lunedì 31 dicembre 2018

IL 2018 DI ART21 FVG, di Fabiana Martini

di Fabiana Martini Non poteva non iniziare ricordando Giulio Regeni il 2018 di Articolo 21 Friuli Venezia Giulia: con un incontro nel suo liceo, il “Petrarca” di Trieste, dove il 25 gennaio l’Aula Magna gremita di ragazzi si è confrontata con Beppe Giulietti, presidente nazionale della Federazione nazionale della Stampa, e Fabio Del Missier, referente Educazione di Amnesty International Fvg. Nella consapevolezza che rassegnarsi al male e rinunciare alla funzione etica del giornalismo significa diventare complici di chi ha fatto prima sparire, poi torturato, infine assassinato il ricercatore di Fiumicello, gli studenti e le studentesse del liceo triestino assieme ad Articolo 21, all’Assostampa e all’Ordine dei Giornalisti hanno confermato l’impegno a chiedere verità e giustizia per Giulio e per tutti i Giulio e le Giulia del mondo, tenendo viva l’attenzione su questa e su altre vicende che il tempo vorrebbe archiviare. Ma #NoiNonArchiviamo: lo abbiamo ripetuto a Trieste, sotto la sede del Circolo della Stampa, il 20 marzo, commemorando l’anniversario dell’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin; lo abbiamo ribadito a Roma partecipando alla conferenza stampa sul caso indetta il 4 luglio da FNSI per annunciare la costituzione di parte offesa del sindacato, dell’Ordine e dell’Usigrai. Perché colpire un giornalista significa attentare al diritto di tutti e di ciascuno ad essere informati, significa mettere in dubbio l’articolo 21 della Costituzione. Quell’articolo su cui si è concentrato il concorso di Articolo 21 dedicato alle scuole, che ci ha visto incontrare gli allievi di un liceo di Udine, di uno di Trieste e di uno di Pordenone per affrontare con loro il tema della libertà di stampa e dei tanti giornalisti minacciati, anche in Italia. Uno di questi è Sandro Ruotolo, ospite a Trieste e Muggia su invito congiunto di Libera e Articolo 21 in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno, che ha messo a disposizione la sua esperienza per raccontare come nasce un’inchiesta giornalistica, come si mette il mestiere a servizio della verità e della comunità. La formazione è un’attenzione costante del presidio del Friuli Venezia Giulia, che in collaborazione con l’Ordine e il sindacato ha promosso un percorso sulle migrazioni, realizzato in maniera decentrata in tutta la regione, ma anche occasioni per conoscere aspetti inediti dell’Africa e per dare voce e spazio alle donne, spesso invisibili per la politica come per l’informazione se non quando è ormai troppo tardi: si è parlato di attivismo femminile in Siria, del Manifesto di Venezia e delle priorità della politica regionale dal punto di vista non maschile in vista delle elezioni regionali. Il rischio della censura e del bavaglio è stato decisamente il leit motiv dell’attività annuale: con un occhio all’Egitto, dove poco si è mosso per fare chiarezza sulla tragedia di Giulio Regeni e dove Amal Fathy, moglie del consulente legale della famiglia, è ancora in ostaggio della “giustizia” egiziana, e un altro all’Italia, dove i tentativi di chiudere la bocca ai giornalisti, definiti puttane e infimi sciacalli dai massimi vertici istituzionali, non si arrestano. È proprio nel nostro territorio che è iniziata la censura e la delegittimazione dell’informazione: a Monfalcone la sindaca leghista ha chiuso l’abbonamento a Avvenire e Manifesto, evidentemente non graditi al regime, ma sempre a Monfalcone oltre cento persone nel pomeriggio di un giorno feriale hanno riempito la sala parrocchiale dei Santi Nicolò e Paolo per incontrare Marco Tarquinio e Norma Rangeri, assieme al direttore del quotidiano di lingua slovena Primorski e a Paolo Borrometi, invitati da Articolo 21, Ordine dei Giornalisti e Assostampa a parlare del valore del pluralismo nell’informazione: un valore che il presidente Mattarella non si stanca di ripetere e che anche noi continueremo a promuovere. Anche nel 2019. Perché senza informazione non c’è democrazia. E le conseguenze in questa regione sono state terribilmente nefaste, come hanno avuto modo di ricordarci i ragazzi del Petrarca attraverso la mostra “Razzismo in cattedra”, anche quella a rischio censura, premiata non a caso dai giornalisti triestini con una targa speciale in occasione del San Giusto d’Oro. Un messaggio forte e chiaro per dire che noi, assieme a papa Francesco e al presidente della Repubblica, stiamo dalla parte dei ponti e non dei muri, della fraternità e non dell’odio. Come Marco Luchetta, Saša Ota e Dario D’Angelo, i tre giornalisti Rai assassinati a Mostar poco meno di venticinque anni fa (tra pochi giorni, il 28 gennaio, ricorderemo l’anniversario), mentre raccontavano all’Occidente distratto che lì in Bosnia si continuava a morire e che non si risparmiavano neanche i bambini. Bambini che neanche oggi vengono risparmiati e che abbiamo il dovere di continuare a raccontare.

