giovedì 27 settembre 2018

TUTTE LE 13 PUNTATE DI “BASAGLIA LIVE”

BASAGLIA LIVE La musica che ha contribuito ad aprire il manicomio, 40 anni dopo la Legge 180 Quarant’anni dopo la legge che ha chiuso i manicomi, i concerti nel parco e nel teatrino di San Giovanni, a Trieste, che hanno contribuito ad abbattere il muro. Da Ornette Coleman agli Area, da Francesco Guccini a Franco Battiato, da Gino Paoli a Giorgio Gaslini, da ad Alberto Camerini a tanti altri, senza dimenticare il Premio Nobel Dario Fo: mappa degli eventi musicali e artistici che negli anni Settanta hanno attirato migliaia di giovani e meno giovani nel grande parco di San Giovanni, a Trieste, nel manicomio che stava per aprire le sue porte alla città. Oggi sono passati quarant’anni dalla legge 180, che porta il nome di Franco Basaglia, scomparso nel 1980: ma non tutti ricordano che quella importante stagione che ha portato alla chiusura dei manicomi, e alla restituzione dei diritti di cittadinanza ai tanti “matti”, è passata anche attraverso la musica. Il jazz, il rock, la canzone d’autore, con alcuni dei loro più importanti protagonisti, hanno dato un grande contributo al raggiungimento di una conquista di civiltà. Ecco allora la musica di quegli artisti, con ricordi “d’autore” e testimonianze dei protagonisti della grande stagione di cambiamento. TUTTE LE 13 PUNTATE IN PODCAST SU www.sedefvg.rai.it PRIMA PUNTATA Il viaggio sulla rivoluzione basagliana a 40 anni dalla Legge 180 comincia con le parole di Franco Basaglia (Teche Rai, programma...). Poi ricordo di Ornette Coleman, che nel maggio 74 aprì la serie di concerti che contribuirono ad aprire il manicomio di San Giovanni, a Trieste. E interviste a Michele Zanetti, che da presidente della Provincia di Trieste portò Basaglia a Trieste, e al musicista Gabriele Centis. SECONDA PUNTATA Dopo la sigla “The fool on the hill”, dei Beatles, nella versione di Count Basie e le parole di Franco Basaglia (Teche Rai, programma...), il viaggio torna al concerto degli Area nel manicomio triestino di San Giovanni, nel giugno ‘74. Interviste a Patrizio Fariselli degli Area - protagonista pochi mesi fa di un concerto nel teatrino di San Giovanni - e a Franco Rotelli, psichiatra, primo erede e continuatore dell’opera di Basaglia. TERZA PUNTATA Prosegue il viaggio nella rivoluzione basagliana e nella musica che l’ha accompagnata. Dopo le parole di Franco Basaglia (Teche Rai, programma...), il concerto di Giorgio Gaslini del settembre viene ricordato con l’ausilio di una vecchia intervista e anche assieme al musicista Mario Fragiacomo, allievo del pianista e a sua volta protagonista di concerti nel manicomio. Intervista alla psichiatra Giovanna Del Giudice. QUARTA PUNTATA La sigla beatlesiana e le parole di Basaglia (Teche Rai, programma...) aprono come di consueto il programma. Con Moni Ovadia si ricordano i suoi concerti con il triestino Alfredo Lacosegliaz. Giancarlo Carena, presidente della cooperativa agricola Monte San Pantaleone, parla del parco di San Giovanni come è oggi e della rassegna da lui organizzata Rose Libri Musica e Vino, giunta quest’anno all’ottava edizione. QUINTA PUNTATA Dopo le parole di Basaglia (Teche Rai, programma Sul filo del lavoro, aprile 83), ricordo di un recente concerto di Flavio Giurato nel teatrino di San Giovanni, a Trieste. Poi collegamento con Massimo Cirri, voce di Caterpillar, RadioDue, ma anche psicologo con trascorsi lavorativi a San Giovanni. Il critico teatrale Roberto Canziani, con musiche di Dario Fo, parla delle esperienze teatrali nel manicomio triestino, prima e dopo la sua chiusura. SESTA PUNTATA Lo psichiatra Peppe Dell’Acqua è con il cantautore Gino Paoli il protagonista della puntata, che si apre come di consueto con le parole di Basaglia (Teche Rai, Siamo tutti fuori, 1977). Dopo il ricordo dei concerti di Franco Battiato nel vecchio manicomio, a partire dal settembre ‘74, Dell’Acqua - uno degli eredi di Basaglia - racconta la sua esperienza e poi chiacchiera con Gino Paoli, protagonista di vari concerti a San Giovanni e storico amico dei “basagliani”. SETTIMA PUNTATA Il ricordo del concerto di Francesco Guccini del luglio ‘79 nel parco di San Giovanni apre la puntata, dopo le parole di Basaglia (da “Il filo del lavoro”, aprile ‘83, Teche Rai). Gli ospiti sono il triestino Mario Luzzatto Fegiz, grande firma del Corriere della sera e volto tv, che parla delle sue visite nei manicomi di Trieste e Agrigento, e Alberta Basaglia, figlia dello psichiatra veneziano, che ricorda le sue esperienze a Gorizia e a Trieste. OTTAVA PUNTATA Un frammento di un’antica intervista di Sergio Zavoli a Franco Basaglia (Tv7, dicembre ‘68, Teche Rai) apre il programma. Dopo il ricordo del concerto a San Giovanni di Alberto Camerini (aprile ‘77), spazio alla chiacchierata con don Mario Vatta, fondatore e anima della Comunità San Martino al Campo e fra i primi collaboratori di Basaglia a Trieste, e alla giornalista Fabiana Martini, esperta dell’argomento. NONA PUNTATA Il cantautore triestino Gino D’Eliso ricorda la sua prima esibizione, giovanissimo, invitato da Franco Basaglia e dai suoi collaboratori dell’epoca, nel parco di San Giovanni, a Trieste, quando c’era ancora il manicomio. L’altro ospite è Angelo Venchiarutti, docente di diritto privato all’Università di Trieste, che spiega come la Legge 180, oltre a chiudere i manicomi, ha cambiato la situazione giuridica dei malati di mente. DECIMA PUNTATA Il percussionista e compositore friulano Andrea Centazzo, da molti anni residente negli Stati Uniti, ricorda il concerto nel parco di San Giovanni, a Trieste, con il quartetto di Giorgio Gaslini (settembre ‘74) e altre performance tenute all’interno del vecchio ospedale psichiatrico. Poi tocca a Roberto Colapietro raccontare l’ormai lunga storia della Clu, Cooperativa lavoratori uniti Franco Basaglia, di cui è stato presidente per diciotto anni. UNDICESIMA PUNTATA Il musicista Gabriele Centis, organizzatore del festival TriesteLovesJazz, giunta quest’anno alla dodicesima edizione, ricorda la rassegna jazz organizzata alla fine degli anni Ottanta con Enrico Rava (nato a Trieste), Franco D’Andrea, Bruno Biriaco e altri musicisti. Parola poi a Daniela Sala e Gabriella Lanza, giornaliste e videomaker, autrici del web-doc “Matti per sempre”, finalista lo scorso anno al Premio giornalistico Roberto Morrone. DODICESIMA PUNTATA Fra i tanti artisti che hanno suonato nel parco di San Giovanni, a Trieste, anche i Saint Just di Jenny Sorrenti, protagonisti nell’ottobre ‘74 di un concerto nel teatrino poi intitolato a Franca e Franco Basaglia. Poi parola allo psichiatra Piero Cipriani, autore del libro “Basaglia e le metamorfosi della psichiatria”. Chiusura della puntata con Roberto Mezzina, da anni direttore del Dipartimento di salute mentale di Trieste. TREDICESIMA PUNTATA Chiusura del viaggio di “Basaglia Live”, ascoltando nuovamente Peppe Dell’Acqua: con lui un piccolo bilancio dei quarant’anni passati dalla Legge Basaglia e le prospettive per il futuro. Ritornano anche alcune delle musiche che hanno costituito l’ossatura del programma, da Ornette Coleman agli Area, da Vasco Rossi a De Gregori. Finale con la versione originale, quella dei Beatles, di “The fool on the hill”, sigla di “Basaglia Live”.

