martedì 17 dicembre 2019

FNSI IN PIAZZA PER SALVARE INPGI E PROFESSIONE

Salvare l'Inpgi per salvare la professione giornalistica. La Federazione nazionale della Stampa italiana organizza un sit-in domani mercoledì 18 dicembre, alle 9.30, in piazza della Rotonda (Pantheon), a Roma. Il Consiglio nazionale della Fnsi, convocato per la mattinata, comincerà i propri lavori in piazza per denunciare il tentativo di colpire l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani per colpire l'autonomia della professione. L'iniziativa è aperta a tutti, giornalisti e associazioni che hanno a cuore la libertà di informazione e il diritto dei cittadini ad essere informati. «Dal governo – rileva il sindacato – continuano ad arrivare risposte insoddisfacenti sulla messa in sicurezza dell'Istituto. Nella manovra di bilancio che sta prendendo forma, l'esecutivo ha trovato le risorse per consentire alle aziende di innescare una nuova ondata di uscite anticipate di giornalisti dal mondo del lavoro, ma non ha dato risposte né sulla messa in sicurezza dell'Inpgi, il cui disavanzo è dovuto unicamente a un decennio di pensionamenti anticipati ripetuti, né per adottare norme, che peraltro non avrebbero alcun impatto sui conti pubblici, per contrastare il lavoro irregolare e il precariato nel settore dell'informazione». Per il segretario generale Raffaele Lorusso «non è accettabile che la politica non si faccia carico della necessità di mettere in sicurezza l'Inpgi, perché salvaguardare l'istituto significa salvaguardare l'autonomia di una professione. Va precisato che la situazione di disavanzo attuale dell'Inpgi non è frutto di cattiva gestione o di gestioni allegre, ma è il risultato di un decennio abbondante di stati di crisi ripetuti da parte delle aziende, che hanno comportato l'uscita dal mondo del lavoro di numerosi colleghi che non sono stati rimpiazzati». Il segretario Fnsi ha anche anticipato che «noi non sottoscriveremo alcun accordo con alcuna azienda che non preveda, a fronte dell'uscita di giornalisti, l'entrata di altri giornalisti. Siano essi giovani o siano essi precari, che giovani purtroppo non lo sono più, da regolarizzare e stabilizzare. Noi non sottoscriveremo alcun accordo che preveda pensionamenti anticipati dove non ci sia l'esplicito riferimento all'ingresso di giornalisti». Evidentemente, ha aggiunto Lorusso, «nella maggioranza di governo c'è la volontà, che noi assolutamente non condividiamo, di far sì che il lavoro giornalistico possa essere indebolito sempre di più, tentando di dare la possibilità agli editori di mettere fuori dei giornalisti e di assumere figure esperte non si sa bene di cosa. Questo non è accettabile. È singolare che si vogliano affrontare le difficoltà del settore ricorrendo a una misura, quella dei pensionamenti anticipati, che è stata largamente utilizzata nell'ultimo decennio, ma non ha prodotto i frutti sperati». Infine, rispetto alla legge vigente, che prevede a fronte di tre uscite una entrata obbligatoria, «il governo – ha rilevato il segretario generale – ha in qualche modo cercato di accogliere quelle che erano le nostre istanze. Va dato atto al sottosegretario all'Editoria, Andrea Martella, di aver ascoltato più volte le nostre richieste e di aver abbassato questo rapporto facendo corrispondere a due uscite una entrata». «L'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani chiede di poter allargare dal 2021 la platea degli iscritti anche ai lavoratori della comunicazione», ha evidenziato Marina Macelloni, presidente Inpgi. «La situazione dell'Inpgi – ha spiegato – è fortemente critica, con il rischio di avere un commissario. Noi stiamo chiedendo da molto tempo che ci sia consentito di allargare la platea degli iscritti facendo arrivare all'istituto figure non giornalistiche ma vicine, come i comunicatori o i lavoratori della rete. Questo non è ancora avvenuto, ma nello stesso tempo il governo ha stanziato nuove risorse per i prepensionamenti». Per Macelloni, «si tratta di risorse importanti che comporteranno una nuova perdita di iscritti per l'istituto. E l'istituto in questo momento non può sostenere questa nuova perdita di contribuenti senza avere un allargamento della platea. Quindi – ha concluso – noi insistiamo a chiedere questa possibilità, la legge dice che possiamo avere questa possibilità dal 2023, chiediamo che sia anticipata al 2021».

MONI OVADIA 18-12-19 a I SUONI DELLE RADICI, RADIO UNO RAI FVG

Puntata speciale natalizia, domani mercoledì 18 dicembre, de “I suoni delle radici, musiche e storie da paesi lontani”, il programma di Carlo Muscatello a cura di Mario Mirasola, in onda alle 14.10 su RadioUno Rai Fvg (podcast e streaming su www.sedefvg.rai.it). Il viaggio attraverso le storie e le musiche dei paesi di origine di cittadini del Friuli Venezia Giulia nati in altre parti del mondo prosegue, dopo la sigla “African marketplace” di Dollar Brand, con Tiina Hallikainen, Moni Ovadia e Jaques Delgado. La prima è nata in Finlandia, nella regione dei grandi laghi, e vive nel Friuli Venezia Giulia da oltre trent’anni. Si occupa di teatro. Racconta di come è arrivata in Italia, del perché ha scelto di rimanere e delle sue esperienze di questi anni. Racconta inoltre delle tradizioni natalizie della Finlandia, dove torna spesso e ha ancora una casa, e di Rovaniemi, considerato il paese di Babbo Natale. Il brasiliano Jaques Delgado racconta del Natale in Brasile, dove a dicembre è estate e dunque si festeggia sulla spiaggia. Moni Ovadia, nato a Plovdiv in Bulgaria, milanese di adozione, è molto legato al Friuli Venezia Giulia, dove porta sempre i suoi spettacoli e ha diretto anni fa il Mittelfest di Cividale: ci parla dell’importanza delle radici e... dei “suoni delle radici”. In programma “Last Christmas” degli Wham, “Happy Xmas” di John Lennon e musiche finlandesi e brasiliane.

mercoledì 11 dicembre 2019

DOMANI SAN GIUSTO D’ORO 2019 A ZENO DAGOSTINO

Domani giovedì 12 dicembre alle 11, a Trieste, nella sala del Consiglio comunale in piazza Unità, cerimonia di consegna del San Giusto d'oro 2019 a Zeno D’Agostino, con targa speciale all’Associazione Giuliani nel mondo. L’Assostampa Fvg, sindacato unitario dei giornalisti, organizza il premio - nato nel 1967 su iniziativa del Gruppo Giuliano Cronisti e giunto alla 53.a edizione - con la collaborazione del Comune di Trieste e della Fondazione CrTrieste. "Con il premio a Zeno D’Agostino - spiega Carlo Muscatello, presidente dell'Assostampa Fvg - i giornalisti triestini vogliono riconoscere e sottolineare l’importante lavoro svolto in questi ultimi anni dal manager, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico orientale, per lo sviluppo della città di Trieste e della sua economia. Dal mare e dal porto è passata tutta la storia di Trieste ed è di tutta evidenza che, se si vuol dare un futuro alla città e ai suoi giovani, sempre sul mare e sul porto bisogna puntare. Il presidente D’Agostino lo ha capito perfettamente appena arrivato alla Torre del Lloyd e da allora lavora di conseguenza, portando a casa risultati di tutto rispetto. Risultati che auguriamo a lui ma soprattutto a Trieste di migliorare ancora”. “Con la targa ai Giuliani nel mondo - aggiunge Muscatello - premiamo il lavoro di chi coltiva le radici della nostra terra, mantenendo un filo di collegamento con chi è nato qui ma vive lontano da qui. La loro attività porta il nome di Trieste in tutto il mondo. Nello spirito che nel lontano 1967 ha spinto i nostri colleghi di allora a fondare il San Giusto d’oro”. “L’edizione 2019 del premio - conclude il presidente di Assostampa Fvg - è dedicata a Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due agenti uccisi due mesi fa nella Questura di Trieste. Anche i giornalisti triestini vogliono così onorare e rendere commosso omaggio a due giovani uomini caduti mentre svolgevano il loro lavoro per la nostra città. Una tragedia che ha toccato profondamente la comunità cittadina e ovviamente tutti gli operatori dell’informazione”. . San Giusto d’oro a Zeno D’Agostino Con il premio a Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico orientale, si vuole riconoscere — a trecento anni dalla nascita del Porto Franco — il suo personale contributo allo sviluppo del porto, dunque del futuro di Trieste: uno sviluppo fatto di numeri importanti e in continua ascesa ma soprattutto di visione, di capacità di integrare i territori e di non accontentarsi della pur significativa crescita occupazionale; merito anche della volontà del presidente D’Agostino di vivere la città, partecipando alla sua vita quotidiana e dialogando con i suoi protagonisti, tra cui gli operatori dell’informazione, senza limitarsi a governarne importanti e fondamentali processi dall’alto o dal di fuori. . Targa speciale all’Associazione Giuliani nel mondo Con la targa speciale del San Giusto d’oro all’Associazione Giuliani nel mondo si vuole premiare la capacità di una realtà che festeggia mezzo secolo di feconda attività di portare la triestinità nel mondo, in tutti e cinque i continenti, testimoniando vicinanza a chi è stato costretto a lasciare la propria terra e nutrendo anche attraverso un organo d’informazione le radici di ieri e le attività di oggi. . Albo d’oro 1967 Pietro Valdoni, chirurgo 1968 Doro Levi, archeologo 1969 Leonor Fini, pittrice 1970 Trio di Trieste 1971 Giorgio Strehler, regista 1972 Brenno Babudieri, medico ricercatore 1973 Raffaello de Banfield, compositore 1974 Paolo Budinich, fisico 1975 Giorgio Pilleri, scienziato 1976 Pier Paolo Luzzatto Fegiz, economista 1977 Luigi Spacal, pittore 1978 Giorgio Bugliarello, bioingegnere 1979 Piero Cappuccilli, cantante lirico 1980 Marcello Mascherini, scultore 1981 Diego de Castro, storico 1982 Franco Gulli, violinista 1983 Ottavio Missoni, stilista 1984 Claudio Magris, germanista 1985 Livio Paladin, giurista 1986 Fulvio Camerini, cardiologo 1987 Leo Castelli, gallerista 1988 Assicurazioni Generali 1989 Gillo Dorfles, critico d’arte 1990 Mila Schön, stilista 1991 Lelio Luttazzi, musicista 1992 Giorgio Voghera, scrittore 1993 Luciano Fonda, fisico 1994 Cesare Rubini, campione sportivo 1995 Claudio Erbsen, vicepresidente Associated Press 1996 Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico 1997 Boris Podrecca, architetto 1998 Tommaso Padoa Schioppa, eurobanchiere 1999 Gianfranco Gutty, Assicurazioni Generali 2000 Fedora Barbieri, cantante lirica 2001 Barcolana, regata 2002 Amos Luzzatto, presidente Comunità Ebraiche 2003 Boris Pahor, scrittore 2004 Manlio Cecovini, scrittore 2005 Raffaella Curiel, stilista 2006 Marzio Babille, medico Unicef 2007 Daniela Barcellona, cantante lirica 2008 Eugenio Ravignani, vescovo 2009 Bruno Chersicla, pittore 2010 Illycaffè 2011 Mauro Giacca, scienziato 2012 Coro “Antonio Illersberg” 2013 Susanna Tamaro, scrittrice 2014 Ariella Reggio, attrice 2015 Don Mario Vatta, sacerdote 2016 Psichiatria Triestina, nel ricordo di Basaglia 2017 Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin 2018 Comunità ebraica triestina a 80 anni dalle leggi razziali . San Giusto d’oro straordinario Giuliani d’Australia Associazioni Triestini e Goriziani in Roma . Riconoscimenti e targhe speciali Mario Nordio Massimo Della Pergola Demetrio Volcic Carpinteri e Faraguna Mario Magajna Tullio Kezich Danilo Soli Ugo Borsatti Biancamaria Piccinino Mario Suban Mario Luzzatto Fegiz Luciano Ceschia Studenti del Petrarca per la mostra “Razzismo in cattedra”

