giovedì 29 novembre 2018

ANSA / EDITORIA, MUSCATELLO: NO TAGLIO FONDI MINORANZE LINGUISTICHE

(ANSA) - BRUXELLES, 27 NOV - "Il progetto di riduzione che poi diventa un azzeramento dei residui dei finanziamenti pubblici, va a colpire i giornali delle minoranze linguistiche" e in Fvg "la minoranza slovena in Italia". "Questo sarebbe un colpo mortale per esempio per il Primorsky Dnevik". Così il presidente dell'Assostampa Fvg Carlo Muscatello, a un convegno al Parlamento europeo. Andare a ridurre i fondi pubblici "ma che poi diventa azzerarli - secondo un emendamento del deputato siciliano dei M5S che il governo ha fatto proprio e che speriamo non passi - vorrebbe dire andare a togliere una tutela". Sulla stessa linea il presidente dell'Odg del Fvg, Cristiano Degano: così si "andrebbe a colpire proprio l'editoria debole che ha bisogno di questi fondi perché non sarebbe in grado di sostenersi da sola con le vendite dei giornali perché rappresenta la voce di una minoranza". Secondo Degano "azzerare questi fondi e costringere praticamente questi giornali alla chiusura significa creare nuova disoccupazione e ulteriore precariato".

SFIDE DEL GIORNALISMO, FNSI E ORDINE A BRUXELLES

Domani martedì 27-11-18 alle 15, a Bruxelles, al Parlamento europeo, si terrà il convegno “Le sfide del giornalismo europeo”. All’iniziativa - organizzata dall’europarlamentare Isabella De Monte - interverranno il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, il vicepresidente David Sassoli, il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti italiani Carlo Verna, il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana Raffaele Lorusso, Renate Schroeder, direttore della Federazione europea della stampa, il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia e coordinatore dei presidenti degli ordini regionali Cristiano Degano e il presidente dell’Assostampa Fvg e componente della giunta esecutiva Fnsi Carlo Muscatello. “L’evento sarà incentrato su due temi - spiega De Monte -: la libertà di stampa e la tutela della professione giornalistica, oggi messe a dura prova dalla crisi dell’editoria, dallo strapotere delle grandi piattaforme di notizie online, ma anche dall’atteggiamento ostile nei confronti dei giornalisti di alcuni partiti e movimenti politici. Affronteremo quindi sia il tema della libertà di stampa, nella convinzione che non vi possa essere democrazia senza il pieno diritto a un’informazione libera e di qualità per i cittadini, ma anche gli aspetti più concreti legati alla professione giornalistica e alla crisi dell’editoria, che colpisce in particolare la stampa tradizionale, assottigliando i corpi redazionali e riducendo in modo sempre più preoccupante le tutele e i compensi dei giornalisti non contrattualizzati”. “Su questi temi - aggiunge De Monte - si confronteranno i vertici della categoria in Italia e in Europa, per capire come la politica possa incidere a livello comunitario e nazionale per trovare soluzioni nuove e adatte alle esigenze dell’oggi, a beneficio non solo di chi fa informazione ma anche di chi ne usufruisce”.