mercoledì 26 settembre 2018

SI CONCLUDE OGGI “BASAGLIA LIVE”

Si conclude domani giovedì 27-9, alle 11.55, su Radio Rai Fvg, con la tredicesima e ultima puntata, il viaggio di “Basaglia Live”, il programma di Carlo Muscatello ascoltabile in streaming e in podcast anche su www.sedefvg.rai.it. Ospite della tredicesima e ultima puntata lo psichiatra Peppe Dell’Acqua, uno degli eredi di Franco Basaglia, con il quale verrà tracciato un piccolo bilancio dei quarant’anni trascorsi dalla Legge 180 e si parlerà delle prospettive per il futuro. Poi spazio alla musica che ha costituito l’ossatura del programma, con gli artisti che negli anni Settanta hanno suonato nel parco e nel teatrino di San Giovanni: da Ornette Coleman agli Area, da Gino Paoli a Battiato a Guccini... Finale con la versione originale, quella dei Beatles, di “The fool on the hill” (il matto sulla collina...), che in questi tre mesi è stata sigla del programma nella rilettura swing di Count Basie. Quarant’anni dopo la legge 180 che ha chiuso i manicomi, “Basaglia Live” ha proposto quest’estate alla Rai regionale una mappa degli artisti e dei concerti nel parco e nel teatrino di San Giovanni, a Trieste, che dagli anni Settanta in poi hanno contribuito ad aprire l’ospedale psichiatrico. Da Ornette Coleman agli Area, da Francesco Guccini a Franco Battiato, da Gino Paoli a Giorgio Gaslini, da Moni Ovadia con Alfredo Lacosegliaz ad Alberto Camerini e tanti altri, senza dimenticare il Premio Nobel Dario Fo: molti eventi musicali e artistici che negli anni Settanta hanno attirato migliaia di giovani e meno giovani nel grande parco di San Giovanni, a Trieste, nel manicomio che stava aprendo le sue porte alla città. Oggi sono passati quarant’anni dalla legge 180, che porta il nome di Franco Basaglia: ma non tutti ricordano che quella importante stagione che ha portato alla chiusura dei manicomi, e alla restituzione dei diritti di cittadinanza ai tanti “matti”, è passata anche attraverso la musica. Il jazz, il rock, la canzone d’autore, con alcuni dei loro più importanti protagonisti, hanno dato un grande contributo al raggiungimento di una conquista di civiltà. Ecco allora la musica di quegli artisti, con ricordi “d’autore” e testimonianze dei protagonisti della grande stagione di cambiamento. Fra gli ospiti del programma - che è andato in onda tutti i giovedì di luglio, agosto e settembre - Alberta Basaglia, Gino Paoli, Moni Ovadia, Massimo Cirri, Peppe Dell’Acqua, Franco Rotelli, Michele Zanetti, Mario Luzzatto Fegiz, Andrea Centazzo, Patrizio Fariselli (Area), tanti altri...

