martedì 23 settembre 2003

...l'isoladeifamosi: sembra di stare in un condominio di sfigati... (normarangeri, ilmanifesto)

domenica 21 settembre 2003

...perchè gli assassini di aldomoro sono tutti più o meno liberi (di più: scrivono libri da cui vengono tratti film sulla vicenda), mentre adriano sofri, che potrà anche essere antipatico a qualcuno, ma non ha mai ucciso nessuno, se ne sta da anni in galera...?

venerdì 19 settembre 2003

SANREMO

Il giocattolo Sanremo rischia di andare definitivamente in frantumi, proprio come quello del calcio. Ma che ne direste se i cervelloni che governano il pallone, per uscire dal caos da loro stessi originato, se ne venissero fuori con una proposta così congegnata: quest’anno niente scudetto in serie A, si lotta per davvero solo in B, ma per nobilitare il tutto chiamiamo a far delle comparsate un po’ di campioni internazionali... Direste che sono tutti matti, che vogliono lanciare il basket o la pallavolo, piuttosto che tutelare gli interessi dei loro campionati. Per Sanremo è lo stesso.
Comunque la si rigiri, questa storia dell’edizione 2004, fa acqua da tutte le parti. E puzza. Puzza parecchio. Tony Renis (per il quale si può parafrasare un vecchio detto: essere amici di Berlusconi non dà la felicità, ma aiuta...) richiamato dai successi americani del suo passato prossimo, per riportarlo da direttore artistico nei luoghi dei suoi esordi sanremesi di quarant’anni fa. Il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce che parte da un dato di fatto incontestabile (i veri big non vanno da anni a Sanremo), per elaborare una gaffe offensiva per tutti quelli che al Festival ci vanno (la gara fra big non c’è più già da tanti anni, perchè non ci sono i big). La Fimi che a nome delle grandi case discografiche da mesi annuncia di voler disertare l’edizione di quest’anno, salvo poi far capire di essere pronta a fare retromarcia «dietro pagamento delle spese arretrate dell’anno scorso».
Si potrebbe continuare a lungo, anche perchè per Sanremo vale la vecchia regola «purchè se ne parli». Parliamone e scriviamone, allora, da qui fino a marzo, quando in una maniera o nell’altra, con Renis e con Bonolis o con chi faranno uscire dal cilindro, la kermesse avrà inizio. Le due novità positive finora annunciate (contenimento degli orari rispetto alle maratone baudiane e soppressione del terrificante Dopofestival) non bastano a cancellare un’impressione: qualcuno, dopo oltre mezzo secolo, vuole rompere definitivamente il giocattolo. Magari per farcene comprare uno nuovo...

martedì 16 settembre 2003

...forse perchè milanista (scherzo...), non riesco ad avercela con berlusconi: lui fa perfettamente il suo lavoro, ovvero perseguire gli interessi suoi e della sua cricca. ce l'ho invece - questo sì - con chi l'ha votato, pensando di ricavare qualche tornaconto dalle sue mirabolanti promesse elettorali...
...volevamo far diventare ricchi i poveri, e non poveri i ricchi... (rossanarossanda)

mercoledì 3 settembre 2003

...chi va al centro D'Alema anche te, digli di smettere... (matteomoder - barbieredellasera)

...la storia si ripete sempre due volte: la prima in forma di tragedia, la seconda in farsa... (carlomarx)

martedì 2 settembre 2003

TRIESTE RICORDA LUCIO BATTISTI

Cinque anni fa moriva Lucio Battisti. E fra le città che ricordano con affetto l’artista - che nel marzo scorso avrebbe compiuto sessant’anni - c’è ancora una volta Trieste, che sta allestendo la quinta edizione di «Dedicato a Lucio Battisti».
Per la seconda volta in piazza Unità (dopo le prime tre edizioni svoltesi a Muggia, in piazza Marconi), la manifestazione proporrà lunedì 8 settembre la serata «Trieste canta Battisti» (con All-Jazz-Era, Elisa Colummi, Forever, Maria Vittoria Pradal, Naima, Quark, Special Plate...) e martedì 9 - giorno dell’anniversario del lutto - il concerto dei Dik Dik. Inizio alle 21, ingresso libero. Appendice: una sezione «battistiana» del Mercatino del disco che si terrà domenica 14 settembre alla Stazione Marittima.
Ma sono tante le iniziative per ricordare il geniale cantante e autore scomparso. Il 6 e 7 settembre, a Molteno, il paese in Brianza dove viveva Battisti, si terrà la terza edizione del concorso «Un’avventura - Premio per la canzone d’autore». Ed è in uscita il disco «Sinceramente non tuo - Le canzoni di Lucio Battisti e Pasquale Panella», dedicato al meglio della seconda produzione dell’artista, quella senza Mogol, per intenderci. Dal disco verrà tratto anche uno spettacolo teatrale.
È anche appena arrivato in libreria «Battisti. Così è nato un sogno», in cui Roby Matano (leader dei Campioni, primissimo gruppo di Battisti) racconta i primi passi del grande Lucio nel mondo della musica italiana del ’63 e dintorni. Mentre i fan vecchi e nuovi vivono nella speranza che prima o poi sbuchi fuori il fantomatico album di inediti, o che Vasco Rossi realizzi finalmente il suo vecchio progetto di cover battistiane, o che sia almeno vera la voce secondo cui il figlio di Battisti, Luca, avrebbe consegnato alla Bmg un provino con sue canzoni in inglese nelle quali non è difficile rintracciare l’imprinting paterno.
Ma sono soltanto voci. Di vero, per ora, c’è che - perdurando il silenzio con i media della vedova e del figlio - ha deciso di parlare e dire la sua Alfiero Battisti, novant’anni, padre di Lucio. Intervistato da «TV Sorrisi e Canzoni» nel numero oggi in edicola, l’anziano genitore ha detto: «Certo, mi fa piacere che Lucio venga ricordato, però gli anniversari mi rinnovano il dolore. Tre mesi fa è morta anche l'altra mia figlia, Albarita, e ho il cuore spezzato».
«Mio nipote Luca - spiega Alfiero Battisti, che vive ancora a Poggio Bustone, in provincia di Rieti, dove Lucio era nato nel ’43 - dopo la morte di suo padre non l'ho sentito più. So che studiava a Londra, poi non ho saputo più niente. Se non vuole sentirmi, avrà qualche motivo. Se voglio dirgli qualcosa? È inutile: non mi risponderebbe, lui e sua madre non si sono mai fatti sentire...».
Dall’intervista si apprende un particolare inedito sugli ultimi anni di Battisti: aveva ripreso a studiare e si stava laureando. «Stava per discutere la tesi in Matematica - ricorda il padre - ma purtroppo non ha fatto in tempo...». Ancora il genitore: «Lucio mi manca? Tutti i figli mancano, non solo il mio perchè era Lucio Battisti. Della malattia di Albarita, Lucio a me non ha mai detto niente. Certo nessuno pensava che andasse a finire così, ma forse è una questione genetica. Mio fratello è morto a 54 anni della stessa malattia, una rara forma di tumore, e anche Albarita e mia moglie».
Un altro particolare inedito: «Non è vero - rivela il padre - che Lucio aveva chiuso definitivamente con gli spettacoli. Ne faceva uno che non ha mai saputo nessuno: una volta al mese, cantava per i bambini down di un istituto di Milano».
...racconto la storia di una generazione per cui avere vent'anni volle dire svegliarsi una mattina con la certezza di possedere il futuro... (b bertolucci)