venerdì 23 novembre 2018

FONDI PUBBLICI EDITORIA

«A qualche ora di distanza dall’ennesimo messaggio del Presidente della Repubblica sulla libertà di stampa, è stato depositato da un parlamentare dei Cinque Stelle un emendamento alla legge di Bilancio, che ci risulta sia fra quelli ammessi con il via libera del governo, nel quale si parla formalmente di riduzione progressiva della dotazione del fondo dell’editoria ma che, di fatto, porterebbe all’azzeramento di questo fondo, come i Cinque Stelle hanno da sempre dichiarato». Lo afferma il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, rilevando che «si sta cercando di portare a compimento un disegno di sostanziale indebolimento dell’informazione nel nostro Paese». «Per il Primorski Dnevnik – aggiunge Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Fvg e componente della giunta esecutiva Fnsi – l’azzeramento dei contributi pubblici sarebbe un colpo mortale dopo che in oltre settant’anni di storia il giornale è sempre stato la voce stessa di una comunità. Se fino a oggi, in mezzo a tante ruberie, c’è stato un uso virtuoso dei denari pubblici a favore dell’editoria, ebbene, questo è il caso del quotidiano triestino della minoranza linguistica slovena. Un provvedimento che, se diventasse legge, andrebbe contro il dettato costituzionale e penalizzerebbe anche il Novi Glas, il Novi Matajur, la Voce del Popolo di Fiume e, in Alto Adige, il Dolomiten». Fra le reazioni politiche, da segnalare la dura presa di posizione della senatrice del Pd Tatjana Rojc. “Faccio appello al Capo dello Stato: la minoranza linguistica slovena sta per essere imbavagliata e ammutolita, privata definitivamente dei suoi giornali che da oltre 70 anni raccontano la vita della nostra comunità.” Il grido di allarme “accorato” e “amareggiato” viene dall’esponente della minoranza linguistica slovena, che tra le migliaia di emendamenti alla legge di stabilità si è imbattuta in quello del deputato del M5s Adriano Varrica, che per conto del suo gruppo ha proposto un articolo aggiuntivo, il 59 bis, che propone “l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria”. Nel testo dell’emendamento, come riporta Rojc, “è prevista l’abrogazione di tutti i finanziamenti pubblici ai giornali della minoranza slovena e anche di altre minoranze. Si tratta di un mortale colpo alla libertà di espressione per una delle minoranze storiche dell’Italia. Solo il fascismo era arrivato a questo punto. Il M5S, con un attacco senza precedenti nella storia repubblicana, vuole decretare l’abolizione della minoranza linguistica slovena che attraverso la libera stampa mantiene la propria identità. Mi appello al presidente Mattarella che, non più tardi due giorni fa a Merano, ha riaffermato che la libertà di stampa e la tutela delle minoranze linguistiche sono due valori importanti sanciti dalla Costituzione e che il rapporto tra tutela delle minoranze e la libertà di stampa è un elemento importante della nostra Repubblica. Non è soltanto un diritto fondamentale, ma è anche un interesse generale della Repubblica l’esigenza di tutelare le minoranze, le culture, le identità e insieme la libertà di stampa che richiede anche sostegni dello Stato”.

lunedì 12 novembre 2018

DOMANI MART 13-11 h12 PRESIDIO A TRIESTE

Basta attacchi ai giornalisti. Gli insulti e le minacce di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista non sono soltanto l’assalto a una categoria di professionisti, ma rappresentano anche e soprattutto il tentativo di scardinare l’articolo 21 della Costituzione e i valori fondamentali della democrazia italiana. Una prima risposta pubblica agli attacchi del vicepremier Di Maio e di quanti pensano di poter ridurre al silenzio l’informazione italiana è fissata per domani martedì 13 novembre 2018. La Fnsi promuove in tutta Italia il flash mob #GiùLeManiDallInformazione, aperto non soltanto ai giornalisti, ma anche a cittadini e associazioni che considerano l’informazione un bene essenziale per la democrazia. All’iniziativa ha già aderito il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Il presidio si terrà in contemporanea, dalle 12 alle 13, nelle piazze dei capoluoghi di regione. A Trieste l’appuntamento è domani alle 12 davanti alla Prefettura, in piazza Unità, organizzato da Assostampa Fvg, Ordine regionale giornalisti e Articolo 21 Fvg «Ritrovarsi in piazza contemporaneamente – spiega Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – significa respingere tutti insieme attacchi volgari e inaccettabili contro l’informazione e i giornalisti. Ormai non si tratta più di episodi isolati, ma di azioni mirate a screditare una categoria di professionisti con lo scopo di disorientare l’opinione pubblica. Una forza politica, il Movimento 5 Stelle, che teorizza il superamento del Parlamento e della democrazia liberale, ha messo nel mirino i giornalisti e gli editori perché per realizzare questo progetto bisogna togliere di mezzo tutti gli organismi intermedi e impedire ai cittadini di conoscere. Soltanto un’informazione debole, docile o assente può consentire alla disinformazione di massa, veicolata attraverso gli algoritmi e le piattaforme digitali, di prendere il sopravvento e di manipolare il consenso e le coscienze dei cittadini. È un disegno al quale bisogna opporsi con forza». L’appuntamento di domani a Trieste sarà l’occasione anche per presentare le iniziative di mercoledì 14 novembre. A Monfalcone, alle 17, nella Sala dei Santi Nicolò e Paolo (via Primo maggio 84), si terrà l’incontro “Il pluralismo nell’informazione è un valore: lo dice la Costituzione”. Interverranno Norma Rangeri, direttrice del Manifesto, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Aleksander Koren, direttore del Primorski Dnevnik, Paolo Borrometi, presidente di Articolo 21. Introducono e coordinano Cristiano Degano, presidente Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, e Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg. Conclusioni di Fabiana Martini, coordinatrice Articolo 21 Fvg. L’incontro, aperto a tutti, è organizzato dall’Ordine dei giornalisti Fvg - che lo ha inserito nel programma di formazione professionale - con la collaborazione di Assostampa Fvg, Articolo 21 Fvg e Circolo della stampa di Trieste. Avvenire, Manifesto e Primorski fanno parte del gruppo di quotidiani la cui sopravvivenza è messa a rischio dal progetto di azzeramento anche dei residui contributi pubblici all’editoria “debole” (cooperative, minoranze linguistiche, italiani all’estero...) annunciato recentemente dal governo. Avvenire e Manifesto sono inoltre accomunati dalla recente e contestata decisione della sindaca di Monfalcone di eliminarli dalla lista di quotidiani a disposizione dei cittadini nella biblioteca comunale della città dei cantieri. Sempre mercoledì 14 novembre, alle 21, a Trieste, alla Libreria Knulp (via Madonna del mare 7/a), verrà presentato il libro di Paolo Borrometi “Un morto ogni tanto - La mia battaglia contro la mafia invisibile”, uscito a fine ottobre e già ai vertici delle classifiche di vendita. L’incontro, organizzato da Articolo 21 Fvg assieme ad Assostampa Fvg, Ordine regionale dei giornalisti e Circolo della stampa di Trieste, con la collaborazione della Libreria Knulp, sarà introdotto e coordinato da Fabiana Martini, coordinatrice di Articolo 21 Fvg, assieme a Cristiano Degano e Carlo Muscatello, presidenti di Ordine e Assostampa Fvg. Sarà presente l’autore.