I SUONI DELLE RADICI, INGHILTERRA ED ETIOPIA, 11-12-19

Dall’Etiopia e dalla Gran Bretagna al Friuli Venezia Giulia. DOMANI Mercoledì 11 dicembre alle 14.10 va in onda su Radio Uno Rai Fvg (streaming e podcast su www.sedefvg.rai.it) una nuova puntata de “I suoni delle radici, musiche e storie da paesi lontani”, il programma di Carlo Muscatello a cura di Mario Mirasola. Il viaggio attraverso le storie e le musiche dei paesi di origine di cittadini del Friuli Venezia Giulia nati in altre parti del mondo prosegue, dopo la sigla “African marketplace” di Dollar Brand, con Ayantu Cella e Lucian Comoy. La prima è nata in Etiopia ed è stata adottata da bambina da una coppia di genitori del Friuli Venezia Giulia. Vive sul Carso triestino, ha una bambina di due anni e ha collaborato in passato con la Fondazione Luchetta Ota D’Angelo. Si sente ben integrata ma denuncia di aver subito episodi di razzismo. Una volta su un autobus, a Trieste, una signora le si è rivolta con parole aggressive “pretendendo” che si alzasse e le lasciasse il posto a sedere. Nessuno è intervenuto in suo aiuto. Lucian Comoy è nato in Inghilterra da padre inglese e madre triestina. Fa il traduttore, ha vissuto in vari paesi europei, da molti anni vive a Trieste. È appassionato di mare e di montagna. Non approva le attuali politiche adottate dal governo del suo paese di nascita riguardanti la Brexit: a suo avviso il futuro della Gran Bretagna è all’interno di un’Europa unita. In programma brani di Annie Lennox, di Nick Drake e musiche etiopi.

mercoledì 4 dicembre 2019

I SUONI DELLE RADICI, INDIA E VENEZUELA, 4-12-19

Dall’India e dal Venezuela al Friuli Venezia Giulia. DOMANI Mercoledì 4 dicembre alle 14.10 va in onda su RadioUno Rai Fvg (streaming e podcast su www.sedefvg.rai.it) una nuova puntata de “I suoni delle radici, musiche e storie da paesi lontani”, il programma di Carlo Muscatello a cura di Mario Mirasola. Il viaggio attraverso le storie e le musiche dei paesi di origine di cittadini del Friuli Venezia Giulia nati in altre parti del mondo prosegue, dopo la sigla “African marketplace” di Dollar Brand, con Laila Wadia e i fratelli Juan e Jerka Vladilo. La prima è nata a Mumbay-Bombay ed è in Italia dal 1986. È lettrice di inglese alla Scuola interpreti di Trieste e si occupa anche di traduzioni. È molto attiva nel Nord Est fra le comunità di extracomunitari. Ha pubblicato vari libri, il cui argomento principale è la condizione degli immigrati in Italia, con particolare attenzione alla condizione delle donne. Juan Vladilo è direttore dell’Osservatorio Astronomico di Trieste e musicista. Suona il pianoforte, vari strumenti a corda e canta. Nel corso dei decenni ha animato vari gruppi di musica sudamericana fra cui Los Ucayali, Ocho Rios e Chirikè. Sua sorella Jerka è pianista. C’è anche una terza sorella, Elisa, che lavora nel campo delle arti figurative. La loro famiglia è arrivata in Italia negli anni Sessanta. In programma musiche indiane e del Venezuela.

martedì 19 novembre 2019

USA E UCRAINA, “I SUONI DELLE RADICI” 27-11-19

Dagli Stati Uniti e dall’Ucraina al Friuli Venezia Giulia. DOMANI Mercoledì 20 novembre alle 14.10 su RadioUno Rai Fvg (streaming e podcast su www.sedefvg.rai.it) va in onda una nuova puntata de “I suoni delle radici, musiche e storie da paesi lontani”, il programma di Carlo Muscatello a cura di Mario Mirasola. Il viaggio attraverso le storie e le musiche dei paesi di origine di cittadini del Friuli Venezia Giulia nati in altre parti del mondo prosegue, dopo la sigla “African marketplace” di Dollar Brand, con Gary Lee Dove e Aleksander Voykanych. Il primo è nato a Columbus, Georgia, da padre statunitense e madre italiana. Aveva appena sette anni quando la sua famiglia si è trasferita in Italia e ricorda con un sorriso che quando è arrivato qui, ed è andato a scuola, sapeva parlare solo in inglese e in dialetto triestino. Si è sempre occupato della cura del corpo e gestisce da molti anni una palestra. Aleksander nel suo paese di origine era invece ingegnere edile. La crisi economica e la voglia di migliorare la situazione sua e della sua famiglia lo hanno fatto arrivare nel Friuli Venezia Giulia esattamente vent’anni fa. Attualmente è amministratore di una cooperativa sociale a Trieste. Ogni mattina, anche in pieno inverno, fa un bagno di mare a Barcola, sulla riviera triestina. In programma brani di Bruce Springsteen, B.B.King, Bob Dylan e musiche tradizionali ucraine.

domenica 17 novembre 2019

13 (e 20) -11-19 GRECIA E SERBIA, 7a PUNTATA “I SUONI DELLE RADICI”

Dalla Grecia e dalla Serbia al Friuli Venezia Giulia. DOMANI Mercoledì 13 novembre alle 14.10 va in onda una nuova puntata de “I suoni delle radici, musiche e storie da paesi lontani”, il programma di Carlo Muscatello a cura di Mario Mirasola (streaming e podcast su www.sedefvg.it). Il viaggio attraverso le storie e le musiche dei paesi di origine di cittadini del Friuli Venezia Giulia nati in altre parti del mondo prosegue, dopo la sigla “African marketplace” di Dollar Brand, con Irini Karavalaki e Aleksander “Sasha” Mitic. La prima è nata a Creta e vive da quasi trent’anni nel Friuli Venezia Giulia, dove è arrivata per il suo lavoro nel campo della sanità. È appassionata di musiche e danze della sua isola, canta in un coro ed è molto attiva fra le associazioni che uniscono i tanti greci che da secoli vivono a Trieste. La storia di Sasha Mitic è molto diversa. Nato a Leskovac, all’inizio degli anni Novanta è stato costretto dalla guerra che stava insanguinando la sua terra a cercare rifugio e ricostruirsi una vita altrove. Nel ‘93 è dunque arrivato a Trieste, con pochi soldi e qualche contatto fra i tantissimi serbi che vivono nel capoluogo regionale. Ha cominciato lavorando nel mercato di piazza Ponterosso e si è sempre dato da fare. Attualmente lavora nella ristorazione, facendo conoscere la cucina serba anche nel Friuli Venezia Giulia. In programma un brano di Cat Stevens, musiche greche - in particolare dell’isola di Creta - e serbe, fra cui un brano di Goran Bregovic.

sabato 9 novembre 2019

6-11-19 SESTA PUNTATA “I SUONI DELLE RADICI”, RADIOUNO RAI FVG

Da Polonia e Albania al Friuli Venezia Giulia. DOMANI Mercoledì 6 novembre alle 14.10 va in onda su RadioUno Rai Fvg una nuova puntata de “I suoni delle radici, musiche e storie da paesi lontani”, il programma di Carlo Muscatello a cura di Mario Mirasola (streaming e podcast su www.sedefvg.rai.it). Il viaggio attraverso le storie e le musiche dei paesi di origine di cittadini del Friuli Venezia Giulia nati in altre parti del mondo prosegue, dopo la sigla “African marketplace” di Dollar Brand, con due donne: Dorina Leka e Marta Makulec. La prima è nata a Tirana da una famiglia con origini triestine, il cognome della nonna materna è infatti Argentin. La sua è una famiglia di musicisti: madre pianista, padre direttore d’orchestra, e c’è anche uno zio che canta nel coro del Teatro Verdi. Dorina ha quindi ereditato la passione per la musica e anni fa ha partecipato al talent “X Factor”, arrivando fino alle fasi finali. Marta Makulec è invece originaria della Polonia. È arrivata nel Friuli Venezia Giulia una decina di anni fa, grazie a un programma di scambi studenteschi. Ha scelto di rimanere e ha qui ha formato la sua famiglia. Con lei parliamo fra l’altro di Papa Wojtyla e Lech Walesa, il leader di Solidarnosc che ha contribuito a far uscire la Polonia dall’era sovietica. In programma anche un brano cantato da Dorina Leka e altri dalla scena contemporanea polacca. . Dalle antiche migrazioni a quelle contemporanee, il Friuli Venezia Giulia è sempre stato terra di incontri, di passaggi, di arrivi e partenze di genti diverse. Donne e uomini provenienti da “altri mondi” che a volte si sono fermati qui, altre hanno proseguito il loro viaggio sempre alla ricerca di un avvenire migliore. Per questo la nostra regione ha storicamente accolto al suo interno un’incredibile varietà etnica, culturale, religiosa: tante facce, tante anime, tanti colori destinati a mischiarsi all’interno di una grande contaminazione. Dall’antica rete viaria romana ai voli low cost, passando per strade grandi e piccole, per autostrade e sentieri di montagna, donne e uomini sono arrivati fra noi con le loro lingue, le usanze e le tradizioni retaggio di popoli lontani, che hanno contribuito e contribuiscono sempre al confronto, alla diffusione delle idee e del pensiero, alla crescita, a volte alla formazione di una coscienza comune. E poi c’è la musica, il vero esperanto, il ponte che unisce i popoli, l’idioma che permette di comunicare e comprendere anche a chi parla lingue diverse. Il nostro viaggio radiofonico parla di questo. Dando la parola a chi arriva da paesi lontani e si trova a vivere, da tanti anni o magari soltanto da pochi mesi, nel nostro Friuli Venezia Giulia. Ascolteremo le loro storie, le musiche dei loro paesi d’origine, ma anche le canzoni italiane che li hanno accolti al loro arrivo qui. E magari li hanno fatti sentire un po’ a casa propria.