venerdì 21 settembre 2018

VASCO BRONDI:OGGI IL SINGOLO, IL 5-10 L’ALBUM

È disponibile da oggi, venerdì 21 settembre, in radio e negli store digitali, il brano “MISTICA”, inedito che anticipa la pubblicazione dell’album “2008-2018, tra la via Emilia e la Via Lattea” (La Tempesta/Sony Music) in programma per il 5 ottobre. La canzone è disponibile su Spotify al link https://sptfy.com/mistica . “Mistica è un pezzo particolare e credo diverso da tutto quello che ho fatto fino ad ora – scrive Vasco Brondi - perché ogni volta che dopo lunghe pause mi rimetto a scrivere canzoni mi ritrovo sempre da un’altra parte. “Mistica” va già in un’altra direzione anche rispetto a Terra, ed è la storia di questa ragazza mondana e mistica che viaggia e che cerca, è la storia della sua ricerca, geografica e spirituale. In mezzo ci sono anche tracce di due poetesse che amo: Patrizia Cavalli e Isabella Leardini. Mi piace che questo pezzo abbia mantenuto una sua leggerezza e che vi sia un grande contagio di musica elettronica, anche perché la “musica elettronica” è nel testo, nel ritornello, nell’invocazione di questa ragazza mondana e mistica”. Venerdì 5 ottobre uscirà invece “2008-2018: TRA LA VIA EMILIA E LA VIA LATTEA”, un doppio album che racconta il viaggio delle Luci della centrale elettrica seguendo un percorso squisitamente musicale e diviso in due parti: sul primo cd trova posto una raccolta di quindici canzoni scelte tra quelle contenute nei dischi arricchita da “Mistica” e da una versione inedita di “Libera”, canzone scritta da Vasco Brondi per i Tre Allegri Ragazzi Morti. Sul secondo cd c’è invece spazio per una rilettura molto particolare ed attuale di quindici canzoni del repertorio delle Luci impreziosite dalla presenza di due cover, una di Francesco De Gregori e una dei CCCP. Un “live in studio” che nasce dal lavoro fatto negli ultimi sei mesi con la band formata da Rodrigo D’Erasmo (violino), Andrea Faccioli (chitarre), Daniel Plentz e Anselmo Luisi (percussioni), Daniela Savoldi (violoncello), Gabriele Lazzarotti (basso) e Angelo Trabace (pianoforte). La stessa formazione accompagnerà Vasco nel primo tour teatrale della sua carriera, in programma tra novembre e dicembre. Un tour in cui si mescoleranno le canzoni scritte in questi dieci anni a letture e racconti. Dopo dieci anni e centinaia di concerti, dai piccoli bar dei primi tempi ai grandi “spazi rock” degli ultimi tour, la scelta di spostarsi negli spazi teatrali è sembrata la più logica e coerente, assecondando proprio quell’evoluzione che riguarda anche la poetica delle canzoni e l’attenzione per l’aspetto musicale. Dieci anni, cinque album, due libri, una graphic novel, una serie di incontri importanti da cui sono scaturite collaborazioni preziose per un’evoluzione artistica che non ha mai tradito quell’idea di libertà e di indipendenza, lontana dalla mode o dalle tendenze, che continua a contraddistinguere la produzione di Vasco Brondi. L’illustrazione di copertina dell’album è stata realizzata da Nicola Magrin, già al lavoro con Vasco per il video di “Chakra” (https://youtu.be/t_bLhOdyaps). Queste le date del tour, a grande richiesta si aggiungono due nuove date: a Roma (il 7 dicembre) e a Pesaro (il 5 gennaio): sabato 17 novembre - FOLIGNO, Auditorium San Domenico lunedì 19 novembre - FIRENZE, Teatro Obihall venerdì 23 novembre - ROMA, Auditorium Parco della Musica sabato 1 dicembre - BARI, Palamartino domenica 2 dicembre - PESCARA, Teatro Massimo venerdì 7 dicembre – ROMA, Auditorium Parco della Musica (NUOVA DATA!!!) sabato 8 dicembre - TORINO, OGR Torino lunedì 10 dicembre - MILANO, Auditorium di Milano martedì 11 dicembre - BOLOGNA, Teatro Duse sabato 15 dicembre - GENOVA, Teatro della Corte domenica 16 dicembre - FERRARA, Teatro Comunale Abbado giovedì 20 dicembre – REGGIO EMILIA, Teatro Valli sabato 5 gennaio – PESARO, Teatro Rossini (NUOVA DATA!!!) Le prevendite del tour, organizzato da IMARTS – International Music & Arts in collaborazione con Gibilterra Management, sono già attive, tutte le info sul sito www.leluci.org.

giovedì 20 settembre 2018

OGGI PRESENTAZIONE NUOVO DISCO DI GINO D’ELISO

Oggi venerdì 21 settembre 2018 alle 18 al Circolo della stampa di Trieste, Corso Italia 13, I piano, alla presenza dell'autore verrà presentato il nuovo cd “Valvole e vinile” del cantautore triestino Gino D'Eliso. Il nuovo album di inediti esce in occasione del cinquantenario di attività dell'artista che, nell’occasione ripercorrerà 5 decadi di musica attraverso parole, ricordi, aneddoti e musica, eseguendo dal vivo in versione acustica alcuni estratti del nuovo album e alcuni dei suoi maggiori successi. L'incontro sarà presentato dal presidente del Circolo della stampa di Trieste, Pierluigi Sabatti. Modererà il critico musicale e presidente di Assostampa Fvg Carlo Muscatello. Interverranno i giornalisti musicali Furio Baldassi e Gianfranco Terzoli. L'ingresso è libero e aperto a tutti fino a esaurimento posti. . Gino D’Eliso nasce a Trieste il 19 giugno 1951 da una famiglia di origine pugliese. Dopo gli studi liceali classici, si iscrive nel 1969 alla facoltà di filosofia, laureandosi con una tesi di laurea sulla psicologia applicata con successivo dottorato di ricerca nella città di Urbino. All'età di sedici anni si esibisce insieme al suo primo gruppo, The Children (una band prevalentemente di cover), in un locale della città triestina. Fa il suo debutto nel mondo della musica come solista nel 1976 con il disco Il mare, contenente otto brani e pubblicato dall'etichetta discografia Numero Uno che viene accolto positivamente dal pubblico, oltre a vincere il premio della critica come miglior paroliere esordiente. Alla produzione dell'album collaborano Claudio Pascoli, Paolo Donnarumma e altri musicisti. Partecipa anche alla sesta ed ultima edizione del Festival del proletariato giovanile, organizzata da Re Nudo. L'anno successivo conia il termine "Mitteleurock", cioè un genere musicale che collega il rock proveniente da Germania, Svizzera, Polonia e altri territori dell'ex Impero austro-ungarico. Nello stesso anno viene messo in commercio il LP Ti ricordi Vienna? per RCA Italiana. Il vinile, a cui ha collaborato l'arrangiatore scozzese Tony Mimms, viene ricordato successivamente dallo stesso D'Eliso con senso di scontentezza, in quanto il principale genere musicale scelto è il funky non nelle corde del cantautore. Nel 1979 produce il long playing Revolver per l'omonimo gruppo triestino per la Philips Records e per la stessa casa discografica pubblica un nuovo vinile dal titolo Santi & Eroi (conosciuto anche come Santi ed Eroi) con distribuzione Phonogram. Tra gli altri, nell'album suonano Eugenio Finardi, Walter Calloni e Claudio Pascoli. Nello stesso anno subisce un incidente alle costole, dovendo rinunciare alla tournée programmata. Qualche mese dopo è l'opening act per i concerti dei Pooh. Le nuove produzioni e il cambio Agli inizi degli anni '80 vi è nella musica di D'Eliso uno sviluppo verso la musica mitteleurock, pubblicando nel 1980 il 45 giri Bigliardi/Mitteleurock per la Philips Records, registrato in uno studio del Galles. Successivamente, la Warner acquista la Polygram e D'Eliso recede dal contratto. Per questo motivo, decide di inviare un demo alla Compagnia Generale del Disco con cui riceverà un nuovo accordo. Nel 1983 viene divulgato il LP Cattivi Pensieri per la CGD, ottenendo un buon successo dalla critica. Il long playing vende quota quaranta mila copie e il cantante inizia un tour sia in Italia che in Germania. Successivamente era già pronto un nuovo disco per il cantante, probabilmente in compact disc, ma a causa di dibattiti di carattere musicale sui testi non è mai uscito. Inoltre, nello stesso periodo, D'Eliso presenta i Luc Orient e Patrizia Pizzani alla casa discografica che li blocca, così il solista lascia l'etichetta. Nel 1983 partecipa anche all'edizione annuale di Un disco per l'estate. Fino al 1986 scrive colonne sonore e come co-regista riceve una segnalazione al Prix Italia. Si trasferisce a Sarajevo, dove nel 1986 produce Una notte così del cantante Elio Pisak, pubblicato per l'etichetta jugoslava Jugoton, disco per cui scrive anche alcune canzoni. Inoltre, negli stessi anni è alle prese con la produzione di alcuni singoli. Successivamente, è coordinatore delle pubbliche relazioni di ELETTRA a Trieste, un centro di ricerca internazionale. Dagli anni 2000 Nel 2001, dopo diciotto anni dall'ultimo disco, pubblica Europa Hotel per East Border Sound. Il produttore del CD è Edy Meola e contiene brani mai pubblicati prima. Successivamente, tiene alcuni concerti e incontri sulla musica nelle scuole della città natale. Nel 2011 viene messo in commercio un album di D'Elso dal titolo Ridatemi i congiuntivi! per l'etichetta Mitteleurock Production con dieci brani inediti, di cui alcuni registrati nel 1979 e una rivisitazione di Canzone d'amore del 1984. In occasione dei trentacinque anni dall'uscita di Santi & Eroi, esce una versiona ristampata per l'etichetta Universal Records. Nel marzo del 2014 va in onda su Rai 3 BIS FJK lo speciale "Gino D'Eliso & The Fabulous Rocker Boys" registrato nella città natale per la regia di Piero Pieri e nello stesso anno ricorda Miran Hrovatin nel film Saluti da Miran del regista Giampaolo Penco. Discografia LP * 1976 – Il mare (Numero Uno) * 1977 – Ti ricordi Vienna? (RCA Italiana) * 1979 – Santi & Eroi (Philips Records) * 1983 – Cattivi Pensieri (CGD) 45 giri * 1976 – Il Mare/Emilio Barbone (Numero Uno) * 1977 – Non saremo angeli/Ti ricordi Vienna (RCA Italiana) * 1978 – Look/Pale Ale King (RCA Victor) * 1979 – Come sempre primavera/L'ora del te (Philips Records) * 1980 – Bigliardi/Mitteleurock (Philips Records) * 1982 – Magari fosse natale/Yoli H (CGD) Compact disc * 1994 – Sinchrotunes: Suite Nr. 13 (Vegas) * 2001 – Europa Hotel (EBS) * 2011 – Ridatemi i congiuntivi! (Mitteleurock Production) * 2018 - Valvole e vinile