mercoledì 19 dicembre 2018

FONDI EDITORIA, ORE DECISIVE

“Fermatevi. Ascoltate le parole in difesa del valore di una informazione libera e plurale che per ben sette volte il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sentito il bisogno di ribadire ed evitate che, con il taglio prospettato dal governo Lega-5Stelle, chiudano decine di testate e migliaia di lavoratori restino senza lavoro”. Questo l'appello rivolto dal segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, in apertura del presidio convocato in piazza Montecitorio per i lavori del Consiglio nazionale del sindacato per ribadire il no dei giornalisti italiani all'emendamento alla legge di Bilancio che prevede di arrivare nel 2022 alla cancellazione del contributo pubblico all'editoria. “Questo emendamento, che era saltato alla Camera per essere ripresentato in Senato, tradisce la volontà liberticida dell'esecutivo. Noi non possiamo consentire che interi territori perdano le loro voci, occasioni di confronto e di arricchimento del dibattito pubblico. Con questo provvedimento si vuole dare il la alla cancellazione dei pochi sostegni che restano al sistema dell'informazione. Se passa il taglio all'editoria minore le prossime ad essere colpite saranno le agenzie e le emittenti locali. Ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio, ma non è solo una questione di posti di lavoro che si perdono. È innanzitutto una questione di pluralismo e dunque di democrazia”, incalza Lorusso. “Vogliono colpire le voci delle diversità e delle differenze. Iniziano con il taglio ai piccoli giornali per arrivare a cancellare il ruolo del giornalista, che è quello di fare domande scomode, di indagare su quello che fa il potere, di spiegare ai cittadini cosa accade. Contro questo progetto abbiamo il dovere di essere in piazza. Non è un'aggressione alla corporazione dei giornalisti, ma all'articolo 21 della Costituzione e al diritto dei cittadini di essere informati. Ci appelliamo al presidente della Repubblica, ai parlamentari di maggioranza e opposizione, perché questo scempio non vada a compimento. E a chi, anche dentro la categoria, oggi ride di quanto sta accadendo dico di valutare bene quali saranno le prossime tappe. Scoprirà che domani non ci sarà nessuno a difenderlo quando a finire nel mirino sarà lui”, ribadisce il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti. “Se passasse questo emendamento sarebbe un tradimento all'articolo 21 della Costituzione. Un colpo di spugna a chi ha diritto ora ad essere sostenuto per spostare i fondi a chi sarà in futuro meritevole, secondo il governo, di essere aiutato. Ai singoli parlamentari dico: 'Pensaci, Giacomino'. Nessuno dice che l'attuale meccanismo del contributo non si possa migliorare. Ma questo non significa togliere fondi ad alcune voci e darli ad altri. E poi, altri chi?”, incalza il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Verna. In piazza anche i colleghi di numerose testate la cui sopravvivenza sarà messa a rischio dal taglio del fondo per il pluralismo, fra cui Il Roma, Il Manifesto, Avvenire, la Voce di Rovigo, il Primorski Dnevnik, la Lega delle cooperative di giornalisti, Radio Radicale, collaboratori e cronisti precari. “In Campania, oltre il Roma, ci sono sette testate che rischiano di chiudere con il taglio all'editoria. Purtroppo dobbiamo prendere atto che le decisioni