domenica 3 novembre 2019

SAN GIUSTO D'ORO 2019 A ZENO D’AGOSTINO, TARGA AI GIULIANI NEL MONDO

Il San Giusto d'oro 2019 va a Zeno D’Agostino, la targa speciale all’Associazione Giuliani nel mondo. Lo ha deciso l’Assostampa Fvg, sindacato unitario dei giornalisti, che organizza il premio - nato nel 1967 su iniziativa del Gruppo Giuliano Cronisti e giunto alla 53.a edizione - con la collaborazione del Comune di Trieste e della Fondazione CrTrieste. "Con il premio a Zeno D’Agostino - spiega Carlo Muscatello, presidente dell'Assostampa Fvg - i giornalisti triestini vogliono riconoscere e sottolineare l’importante lavoro svolto in questi ultimi anni dal manager, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico orientale, per lo sviluppo della città di Trieste e della sua economia. Dal mare e dal porto è passata tutta la storia di Trieste ed è di tutta evidenza che, se si vuol dare un futuro alla città e ai suoi giovani, sempre sul mare e sul porto bisogna puntare. Il presidente D’Agostino lo ha capito perfettamente appena arrivato alla Torre del Lloyd e da allora lavora di conseguenza, portando a casa risultati di tutto rispetto. Risultati che auguriamo a lui ma soprattutto a Trieste di migliorare ancora”. “Con la targa ai Giuliani nel mondo - aggiunge Muscatello - premiamo il lavoro di chi coltiva le radici della nostra terra, mantenendo un filo di collegamento con chi è nato qui ma vive lontano da qui. La loro attività porta il nome di Trieste in tutto il mondo. Nello spirito che nel lontano 1967 ha spinto i nostri colleghi di allora a fondare il San Giusto d’oro”. “L’edizione 2019 del premio - conclude il presidente di Assostampa Fvg - è dedicata a Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due agenti uccisi due mesi fa nella Questura di Trieste. Anche i giornalisti triestini vogliono così onorare e rendere commosso omaggio a due giovani uomini caduti mentre svolgevano il loro lavoro per la nostra città. Una tragedia che ha toccato profondamente la comunità cittadina e ovviamente tutti gli operatori dell’informazione”. La cerimonia di consegna del premio e della targa si terrà nella prima metà di dicembre nell’aula del Consiglio comunale di Trieste. . San Giusto d’oro a Zeno D’Agostino Con il premio a Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico orientale, si vuole riconoscere — a trecento anni dalla nascita del Porto Franco — il suo personale contributo allo sviluppo del porto, dunque del futuro di Trieste: uno sviluppo fatto di numeri importanti e in continua ascesa ma soprattutto di visione, di capacità di integrare i territori e di non accontentarsi della pur significativa crescita occupazionale; merito anche della volontà del presidente D’Agostino di vivere la città, partecipando alla sua vita quotidiana e dialogando con i suoi protagonisti, tra cui gli operatori dell’informazione, senza limitarsi a governarne importanti e fondamentali processi dall’alto o dal di fuori. . Targa speciale all’Associazione Giuliani nel mondo Con la targa speciale del San Giusto d’oro all’Associazione Giuliani nel mondo si vuole premiare la capacità di una realtà che festeggia mezzo secolo di feconda attività di portare la triestinità nel mondo, in tutti e cinque i continenti, testimoniando vicinanza a chi è stato costretto a lasciare la propria terra e nutrendo anche attraverso un organo d’informazione le radici di ieri e le attività di oggi. . Albo d’oro 1967 Pietro Valdoni, chirurgo 1968 Doro Levi, archeologo 1969 Leonor Fini, pittrice 1970 Trio di Trieste 1971 Giorgio Strehler, regista 1972 Brenno Babudieri, medico ricercatore 1973 Raffaello de Banfield, compositore 1974 Paolo Budinich, fisico 1975 Giorgio Pilleri, scienziato 1976 Pier Paolo Luzzatto Fegiz, economista 1977 Luigi Spacal, pittore 1978 Giorgio Bugliarello, bioingegnere 1979 Piero Cappuccilli, cantante lirico 1980 Marcello Mascherini, scultore 1981 Diego de Castro, storico 1982 Franco Gulli, violinista 1983 Ottavio Missoni, stilista 1984 Claudio Magris, germanista 1985 Livio Paladin, giurista 1986 Fulvio Camerini, cardiologo 1987 Leo Castelli, gallerista 1988 Assicurazioni Generali 1989 Gillo Dorfles, critico d’arte 1990 Mila Schön, stilista 1991 Lelio Luttazzi, musicista 1992 Giorgio Voghera, scrittore 1993 Luciano Fonda, fisico 1994 Cesare Rubini, campione sportivo 1995 Claudio Erbsen, vicepresidente Associated Press 1996 Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico 1997 Boris Podrecca, architetto 1998 Tommaso Padoa Schioppa, eurobanchiere 1999 Gianfranco Gutty, Assicurazioni Generali 2000 Fedora Barbieri, cantante lirica 2001 Barcolana, regata 2002 Amos Luzzatto, presidente Comunità Ebraiche 2003 Boris Pahor, scrittore 2004 Manlio Cecovini, scrittore 2005 Raffaella Curiel, stilista 2006 Marzio Babille, medico Unicef 2007 Daniela Barcellona, cantante lirica 2008 Eugenio Ravignani, vescovo 2009 Bruno Chersicla, pittore 2010 Illycaffè 2011 Mauro Giacca, scienziato 2012 Coro “Antonio Illersberg” 2013 Susanna Tamaro, scrittrice 2014 Ariella Reggio, attrice 2015 Don Mario Vatta, sacerdote 2016 Psichiatria Triestina, nel ricordo di Basaglia 2017 Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin 2018 Comunità ebraica triestina a 80 anni dalle leggi razziali . San Giusto d’oro straordinario Giuliani d’Australia Associazioni Triestini e Goriziani in Roma . Riconoscimenti e targhe speciali Mario Nordio Massimo Della Pergola Demetrio Volcic Carpinteri e Faraguna Mario Magajna Tullio Kezich Danilo Soli Ugo Borsatti Biancamaria Piccinino Mario Suban Mario Luzzatto Fegiz Luciano Ceschia Studenti del Petrarca per la mostra “Razzismo in cattedra”

giovedì 31 ottobre 2019

30-10-19 QUINTA PUNTATA “I SUONI DELLE RADICI”

Da Moldavia e Camerun al Friuli Venezia Giulia. DOMANI Mercoledì 30 ottobre alle 14.10 va in onda una nuova puntata de “I suoni delle radici, musiche e storie da paesi lontani”, il programma di Carlo Muscatello a cura di Mario Mirasola (streaming e podcast su www.sedefvg.rai.it). Il viaggio attraverso le storie e le musiche dei paesi di origine di cittadini del Friuli Venezia Giulia nati in altre parti del mondo prosegue, dopo la sigla “African marketplace” di Dollar Brand, con Natalia Carapanja e Patrice Ekame. La prima è nata a Chisinau, la capitale della Moldavia, dove ha studiato economia e commercio, management e marketing. Dieci anni fa è arrivata nel Friuli Venezia Giulia, attualmente lavora in una cooperativa sociale di Trieste. Da qualche tempo l’hanno raggiunta i suoi genitori e ora afferma di “sentirsi a casa” qui da noi. Patrice Ekame è invece nato a Douala, capitale economica del Camerun. È in Italia da dieci anni, qui si è laureato in farmacia. Attualmente fa vari lavori, fra cui assistenza alle persone. Collabora in strutture di accoglienza agli immigrati. In programma musiche della Moldavia e del Camerun, fra cui “Soul makossa” di Manu Dibango. . Dalle antiche migrazioni a quelle contemporanee, il Friuli Venezia Giulia è sempre stato terra di incontri, di passaggi, di arrivi e partenze di genti diverse. Donne e uomini provenienti da “altri mondi” che a volte si sono fermati qui, altre hanno proseguito il loro viaggio sempre alla ricerca di un avvenire migliore. Per questo la nostra regione ha storicamente accolto al suo interno un’incredibile varietà etnica, culturale, religiosa: tante facce, tante anime, tanti colori destinati a mischiarsi all’interno di una grande contaminazione. Dall’antica rete viaria romana ai voli low cost, passando per strade grandi e piccole, per autostrade e sentieri di montagna, donne e uomini sono arrivati fra noi con le loro lingue, le usanze e le tradizioni retaggio di popoli lontani, che hanno contribuito e contribuiscono sempre al confronto, alla diffusione delle idee e del pensiero, alla crescita, a volte alla formazione di una coscienza comune. E poi c’è la musica, il vero esperanto, il ponte che unisce i popoli, l’idioma che permette di comunicare e comprendere anche a chi parla lingue diverse. Il nostro viaggio radiofonico parla di questo. Dando la parola a chi arriva da paesi lontani e si trova a vivere, da tanti anni o magari soltanto da pochi mesi, nel nostro Friuli Venezia Giulia. Ascolteremo le loro storie, le musiche dei loro paesi d’origine, ma anche le canzoni italiane che li hanno accolti al loro arrivo qui. E magari li hanno fatti sentire un po’ a casa propria.

BASTA CON LA STAGIONE DEI TAGLI / newsletter Ordine Fvg

di Carlo Muscatello* Nei giorni scorsi l’editore dell’agenzia Aska ha annunciato 23 licenziamenti. Negli stessi giorni l’editore della Poligrafici Editoriale (che è anche presidente della Fieg) ha presentato un piano di riorganizzazione che prevede ancora tagli, ancora contratti di solidarietà, ancora prepensionamenti, ancora ammortizzatori sociali. Si badi che la Poligrafici Editoriale, che un tempo era proprietaria anche del “Piccolo”, da oltre trent’anni fa ampio ricorso allo strumento dei prepensionamenti, contribuendo così allo sfascio dell’Inpgi. Una situazione insostenibile. Ne abbiamo parlato nell’ultima Giunta della Fnsi riunita con la consulta dei presidenti delle Associazioni di stampa. Lanciando questo allarme: «Il settore dell'editoria deve essere rilanciato. Ad essere a rischio è il pluralismo dell'informazione e il diritto dei cittadini ad essere informati».«Nel valutare positivamente le aperture del sottosegretario con delega all'Editoria, Andrea Martella – si è detto – Giunta e Associazioni di stampa ritengono che qualsiasi intervento per il settore non possa prescindere dalla salvaguardia dell'autonomia e dell'indipendenza dell'Inpgi. La situazione dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani è il risultato di un decennio di tagli ed espulsioni dal mondo del lavoro messi in atto dalle aziende editoriali per fronteggiare la grave crisi strutturale del settore. Bisogna dire basta alla politica dei tagli indiscriminati, tesi unicamente a ridurre il lavoro regolare e ad incentivare i pensionamenti anticipati. La salvaguardia dell'Inpgi passa attraverso l'indispensabile allargamento della platea degli iscritti e la messa in campo di politiche di inclusione nel mondo del lavoro che richiedono un'inversione di tendenza da parte delle aziende e azioni di contrasto al precariato dilagante». Il sindacato dei giornalisti ritiene necessario un confronto a tutto campo, senza pregiudiziali, con il governo e con gli editori. L'apertura di una nuova stagione di tagli al costo del lavoro e di riduzione dell'occupazione, annunciata da alcune aziende, richiede infatti una mobilitazione di tutta la categoria, con azioni di contrasto e di lotta.Non bastano le aperture del nuovo sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella. Che ha detto: «Penso che lo Stato debba sostenere direttamente e indirettamente l'informazione». Una netta inversione di tendenza, dopo la stagione del sottosegretario Crimi. Ma le parole non bastano. Ora servono i fatti. *presidente Assostampa Fvg

lunedì 21 ottobre 2019

23-10 QUARTA PUNTATA RADIO RAI FVG “I SUONI DELLE RADICI”

Dal Nord Africa al Friuli Venezia Giulia. Mercoledì 16 ottobre alle 14.10 va in onda una nuova puntata de “I suoni delle radici, musiche e storie da paesi lontani”, il programma di Carlo Muscatello a cura di Mario Mirasola. Il viaggio attraverso le storie e le musiche dei paesi di origine di cittadini del Friuli Venezia Giulia nati in altre parti del mondo prosegue, dopo la sigla “African marketplace” di Dollar Brand, con Jacques Centonze e Said Habib. Il primo è nato a Cartagine, in Tunisia. Vive nel Friuli Venezia Giulia dal 1970, quando è arrivato per motivi di studio. Ha lavorato per molti anni all’Ogs, Istituto di Oceanografia e Geofisica. La sua passione è la musica, suona le percussioni, ha suonato in vari gruppi fra cui gli Ocho Rios. Said Habib è nato in Marocco, in una città fra Marrakech e Fes, vive nella nostra regione da oltre vent’anni, dopo una prima tappa italiana a Perugia, dove ha studiato all’università e ha imparato l’italiano. Dopo vari lavori attualmente collabora a una Microarea dell’Azienda Sanitaria. In programma musiche tunisine, marocchine e il brano “Cara Italia”, del milanese di origini tunisine Ghali. . Dalle antiche migrazioni a quelle contemporanee, il Friuli Venezia Giulia è sempre stato terra di incontri, di passaggi, di arrivi e partenze di genti diverse. Donne e uomini provenienti da “altri mondi” che a volte si sono fermati qui, altre hanno proseguito il loro viaggio sempre alla ricerca di un avvenire migliore. Per questo la nostra regione ha storicamente accolto al suo interno un’incredibile varietà etnica, culturale, religiosa: tante facce, tante anime, tanti colori destinati a mischiarsi all’interno di una grande contaminazione. Dall’antica rete viaria romana ai voli low cost, passando per strade grandi e piccole, per autostrade e sentieri di montagna, donne e uomini sono arrivati fra noi con le loro lingue, le usanze e le tradizioni retaggio di popoli lontani, che hanno contribuito e contribuiscono sempre al confronto, alla diffusione delle idee e del pensiero, alla crescita, a volte alla formazione di una coscienza comune. E poi c’è la musica, il vero esperanto, il ponte che unisce i popoli, l’idioma che permette di comunicare e comprendere anche a chi parla lingue diverse. Il nostro viaggio radiofonico parla di questo. Dando la parola a chi arriva da paesi lontani e si trova a vivere, da tanti anni o magari soltanto da pochi mesi, nel nostro Friuli Venezia Giulia. Ascolteremo le loro storie, le musiche dei loro paesi d’origine, ma anche le canzoni italiane che li hanno accolti al loro arrivo qui. E magari li hanno fatti sentire un po’ a casa propria.