LUIGI GRECHI DE GREGORI DOMANI E SABATO A TRICESIMO, UDINE

LUIGI “GRECHI” DE GREGORI torna live! La prima tappa sarà a TRICESIMO (UD) in occasione del “Madame Guitar – Festival Internazionale di Chitarra Acustica”, dove domani, venerdì 21 settembre, presenterà il graphic novel “La ballata di Woodie Guthrie” presso il ristorante La di boschet (ore 18:00), mentre sabato 22 settembre si esibirà in concerto presso il Teatro Garzoni (ore 20:30). Queste le altre date: domenica 30 settembre a CREMONA in occasione del Festival “Corde e voci d’autore”, (ore 14:00 – Cremona Musica Acoustic Guitar Village); venerdì 5 ottobre a MILANO presso il The Boss (ore 22:00 – Piazzale Giovanni de Agostini, 8); venerdì 19 ottobre a TORINO presso il FOLK CLUB (ore 21:00 - Via Ettore Perrone, 3 bis). Luigi “Grechi” De Gregori nasce musicalmente alla fine degli anni sessanta al Folkstudio di Roma, il mitico locale di Trastevere, che fu in quel periodo l’approdo di tutta una generazione musicale d’avanguardia (ci capitarono, fra gli altri, Odetta e Bob Dylan). Del tutto disinteressato alle mode e inguaribilmente attratto dalla musica dal vivo più che dalle sale di registrazione, dobbiamo attendere qualche anno per la pubblicazione del suo primo album “Accusato di libertà” (PDU 1975). E di libertà Grechi dimostrava veramente di intendersene parecchio: lo troviamo infatti in quegli anni a suonare in giro per festival alternativi e radio libere, locali e cantine: si dice, anche, a leggere i Tarocchi ai passanti e a viaggiare su e giù per l’Italia, l’Irlanda, gli Stati Uniti. A Milano fa anche il bibliotecario, come già suo padre e suo nonno, ma questo non gli impedisce di continuare a suonare e ad incidere brani corrosivi e spiazzanti come “Elogio del tabacco” o “Il mio cappotto”, splendidi esempi di discografia non allineata che, seppur lontanissimi dalla hit parade, cominciano a procurargli stima e attenzione da parte di un pubblico di nicchia dal palato fine. Verso la fine degli anni ottanta lo troviamo con qualche disco in più all’attivo e con l’attività di bibliotecario ormai alle spalle. È di questo periodo “Il Bandito e il Campione”, brano portato al successo dal fratello Francesco De Gregori (Grechi, per chi non lo sapesse, è un “nom de plume”), grazie al quale Luigi Grechi si aggiudica a Sanremo la Targa Tenco nel 1993 come miglior canzone dell’anno. Sull’onda di questo successo si snodano "Girardengo e altre storie", "Cosivalavita", "Pastore di Nuvole" ed infine "Angeli e Fantasmi". L’accusa di libertà continua a pendere sul suo capo. Partecipa a due tour italiani con i poeti della beat generation, accompagnando con la sua chitarra Lawrence Ferlinghetti e Martin Matz, e continua ad esibirsi su e giù per l’Italia fra festival, teatri di provincia e circoli culturali…Ha recentemente pubblicato una compilation delle sue canzoni, “Tutto quel che ho 2003-2013”, e la sua ultima impresa è stata la traduzione di “La ballata di Woody Guthrie”, un graphic novel di Nick Hayes uscito quest’anno e dedicato alla vita del grande folksinger. Quando ha tempo vive in Umbria tra la pianura e le colline.