non vengono prese nel palazzo alle nostre spalle, ma dalla Casaleggio associati. Il presidente della Camera, Roberto Fico, aveva promesso che non ci sarebbero stati tagli ai contributi per i giornali delle cooperative e invece qualche giorno fa si è adeguato agli ordini di scuderia. E anche la Lega, che nelle scorse settimane, con Alessandro Morelli, aveva ripetuto che il taglio non sarebbe mai passato, oggi avalla l'emendamento dei 5 Stelle”, dicono Antonio Sasso, direttore del Roma, e Roberto Paolo presidente della File, la Federazione Italiana Liberi Editori. Matteo Bartocci, del Manifesto, osserva come “non ci sarà in realtà nessun risparmio per lo Stato. Vogliono solo colpire una ventina di testate scomode: togliere i fondi a loro per poi riassegnarli, a totale discrezionalità del governo. Un colpo inaccettabile al giornalismo libero. Per questo dobbiamo iniziare qui, oggi, una battaglia tutti insieme. Con ancora più forza dobbiamo raccontare queste cose ai cittadini per informarli di quello che il potere prova a fare”. Andrea Billau, di Radio Radicale, rilancia l'appello ai parlamentari: “Non capisco come una forza politica che ha fatto del lavoro la sua bandiera, tanto da promuovere un decreto chiamato 'dignità', non si interessi della dignità dei lavoratori dell'informazione. Una contraddizione enorme. Spero in uno scatto di orgoglio del Parlamento. Spero che si divincoli dalla morsa del governo”. Simone Bonafin, della Voce di Rovigo, lancia l'allarme: “Vogliono colpire le cooperative dei giornali che sul territorio portano ai propri lettori notizie che altrimenti non arriverebbero all'opinione pubblica. Se andasse in porto il taglio del fondo tante piccole realtà editoriale non potrebbero continuare ad esistere”. E Lidia Gattini, in rappresentanza della Lega delle cooperative di giornalisti, rileva: “Ci accusano di essere indipendenti e per questo di essere dei mostri. Noi siamo la voce dell'informazione indipendente. Non abbiamo altri padroni oltre ai nostri lettori proprio perché siamo cooperative. Siamo editori puri eppure vogliono colpirci, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro”. In rappresentanza delle tante voci delle minoranze linguistiche e delle testate diocesane, in piazza anche la consigliera nazionale della Fnsi Poljanka Dolhar e il segretario del Sindacato del Trentino Alto Adige, Rocco Cerone. “Senza contributo pubblico la comunità slovena in Italia resterebbe senza voce”, dice la redattrice del Primorski. “Tante piccole realtà che raccontano i territori lontani verranno cancellate, con un danno per i cittadini”, ribadisce Cerone. A chiudere il presidio il presidente di Articolo21, Paolo Borrometi, giornalista sotto scorta per le sue inchieste sulla mafia. “Oggi siamo accanto a questi colleghi che vedono minacciato posto di lavoro. Loro, i colleghi di Radio Radicale e dei giornali locali, erano e sono accanto a noi cronisti minacciati quando c'è da raccontare le nostre storie. Senza il loro lavoro non ci sarebbe nessuna storia da raccontare e i cittadini non saprebbero quello che accade. Si vogliono colpire i giornali locali, che sono l'ossatura dell'informazione del Paese. Così si mette a rischio la possibilità per i cittadini di informarsi. E invece il giornalismo deve svolgere la funzione da cane da guardia della democrazia e deve essere messo nelle condizioni di farlo”.