martedì 15 ottobre 2019

16-10 TERZA PUNTATA “I SUONI DELLE RADICI”

Dall’Australia e dalla Cina al Friuli Venezia Giulia. Domani mercoledì 16 ottobre alle 14.10 su Radio Rai Fvg va in onda una nuova puntata de “I suoni delle radici, musiche e storie da paesi lontani”, il programma di Carlo Muscatello a cura di Mario Mirasola (streaming e podcast su www.sedefvg.rai.it). Il viaggio attraverso le storie e le musiche dei paesi di origine di cittadini del Friuli Venezia Giulia nati in altre parti del mondo prosegue, dopo la sigla “African marketplace” di Dollar Brand, con Suzanne Kerbavcic e Xia Yinghon. La prima è nata in Australia, in una cittadina vicino Melbourne, da famiglia originaria della regione istro-dalmata. Nel 1991 è venuta a vivere nel Friuli Venezia Giulia. Attualmente vive a Monfalcone e lavora all’Icgeb, nella cittadella della scienza sita sul Carso triestino. Xia Yinghon, per tutti “Fiorellino”, vive in Italia da quand’era ragazza, nel 1984. Il primo ristorante cinese di Trieste è stato aperto dalla sua famiglia. Tuttora lavora nel settore della ristorazione. Tre anni fa ha partecipato come attrice al film “Babylon Sisters”, una storia di immigrati ambientata nel rione triestino di Ponziana. In programma musiche cinesi e degli artisti australiani Kylie Minogue e Inxs, con brani anche dei Bee Gees, “australiani d‘adozione”, e di David Bowie. . Dalle antiche migrazioni a quelle contemporanee, il Friuli Venezia Giulia è sempre stato terra di incontri, di passaggi, di arrivi e partenze di genti diverse. Donne e uomini provenienti da “altri mondi” che a volte si sono fermati qui, altre hanno proseguito il loro viaggio sempre alla ricerca di un avvenire migliore. Per questo la nostra regione ha storicamente accolto al suo interno un’incredibile varietà etnica, culturale, religiosa: tante facce, tante anime, tanti colori destinati a mischiarsi all’interno di una grande contaminazione. Dall’antica rete viaria romana ai voli low cost, passando per strade grandi e piccole, per autostrade e sentieri di montagna, donne e uomini sono arrivati fra noi con le loro lingue, le usanze e le tradizioni retaggio di popoli lontani, che hanno contribuito e contribuiscono sempre al confronto, alla diffusione delle idee e del pensiero, alla crescita, a volte alla formazione di una coscienza comune. E poi c’è la musica, il vero esperanto, il ponte che unisce i popoli, l’idioma che permette di comunicare e comprendere anche a chi parla lingue diverse. Il nostro viaggio radiofonico parlerà di questo. Dando la parola a chi arriva da paesi lontani e si trova a vivere, da tanti anni o magari soltanto da pochi mesi, nel nostro Friuli Venezia Giulia. Ascolteremo le loro storie, le musiche dei loro paesi d’origine, ma anche le canzoni italiane che li hanno accolti al loro arrivo qui. E magari li hanno fatti sentire un po’ a casa propria.

giovedì 10 ottobre 2019

9-10-19 SECONDA PUNTATA “I SUONI DELLE RADICI”

Mercoledì 9 ottobre alle 14.10 puntata speciale - in diretta dal Villaggio Barcolana, sulle Rive triestine, pronte per la 51a edizione della grande regata di domenica 13 ottobre - de “I suoni delle radici, musiche e storie da paesi lontani”, il programma di Carlo Muscatello a cura di Mario Mirasola. Il viaggio attraverso le storie e le musiche dei paesi di origine di cittadini del Friuli Venezia Giulia nati in altre parti del mondo prosegue con i peruviani Hector Sommerkamp e Peter Diaz. Il primo vive nella nostra regione dal ‘71, si occupa di grandi mostre, presiede l’Associazione per la cooperazione Italo-peruviana ed è stato presidente della Consulta degli immigrati. Diaz vive qui da dieci anni, è archeologo di formazione, attualmente si occupa di mediazione culturale. Ospite del programma anche Jey Niang, una ragazza di ventidue anni, originaria della Mauritania, che vive a Gradisca e studia lingue e letterature straniere all’Università di Trieste. Appassionata di musica e danza, presenterà un brano del suo Paese d’origine. . . . Dalle antiche migrazioni a quelle contemporanee, il Friuli Venezia Giulia è sempre stato terra di incontri, di passaggi, di arrivi e partenze di genti diverse. Donne e uomini provenienti da “altri mondi” che a volte si sono fermati qui, altre hanno proseguito il loro viaggio sempre alla ricerca di un avvenire migliore. Per questo la nostra regione ha storicamente accolto al suo interno un’incredibile varietà etnica, culturale, religiosa: tante facce, tante anime, tanti colori destinati a mischiarsi all’interno di una grande contaminazione. Dall’antica rete viaria romana ai voli low cost, passando per strade grandi e piccole, per autostrade e sentieri di montagna, donne e uomini sono arrivati fra noi con le loro lingue, le usanze e le tradizioni retaggio di popoli lontani, che hanno contribuito e contribuiscono sempre al confronto, alla diffusione delle idee e del pensiero, alla crescita, a volte alla formazione di una coscienza comune. E poi c’è la musica, il vero esperanto, il ponte che unisce i popoli, l’idioma che permette di comunicare e comprendere anche a chi parla lingue diverse. Il nostro viaggio radiofonico parlerà di questo. Dando la parola a chi arriva da paesi lontani e si trova a vivere, da tanti anni o magari soltanto da pochi mesi, nel nostro Friuli Venezia Giulia. Ascolteremo le loro storie, le musiche dei loro paesi d’origine, ma anche le canzoni italiane che li hanno accolti al loro arrivo qui. E magari li hanno fatti sentire un po’ a casa propria.

2-10-19 COMINCIA SU RADIO RAI FVG “I SUONI DELLE RADICI, musiche e storie da paesi lontani”

Prima puntata de “I suoni delle radici, musiche e storie da paesi lontani”, un programma di Carlo Muscatello, a cura di Mario Mirasola. È un viaggio attraverso le storie e le musiche dei paesi di origine di cittadini del Friuli Venezia Giulia nati in altre parti del mondo. Si comincia con i brasiliani Ana Rosa Barros e Jaques Delgado: lei di Recife,  lui di Santos. Entrambi psicologi ed entrambi in Italia da quasi trent’anni. Parleranno del loro arrivo nel nostro Paese, di come sono stati accolti, della scelta di restare, della nostalgia di casa, ma anche del grande tema di attualità dell’ambiente e della foresta amazzonica, vero polmone del pianeta. Collegamento telefonico con Mitja Gialuz, patron della Barcolana, che parlerà di ambiente, del mare che ha sempre messo in collegamento genti e popoli diversi, e ovviamente dell’edizione di quest’anno della grande regata velica. Canzoni di Chico Buarque de Hollanda, Tom Jobim, Caetano Veloso ma anche di Fabrizio De Andrè. ... Dalle antiche migrazioni a quelle contemporanee, il Friuli Venezia Giulia è sempre stato terra di incontri, di passaggi, di arrivi e partenze di genti diverse. Donne e uomini provenienti da “altri mondi” che a volte si sono fermati qui, altre hanno proseguito il loro viaggio sempre alla ricerca di un avvenire migliore. Per questo la nostra regione ha storicamente accolto al suo interno un’incredibile varietà etnica, culturale, religiosa: tante facce, tante anime, tanti colori destinati a mischiarsi all’interno di una grande contaminazione. Dall’antica rete viaria romana ai voli low cost, passando per strade grandi e piccole, per autostrade e sentieri di montagna, donne e uomini sono arrivati fra noi con le loro lingue, le usanze e le tradizioni retaggio di popoli lontani, che hanno contribuito e contribuiscono sempre al confronto, alla diffusione delle idee e del pensiero, alla crescita, a volte alla formazione di una coscienza comune. E poi c’è la musica, il vero esperanto, il ponte che unisce i popoli, l’idioma che permette di comunicare e comprendere anche a chi parla lingue diverse. Il nostro viaggio radiofonico parlerà di questo. Dando la parola a chi arriva da paesi lontani e si trova a vivere, da tanti anni o magari soltanto da pochi mesi, nel nostro Friuli Venezia Giulia. Ascolteremo le loro storie, le musiche dei loro paesi d’origine, ma anche le canzoni italiane che li hanno accolti al loro arrivo qui. E magari li hanno fatti sentire un po’ a casa propria.

lunedì 16 settembre 2019

ALPI HROVATIN, #NOINONARCHIVIAMO

di Carlo Muscatello* . Alpi e Hrovatin: se la magistratura archivia, i giornalisti italiani NON archiviano. Giovedì 19 e venerdì 20 settembre il nostro sindacato, assieme all’Ordine dei giornalisti, ad Articolo 21 e altre associazioni, sarà infatti di nuovo a Roma per dire “Noi non archiviamo Ilaria Alpi e Miran Hrovatin”. Giovedì nella sede della Fondazione Paolo Murialdi verrà annunciata l’istituzione di un fondo speciale per raccogliere tutto l’archivio di Ilaria Alpi. Venerdì presidio davanti al tribunale di Roma in concomitanza con la nuova udienza sulla richiesta di archiviazione. Si, perché a distanza di un quarto di secolo sembra ancora lontana la verità sulla brutale esecuzione, il 20 marzo 1994, a Mogadiscio, della giornalista romana e del telecineoperatore triestino. E ora la magistratura sembra nuovamente sul punto di gettare la spugna, di arrendersi davanti alla nebbia che ancora avvolge questo crimine, davanti alla presunta impossibilità di accertare la verità. Una storia, quella di questo duplice omicidio, segnata da silenzi, misteri, depistaggio nei quali purtroppo è probabilmente coinvolto anche il nostro Paese, con i governi che si sono succeduti in questi venticinque anni. Un uomo, Omar Hashi Hassan, è stato in galera per 17 anni da innocente. Qualcuno aveva pagato un'altra persona affinché lo accusasse, poi ha ritrattato. Ci scusi, signor Hassan: ci siamo sbagliati, abbiamo creduto a un impostore... “Il 20 settembre - spiega Giulio Vasaturo, l’avvocato che rappresenta la Fnsi in questo processo - ci attende un passaggio fondamentale nel percorso di verità e giustizia sull'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. È un passaggio stretto. C’è il rischio reale di trovare, di fronte a noi, un ultimo e invalicabile muro contro il quale potrebbe arrestarsi, forse per sempre, il tormentato sentiero su cui ci ha instancabilmente guidato, sino al giugno 2018, Luciana Alpi. Come avvocato sento tutto il peso di questa vigilia. Al giudice per le indagini preliminari affideremo la nostra accorata e motivata istanza, affinché il duplice delitto non venga lasciato impunito”. La Fnsi, con l’Ordine dei giornalisti, l’Usigrai, il Cdr del Tg3 Rai, Articolo 21, sarà al fianco degli avvocati Carlo Palermo e Giovanni D’Amati per indicare con estremo rigore al giudice per le indagini preliminari tutti i punti oscuri dell'inchiesta su cui è doveroso continuare a indagare, anche a venticinque anni di distanza dall’omicidio. “Lo dobbiamo - dice ancora Vasaturo - a chi ha sofferto direttamente, nella più intima dimensione personale, il dramma che si è consumato quel giorno; all'intera comunità dei giornalisti italiani che è stata sconvolta da quella barbarie; ma anche a chi, nel corso degli anni, ha patito sulla propria pelle gli effetti 'collaterali' di un depistaggio che si protrae sino ai giorni nostri” .. *presidente Assostampa Fvg