MERC 14-11 A MONFALCONE E TRIESTE

Mercoledì 14 novembre alle 17, a Monfalcone, nella Sala dei Santi Nicolò e Paolo (via Primo maggio 84), si terrà l’incontro “Il pluralismo nell’informazione è un valore: lo dice la Costituzione”. Interverranno Norma Rangeri, direttrice del Manifesto, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Aleksander Koren, direttore del Primorski Dnevnik, Paolo Borrometi, presidente di Articolo 21. Introducono e coordinano Cristiano Degano, presidente Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, e Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg. Conclusioni di Fabiana Martini, coordinatrice Articolo 21 Fvg. L’incontro, aperto a tutti, è organizzato dall’Ordine dei giornalisti Fvg - che lo ha inserito nel programma di formazione professionale - con la collaborazione di Assostampa Fvg, Articolo 21 Fvg e Circolo della stampa di Trieste. Avvenire, Manifesto e Primorski fanno parte del gruppo di quotidiani la cui sopravvivenza è messa a rischio dal progetto di azzeramento anche dei residui contributi pubblici all’editoria “debole” (cooperative, minoranze linguistiche, italiani all’estero...) annunciato recentemente dal governo. Avvenire e Manifesto sono inoltre accomunati dalla recente e contestata decisione della sindaca di Monfalcone di eliminarli dalla lista di quotidiani a disposizione dei cittadini nella biblioteca comunale della città dei cantieri. . Sempre mercoledì 14 novembre, alle 21, a Trieste, alla Libreria Knulp (via Madonna del mare 7/a), verrà presentato il libro di Paolo Borrometi “Un morto ogni tanto - La mia battaglia contro la mafia invisibile”, uscito a fine ottobre e già ai vertici delle classifiche di vendita. L’incontro, organizzato da Articolo 21 Fvg assieme ad Assostampa Fvg, Ordine regionale dei giornalisti e Circolo della stampa di Trieste, con la collaborazione della Libreria Knulp, sarà introdotto e coordinato da Fabiana Martini, coordinatrice di Articolo 21 Fvg, assieme a Cristiano Degano e Carlo Muscatello, presidenti di Ordine e Assostampa Fvg. Sarà presente l’autore. Paolo Borrometi vive da anni sotto scorta per le minacce di morte ricevute dalla mafia. «Ogni tanto un murticeddu, vedi che serve! Per dare una calmata a tutti!» Nelle intercettazioni l’ordine è chiaro: la mafia chiede di uccidere il giornalista che indaga sui suoi affari. Ma questo non ferma Paolo Borrometi, che sul suo sito indipendente La Spia.it denuncia da anni gli intrecci tra mafia e politica e gli affari sporchi che fioriscono all’ombra di quelli legali. Dallo sfruttamento e dalla violenza che si nascondono dietro la filiera del pomodorino Pachino Igp alla compravendita di voti, dal traffico di armi e droga alle guerre tra i clan per il controllo del territorio. Le inchieste raccontate in questo libro compongono il quadro chiaro e allarmante di una mafia sempre sottovalutata, quella della Sicilia sud-orientale. Il tutto filtrato dallo sguardo, coraggioso e consapevole, di un giornalista in prima linea, costretto a una vita sotto scorta: alla prima aggressione, che lo ha lasciato menomato, sono seguite intimidazioni, minacce, il furto di documenti importantissimi per il suo lavoro, sino alla recente scoperta di un attentato che avrebbe dovuto far saltare in aria lui e la sua scorta. I nemici dello Stato contano sul silenzio per assicurarsi l’impunità, e sono disposti a tutto per mettere a tacere chi rompe quel silenzio. Il primo libro di Borrometi è una denuncia senz’appello su un fenomeno ritenuto in declino e in realtà più pervasivo di sempre, da combattere anzitutto attraverso la conoscenza del nemico. Perché il potere della mafia, come diceva Paolo Borsellino, è anche un fenomeno sociale, fatto di atteggiamenti e mentalità passive contro cui l’unico antidoto è l’esempio della resistenza e della lotta. Paolo Borrometi, nato a Ragusa nel 1983, laureato in Giurisprudenza, ha cominciato a lavorare al Giornale di Sicilia e ha poi fondato il sito di informazione e inchiesta La Spia. Oggi è un giornalista di Tv2000, collabora con l’agenzia Agi e con varie altre testate giornalistiche. Per il suo impegno di denuncia, ha ricevuto l’onorificenza motu proprio dal presidente della Repubblica. È presidente di Articolo 21, collabora con Libera, Fondazione Caponnetto e Cgil.