ELEZIONI DELEGATI FVG A CONGRESSO FNSI

Si sono svolte domenica 16 e lunedì 17-12-18, a Trieste e Udine, le elezioni dei delegati del Friuli Venezia Giulia al 28.o congresso della Fnsi, che si terrà dal 12 al 14 febbraio 2019 a Levico Terme, in provincia di Trento. Sono stati eletti tutti i nove delegati, sette professionali e due collaboratori, candidati nella lista “Uniti nell’Assostampa / Controcorrente”, che fa riferimento all’attuale maggioranza federale del segretario generale Raffaele Lorusso e del presidente Beppe Giulietti. Nel dettaglio, ecco le preferenze. PROFESSIONALI Alessandro Martegani, 64 voti Poljanka Dolhar, 46 Fabiana Martini, 44 Maurizio Bekar, 42 Nicola Filipovic Grcic, 37 Pietro Rauber, 35 Floriana Bulfon, 22 (Prima dei non eletti Silvia Savi, 9) COLLABORATORI Erica Culiat, 7 voti Lorenzo Mansutti, 5 (Primo dei non eletti Roberto Cannalire, 3) . Della delegazione del Friuli Venezia Giulia al congresso faranno parte anche Carlo Muscatello (presidente Assostampa Fvg e componente giunta esecutiva Fnsi), Luciano Ceschia (già segretario generale Fnsi) e Cristiano Degano (presidente Ordine Giornalisti Fvg). . Sono stati anche eletti i delegati del Friuli Venezia Giulia al congresso dell’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati. Sono Patrizia Disnan (22 voti), Pietro Trebiciani (21), Valerio Morelli (20). Primo dei non eletti Pietro Villotta (2).