12a PUNTATA DI “BASAGLIA LIVE”

giovedì 20-9, alle 11.55, su Radio Rai Fvg, va in onda la dodicesima e penultima puntata di “Basaglia Live”, il programma di Carlo Muscatello, a cura di Assunta Cannatà, ascoltabile in streaming e in podcast anche su www.sedefvg.rai.it. Si comincia con la musica dei Saint Just di Jenny Sorrenti, protagonisti nell’ottobre ‘74 di un concerto nel teatrino di San Giovanni, e tornati proprio quest’estate a Trieste, al Castello di San Gusto. Poi parola allo psichiatra Piero Cipriano, autore del libro “Basaglia e le metamorfosi della psichiatria”. Chiusura della puntata con Roberto Mezzina, da anni direttore del Dipartimento di salute mentale di Trieste, che spiega come è organizzato sul territorio triestino il lavoro dei Centri di salute mentale. Quarant’anni dopo la legge 180 che ha chiuso i manicomi, “Basaglia Live” sta proponendo quest’estate alla Rai regionale una mappa degli artisti e dei concerti nel parco e nel teatrino di San Giovanni, a Trieste, che dagli anni Settanta in poi hanno contribuito ad aprire l’ospedale psichiatrico. Da Ornette Coleman agli Area, da Francesco Guccini a Franco Battiato, da Gino Paoli a Giorgio Gaslini, da Moni Ovadia con Alfredo Lacosegliaz ad Alberto Camerini e tanti altri, senza dimenticare il Premio Nobel Dario Fo: molti eventi musicali e artistici che negli anni Settanta hanno attirato migliaia di giovani e meno giovani nel grande parco di San Giovanni, a Trieste, nel manicomio che stava aprendo le sue porte alla città. Oggi sono passati quarant’anni dalla legge 180, che porta il nome di Franco Basaglia: ma non tutti ricordano che quella importante stagione che ha portato alla chiusura dei manicomi, e alla restituzione dei diritti di cittadinanza ai tanti “matti”, è passata anche attraverso la musica. Il jazz, il rock, la canzone d’autore, con alcuni dei loro più importanti protagonisti, hanno dato un grande contributo al raggiungimento di una conquista di civiltà. Ecco allora la musica di quegli artisti, con ricordi “d’autore” e testimonianze dei protagonisti della grande stagione di cambiamento. Fra gli ospiti del programma - in onda tutti i giovedì di luglio, agosto e settembre - Alberta Basaglia, Gino Paoli, Moni Ovadia, Massimo Cirri, Peppe Dell’Acqua, Franco Rotelli, Michele Zanetti, Mario Luzzatto Fegiz, Andrea Centazzo, Patrizio Fariselli (Area), tanti altri...

LICEO PETRARCA DI TRIESTE CAPOFILA PROGETTO FNSI MIUR

Sono stati presentati nella Sala Tobagi della Fnsi, a Roma, i nuovi progetti di “Educare all’informazione”. Dopo la chiusura dell’iniziativa “A mano disarmata” c’è stato il lancio del nuovo progetto “I cantieri di parole”, in collaborazione con Fnsi, Miur e Associazione Carta di Roma. Paolo Butturini, giornalista, segreteria Fnsi, ha sottolineato il ruolo del Miur nel promuovere progetti di sensibilizzazione nelle scuole su temi cruciali quali la lotta alla criminalità organizzata. Proprio grazie a esperienze di questo tipo entrano in contatto e fanno rete realtà diverse e geograficamente distanti che hanno modo di conoscersi e confrontarsi. Carlo Muscatello, giornalista, giunta esecutiva e responsabile formazione Fnsi, ha evidenziato come, per gli studenti in età scolare, per la propria formazione sia sempre più importante anche l’informazione: «Per questo, nel secondo anno del progetto, abbiamo avviato in collaborazione con Associazione Carta di Roma i corsi “Cantieri di parole”, convinti del ruolo svolto dalla rivoluzione digitale soprattutto fra i più giovani. Il fine è quello di contribuire a creare cittadine e cittadini consapevoli». Muscatello ha ricordato le recenti parole del Presidente Mattarella e il caso degli studenti del Liceo Petrarca di Trieste - che sarà capofila del progetto di quest’anno -, la cui mostra sugli 80 delle leggi razziali annunciate da Mussolini proprio a Trieste ha creato ingiustificate polemiche nel capoluogo giuliano. Tra i progetti sostenuti dal Miur vi è continuità, ha ribadito Paola Barretta, coordinatrice dell’Associazione Carta di Roma, l’obiettivo comune è di sviluppare un uso critico dei media e dei messaggi contenuti soprattutto nell’online, privo strutturalmente di una mediazione giornalistica. «Non basta aver appreso la notizia di un fatto per potersi fare un’idea se lo stesso non viene poi contestualizzato, il rischio è che venga interpretato in maniera improvvisata. Il problema dei lettori è quello di essere, anche, formati - ha sottolineato il giornalista Renato Parascandolo, ideatore con Articolo 21 del concorso Rileggiamo l’articolo 21 della Costituzione - noi giornalisti dobbiamo fare una buona informazione ma anche trasmettere gli strumenti attraverso cui l’informazione possa diventare buona per chi la legge». E, ha concluso Parascandolo, «in un mondo che sembra andare verso quanto diceva Nietzsche “Non esistono fatti ma solo interpretazioni” dobbiamo continuare in questi percorsi. La testimonianza degli studenti, dei docenti e dei dirigenti coinvolti nella prima edizione di “Educare all’informazione”, in collaborazione con “A mano disarmata” sui temi della criminalità organizzata e della contraffazione è stata preziosa. I docenti e i dirigenti del Liceo Classico Garibaldi di Palermo e del Liceo Scientifico Spallanzani di Tivoli – Laura Bisso, Maria Vodola e Alessandra De Sanctis – hanno sottolineato l’impegno civile di iniziative che insegnano i fondamenti della democrazia. Gli studenti sono intervenuti con il “frutto” di riflessioni condivise con i giornalisti: tre filmati sul tema della contraffazione (che saranno presto disponibili online nel sito della Fnsi) che pongono al centro lo sguardo degli adolescenti nei confronti di un fenomeno subdolo, spesso poco presente nel dibattito pubblico ma penetrante e con ripercussioni gravi nelle vite dei cittadini.