sabato 3 novembre 2018

SAN GIUSTO D’ORO ALLA COMUNITÀ EBRAICA DI TRIESTE, TARGA AI RAGAZZI DEL PETRARCA

Il San Giusto d'oro 2018 va alla Comunità Ebraica di Trieste, la targa speciale ai ragazzi del Liceo Petrarca che hanno realizzato la mostra “Razzismo in cattedra”. Il premio - nato nel 1967 su iniziativa del Gruppo Giuliano Cronisti e giunto alla 52a edizione - è organizzato dall'Assostampa Fvg, sindacato unitario dei giornalisti, con la collaborazione del Comune di Trieste e della Fondazione CrTrieste. "Con il premio alla Comunità Ebraica - spiega Carlo Muscatello, presidente dell'Assostampa Fvg - i giornalisti triestini vogliono ricordare e onorare, a ottant’anni dalle vergognose leggi razziali, annunciate da Mussolini il 18 settembre 1938 proprio a Trieste, in piazza Unità, il grande contributo dato nel corso dei secoli dalla Comunità, decimata dopo le leggi razziali, alla crescita culturale ed economica del capoluogo giuliano. Un ricordo che forse arriva in ritardo, ma quanto mai doveroso in un momento storico che purtroppo vede, in Italia e ovunque, diffondersi il razzismo e rinascere l’antisemitismo. Come se la tragica lezione del Novecento non ci avesse insegnato nulla”. “Con la targa ai ragazzi del Petrarca - aggiunge Muscatello - vogliamo invece premiare la sensibilità e l’attenzione per la memoria degli studenti e dei loro insegnanti che hanno realizzato una mostra, intitolata ‘Razzismo in cattedra’, che parla del dramma e dei ‘sogni spezzati’ dei loro coetanei di ottant’anni fa. La mostra, dopo la grande affluenza registrata al Museo Sartorio, verrà ora proposta anche in altre città italiane: ciò dev’essere motivo d’orgoglio per la città”. Le scelte di quest’anno vogliono anche ribadire con forza la condanna delle violenze nazifasciste nella città macchiata e ferita dall’unico lager con forno crematorio sorto sul territorio italiano, la Risiera, e respingere le pulsioni razziste e i rigurgiti fascisti incompatibili con i valori costituzionali e l’assetto democratico del Paese. . Comunità Ebraica di Trieste Testimone e protagonista della vita di Trieste, la collettività ebraica insediata nella città giuliana ha accompagnato in oltre mille anni di cammino tutta la crescita, le contraddizioni e la storia tormentata della città, incarnandone le contrastate vicende, attraversandone le lacerazioni e impersonandone le speranze. Pagando infine il prezzo più alto quando l’Italia di Mussolini, proprio a partire dal tragico comizio di 80 anni fa in piazza Unità, tradì i suoi cittadini ebrei perseguitandoli e infine collaborando attivamente al loro sterminio. Nella città multietnica e multiculturale, nella capitale italiana di tutte le identità e di tutte le minoranze, gli ebrei di Trieste hanno sempre rappresentato una presenza fortemente integrata. Nonostante la breve costituzione di un ghetto alla fine del Seicento gli ebrei triestini da sempre potevano possedere terreni e immobili in un clima di rispetto reciproco, non distinguendosi per segni particolari, difesi anzi dalla comunità cittadina, anche in alcuni tentativi di battesimo forzato. Con l’istituzione del Portofranco la comunità si era ulteriormente allargata e consolidata, ottenendo nel 1781 con l’Editto di Tolleranza la conservazione degli antichi privilegi accanto alle nuove concessioni. Le nuove idee portate dal diffondersi dell’illuminismo e della massoneria, oltre alle speranze scatenate dalla Rivoluzione francese, infiammarono le speranze pur tra i timori dei conservatori e dei più ortodossi. La comunità offrì personalità importanti di intellettuali di spessore europeo furono Samuel David Luzzatto (esegeta e docente presso il Collegio rabbinico di Padova) e Benedetto