sabato 15 dicembre 2018

ASSOSTAMPA FVG, PARTE CAMPAGNA ISCRIZIONI 2019

Mentre è in corso nel Paese una campagna senza precedenti contro il dovere dei giornalisti di informare e il diritto dei cittadini a essere informati correttamente, parte la campagna iscrizioni 2019 all’Assostampa Fvg, articolazione territoriale della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani. Che in questa fase di attacco alla professione e di grandi trasformazioni, oltre che di pesante crisi del mondo dell’editoria e del giornalismo, non solo nel nostro Paese, rimane l’ultimo importante baluardo per la tutela dei diritti e della dignità dei giornalisti. Anche nel Friuli Venezia Giulia è dunque necessario rilanciare la campagna di sensibilizzazione e di iscrizione al sindacato dei colleghi, professionali e collaboratori, contrattualizzati e non contrattualizzati. Sindacato che nella nostra regione ha le quote – rimaste invariate anche nel 2019 – più basse d’Italia. C’è anche la possibilità di richiedere l’iscrizione gratuita per giornalisti professionali e collaboratori disoccupati e/o in comprovate difficoltà economiche. Sono state anche mantenute le quote scontate per i nuovi iscritti, che erano state lanciate tempo fa, ma soltanto per un anno, a livello nazionale. SE VUOI DIFENDERE LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE, AIUTA IL SINDACATO… SE CONDIVIDI LA BATTAGLIA CHE IL SINDACATO DEI GIORNALISTI PORTA AVANTI PER LA DIFESA DELLA PROFESSIONE E CONTRO TUTTE LE LEGGI BAVAGLIO; SE VUOI DARE FORZA ALL’AZIONE DEL SINDACATO A FAVORE DELLE FASCE PIU’ DEBOLI DELLA CATEGORIA, DENTRO E FUORI DALLE REDAZIONI; SE VUOI CONTRIBUIRE ALLA DIFESA E AL RINNOVAMENTO DELLA PROFESSIONE; SE CREDI CHE AVERE UN SINDACATO UNITARIO DEI GIORNALISTI SIA UNA RISORSA ISCRIVITI – E FAI ISCRIVERE I TUOI COLLEGHI – ALL’ASSOSTAMPA FVG (e se eri già iscritto lo scorso anno, non dimenticare di rinnovare la quota 2019). Nel Fvg le quote per i giornalisti collaboratori sono di 45 euro, quelle per i professionali non contrattualizzati di 55 euro. Invariata anche la quota dello 0.30 per i giornalisti professionali contrattualizzati e pensionati. SOLTANTO PER I NUOVI ISCRITTI 2019 NON CONTRATTUALIZZATI: collaboratori 35 euro, professionali 45 euro. (NB: professionali sono tutti i giornalisti professionisti, praticanti e i pubblicisti che svolgono comunque la professione giornalistica ai sensi dell’art. 2 dello Statuto Fnsi; collaboratori sono i pubblicisti che non rientrano nella precedente categoria). Il pagamento della quota (per chi non versa già lo 0.30 in busta paga o con la pensione, avendo firmato l’apposita delega) può venir effettuato nei nostri uffici oppure con bonifico bancario: