendersi dalla persuasione occulta, dalle fake news, dalla demagogia. Prendono parte al concorso 128 scuole superiori di 61 province. In Campania hanno aderito 22 scuole di tutte le province. I media e la politica trascurano colpevolmente questa grave forma d’ingiustizia che nega, di fatto, il diritto alla conoscenza. Pertanto, gli studenti impegnati nel concorso, sono chiamati a elaborare un testo da cui trarre spunto per una campagna informativa e di denuncia per questa promessa non mantenuta della democrazia che tradisce il secondo comma dell’Art. 3 della Costituzione che impegna lo Stato a rimuovere tutte le barriere che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione dei cittadini a tutte le espressioni della realtà sociale. L’elaborato vincente, indicato da una giuria composta da autorevoli filosofi, costituzionalisti, giornalisti e uomini di cultura sarà consegnato alla massime autorità dello Stato; giornalisti e registi di chiara fama saranno invitati a realizzare un documentario sull’analfabetismo funzionale e le sue conseguenze. Prendono parte all’incontro con gli studenti il presidente della Federazione della Stampa Giuseppe Giulietti, il filosofo Bruno Moroncini, i giornalisti Sandro Ruotolo, Carlo Muscatello, Claudio Silvestri, Desirée Klain e Renato Parascandolo coordinatore del concorso.

giovedì 4 aprile 2019

ALLEANZA SINDACATI GIORNALISTI FVG, VENETO E TAA

“L’informazione è linfa vitale per la tenuta democratica di ogni paese e come tale va difesa dagli attacchi: dai tagli punitivi ai contributi pubblici, ai bavagli delle querele temerarie o delle minacce e aggressioni ai giornalisti. In questo contesto è l’informazione stessa che va messa sotto scorta da parte di tutti”. Duro l’intervento di Raffaele Lorusso, segretario della Fnsi, invitato a Trieste all’assemblea annuale dell’Assostampa Friuli Venezia Giulia: “Il Governo il confronto lo apre – ha detto Lorusso riferendosi agli Stati generali dell’editoria voluti da Crimi – quando i danni sono già stati fatti adottando atti che compromettono la stabilità del settore. Il taglio non è soltanto una sottrazione con risvolti pesanti occupazionali, ma rappresenta l’inizio della riduzione degli spazi di libertà, di tutte le minoranze, delle voci delle comunità di lingua straniera. L’obiettivo è arrivare ad avere cittadini meno informati, meno in grado di partecipare. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri al tavolo ha parlato esplicitamente di disintermediazione, che equivale alla morte della nostra professione. Di fatto si invoca una democrazia digitale, ricondotta a una srl che gestisce una piattaforma informatica per costruire il pensiero unico. Siamo chiamati a reagire con fermezza e non lo dico io, lo dice il presidente Mattarella, massimo garante dell’unità nazionale. Noi – ha concluso Lorusso – non rinunceremo a portare al tavolo degli Stati generali tutte le istanze a partire dalla centralità del lavoro che è scomparso dall’agenda del governo e dalla richiesta di moratoria al taglio ai contributi dell’editoria”. Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg, ha ribadito l’impegno dell’associazione sul fronte dei diritti e delle tutele di tutti i giornalisti e della solidarietà, richiamando quindi l’attenzione su diversi casi di censura avvenuti di recente e tesi a contrarre lo spazio critico: dai continui attacchi alla storica e pubblicista triestina Claudia Cernigoi studiosa di neofascismo, resistenza e foibe, all’approvazione da parte del consiglio regionale di una norma che vieta i contributi ai “negazionisti” (laddove nessuno vuole negare le foibe ma chiede che vengano correttamente contestualizzate tra le tragedie del Novecento sul confine nord orientale), all’interruzione dell’abbonamento al Manifesto e all’Avvenire da parte della Biblioteca di Monfalcone, all’abolizione del sostegno finanziario del Comune di Udine al festival di Terzani, agli attacchi dell’esecutivo regionale all’Assostampa Fvg e al Circolo della stampa di Trieste. “Atti che confermano l’impostazione ideologica di questo governo. Alla base di tutto c’è l’ignoranza che non va combattuta bensì diffusa – ha commentato Lorusso – perché meno voci ci sono, meglio è”. Monica Andolfatto, segretaria del Sindacato giornalisti Veneto, anche a nome di Rocco Cerone, segretario del Sindacato del Trentino Alto Adige, ha rilanciato l’alleanza sancita fra i tre sindacati del Nordest in un’ottica di concreta collaborazione per potenziare l’azione comune sui temi dirimenti per la categoria e i servizi ai colleghi. All’assemblea – che è stata anche tappa regionale della campagna avviata dalla Fnsi ‘No tagli no bavagli’ – fra gli altri sono intervenuti il presidente dell’Ordine regionale Cristiano Degano, la coordinatrice regionale di Articolo 21 Fabiana Martini, la senatrice Tatjana Rojc e il vicepresidente del consiglio regionale Francesco Russo, unanimi nel ribadire che i giornalisti devono essere presidio di libertà di espressione. In apertura, il presidente del Circolo della stampa di Trieste, Pierluigi Sabatti, ha annunciato l’apertura di una raccolta fondi per il figlio del tipografo del gruppo Gedi, che lo scorso giugno alla vigilia della chiusura del centro stampa di Gorizia e del trasferimento a Padova, si è tolto la vita in azienda. Di seguito le coordinate bancarie di Assostampa Fvg, specificando nella causale PER ROBERTO FARMI Banca di Credito Cooperativo del Carso – ZKB, Riva Gulli, Trieste, IBAN IT 34 O ‪08928 02205 ‪010000034417 Monte dei Paschi di Siena, ‪piazza della Borsa, Trieste, IBAN IT 50 H ‪01030 02230 ‪000002958532 (dalla newsletter Sindacato Giornalisti Veneto)