mercoledì 19 settembre 2018

EDUCARE ALL’INFORMAZIONE, I PROGETTI MIUR-FNSI

Oggi 19-9-18 alle 10 doppio appuntamento nella sede della Federazione nazionale della Stampa italiana, a Roma, per illustrare le iniziative promosse da Fnsi, Miur e associazione Carta di Roma nell'ambito del progetto 'Educare all'informazione' sul ruolo dell'informazione nei percorsi scolastici. Paolo Butturini, della segreteria della Fnsi, presenterà, anche attraverso il racconto degli studenti coinvolti, i risultati della prima edizione del progetto 'A mano disarmata'. Verrà quindi introdotto il programma della seconda edizione di 'Educare all'informazione', che si articolerà in un progetto, 'I cantieri di parole', con due obiettivi tematici. Del primo, 'Le sfide della comunicazione tra fake news e linguaggio di odio, tra nuovi linguaggi multimediali e facilità di accesso ai contenuti', parlerà Carlo Muscatello, componente della giunta esecutiva e responsabile formazione della Fnsi. Sul secondo tema, 'Il ruolo dell'informazione nella prevenzione della diffusione di stereotipi e discriminazioni, per un uso critico del media', si soffermerà il presidente dell'associazione Carta di Roma, Valerio Cataldi. Interverrà poi Renato Parascandolo, ideatore dell’iniziativa “Rileggiamo l’articolo 21 della Costituzione”, rivolta agli studenti e che ha coinvolto anche alcune scuole del Friuli Venezia Giulia. Moderatrice della mattinata: la giornalista Paola Barretta, coordinatrice dell'associazione Carta di Roma.

lunedì 17 settembre 2018

SCRIVE VASCO BRONDI...

17 settembre 2018 Tra qualche giorno esce una canzone che si chiama Mistica, è la prima canzone che scrivo dopo Terra e ogni volta che dopo lunghe pause mi rimetto a scrivere canzoni, mi ritrovo da un’altra parte. Dentro c'è la storia di questa ragazza mondana e mistica che viaggia e che cerca, è la storia della sua ricerca, geografica e spirituale, nel testo ci sono anche tracce di due poetesse che amo, c’è un verso di Patrizia Cavalli e uno di Isabella Leardini ma non vi svelo niente. Mi piace che questo pezzo abbia mantenuto una sua leggerezza e che vi sia un grande contagio di musica elettronica invocata in qualche modo anche nel testo. Ci ho lavorato sempre con Fede Dragogna che ha prodotto il pezzo con me e suonato gran parte degli strumenti a parte le percussioni sempre affidate come in Terra a Daniel Plentz dei Selton. Nella stesura musicale iniziale mi sono fatto aiutare da Andrea Mangia, in arte Populous, che ha scritto la parte di ritmica elettronica. Mistica è un’invocazione e una storia unica e qualunque di questi tempi di avventure solitarie e grandi progetti che a volte sembrano “preparativi per la prossima vita.” Mistica accompagnerà un doppio disco, che uscirà il 5 ottobre: uno è una raccolta di questi dieci anni de Le luci della centrale elettrica e oltre a Mistica conterrà anche Libera, una canzone che avevo scritto per i Tre allegri ragazzi morti e che qui ho registrato a modo mio. Il secondo disco è un live in studio. Mentre preparavamo il tour nei teatri ho capito che volevo registrare queste nuove versioni di canzoni recenti e meno recenti rivissute, mettendoci in mezzo anche i CCCP e De Gregori. Si chiamerà 2008/2018, tra la via Emilia e la Via Lattea, come il tour che faremo nei teatri tra novembre e dicembre. Queste le date confermate: sabato 17 novembre - FOLIGNO, Auditorium San Domenico lunedì 19 novembre - FIRENZE, Teatro Obihall venerdì 23 novembre - ROMA, Auditorium Parco della Musica sabato 1 dicembre - BARI, Palamartino domenica 2 dicembre - PESCARA, Teatro Massimo venerdì 7 dicembre - ROMA, Auditorium Parco della Musica (NUOVA DATA!) sabato 8 dicembre - TORINO, OGR Torino lunedì 10 dicembre - MILANO, Auditorium di Milano martedì 11 dicembre - BOLOGNA, Teatro Duse sabato 15 dicembre - GENOVA, Teatro della Corte domenica 16 dicembre - FERRARA, Teatro Comunale Abbado giovedì 20 dicembre - REGGIO EMILIA, Teatro Valli

martedì 11 settembre 2018

BILANCIO DI TRIESTELOVESJAZZ A “BASAGLIA LIVE”

Gabriele Centis è il primo ospite, domani giovedì 13-9, alle 11.55, su Radio Rai Fvg, di “Basaglia Live”, il programma di Carlo Muscatello, a cura di Assunta Cannatà, ascoltabile in streaming e in podcast anche su www.sedefvg.rai.it. Il musicista triestino, oltre a fare un bilancio della dodicesima edizione di TriesteLovesJazz, di cui è direttore artistico, ricorda la rassegna e i concerti jazz con Enrico Rava (triestino di nascita), Franco D’Andrea, Bruno Biriaco e altri musicisti, organizzati negli anni Ottanta nel parco del manicomio di San Giovanni, a Trieste. Seconda parte della puntata dedicata a Daniela Sala e Gabriella Lanza, giornaliste e videomaker, autrici del webdoc “Matti per sempre”, finalista lo scorso anno al premio giornalistico intitolato a Roberto Morrione. Quarant’anni dopo la legge 180 che ha chiuso i manicomi, “Basaglia Live” sta proponendo quest’estate alla Rai regionale una mappa degli artisti e dei concerti nel parco e nel teatrino di San Giovanni, a Trieste, che dagli anni Settanta in poi hanno contribuito ad aprire l’ospedale psichiatrico. Da Ornette Coleman agli Area, da Francesco Guccini a Franco Battiato, da Gino Paoli a Giorgio Gaslini, da Moni Ovadia con Alfredo Lacosegliaz ad Alberto Camerini e tanti altri, senza dimenticare il Premio Nobel Dario Fo: molti eventi musicali e artistici che negli anni Settanta hanno attirato migliaia di giovani e meno giovani nel grande parco di San Giovanni, a Trieste, nel manicomio che stava aprendo le sue porte alla città. Oggi sono passati quarant’anni dalla legge 180, che porta il nome di Franco Basaglia: ma non tutti ricordano che quella importante stagione che ha portato alla chiusura dei manicomi, e alla restituzione dei diritti di cittadinanza ai tanti “matti”, è passata anche attraverso la musica. Il jazz, il rock, la canzone d’autore, con alcuni dei loro più importanti protagonisti, hanno dato un grande contributo al raggiungimento di una conquista di civiltà. Ecco allora la musica di quegli artisti, con ricordi “d’autore” e testimonianze dei protagonisti della grande stagione di cambiamento. Fra gli ospiti del programma - in onda tutti i giovedì di luglio, agosto e settembre - Alberta Basaglia, Gino Paoli, Moni Ovadia, Massimo Cirri, Peppe Dell’Acqua, Franco Rotelli, Michele Zanetti, Mario Luzzatto Fegiz, Andrea Centazzo, Patrizio Fariselli (Area), tanti altri...