Banca di Credito Cooperativo del Carso – ZKB, Riva Gulli, Trieste, IBAN IT 34 O 08928 02205 010000034417 (causale: quota 2019) Monte dei Paschi di Siena, piazza della Borsa, Trieste, IBAN IT 50 H 01030 02230 000002958532 (causale: quota 2019) PARTE LA CAMPAGNA ISCRIZIONI 2019 ALL’ASSOSTAMPA FVG ARTICOLAZIONE TERRITORIALE DELLA FNSI, SINDACATO UNITARIO DEI GIORNALISTI ITALIANI NEL FVG LE QUOTE PIU’ BASSE D’ITALIA POSSIBILITA’ DI RICHIEDERE L’ISCRIZIONE GRATUITA PER GIORNALISTI – PROFESSIONALI E COLLABORATORI – DISOCCUPATI E IN COMPROVATE DIFFICOLTA’ ECONOMICHE, E INOLTRE… QUOTE SCONTATE PER I NUOVI ISCRITTI SE VUOI DIFENDERE LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE, AIUTA IL SINDACATO… SE CONDIVIDI LA BATTAGLIA CHE IL SINDACATO DEI GIORNALISTI PORTA AVANTI PER LA DIFESA DELLA PROFESSIONE E CONTRO TUTTE LE LEGGI BAVAGLIO; SE VUOI DARE FORZA ALL’AZIONE DEL SINDACATO A FAVORE DELLE FASCE PIU’ DEBOLI DELLA CATEGORIA, DENTRO E FUORI DALLE REDAZIONI; SE VUOI CONTRIBUIRE ALLA DIFESA E AL RINNOVAMENTO DELLA PROFESSIONE; SE CREDI CHE AVERE UN SINDACATO UNITARIO DEI GIORNALISTI SIA UNA RISORSA ISCRIVITI – E FAI ISCRIVERE I TUOI COLLEGHI – ALL’ASSOSTAMPA FVG (e se eri già iscritto lo scorso anno, non dimenticare di rinnovare la quota 2019) Nel Fvg le quote per i giornalisti collaboratori sono di 45 euro, quelle per i professionali non contrattualizzati di 55 euro Invariata anche la quota dello 0.30 per i giornalisti professionali contrattualizzati e pensionati. SOLTANTO PER I NUOVI ISCRITTI 2019 NON CONTRATTUALIZZATI: collaboratori 35 euro, professionali 45 euro (NB: professionali sono tutti i giornalisti professionisti, praticanti e i pubblicisti che svolgono comunque la professione giornalistica ai sensi dell’art. 2 dello Statuto Fnsi; collaboratori sono i pubblicisti che non rientrano nella precedente categoria). Il pagamento della quota (per chi non versa già lo 0.30 in busta paga o con la pensione, avendo firmato l’apposita delega) può venir effettuato: con bonifico bancario: �. Banca di Credito Cooperativo del Carso – ZKB, Riva Gulli, Trieste, IBAN IT 34 O 08928 02205 010000034417 (causale: quota 2019) �. Monte dei Paschi di Siena, piazza della Borsa, Trieste, IBAN IT 50 H 01030 02230 000002958532 (causale: quota 2019) nei nostri uffici di Trieste (Corso Italia 13), di Udine (Filologica Friulana, via Manin 18) e di Pordenone (ProPordenone, viale Cossetti 20) Informazioni, nuove convenzioni e servizi sui siti www.fnsi.it e www.assostampafvg.it ; allo 040-370371 o allo 040-370571, oppure nei nostri uffici di Trieste (Corso Italia 13, da lun a ven, h 9-15), Udine (via Manin 18, da lun a ven, h 10-12) e Pordenone (viale Cossetti 20, da lun a ven, h 10-13).