mercoledì 3 aprile 2019

LORUSSO A TS: STOP TAGLI, SÌ AL LAVORO

"Ribadiamo al governo la richiesta di una moratoria del taglio dei contributi, perché se di sostegno all'editoria si deve discutere al tavolo degli Stati generali dell’editoria, dobbiamo partire dalla presa d'atto che il taglio è già avvenuto. Chiediamo inoltre all'esecutivo di avviare una profonda riflessione sulla salvaguardia di tanti posti di lavoro". E' quanto ha ribadito a Trieste, nell'assemblea annuale di Assostampa Fvg, il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso. Il taglio all'editoria, ha rimarcato, "non è soltanto una perdita di risorse e posti di lavoro ma rappresenta l'inizio della riduzione degli spazi di libertà, di tutte le minoranze, delle voci delle comunità di lingua straniera" di questo Paese. Nel mirino del governo "ci sono i giornalisti ma anche la democrazia. Quando si vuole colpire l'informazione professionale e ridurre le occasioni per i cittadini per informarsi correttamente si sta puntando a una forma di gestione del consenso che deve avvenire attraverso altre piattaforme". Purtroppo, ha aggiunto Lorusso, "il modo in cui vengono gestite alcune piattaforme digitali deve portare a riflettere sui rischi che corre la democrazia". L'obiettivo è quello arrivare ad avere "cittadini meno informati" per "giungere a un pensiero unico. Noi oggi siamo chiamati a reagire a tutto questo". Se da novembre a oggi "il presidente Mattarella è intervenuto ben otto volte sull'importanza della libertà di stampa e di opinione, evidentemente un pericolo c'è". Da parte del governo “esiste una assoluta avversione a qualsiasi forma di dissenso e pensiero critico". Ultimo attacco, in ordine cronologico, secondo il segretario della Fnsi, "le parole del sottosegretario Vito Crimi", che in un recente post sul suo profilo Facebook aveva parlato "di propaganda politica" e non "di informazione" da parte dei giornali del Gruppo Gedi, in particolare da parte di Repubblica e L'Espresso. "Tentare di mettere all'indice l'Espresso e Repubblica - ha detto Lorusso - solo perché hanno una linea che non piace a lui, e si permettono di dissentire dall'azione di governo, rappresenta un altro tentativo di mettere un bavaglio all'informazione". “Qualcuno pensa di istaurare in Italia una sorta di pensiero unico e tutto questo contrasta con la Costituzione e deve essere contrastato, non soltanto dal sindacato, ma anche dai cittadini e da tutti coloro che pensano che la democrazia sia libera circolazione delle idee e delle opinioni e confronto di opinioni di segno opposto", ha concluso Lorusso. L’assemblea Assostampa Fvg ha approvato all’unanimità i bilanci consuntivo e preventivo, ancora una volta in buon attivo. Il presidente dell’Assostampa Fvg, Carlo Muscatello, ha sottolineato che sono state mantenute e incrementate le iniziative di solidarietà nei confronti dei colleghi in condizioni di difficoltà, nonostante il calo delle entrate. Muscatello ha inoltre fatto un quadro della situazione regionale, che sconta difficoltà analoghe a quelle nazionali, ma sente come propria soprattutto la battaglia per la difesa dei contributi all’editoria debole e in particolare ai giornali delle minoranze linguistiche. Sono intervenuti fra gli altri all’assemblea - che è stata anche tappa regionale della campagna avviata dalla Fnsi “No tagli no bavagli” - il presidente dell’Ordine regionale Cristiano Degano, la coordinatrice regionale di Articolo 21 Fabiana Martini, la segretaria del Sindacato veneto Monica Andolfatto, la senatrice Tatjana Rojc e il vicepresidente del consiglio regionale Francesco Russo. (Ansa/AssostampaFvg)