giovedì 12 settembre 2019

IMBAVAGLIATI DAL 20 AL 24-9 A NAPOLI

Ritorna anche quest'anno 'Imbavagliati', il Festival internazionale del giornalismo civile che si tiene a Napoli al Pan (Palazzo delle arti, in via dei Mille) dal 20 al 24 settembre: un'occasione nella quale si confrontano esperienze di cronisti provenienti da tutto il mondo. Occhi puntati quest'anno sul dramma dei migranti, con il premio Pimentel Fonseca che viene assegnato alla comandante della nave 'Sea-Watch'. Il Sugc anche quest'anno contribuisce all'iniziativa. Saranno cinque degli eventi della manifestazione sono organizzati con il Sindacato unitario giornalisti della Campania. Per tre di questi ci saranno 11 crediti formativi per i giornalisti. Fra le iniziative in programma, il 24 settembre è previsto un convegno dedicato alla memoria del magistrato Francesco Saverio Borrelli a cui parteciperanno Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi; Carlo Muscatello, presidente dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia; Enzo d'Errico, Rosa Maria Dell'Aria, il musicista franco-italiano Sandro Joyeux, i giornalisti Sandro Ruotolo, Francesco Piccinini e Rosaria Capacchione. Il programma completo della manifestazione è online sul sito web del Sugc e qui sotto. Mercoledì 18 settembre   Ore 10   Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore    (Piazza del Carmine, 2 - Napoli) Deposizione dei fiori sulla tomba di Eleonora Pimentel Fonseca   Ore 18   PAN | Palazzo delle Arti Napoli - Sala di Stefano Cerimonia di consegna del Premio alla reporter e attivista spagnola Helena Maleno e del Premio Pimentel Fonseca “Honoris Causa” alla capitana della nave Sea Watch 3 Carola Rackete. Madrina della serata: Marisa Laurito. Interverranno: Luigi de Magistris, Sindaco di Napoli, Nino Daniele, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Désirée Klain, direttrice artistica del Festival “Imbavagliati”, Claudio Silvestri, Segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, Fatima Mafhud, responsabile per l’Italia del Fronte Polisario.     Venerdì 20 settembre   Ore 18   PAN | Palazzo delle Arti Napoli Inaugurazione V edizione di “Imbavagliati - Festival Internazionale di Giornalismo Civile”. Vernissage delle mostre:   - Per la prima volta a Napoli, in esclusiva per il Festival Internazionale di Giornalismo Civile, la mostra antologica: “Uliano Lucas per Imbavagliati”, che ripercorre l’attività del celebre fotografo milanese. Ad emergere uno spaccato potente e sfaccettato in cui cento scatti fanno riaffiorare personaggi, umori, lotte, esistenze, svelando la poetica e lo stile da molti definito unico nel panorama della fotografia italiana, di un autore che non ha mai smesso di guardare con curiosità, incanto e profondità alla vita che lo circonda e che ha sempre saputo coniugare l’analisi colta e consapevole del quadro storico generale al particolare della vita e del mondo interiore delle persone ritratte. - “5x5=Una risata vi libererà” - La grande satira contro la censura. Per celebrare i primi cinque anni del Festival Internazionale del Giornalismo Civile “Imbavagliati” presenta una mostra unica nel suo genere, che vedrà protagonisti cinque maestri assoluti della vignetta a sfondo sociale e politico. Saranno esposte le illustrazioni realizzate in “diretta” durante gli incontri del Festival da Stefano Disegni, Fabio Magnasciutti, Mauro Biani, Enrico Caria e Riccardo Marassi.   Interverranno: Luigi de Magistris (Sindaco della Città di Napoli), Nino Daniele (Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli), Désirée Klain (direttrice artistica del Festival “Imbavagliati”), Vittorio Di Trapani (Segretario UsigRai), Claudio Silvestri (Segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania), Alessandro Sansoni (Membro del Comitato Esecutivo del Consiglio Nazionale dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti), e Paolo Siani (pediatra e parlamentare).   Durante l’inaugurazione sarà introdotta da Roberta De Maddi (SUGC) la “Carta di Napoli, diritti e doveri del giornalista per immagini”, decalogo frutto del lavoro della Commissione per il giornalismo per immagini del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania e promosso dalla Federazione Stampa Italiana. Saranno presenti i giornalisti/testimoni: Helena Maleno (Spagna), Abdelaziz Yakub (Sudan), Jok Madut Jok (Sudan del Sud), Maha Assan (Siria), Naziha Arebi (Libia) e Olga Rodríguez (Spagna). Interverranno anche il fotografo Uliano Lucas e gli illustratori Stefano Disegni, Fabio Magnasciutti, Mauro Biani, Enrico Caria e Riccardo Marassi.     Sabato 21 settembre   Ore 10   Sala Pan Convegno promosso dalla Fondazione Polis per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati, dedicato alla strage degli innocenti e all'infanzia violata. L'iniziativa è finalizzata a raccogliere idee per la stesura di una proposta di legge regionale dedicata all'infanzia e alla promozione dei punti lettura per bambini da 0 a 6 anni. La seconda parte del convegno è dedicata al “Sudan: bambini in trincea” con i giornalisti/testimoni Abdelaziz Yakub (Sudan) e Jok Madut Jok (Sudan del Sud). Interverranno, inoltre, Antonella Napoli, giornalista, scrittrice e analista di questioni internazionali, Enzo Nucci, corrispondente Rai per l’Africa Subsahariana, Padre Daniele Moschetti, responsabile dei Missionari Comboniani in Sud Sudan, e Ottavio Ragone, direttore della redazione napoletana de “La Repubblica”. Modera Claudio Silvestri, Segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania. Illustrazioni di Fabio Magnasciutti.     Ore 17   Sindacato Unitario Giornalisti della Campania (Vico Santa Maria a Cappella Vecchia, 8b)   “L’Isola Rossa, il paese dimenticato” - convegno sul Madagascar, uno dei paesi più poveri al mondo secondo le statistiche, dove fin dall’infanzia i minori soffrono di disturbi della crescita a causa della malnutrizione e vengono sottoposti a continui abusi. Interverranno: Alessandro Greco, Vice Presidente V.I.M. – Coordinamento associazioni italiane in Madagascar e la professoressa Liliana Mosca Docente di Storia e Istituzioni dell’Africa contemporanea al Dipartimento di Scienze Politiche.     Domenica 22 settembre   Ore 10   Sala Pan “Afghanistan, Siria e Libia: minori in fuga”. Modera Désirée Klain, direttrice artistica del Festival “Imbavagliati” insieme a Claudio Silvestri (Segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania). Illustrazioni di Riccardo Marassi.   Afghanistan - Interverrà lo scrittore/testimone afghano Alì Ehsani con Barbara Schiavulli e Tiziana Ciavardini, giornaliste specializzate nella questione medio-oriente.   Siria - testimonianza della scrittrice curdo-siriana Maha Hassan, minacciata dal regime. A presentare un punto di vista “italiano” della situazione, interverranno la giornalista, scrittrice e attivista italo-siriana Asmae Dachan e il responsabile per la Siria presso l’Osservatorio Iraq, Medio Oriente e Nord Africa Fouad Roueiha e Ilaria Urbani, redattrice del quotidiano “La Repubblica Napoli”. Modera il reporter e scrittore Marco Cesario.   Libia - Protagonista dell’incontro sarà la regista e attrice inglese di origini libiche Naziha Arebi, che presenterà in anteprima a Napoli un estratto del film documentario “Freedom Fields”, segnalato dal quotidiano britannico “The Guardian” tra i dieci film dell’anno. Insieme alla giornalista/testimone, interverrà Mirella Armiero, Caporedattrice sezione Cultura del Corriere del Mezzogiorno.     Ore 17   Sindacato Unitario Giornalisti della Campania Lettura e dialogo con il pubblico con Giuseppe Goffredo, autore del testo poetico “Nelle voci del mare perdute” sul tema del “naufragio della specie che rifiuta di farsi riva e naufraga dopo ogni naufragio, dimentica della propria umanità”. Insieme all’autore, interverranno Désirée Klain, direttrice artistica del Festival “Imbavagliati”, e Claudio Silvestri, Segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania. Sarà inoltre presentato “I tamburi dell’amore”, romanzo scritto dalla giornalista/testimone Maha Assan, che offre un ventaglio di posizioni opposte eppure comprensibili durante la guerra in Siria: quelle degli attivisti, quelle di chi nella guerriglia ha perso i suoi cari, quelle degli intellettuali, e dà la possibilità a ognuno di farsi un’idea su quello che accade in un posto molto più vicino a noi di quanto crediamo.       Lunedì 23 settembre - 34 esimo anniversario del Premio Siani in memoria del giornalista Giancarlo Siani, brutalmente assassinato dalla camorra.   Ore 11   PAN | Palazzo delle Arti Napoli Cerimonia del Premio Siani che vede coinvolti giornalisti, scrittori e studenti. Presentazione della “Fondazione Giancarlo Siani” e inaugurazione della Sala della Memoria dedicata a tutte le vittime innocenti della criminalità, un connubio tra la Mehari di Giancarlo e la mostra “NONINVANO” che ritrae i volti delle vittime stesse.   Ore 15   PAN | Palazzo delle Arti Napoli Tavola rotonda sul tema della libertà d’informazione, con la partecipazione dei rappresentanti delle testate giornalistiche napoletane. Parteciperanno gli autori premiati durante la cerimonia della mattina.     Martedì 24 settembre   Ore 10   Sala Pan “Guerre innocenti: Immigrazione e Resistenza Civile”. Protagonista la giornalista/testimone Olga Rodríguez, reporter, scrittrice, corrispondente di guerra e specialista del mondo arabo, modera Riccardo Noury, portavoce Amnesty International.   “Resistere, Resistere, Resistere” La seconda parte del convegno è dedicata alla memoria del magistrato Francesco Saverio Borrelli, ex capo del pool di Mani Pulite. Saranno presenti alcuni membri della resistenza civile che si sono distinti per la salvaguardia dei diritti dei migranti come Rosa Maria Dell’Aria, la professoressa siciliana sospesa per “non aver vigilato sul lavoro dei suoi studenti che, durante la Giornata della Memoria, avevano presentato un video accostando le leggi razziali al Decreto sicurezza”, e il musicista franco-italiano Sandro Joyeux, da sempre vicino al tema della migrazione con intere tournée per i lavoratori africani dei campi e per i migranti dislocati nei centri di accoglienza. Interverranno Giuseppe Giulietti, Presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana, Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI, Carlo Muscatello, Presidente dell’Assostampa Fruili Venezia Giulia, Enzo D’Errico, direttore del “Corriere del Mezzogiorno” e Claudio Silvestri Segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania. Interverranno inoltre i reporter minacciati Sandro Ruotolo, Francesco Piccinini e Rosaria Capacchione. Illustrazioni di Riccardo Marassi.  

sabato 7 settembre 2019

MIMMO LUCANO, REVOCATO DIVIETO DIMORA A RIACE

Ci sono alcune coincidenze involontarie che, comunque, lasciano spazio alla riflessione e alla speranza che un’altra Italia sia possibile. Proprio mentre stava per nascere il nuovo Governo, che in molti si augurano sia di discontinuità, è arrivata la bella notizia sulla revoca del divieto di dimora a Riace per Mimmo Lucano. La decisione è stata assunta dal Tribunale di Locri in accoglimento dell’istanza depositata dai legali di Lucano. Il provvedimento restrittivo era stato disposto nell’ambito dell’inchiesta denominata Xenia riferita agli illeciti contestati all’ex sindaco di Riace circa le modalità di gestione dell’accoglienza dei migranti e fino ad ora Mimmo Lucano era stato obbligato ad avere la dimora a Calunia, un piccolo centro dello stesso comprensorio. Il processo Xenia è iniziato a giugno scorso e vede imputati Lucano più altre 26 persone, tutti accusati, a vario titolo, di favoreggiamento dell’immigrazione e abuso d’ufficio. “Sono felice e torno subito a casa”. Sono state queste le prime parole dell’ex sindaco diventato il simbolo dell’accoglienza e dell’integrazione e poi anche della difficoltà di difendere alcuni diritti fondamentali. Nelle ultime settimane c’era stata un’ampia campagna di sensibilizzazione perché potesse tornare nel suo paese e rivedere il papà malato. In suo favore c’era stata un petizione diretta al Presidente della repubblica Sergio Mattarella che aveva raggiunto 25mila firme.