giovedì 13 dicembre 2018

LA MANIFESTAZIONE FNSI E ORDINE DAVANTI AL MISE

Giornalisti italiani di nuovo in piazza contro gli attacchi di alcuni esponenti del governo al pluralismo dell'informazione e per difendere la dignità del lavoro dei cronisti e i valori racchiusi nell'articolo 21 della Costituzione. «Il ministro di Maio ci ha convocato per oggi al Mise e noi siamo oggi davanti al ministero a ribadire il nostro no al precariato e il nostro sì al pluralismo dell'informazione. Ci è stato detto che si sarebbe parlato di equo compenso e precari, ma come si può parlare di lotta al precariato con chi lavora a interventi che creeranno più disoccupazione e più precariato? Interventi che costeranno il posto di lavoro a mille colleghi?», esordisce il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso. «Se si convocano parti definite in precedenza 'sciacalli' e altro, prima bisogna fare un passo indietro, chiedere scusa, soprattutto a quei colleghi che sono pronti a mettersi a rischio pur di non rinunciare a informare. Senza rispetto e legittimazione reciproca, non ci si può sedere al tavolo. Oggi con Ordine e sindacato erano state convocate anche fantomatiche associazioni di precari: forse qualcuno pensava che questo incontro fosse l'occasione per farsi un selfie, come è successo con il tavolo per i rider. Noi non potevamo consentirlo. Serve innanzitutto rispetto per la categoria, senza quello ci sarebbe una sottomissione da parte nostra, ma noi non abbassiamo la testa davanti a nessuno», incalza Lorusso. Al ministro e al sottosegretario si rivolge anche il presidente del Cnog, Carlo Verna, che ricorda: «Il giornalismo è per i governati non per i governanti. Caro ministro Di Maio, lei rappresenta il potere, di conseguenza deve cortesemente soggiacere alle regole della democrazia di cui l'informazione è un organo di controllo. I tagli lineari prospettati minacciano l'informazione al servizio dei cittadini. Non ha senso sedersi a un tavolo con chi dà i numeri senza voler fare un ragionamento critico. Per dirla in slang, 'cca nisciuno è fesso'». In piazza anche i redattori di Radio Radicale, del Messaggero di sant'Antonio, del Manifesto e di Avvenire, l'Usigrai e i giornalisti delle reti e delle testate che lavorano in Rai senza avere il 'giusto contratto', rappresentanti dei giornali editi da cooperative o delle minoranze linguistiche che rischiano la chiusura con il paventato taglio dei fondo per l'editoria, videomaker indipendenti, colleghi precari e autonomi, alcuni cronisti e croniste minacciati per via del loro lavoro, come Stefano Andreone e Federica Angeli, costretta a vivere sotto scorta per le sue inchieste sulle infiltrazioni della criminalità sul litorale romano. «Quando ho avuto bisogno della 'casta', come la chiamano, politici non ce n'erano. C'erano invece i colleghi giornalisti. Erano con me nelle aule di tribunale, a sfilare in piazza a Ostia. Vogliono colpire Radio Radicale, se la prendono con i piccoli giornali, dicono che vogliono tagliare i fondi ai 'giornaloni', ma non è vero», dice Angeli. Mattia Motta, vicesegretario della Fnsi e presidente della Commissione nazionale lavoro autonomo del sindacato, osserva: «Il governo vuole sostenere i precari? Perché il ministro della Giustizia non approva le tabelle per la liquidazione giudiziale dei compensi? Il governo vuole sostenere i precari? Perché in ben due occasioni si è opposto all'abolizione dei cococo nel giornalismo? E, infine, se voglio applicare l'equo compenso sappiano che una legge esiste già». E il coordinatore della Commissione, Maurizio Bekar, ricorda: «Tutte le categorie di lavoratori autonomi hanno l'equo compenso tranne i giornalisti». Il presidente dell'Assostampa del Friuli Venezia Giulia, Carlo Muscatello, ricorda le difficoltà cui andrebbe incontro il quotidiano in lingua slovena Primorski Dnevnik se il governo tagliasse il fondo per l'editoria. Il presidente dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti, Paolo Perucchini, evidenzia che anche in Lombardia senza il contributo pubblico numerose testate sarebbero costrette a chiudere. Laura Viggiano, del Sindacato unitario giornalisti della Campania, rammenta che «nella nostra regione sei testate sarebbero a rischio con il taglio al fondo per il pluralismo». Ezio Cerasi, segretario del Sindacato Giornalisti Abruzzesi si sofferma, infine, sul bavaglio ai cronisti rappresentato dal fenomeno sempre più preoccupante delle 'querele temerarie'. Con i rappresentanti di sindacato e Ordine anche il vicepresidente di Casagit, Gianfranco Summo, e le associazioni, fra cui Amici di Roberto Morrione, Carta di Roma, l'Ucsi, Ungp e Articolo21, con la portavoce Elisa Marincola che annuncia: «Siamo stati e saremo in piazza ogni volta che l'informazione sarà sotto attacco» e la giornalista Antonella Napoli che legge il testo dell'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani, approvata il 10 dicembre 1948. «Dobbiamo dire grazie al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che per ben sette volte nel giro di poche settimane ha sentito il bisogno di intervenire in difesa della libertà di stampa, segnale – conclude il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti – che evidentemente qualcosa non va. Questo sindacato e questo Ordine sono compatti e, uniti, ribadiscono al ministro e al governo che noi non trattiamo con chi insulta i giornalisti e vuole aumentare precari e disoccupati. Perché gli interventi annunciati non colpiscono i grandi giornali, ma le piccole realtà e questo significa spegnere voci preziose per la libertà di informazione. Dico con il rispetto che si deve alle istituzioni che si può essere critici e manifestare dissenso anche senza usare parole come 'puttane' e 'sciacalli'. Non si offende e si minaccia e poi si chiede una trattativa. Per questo noi oggi siamo in strada e non al tavolo del governo. E per questo la nostra protesta non si fermerà certo qui».