Frizzi (medico). Grandi palazzi cittadini raccontano visivamente le fortune economiche di famiglie di banchieri come i Morpurgo o i Vivante; mentre una personalità di medico e di politico come fu a metà Ottocento Saul Formiggini può essere un ottimo esempio di ebreo emancipato, orgoglioso difensore delle sue radici ebraiche e aperto alle nuove idee liberali. Innovativi anche in campo assicurativo furono personaggi come Giuseppe Lazzaro Morpurgo, alle origini delle Assicurazioni Generali, coadiuvato da personaggi come Samuele Minerbi e Marco Parente, per non dimenticare Leone Pincherle, Masino Levi e Marco Besso, ma tanti potrebbero ancora essere citati. Alla fondazione della Riunione Adriatica di Sicurtà lavorarono ugualmente molti esponenti di spicco della comunità ebraica, come Alessandro Daninos, e nella prima metà del Novecento non può essere dimenticata la figura di Arnoldo Frigessi di Rattalma. In tutte queste imprese i nomi dei protagonisti mostrano poi l’intreccio fortissimo tra esponenti di tutte le principali comunità insediate, alleati fino alla Grande Guerra in una dinamica integrazione di mentalità ed interessi. Tra Otto e Novecento spiccavano anche protagonisti di origine ebraica, ma ormai uscite volontariamente dalla fede dei padri, impegnate in ruoli di spicco nel dibattito politico sul fronte dell’irredentismo, da Felice Venezian a Camillo Ara a Teodoro Mayer, fondatore e primo editore e direttore del quotidiano “Il Piccolo”. Se i nomi di Svevo e di Saba sono forse quelli più familiari per le loro radici ebraiche, sono state tante le figure a dare un contributo straordinario alla crescita della città: artisti e benefattori, politici e imprenditori, uomini e donne. La ferocia delle leggi razziste di 80 anni fa sconvolse psicologicamente e fisicamente, ma svelò soprattutto le fragilità di un’antica e continuamente minacciata convivenza. Quella formula che costituisce l’essenza e la ragione d’essere di Trieste, e che i triestini sono costantemente chiamati a riconquistare e a riaffermare. . Mostra “Razzismo in cattedra” Nell’anno scolastico 2017/2018, in occasione dell’ottantesimo anniversario della promulgazione da parte del regime fascista delle leggi razziali, la classe IV I linguistico del Liceo Petrarca ha svolto un progetto di Alternanza Scuola Lavoro in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste e con il Museo della Comunità Ebraica triestina Carlo e Vera Wagner. Gli studenti e le studentesse, guidati dalla prof. Sabrina Benussi, hanno fatto un’approfondita ricerca in archivi pubblici e privati, in particolare nell’Archivio di Stato, in quello della Comunità Ebraica e in quello del Liceo stesso: una volta individuate le persone espulse, in quanto colpevoli di appartenere alla “razza ebraica”, hanno seguito le loro tracce e riproposto quella tragedia attraverso toccanti testimonianze, efficacissimi ricordi, carte e fotografie. Da quest’incontro con tante storie apparentemente piccole che hanno fatto la Storia e a cui è stata finalmente ridata dignità, sono nati — grazie anche alla collaborazione di Tullio Ponziani, Matteo Perissinotto, Tullia Catalan e Annalisa Di Fant — la mostra “Razzismo in cattedra”, visitata da migliaia di persone e ora pronta a girare l’Italia, e il documentario “1938 Vita amara”, uno spaccato lucido ed emozionante di quegli anni diretto realizzato con la regia di Sabrina Benussi e con l’Associazione culturale Fuoritesto. I giovani e le giovani hanno approfondito una parte di storia che spesso viene tralasciata, hanno avuto un primo approccio a professioni come quella dello storico e del regista, ma soprattutto hanno imparato e insegnato alla città il dovere etico della memoria.