FNSI A CONGRESSO, INFORMAZIONE SOTTO ATTACCO (da newsletter Ordine Giornalisti Fvg)

di Carlo Muscatello* Dal 5 al 7 febbraio 2019, a Levico Terme, in provincia di Trento, il sindacato unitario dei giornalisti italiani va a congresso. Entro il 21 dicembre anche i colleghi iscritti all’Assostampa Fvg, articolazione territoriale della Fnsi, saranno dunque chiamati al voto, per indicare i delegati regionali al congresso. Un congresso che si svolge in una situazione di grande difficoltà per la nostra categoria e per tutta l’informazione italiana. Non è più soltanto la situazione di grave crisi che attanaglia ormai da anni il settore: l’emorragia di posti di lavoro, la precarizzazione anche del lavoro contrattualizzato, la piaga stessa del precariato, la pesante crisi dell’Inpgi. E poi le minacce ai cronisti, le querele temerarie, i crescenti carichi di lavoro in redazioni sempre più sguarnite, i collaboratori pagati pochi euro (lordi) ad articolo... Tutto purtroppo drammaticamente vero e reale, ma la novità è che oggi siamo anche in presenza di un vero e proprio attacco all’informazione, che a volte arriva persino da parte di chi rappresenta quelle istituzioni democratiche di cui una libera informazione dovrebbe sempre essere da tutti riconosciuta come un caposaldo fondamentale e insostituibile. Chi ci dovrebbe tutelare e difendere purtroppo si schiera, nei fatti, contro il sistema di pesi e contrappesi che regge l’informazione e ne dovrebbe garantire l’autonomia. Ci eravamo lasciati prima della pausa agostana con le nemmeno tanto velate minacce di Vito Crimi, sottosegretario all’Editoria, di scioglimento del nostro Ordine. Crimi che peraltro non avrebbe nemmeno competenza in una materia soggetta al ministro di Grazia e Giustizia. Da chi ha la delega in materia di Editoria – rispondemmo allora come sindacato dei giornalisti – ci saremmo attesi l'annuncio di una prossima riforma del settore, un sostegno a chi contrasta il lavoro precario, un rinnovato impegno a sostenere chi, come Carlo Verna e le colleghe e i colleghi dell'Ordine nazionale e di quelli regionali, sono impegnati in un faticoso processo di autoriforma, di tutela dell'articolo 21 della Costituzione e della libertà di informazione, di contrasto al linguaggio dell'odio e alle centrali della disinformazione organizzata e finalizzata alla distruzione della funzione di mediazione tipica del giornalista. E invece... Invece al congresso ci troveremo anche a dover difendere i nostri enti di categoria, ultimo e necessario avamposto per la tutela del nostro lavoro, del diritto dei cittadini di essere informati e del dovere dei giornalisti di informare. E proprio il lavoro, assieme all’atteso e non più rinviabile rinnovo del contratto scaduto da anni, sarà necessariamente il tema centrale di un congresso che si preannuncia molto importante. *presidente Assostampa Fvg, componente giunta Fnsi