CONSEGNATO SAN GIUSTO D’ORO 2018 ALLA COMUNITÀ EBRAICA, TARGA AI RAGAZZI DEL PETRARCA

"Con il San Giusto d’Oro 2018 alla Comunità ebraica di Trieste l’Assostampa Fvg ricorda e onora, a ottant’anni dalle vergognose leggi razziali annunciate da Mussolini il 18 settembre 1938 proprio qui a Trieste, in piazza Unità, il grande contributo dato nel corso dei secoli dalla Comunità ebraica, decimata dopo le leggi razziali, alla crescita culturale ed economica del capoluogo giuliano. Un riconoscimento che forse arriva in ritardo, ma è quanto mai doveroso in un momento storico che purtroppo vede, in Italia e ovunque, diffondersi il razzismo e rinascere l’antisemitismo. Come se la tragica lezione del Novecento non ci avesse insegnato nulla". Con queste parole Carlo Muscatello, presidente dell'Assostampa Fvg e componente della giunta esecutiva Fnsi, ha consegnato questa mattina ad Alessandro Salonicchio, presidente della comunità ebraica triestina, il San Giusto d'oro, premio nato nel 1967 su iniziativa del Gruppo Giuliano Cronisti, giunto quest'anno alla sua 52.a edizione, organizzato dal sindacato unitario dei giornalisti regionale con la collaborazione del Comune di Trieste e della Fondazione CrTrieste. "Dopo tante edizioni in cui il premio è andato a personaggi, associazioni, aziende celebri - da Giorgio Strehler a Claudio Magris, da Gillo Dorfles a Susanna Tamaro, da Lelio Luttazzi alle Generali - negli ultimi anni abbiamo scelto di premiare chi ha portato alto il nome di Trieste pur restando lontano dalla luce dei riflettori: la psichiatria triestina, il prete di strada don Vatta, la Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin. Quest'anno, per la prima volta abbiamo voluto unire simbolicamente il ricordo di un passato tragico e la speranza di futuro rappresentata dagli studenti del Liceo Petrarca che hanno realizzato la mostra Razzismo in cattedra". Un concetto ribadito anche da Tiziana Benussi, presidente della Fondazione CrTrieste: "Anche per le mie origini familiari, tengo molto a dire quanto condivido la scelta di Assostampa: un riconoscimento importantissimo in questo momento storico”. Il sindaco Dipiazza ha ricordato la recente posa della targa che ricorda la tragica promulgazione delle leggi razziali avvenuta ottant'anni fa. “Piano piano - ha detto il sindaco - stiamo creando le basi per favorire sempre più una vita insieme in prosperità, ricchezza e lavoro, rafforzando valori universali come la pace, la patria, la famiglia, l'educazione e il senso civico”. “Con la targa ai ragazzi del Petrarca - ha evidenziato ancora Muscatello - vogliamo premiare la sensibilità e l’attenzione per la memoria degli studenti e dei loro insegnanti che hanno realizzato una mostra che parla del dramma e dei ‘sogni spezzati’ dei loro coetanei di ottant’anni fa. La mostra, dopo la grande affluenza registrata al Museo Sartorio, è stata proposta anche in altre città italiane, ora è ospitata al Museo della Shoah di Milano e tutto ciò dev’essere motivo d’orgoglio per Trieste”. La targa è stata consegnata dal presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Fvg Cristiano Degano alle studentesse Bianca Esposito e Chiara Stefani, presenti in sala assieme ai compagni, alla preside Cesira Militello e alla prof. Sabrina Benussi. La statuetta è stata consegnata da Carlo Muscatello nelle mani del presidente della Comunità Ebraica Alessandro Salonichio e della prof. Fulvia Levi. Parole di gratitudine sono venute sia dalla testimonianza della prof. Levi che da quelle di Salonichio, che ha evidenziato come, a seguito delle leggi razziali, “una delle più fiorenti e attive tra le comunità ebraiche italiane venne decimata nel numero e spogliata di gran parte delle sue risorse materiali e spirituali”. “La comunità - ha detto Salonichio - è riuscita comunque a risollevarsi, mantenendo viva la memoria di ciò che fu e persevera nel continuare a voler dimostrare la propria vivacità, promuovendo numerose iniziative culturali”. Il presidente onorario dell’Assostampa Fvg Luciano Ceschia, già segretario generale della Fnsi, ha infine letto un indirizzo di saluto inviato dalla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, che evidenzia tra l'altro come “questo premio a una Comunità storicamente importante nella vita economica e culturale della città come quella ebraica e la targa per i professori e i ragazzi e ragazze del liceo Petrarca realizzano una sintesi virtuosa di passato e presente, storia e futuro. Il modo migliore per integrare quella memoria storica e critica che sola rende una comunità davvero civile, cioè multietnica, multiculturale e democratica”.