FNSI: INFORMAZIONE, ORA SI CAMBI

«Grazie al presidente della Repubblica che ancora una volta ha sottolineato l’importanza della libertà di stampa e dell’informazione per la tenuta democratica del Paese». Intervistato da Radio Radicale, il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, commenta così le parole pronunciate ieri dal Capo dello Stato al termine delle consultazioni per la formazione del governo appena insediato. «L’auspicio – prosegue – è che le parole del presidente Mattarella possano portare alla necessaria discontinuità nelle politiche del governo sull’informazione. Noi riteniamo che sia necessario cambiare completamente registro. Per il sindacato dei giornalisti non esistono governi più o meno amici, ma esecutivi da giudicare in base agli atti. Da questo punto di vista, gli atti e le prese di posizione di chi ha avuto la responsabilità dell’Editoria nel precedente governo sono stati orientati, purtroppo, a cancellare l’informazione professionale, a ridurre il pluralismo delle voci, a moltiplicare i tagli e i bavagli e a rendere l’occupazione sempre più precaria. Dal nuovo esecutivo ci aspettiamo una nuova stagione all’insegna del confronto e della massima attenzione al settore e al lavoro giornalistico. Vanno messi al bando i pregiudizi ideologici che hanno condizionato fino ad oggi le politiche del settore». «Ci auguriamo – aggiunge Lorusso – che il presidente Conte faccia una scelta ponderata nel segno della discontinuità. Non vorremmo ritrovarci da qui a qualche settimana a dover promuovere un’altra iniziativa pubblica per sostenere la necessità di difendere il pluralismo delle voci, soprattutto di quelle voci che sono più deboli, voci delle minoranze e delle differenze, che i tagli scriteriati messi in campo dal precedente governo rischiano di cancellare». Per il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, «è necessario fermare immediatamente con un atto normativo i tagli che sono stati approvati nei mesi passati e che preludono all’azzeramento del fondo per il pluralismo. Perché se questi tagli non vengono fermati – dice – ci ritroveremo tra pochi mesi non soltanto con meno giornali, ma anche con più disoccupati: in ballo ci sono circa un migliaio di posti di lavoro di soli giornalisti. Questo non possiamo accettarlo». Alla domanda dell’intervistatore sugli interventi più urgenti, a cominciare dal conflitto di interessi, Lorusso risponde infine: «Il tema della regolamentazione dei conflitti di interessi va affrontato seriamente e in un’ottica che avvicini l’Italia alle più grandi democrazie occidentali dove queste norme di regolamentazione sono presenti da tempo».

ALPI HROVATIN, NOI NON ARCHIVIAMO

Una conferenza stampa nella sede della Fondazione Murialdi per annunciare l’istituzione di un fondo speciale che raccoglierà l’archivio della giornalista uccisa a Mogadiscio nel 1994 e, il giorno dopo, nuovo presidio davanti al tribunale in occasione dell’udienza sulla richiesta di archiviazione ‘Noi non archiviamo Ilaria Alpi e Miran Hrovatin’. Questo sarà il filo conduttore delle iniziative che si svolgeranno a Roma il 19 e 20 settembre prossimi. La decisione è stata assunta al termine dell’incontro fra la Federazione nazionale della Stampa italiana e Francesco Cavalli, per 19 anni presidente del premio Ilaria Alpi e promotore, insieme a Mariangela Grainer, da sempre vicina alla famiglia della giornalista uccisa in Somalia, delle iniziative per i 25 anni dall’assassinio di Ilaria e Miran. Giovedì 19 settembre, alle 12, nella sede della Fondazione Paolo Murialdi si terrà una conferenza stampa per annunciare l’istituzione di un fondo speciale che raccoglierà tutto l’archivio di Ilaria Alpi. Venerdì 20 settembre la Fnsi, l’Usigrai, il Comitato di redazione del Tg3, Articolo 21, Libera Informazione e associazione Amici di Roberto Morrione promuoveranno un presidio davanti al tribunale di Roma in concomitanza con la nuova udienza sulla richiesta di archiviazione. Sarà l’occasione per ribadire #NoiNonArchiviamo Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.

mercoledì 21 agosto 2019

GIULIETTI: SVUOTARE I POZZI DELL’ODIO

di Giuseppe Giulietti Non sappiamo se e quando si farà il nuovo governo. Come sempre impazza il totonomine, ma vorremmo sentire parlare di più e meglio dei temi che dovranno essere affrontati. In primo luogo sarà necessario svuotare i pozzi dell’odio, ripristinare il rispetto delle istituzioni, contrastare il dileggio per la Costituzione e per il rispetto dei diritti umani, politici e civili. Questi sono stati mesi di imbarbarimento della vita quotidiana, sono stati sdoganati comportamenti razzisti, assalti contro ogni forma di differenza e diversità, persino il sentimento religioso è stato calpestato e i suoi simboli più cari , a cominciare dal rosario, ridotti a strumenti per acchiappare qualche voto in più. Persino chi ,solo oggi ,ha preso le distanze, e in primis il presidente Conte, ha coperto questi atteggiamenti, ha consentito la caccia al migrante, ha votato a favore di provvedimenti anticostituzionali. Chi ha invocato il pugno duro contro i naufraghi, non ha mosso un dito contro i trafficanti d’armi, contro le transazioni mafiose, contro la strage sul lavoro, contro il caporalato e lo sfruttamento dei poveri, di ogni nazionalità e colore della pelle. Per quanto riguarda la libertà di informazione, come ha scritto su questo sito Vincenzo Vita, sono stati traditi tutti gli impegni declamati con grande enfasi : dal conflitto di interessi alla riforma della Rai, dalle normative antitrust all’ abrogazione delle “Querele bavaglio” In compenso sono stati tagliati i fondi all’editoria, colpite le voci delle differenze, a partire dall’Avvenire e dal Manifesto, minacciata l’abrogazione dell’Ordine dei giornalisti e il commissariamento dell’Inpgi. Nulla di simile si era mai visto neppure nei tempi più bui della cosiddetta prima repubblica o della stagione berlusconiana. Il governo che verrà affronterà questi temi? Farà finalmente risalire l’Italia nelle graduatorie internazionali in materia di libertà di informazione? Sarà il caso di tenere accesi tutti i riflettori ,perché le premesse non sono incoraggianti e la questione, per l’ennesima volta, rischia di essere archiviata o, peggio ,delegata di nuovo a chi è stato il responsabile di queste scelte sciagurate ; basti pensare al tentativo, poi fallito, di far chiudere radio radicale. Al di là delle formule di governo e dell’emergenza da affrontare, resta il grande tema della costruzione di una nuova alleanza civile, culturale, sociale, politica tra quanti preferiscono i ponti ai muri. Non si tratta di uno slogan, ma di una scelta di campo per l’oggi e, ancor più, per il futuro. Non si tratta di contrapporre l’Europa al sovranismo, quanto di unire chi ancora crede nei valori della solidarietà, dell’inclusione, dell’accoglienza, della ridistribuzione delle risorse, della salvaguardia dell’ambiente, del rispetto delle differenze e delle diversità. Questi valori, per altro, sono, anche, al centro della riflessione del Papa, rappresentano l’essenza della dichiarazione di fratellanza di Abu Dhabi, sottoscritta da cattolici, cristiani, musulmani, ebrei, animano, inoltre, la generosa attività di centinaia di associazioni civiche, composte da credenti e non credenti. Questi temi, da inverare e da attualizzare, sono anche al centro delle dichiarazioni universali dei diritti, del trattato europeo di Nizza, e della nostra Costituzione, e sono la via da maestra da imboccare e percorrere senza più incertezza. Non casualmente, nel mirino degli amici di Steve Bannon, ci sono oggi donne e uomini apparentemente distanti, ma unite dal desiderio di aprire le braccia e di contrastare il rancore e l’egoismo sociale : il presidente Mattarella, Papa Francesco, gesuiti come Padre Spadaro, direttore di Civiltà cattolica, scrittrici come Michela Murgia, artiste come Luciana Litizzetto, intellettuali come Roberto Saviano, attori come Richard Gere, musiciste come Fiorella Mannoia, Paola Turci, Emma Marrone, ed ancora Gino Strada, i volontari della Caritas, la chiesa valdese, chi salva la vita ai naufraghi e ai disperati, e persino chi osa esporre gli striscioni pro Costituzione. Chiunque abbia un sentimento “Universale e universalista”, diventa così un bersaglio, un nemico da abbattere, nel nome delle piccole patrie recintate dall’antico filo spianato; dove il popolo, come la storia insegna, ha il solo compito di servire gli oligarchi di turno, I costruttori di ponti hanno oggi il compito di superare antiche divisioni, persistenti egoismi, gelosie di sigla, per dar vita, paese per paese, comunità per comunità, periferia per periferia, ad una alleanza capace di indicare la strada per il futuro e di sottrarre , anche sentimentalmente, il “Popolo” ai populisti, sbarrando la strada agli avventurieri e agli avventuristi. Per rubare lo slogan al movimento delle donne:Se non ora, quando?