venerdì 7 settembre 2018

VENT’ANNI SENZA LUCIO BATTISTI / da ART21

di Carlo Muscatello Vent’anni senza Lucio Battisti, vent’anni nei quali le canzoni del genio pop italiano scritte assieme a Mogol non ci hanno mai abbandonato. Sono sempre qui, con noi, sono parte integrante della storia popolare del nostro paese, sono la colonna sonora della nostra vita. Lucio Battisti è morto il 9 settembre 1998 a soli cinquantacinque anni. Era nato a Poggio Bustone, Rieti, il 5 marzo 1943, un giorno dopo l’altro grande Lucio della nostra canzone, Dalla. Oggi possiamo dire che Mogol Battisti hanno rappresentato per la musica italiana quello che i Beatles sono stati per il pianeta. Qualche anno fa ne parlavamo proprio con Mogol, che ha regalato le parole alla miglior musica leggera di casa nostra. In oltre mezzo secolo di onorata attività, Giulio Rapetti Mogol (dal 2006 quel che era uno pseudonimo è diventato parte del suo cognome) ha infatti firmato i testi di oltre millecinquecento canzoni. Molte delle quali bellissime, alcune indimenticabili, entrate a far parte della colonna sonora delle nostre vite. Con Lucio Battisti, ma non solo. Anche per Celentano, Morandi, Cocciante. Per non parlare di Mina, Bobby Solo, Equipe 84, Dik Dik... Sanremo '61, "Al di là", Luciano Tajoli e Betty Curtis: un debutto subito vincente... «Ero un ragazzo - ricordava l'artista, milanese, classe 1936 - che aveva avuto la fortuna di scrivere quelle parole. Le avevo date al maestro Donida, un caso strano perché in seguito io ho sempre scritto su una musica già esistente. Una serie di coincidenze fortunate e la canzone vinse il Festival. Ma fu tutto merito di Tajoli». Che Italia era? «L'Italia che vorrei anche oggi, invece tutto è andato male, tutto va di male in peggio. È mancata la moralità, qui tutti raccontano balle, tutti fanno debiti e nessuno va galera». Battisti lo conobbe pochi anni dopo: intuì subito le sue potenzialità? «Assolutamente no. Si presentò con due canzoni, gli dissi che aveva scritto due brani modesti, la cosa che mi colpì fu che lui disse: sono d'accordo. Mi fece quasi tenerezza. Gli dissi: dai, vediamoci, proviamo a collaborare assieme. E cominciò quell'incredibile avventura. La terza canzone che scrivemmo assieme fu "29 settembre". E fu il botto». Quindici anni di collaborazione: i fan ancora non si capacitano di quel divorzio. «In effetti fu una cosa incomprensibile, girarono tante storie sui motivi della separazione. Questioni di gelosie, di soldi, persino di confini fra le nostre proprietà in Brianza. Tutte balle. La verità? Credo sia stato influenzato, mal consigliato da chi gli era vicino». Un ricordo bello e uno brutto di quegli anni con lui. «Brutto nessuno. Mi sono sempre trovato bene, anche lui mi sembrava appagato e contento. E anche quando ci siamo incontrati di nuovo, anni dopo, tutto sempre bene. Era un rapporto ad alto gradimento reciproco». Un’alchimia irripetibile? «Beh, ho lavorato e scritto canzoni con altri artisti. Anche belle canzoni. Ma credo che sì, era irripetibile perchè completa nel senso globale del termine. Lucio era un grande autore, un arrangiatore, un interprete. Assieme avevamo raggiunto la completezza, una certa complementarietà». Quella storia che eravate fascisti? «Io sono sempre stato moderato, Lucio non l'ho mai sentito parlare di politica. La verità è che in quegli anni se un artista non alzava il pugno era fascista. Chi scriveva di privato era qualunquista. La neutralità non era ammessa». Lei fa cronaca? «Si, credo che un autore degno di fede è quello che fa cronaca. La fantasia non conta. Io mi ispiro alla vita, alla mia, a quella della gente comune. Per questo il pubblico mi segue». Una parola per alcuni artisti con cui ha lavorato. Celentano. «Timbrica straordinaria. Meglio come artista che come predicatore». Mina. «Coerente nella sua scelta di ritirarsi a Lugano. L’altro giorno mi hanno detto quante canzoni ho scritto per lei: sono ventotto, nemmeno me le ricordavo». Morandi. «Anche lui libero di fare quel che vuole. Bravissimo nel ripartire, con quella “Canzoni stonate” che scrissi per lui trent'anni fa». Cocciante. «Grande interprete e grande musicista, di livello internazionale». Gianni Bella. «Un genio musicale. Non lo ha aiutato l'accento siciliano, lui che in inglese canta benissimo». L'opera che avete scritto assieme? «L'ha scritta soprattutto lui, e dopo due anni di lavoro, il giorno dopo averla finita, è stato colpito dal male che ancora non gli permette di comunicare. Per l'opera abbiamo dei problemi economici, forse debutterà all'estero». La scena musicale attuale? «Manca la qualità, e sa perchè? Perché oggi si cerca solo il profitto. Una volta era diverso, si cercava l'artista che aveva qualcosa da dire e sapeva come dirlo. Oggi si cerca di fare soldi, e subito. Non va bene». Ha detto che oggi Battisti e Mogol non emergerebbero. Possibile? «Lo confermo. Noi eravamo pieni di idee e trovavamo gente disposta ad ascoltarci. C’era entusiasmo, voglia di cambiare. Lucio fu bocciato alla radio come interprete, ma poi le radio lo trasmettevano comunque. Oggi non c’è questa possibilità. I dj sono degli impiegati, passano quello che gli dicono di trasmettere». Il Cet, la sua scuola? «Ha oltre vent'anni, ha diplomato più di duemila allievi, abbiamo tenuto a battesimo interpreti come Arisa e autori come Giuseppe Anastasi. Abbiamo una didattica avanzatissima, di livello europeo. Ma anche per noi mancano i fondi, dobbiamo fare economia. Chi ci governa non capisce che diffondere la musica e la cultura popolare è una priorità». I talent show? «Torniamo al discorso del qualità. Se scegli degli artisti veri da presentare al pubblico, forse fai un'operazione culturale. Ma se aspetti quelli che vogliono essere lanciati, che vogliono vendere due dischi, fare la bella vita, beh, non vai da nessuna parte». Internet? «Ci sono 200mila siti musicali, manca chi ti aiuta a individuare le cose di qualità. Siamo sempre lì. Corsa ai soldi, al profitto, poca attenzione alla qualità». Gli aforismi? «Ho sempre amato la sintesi, mi piace scrivere breve. Col libro “Le ciliegie e le amarene” ha avuto quattro premi, uno internazionale. Ne sto scrivendo un altro. Si intitolerà “Le arance e i limoni”». Mogol, lei ha fede? «Sì, prego tutte le sere. E lo faccio con il cuore».

ANDREA CENTAZZO, DA L.A. A “BASAGLIA LIVE”

Andrea Centazzo è il primo ospite, domani giovedì 6-9, alle 11.55, su Radio Rai Fvg, di “Basaglia Live”, il programma di Carlo Muscatello, a cura di Assunta Cannatà, ascoltabile anche su www.sedefvg.rai.it. Il percussionista e compositore friulano, che vive e lavora da oltre vent’anni a Los Angeles, ricorda lo storico concerto con Giorgio Gaslini nel settembre ‘74 e altre sue performance nel parco del manicomio di San Giovanni, a Trieste. L’altro ospite della puntata è Roberto Colapietro, per tanti anni presidente della Clu, Cooperativa Lavoratori Uniti Franco Basaglia. Quarant’anni dopo la legge 180 che ha chiuso i manicomi, “Basaglia Live” sta proponendo quest’estate alla Rai regionale una mappa degli artisti e dei concerti nel parco e nel teatrino di San Giovanni, a Trieste, che dagli anni Settanta in poi hanno contribuito ad aprire l’ospedale psichiatrico. Da Ornette Coleman agli Area, da Francesco Guccini a Franco Battiato, da Gino Paoli a Giorgio Gaslini, da Moni Ovadia con Alfredo Lacosegliaz ad Alberto Camerini e tanti altri, senza dimenticare il Premio Nobel Dario Fo: molti eventi musicali e artistici che negli anni Settanta hanno attirato migliaia di giovani e meno giovani nel grande parco di San Giovanni, a Trieste, nel manicomio che stava aprendo le sue porte alla città. Oggi sono passati quarant’anni dalla legge 180, che porta il nome di Franco Basaglia: ma non tutti ricordano che quella importante stagione che ha portato alla chiusura dei manicomi, e alla restituzione dei diritti di cittadinanza ai tanti “matti”, è passata anche attraverso la musica. Il jazz, il rock, la canzone d’autore, con alcuni dei loro più importanti protagonisti, hanno dato un grande contributo al raggiungimento di una conquista di civiltà. Ecco allora la musica di quegli artisti, con ricordi “d’autore” e testimonianze dei protagonisti della grande stagione di cambiamento. Fra gli ospiti del programma - in onda tutti i giovedì di luglio, agosto e settembre - Alberta Basaglia, Gino Paoli, Moni Ovadia, Massimo Cirri, Peppe Dell’Acqua, Franco Rotelli, Michele Zanetti, Mario Luzzatto Fegiz, Andrea Centazzo, Patrizio Fariselli (Area), tanti altri...