NO TAGLI NO BAVAGLI 2-4-19 A TS

Passerà anche dal Friuli Venezia Giulia la campagna “No tagli no bavagli”, lanciata dalla Fnsi subito dopo la conclusione del 28.o Congresso della stampa italiana che si è svolto a Levico Terme dal 12 al 14 febbraio e che ha portato alla conferma nei rispettivi ruoli del segretario generale Raffaele Lorusso e del presidente Giuseppe Giulietti. La campagna nazionale, partita da Perugia, farà tappa a Trieste martedì 2 aprile alle 15.30, al Circolo della Stampa di Corso Italia 13, con la partecipazione del segretario Lorusso e dei vertici regionali del sindacato unitario dei giornalisti, in concomitanza con l’assemblea annuale dell’Assostampa Fvg, che della Fnsi è l’articolazione regionale. Bloccare i tagli alle provvidenze per l’editoria in attesa della presentazione della proposta di riforma del settore dell’informazione e calendarizzare la discussione dei disegni di legge per contrastare le querele temerarie: sono le richieste avanzate al governo e ai presidenti di Camera e Senato dalla Fnsi. La campagna segna l’avvio di una mobilitazione che toccherà tutte le principali città italiane, con l’obiettivo di difendere la libertà di stampa e il pluralismo dell’informazione come fondamentali presidi di democrazia. “Al di là degli annunci e degli slogan, registriamo da parte del governo atti che vanno nella direzione opposta a quella dichiarata, ovvero colpire sempre di più l’informazione anche attraverso i tagli alle diverse forme di sostegno all’editoria”, dicono il segretario generale Lorusso e il presidente Giulietti. “Manca inoltre – aggiungono – la volontà di affrontare e di prendere in considerazione seriamente la questione dei bavagli messi all’informazione sia attraverso le querele temerarie che con le minacce ai cronisti. Non c’è un solo atto firmato, ad oggi, che sia andato nella direzione di rafforzare il lavoro di chi fa informazione e di tutelare il ruolo dell’informazione. Il Consiglio d’Europa ha giudicato l’Italia come un Paese a rischio per i troppi giornalisti sotto scorta, per le troppe querele temerarie volte a imbavagliarli e ora si tolgono anche i fondi per l’editoria. Questa della Fnsi vuol essere una grande campagna nazionale per bloccare questi tagli, che porteranno alla perdita di posti di lavoro e alla chiusura voci della diversità e della differenza, perché ogni taglio diventa un bavaglio, non ai giornalisti, ma ai cittadini che non potranno più scegliere”. All’iniziativa e all’assemblea di martedì 2 aprile possono partecipare tutti i giornalisti e i cittadini interessati. Il diritto di voto nell’assemblea è invece riservato ai colleghi iscritti all’Assostampa Fvg e in regola con la quota 2019. Tale quota può essere versata online o nei nostri uffici di Trieste anche prima dell’inizio dell’assemblea.