mercoledì 14 agosto 2019

WOODSTOCK 50 ANNI DOPO / su Art21

di Carlo Muscatello Woodstock, “tre giorni di pace amore e musica” che nell’immaginario collettivo durano giusto da mezzo secolo. La buona notizia è che non ci sarà Woodstock 2019. Il tentativo di organizzare il concerto celebrativo dei cinquant’anni c’è stato, ma è miseramente fallito. Molto meglio così. Sarebbe stata una pallidissima, patetica replica, cannibalizzata dal business, esattamente come lo furono quelle del ‘94 e del ‘99, in occasione rispettivamente dei venticinque e dei trent’anni dal festival. Sarebbe stato il Woodstock dei selfie, di facebook, delle multinazionali discografiche e televisive. E non ne sentivamo proprio il bisogno. Woodstock “quello vero” fu invece tutta un’altra storia. Negli Stati Uniti in realtà fu la fine di tutto, il tramonto della “summer of love” che avrebbe dovuto cambiare il mondo. E invece, una settimana dopo la strage di Charles Manson nella villa al 10050 di Cielo Drive, a Bel Air, sembrò il canto del cigno. Madre (o padre, vedete voi) di tutti i raduni giovanili. Sogno di una nazione alternativa, di un mondo diverso e migliore. Grande esperienza collettiva ma anche gigantesco esperimento di business: la comunità rock che fa le prove generali per diventare mercato globale del rock. Punto più alto della controcultura giovanile, all’incrocio fra musica e politica, sull’onda del movimento contro la guerra nel Vietnam che due anni prima aveva portato mezzo milione di persone in piazza a Washington. E al tempo stesso funerale dei sogni e degli ideali e delle utopie degli anni Sessanta. The dream is over, il sogno è finito, come cantò di lì a poco John Lennon. Quante cose è stato Woodstock. In quel ’69 dello sbarco sulla Luna, dell’inizio della presidenza Nixon, di Jan Palach che si immola a Praga, della morte per droga di Brian Jones (prima di una lunga serie di rockstar), dell’ultimo concerto dei Beatles sul tetto londinese della Apple. Da noi dell’autunno caldo e della bomba di piazza Fontana. Woodstock fu il primo grande raduno rock. Prima c’era stato, nel ’67, Monterey Pop: poco più di una prova generale. Nel week-end di ferragosto del ’69 gli organizzatori aspettavano cinquantamila persone. Ne arrivarono cinquecentomila. Qualcuno dice un milione. E manca la controprova dei biglietti venduti (fermi ai 186 mila abbonamenti staccati in prevendita), visto che a un certo punto, davanti alla calca oceanica, fecero entrare quasi tutti gratis. Infatti ci guadagnarono in tanti, in tantissimi, tranne gli organizzatori. La storia della leggendaria ”tre giorni”, che si svolse fra il 15 e il 18 agosto 1969, è fatta anche di piccole cose: numeri, particolari, curiosità, aneddoti, che vanno ad aggiungersi ai tanti dischi, film, documentari, libri sull’argomento. Ma come nacque, come si svolse in quell’estate di quarant’anni fa Woodstock? Tutto cominciò quando Michael Lang e Artie Kornfeld , che stavano progettando di allestire uno studio di registrazione nel villaggio di Woodstock, a due passi da New York, videro sul giornale un annuncio economico nel quale John Roberts e Joel Rosenman si dicevano interessati a ”opportunità legali di investimento e proposte d’affari”. Li contattarono e nacquero l’idea del festival e un’apposita società, la ”Woodstock Ventures”. Il festival era dunque una mera impresa commerciale, altro che cultura hippy, altro che ”pace amore e musica”. Affittarono per diecimila dollari un terreno nella contea di Orange, alle autorità locali dissero che avrebbero organizzato un concerto con la partecipazione di cinquantamila persone, ma gli abitanti del luogo si opposero all’iniziativa. Che dunque cercò casa un po’ più in là, a Bethel, nella contea di Sullivan, una cittadina rurale a settanta km a sud-ovest di Woodstock. Dove un allevatore, certo Max Yasgur, fiutò l’affare e accettò di affittare il suo terreno (completo di stagno, poi passato alla storia per il bagno collettivo ”nature”...) per 75 mila dollari. Altri 25 mila dollari furono pagati ai proprietari di un terreno vicino per allargare la zona a disposizione del festival. Sembrava dovesse essere un festival di provincia, venne pubblicizzato come ”An Aquarian Exposition” (in quegli anni si attendeva l’inizio dell’Era dell’Aquario, come cantavano i ragazzi del musical ”Hair”), ma il tam tam fra i giovani americani, in quell’estate in cui i social ovviamente non esistevano, battè più forte che mai. Con il risultato che, nell’avvicinarsi della data fatidica, l’affluenza verso la località designata fu superiore a ogni aspettativa: colonne e colonne di vetture puntarono su Bethel, bloccando in un unico ingorgo tutto il sistema viario dello stato di New York. La pioggia torrenziale fece il resto. Andò tutto bene, ma fu quasi per un miracolo. Il concerto cominciò alle 17.07 di venerdì 15 agosto, con Richie Havens. Al quale seguirono altri trentuno, fra solisti e gruppi, protagonisti della scena musicale di quegli anni. Country Joe Mc Donald, John Sebastian, Santana, Who, Incredible String Band, Joan Baez, Arlo Guthrie, Ten Year After. E ancora Janis Joplin, Canned Heat, Mountain, Grateful Dead, Sly & the Family Stone, Creedence Clearwater Revival, Jefferson Airplane, Joe Cocker, Crosby Stills Nash & Young... E soprattutto Jimi Hendrix. Che fu il protagonista dell’epica chiusura del festival. Nelle intenzioni degli organizzatori si doveva terminare domenica 17 agosto, ma il chitarrista nato a Seattle (e che sarebbe morto tragicamente poco meno di un anno dopo, il 18 settembre del ’70, a soli ventisette anni) aveva insistito per essere l’ultimo a esibirsi e salì sul palco alle nove del mattino di lunedì 18 agosto. La maggior parte degli spettatori era già ripartita, e ”soltanto” ventimila persone assistettero a quelle due ore di performance, con l’inno americano fatto a brandelli dalla chitarra elettrica. Una straziante, allucinata versione psichedelica di ”Star Spangled Banner”, volutamente distorta in una provocazione diventata il simbolo della protesta pacifista giovanile contro la retorica patriottica, in un paese profondamente spaccato dalla guerra nel Vietnam. Ma il festival visse anche di illustri defezioni. Gli organizzatori contattarono John Lennon per chiedere la partecipazione dei Beatles, che erano in via di scioglimento. Ma lui rispose che avrebbero suonato solo se fosse stata invitata pure la Plastic Ono Band, il gruppo di Yoko Ono. Non se ne fece nulla. Trattative anche con Bob Dylan, che all’epoca abitava a un tiro di schioppo dall’area del concerto, ma che alla fine rifiutò pare perchè infastidito dalla gran confusione che si stava creando vicino casa sua. Niente da fare neanche per Doors (avevano appena avuto dei guai con la legge per la presunta oscenità delle esibizioni di Jim Morrison), per i Led Zeppelin (il manager: «Dissi di no perché a Woodstock saremmo stati soltanto un'altra delle band in scaletta»), per i Procol Harum (stanchi dopo un lungo tour). Fu comunque l’apice, la consacrazione della cultura hippy che stava uscendo dall’età dell’innocenza per entrare in quella del business. Alcuni artisti, sconosciuti prima di Woodstock, costruirono su quell’apparizione carriere miliardarie che in certi casi durano ancor oggi. L’icona dei ”tre giorni di pace amore e musica” fu replicata all’infinito, in mezzo mondo, grazie ai dischi ma soprattutto al film di Michael Wadleigh. Oggi, mezzo secolo dopo, in assenza del concerto celebrativo, tocca a una miriade di rievocazioni dettare il ricordo, riscrivere ancora una volta l’autobiografia di una generazione che ha pensato di cambiare il mondo con la musica, che si è battuta per la pace, che ha appoggiato la lotta alla segregazione razziale e per i diritti civili, ispirando con le sue parole d'ordine le generazioni successive. In tutto il mondo. Il resto, tutto il resto, purtroppo è diventato soltanto business. E un mondo che si è trasformato, sì, ma non nella maniera che i ragazzi di allora avevano immaginato.

venerdì 9 agosto 2019

LIBERTÀ DI STAMPA IN PERICOLO

Lorusso, libertà stampa nel mirino ma resta un pilastro Va difesa con domande scomode, come quelle di Lo Muzio e Mottola (ANSA) - ROMA, 9 AGO - "La libertà di stampa è nel mirino, ma rimane un pilastro della nostra democrazia. Va difesa ogni giorno facendo ciascuno il proprio dovere, informando i cittadini, illuminando le periferie del malaffare, rilanciandole domande scomode. Come quelle che Valerio Lo Muzio e Giorgio Mottola hanno rivolto al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, provocandone la reazione scomposta e inaccettabile". Lo scriveil segretario Fnsi, Raffaele Lorusso, in un editoriale pubblicato sul sito di Articolo21. "Tocca ai giornalisti e a tutti coloro che hanno a cuore l'articolo 21 e i valori fondamentali della Costituzione -afferma - tenere alta la guardia e richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sui rischi che corre la democrazia. Le libertà e i diritti si difendono esercitandoli con rigore, non certo facendo suonare le campane a morto". "Fondamentale sarà anche portare avanti il confronto con il governo sugli unici due tavoli in cui non sono state poste pregiudiziali ideologiche -prosegue -: quello sul lavoro e previdenza, voluto dal sottosegretario Claudio Durigon, e quello per la definizione dei criteri per la liquidazione giudiziaria dei compensi dei lavoratori autonomi, avviato dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Non lo stesso si può dire per i cosiddetti Stati generali del sottosegretario all'editoria Vito Crimi, un chiaro tentativo di regolamento di conti con la categoria, perché l'obiettivo è colpire il pluralismo, il lavoro e l'istituto di previdenza dei giornalisti". "Senza una marcia indietro sui tagli già effettuati – avverte Lorusso - e i bavagli che condizionano il lavoro dei cronisti, la Fnsi non parteciperà alla fase finale dei cosiddetti Stati generali. Su libertà, diritti e lavoro non possono esserci compromessi: sarebbe l'inizio della fine. Il sindacato dei giornalisti lo ribadirà nell'iniziativa nazionale su lavoro e previdenza del prossimo 12 settembre, alla presenza del sottosegretario Claudio Durigon". (ANSA). CAS09-AGO-19 17:03

lunedì 1 luglio 2019

TURISMO CULTURALE A TRIESTE? DOMANI MART 2-7 UN INCONTRO

Città che vai turismo che trovi Martedì 2 luglio il secondo degli appuntamenti proposti da CNA per andare oltre i luoghi comuni Cosa porta i turisti a Trieste? Cosa potrebbe trattenerli qualche giorno in più? Cosa andrebbe rafforzato nell’identità della città, che qui come altrove pare essersi ridotta a qualcosa di molto superficiale? Quale ruolo può giocare la cultura in un territorio come quello triestino in cui la Storia, in particolare del Novecento, ha lasciato molti detriti? In una città in cui per le vie del centro può capitare di incontrare Saba, Svevo e Joyce o di prendere un caffè con Magris? In cui la scienza è spesso confinata in periferia? In cui la musica fa fatica a trovare diritto di cittadinanza? Ne parleranno all’Antico Caffè San Marco martedì 2 luglio alle 18 Eugenia Fenzi, padrona di casa e delegata provinciale FAI, Enrico Grazioli, direttore del quotidiano “Il Piccolo”, Giorgio Rossi, assessore comunale a Cultura, Sport, Turismo ed Eventi, e Luigi Vignando, manager e organizzatore di concerti; l’incontro dal titolo “Il turismo a Trieste: la capacità attrattiva degli eventi culturali” sarà introdotto e moderato Carlo Muscatello, giornalista e critico musicale, e gode del contributo di Fondazione CRTrieste. L’ingresso è libero.

venerdì 21 giugno 2019

TRIESTE, RIMOSSO STRISCIONE REGENI di Riccardo Noury

RIMOSSO A TRIESTE LO STRISCIONE PER GIULIO. DECISIONE SBAGLIATA NEL MOMENTO SBAGLIATO Quella del governatore della regione Friuli Venezia Giulia di rimuovere in modo permanente lo striscione "Verità per Giulio Regeni" è una decisione sbagliata presa nel momento sbagliato e, per di più, nel luogo sbagliato. Proprio mentre alti esponenti egiziani rilanciano la falsa tesi dell'omicidio di criminalità comune che potrebbe riguardare chiunque ovunque nel mondo e dall'interno del paese arrivano preoccupanti notizie sulla repressione in atto ai danni di avvocati e difensori dei diritti umani che collaborano alla ricerca della verità, il governatore Fedriga - ridicolizzando tra l'altro le campagne fatte "con striscioni e braccialetti" - dà una mano a coloro che ritengono che la ricerca della verità sia un fatto temporaneo, legato a contingenze politiche e che dopo un po' vada abbandonata. Era già successo, subito dopo le elezioni amministrative, a Castagneto Po (Torino), Montichiari (Brescia) e Cassina de'Pecchi (Milano). Ma ora tutto questo accade a Trieste, uno dei luoghi in cui lo striscione per Giulio Regeni aveva maggiore significato. Amnesty International Italia ha scritto al governatore della regione Friuli Venezia Giulia invitandolo a ritornare sulla sua decisione e ha rivolto un appello alle altre regioni e agli oltre 250 comuni che hanno aderito alla campagna "Verità per Giulio Regeni" perché continuino a esporre lo striscione. ---- Riccardo Noury Portavoce Amnesty International It

martedì 11 giugno 2019

INTELLETTUALI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI, di Massimo CACCIARI

INTELLETTUALI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI di MASSIMO CACCIARI Non ho vissuto l'età dei totalitarismi, l'età della morte del pensiero critico ma oggi più che mai posso considerare quanto sia pericoloso il sonno della ragione. Nell'età del ritorno dei Malvolio di montaliana memoria un semplice prendere le distanze non può bastare, non è piu possibile una "fuga immobile" anzi può rappresentare una scelta immorale, un disimpegno colpevole.Oggi non è più tempo di tacere, è tempo di prendere una posizione perché ogni esitazione potrebbe mettere a rischio le grandi conquiste culturali del secondo dopoguerra. La cooperazione internazionale, la democrazia, l'integrazione, la tolleranza non possono essere valori negoziabili. Quello che maggiormente preoccupa non è il ristretto e circoscritto disegno politico di Salvini ma la constatazione dei consensi numerosi che colleziona, non è di Di Maio, che mi preoccupo e del suo serbatoio di voti "protestanti" ma la constatazione che la protesta sinistroide abbia consegnato il paese ad una destra becera e livida e che una larga fetta anche di intellettuali non si sia resa ancora conto che si è prostituita alla peggiore delle destre , non a quella progressista e europeista ma alla destra razzista e violenta di Salvini.Ad una destra incapace di cogliere i segni del tempo, incapace di progettare un mondo di uomini in grado di vivere insieme pacificamente nella consapevolezza che ogni vero progresso raggiunge la sua pienezza col contributo di molti e con l 'inclusione di tutti ,seguendo l'insegnamento terenziano alla base della nostra cultura occidentale :"Homo sum humani nihil a me alienum puto". Appartengo al mondo della formazione, sto, pertanto, in trincea a contatto con una generazione vivace, intelligente, elettronica e "veloce" che "vivendo in burrasca" rischia di precipitare nel baratro dell'indifferenza o, nel peggiore delle ipotesi ,dell'intolleranza, dell 'aggressività pericolosa e ignorante. Questi stessi giovani ,invece, meritano di essere salvati, meritano una cultura in grado di coniugare pathos e logos,una cultura che percepisca l 'uomo come fine e non come mezzo, che consideri l '"altro da sè "una risorsa importante giammai una minaccia . Nell'età delle interconnessioni non c 'è niente di più assurdamente anacronistico dei muri e dei silenzi colpevoli. È solo nelle DIVERSITÀ che si può cogliere il vero senso della BELLEZZA e l'essenza di un impegno costruttivo che non è mai discriminante ma sempre inclusivo, totalizzante e interdipendente. Non è neanche questione di destra o di sinistra , di rosso o nero ma il problema è , soprattutto ,di carattere culturale.La vera emergenza è quella di costruire un argine contro ogni forma di populismo, contro la xenofobia, contro i nuovi razzismi in nome di una società civile che riparta dall'UOMO, non prima dall 'uomo Italiano , nè come in passato ,prima dall'uomo della Padania ma dall'UOMO in quanto umanità È necessario che in ogni campo sia politico che economico, culturale e sociale non si perda mai di vista l'uomo , la sua dignità, il suo inestimabile valore e ,al di là di ogni faglia e filo spinato ,lo si consideri il fine ultimo di ogni progetto. INTELLETTUALI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI, c 'è molto da fare, a partire dalla formazione scolastica . Se uniti si costituirà una forza inarrestabile, la forza della cultura, la sola che possa costituire un argine autentico contro la deriva pericolosa del populismo e della miseria ,principalmente di quella della mente.

GIOV 13-6 GIULIETTI A RONCHI (GO) PER FESTIVAL GIORNALISMO

Riparte dal Festival del Giornalismo di Ronchi dei Legionari la campagna per dare voce "a chi rischia di essere oscurato". Lo afferma il presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Giuseppe Giulietti, che giovedì 13 giugno alle 17, assieme a Carlo Muscatello presidente Assostampa Fvg e Cristiano Degano presidente Ordine dei Giornalisti Fvg, nell'ambito della quinta edizione del Festival del Giornalismo, organizzato dall'Associazione Culturale Leali delle Notizie, terrà una conferenza stampa in piazzetta Francesco Giuseppe I, per ribadire la necessità del pluralismo dell'informazione e la sopravvivenza di numerose testate, anche alla luce della recente ventilata chiusura di Radio Radicale, motivo di allarme e di seria preoccupazione per i giornalisti italiani e per tutti coloro che hanno a cuore la libertà di informazione. Oltre alla vicenda di Radio Radicale, Giulietti intende sostenere anche la necessità di mantenere le voci delle minoranze territoriali, linguistiche, politiche, religiose, sociali perchè la libertà d’informazione è un presidio essenziale per la democrazia. "Da Leali delle Notizie contro chi vuole tagliare le “Ali alle notizie" è lo slogan che accompagna la conferenza stampa, durante cui si parlerà della recente approvazione in Senato della mozione per Radio Radicale, segnale importante ma non è sufficiente per la sopravvivenza della radio, che dipende invece dall'approvazione di un atto che consenta la proroga e la continuità del servizio. E' fondamentale per la Fnsi "passare dalle emozioni e dalle generiche dichiarazioni di principio agli atti e dare un segnale non soltanto a Radio Radicale, ma a tutte le testate la cui sopravvivenza è messa a rischio dal taglio al fondo per il pluralismo dell'informazione". Saranno Carlo Muscatello e Cristiano Degano a focalizzare l'attenzione sul futuro del quotidiano Primorski Dnevnik, da oltre 70 anni voce della minoranza slovena in Italia. Giovedì 13 giugno, nel corso della seconda giornata di Festival in piazzetta si svolgeranno altri appuntamenti. Alle 18.30 il panel “Giovani nell’informazione: alla ricerca di un proprio ruolo”con gli Studenti liceo “E. Fermi” di Aversa del laboratorio di giornalismo “Cross medial”, Ilenia Menale (giornalista, scrittrice e docente di Economia Aziendale e di giornalismo), Barbara Schiavulli (giornalista, scrittrice, direttrice di Radio Bullets), Domenico Cerrato (responsabile editoriale de Il Chiasmo), Paolo Collini (Rettore Università di Trento), Andrea Fioravanti (giornalista e caporedattore di Europhonica). Introduce e modera: Nicoletta Simoncello (giornalista Messaggero Veneto). Alle 19 nel Giardino Consorzio di Bonifica via Duca d’Aosta, Aperitivo letterario con Tiziana Ciavardini (giornalista e antropologa) e la presentazione del libro “Ti racconto l’Iran” (Armando editore). Conversa con l’autrice: Barbara Schiavulli (direttrice Radio Bullets). Alle 20 in piazzetta Francesco Giuseppe I, alle 20 Libri Leali con Ilenia Menale. Presentazione del libro “Sul corpo delle donne” (Ed.Archivio Storia). Conversano con l’autrice: Anna Vitaliani (giornalista Rai3) e Omar Costantini (direttore Vr1). Infine alle 21 ancora in Piazzetta la giornata si concluderà con il panel “La disinformazione è servita: fake news, alimentazione, diete e cibo” con la partecipazione di Bruno Mastroianni (filosofo ed esperto di comunicazione), David Puente(giornalista Open), Gianluca Liva (giornalista scientifico freelance), Antonella Calabretti (professore in legislazione farmaceutica - Università di Trieste), Andrea Ghiselli (dirigente ricerca Crea Centro ricerca alimenti e nutrizione). Introduce e modera: Stefano Bizzi (giornalista Il Piccolo).

martedì 4 giugno 2019

ASSOSTAMPA FVG, CONFERMATI MUSCATELLO E MARTEGANI

Carlo Muscatello e Alessandro Martegani sono stati confermati rispettivamente presidente e segretario dell'Assostampa Fvg per il prossimo mandato. Lo ha deciso nella sua prima riunione il nuovo consiglio direttivo dell'articolazione regionale della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani, che ha confermato anche le vicepresidenti Poljanka Dolhar, vicaria, ed Erica Culiat. Confermato anche il tesoriere Nicola Filipovic Grcic. Il segretario Martegani ha poi nominato vicesegretari Maurizio Bekar (lavoro autonomo, agenzie e uffici stampa), Antonio Caiazza (emittenza radio e tv) e Pietro Rauber (quotidiani, periodici, web). Completano il consiglio direttivo i consiglieri professionali Fabiana Martini, Renato D’Argenio, Andrea Bulgarelli, Francesco Cardella, e collaboratori Marco Bisiach e Marina Tuni; e i fiduciari di Trieste Ciro Esposito (con il vice Andrea Di Matteo), di Udine Oscar D'Agostino (con il vice Lorenzo Mansutti), di Gorizia Marco Ceci (con il vice Matteo Femia) e di Pordenone Alessandra Betto (con la vice Clelia Delponte). Nelle recenti elezioni per il rinnovo degli organi dell’Assostampa Fvg sono stati inoltre eletti nel Collegio dei Probiviri Rosanna Ferfoglia, Ugo Salvini, Roberto Cannalire, Corrado Barbacini, Matteo Contessa, Claudia Cernigoi, Ingrid Stratti, Milos Malinic, Arrigo Ricci; e nel Collegio dei Revisori dei conti Pietro Trebiciani, Sandro Sguazzin e Claudio Bisiani.

lunedì 13 maggio 2019

ELEZIONI ASSOSTAMPA FVG: I RISULTATI

Si sono svolte sabato e domenica a Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone le elezioni per i nuovi organi dell'Associazione della Stampa del Friuli Venezia Giulia, articolazione territoriale della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani. Sono stati eletti 19 consiglieri regionali e fiduciari provinciali candidati o indicati dalla lista "Uniti nell'Assostampa / Controcorrente" e 3 consiglieri regionali candidati dalla lista “Nuovo sindacato Friuli Venezia Giulia”. . Hanno votato complessivamente 205 giornalisti (176 professionali e 29 collaboratori). . Nel nuovo Consiglio Direttivo sono stati eletti fra i giornalisti professionali per la lista “Uniti nell’Assostampa / Controcorrente” (122 voti): Carlo MUSCATELLO (73 voti) Poljanka DOLHAR (60) Fabiana MARTINI (59) Antonio CAIAZZA (56) Alessandro MARTEGANI (56) Nicola FILIPOVIČ GRCIC (45) Maurizio BEKAR (44) Piero RAUBER (43) (primo dei non eletti Giovanni Montenero 35, hanno ricevuto voti Patrizia Disnan 26 e Fabio Folisi 17) . Nel Consiglio Direttivo sono stati eletti fra i giornalisti professionali per la lista “Nuovo sindacato Friuli Venezia Giulia” (52 voti): Renato D’ARGENIO (39 voti) Andrea BULGARELLI (33) Francesco CARDELLA (30) (primo dei non eletti Pietro Villotta 29, hanno ricevuto voti Riccardo Coretti 27 e Francesca Spangaro 27) . Fra i giornalisti collaboratori sono stati eletti per la lista “Uniti nell’Assostampa / Controcorrente” (29 voti): Erica CULIAT (21 voti) Marco BISIACH (17) Marina TUNI (16) (primo dei non eletti Roberto Cannalire 5) . Fiduciario professionale di Trieste è stato eletto Ciro ESPOSITO (91 voti), di Gorizia Marco CECI (11), di Udine Oscar D'AGOSTINO (29), di Pordenone Alessandra BETTO (9). Vice fiduciario per i collaboratori di Trieste è stato eletto Andrea DI MATTEO (9 voti), di Gorizia Matteo FEMIA (3), di Udine Lorenzo MANSUTTI (3), di Pordenone Clelia DELPONTE (5). (Tutti indicati dalla lista “Uniti nell’Assostampa / Controcorrente”). . Sono stati inoltre eletti nel Collegio dei Probiviri: Rosanna FERFOGLIA (58 voti), Ugo SALVINI (52), Roberto CANNALIRE (49), Corrado BARBACINI (47), Matteo CONTESSA (45), Claudia CERNIGOI (44), Ingrid STRATTI (43), Miloš MALINIĆ (42), Arrigo RICCI (41) (Tutti indicati dalla lista “Uniti nell’Assostampa / Controcorrente”). Sono stati infine eletti nel Collegio dei Revisori dei conti: Pietro TREBICIANI (88 voti), Sandro SGUAZZIN (55), Claudio BISIANI (50) (Tutti indicati dalla lista “Uniti nell’Assostampa / Controcorrente”). . In allegato il verbale dello scrutinio. . Le nuove cariche all'interno del neoeletto Consiglio Direttivo verranno definite nella prima riunione, che si terrà al Circolo della Stampa di Trieste in data che verrà successivamente indicata.

giovedì 9 maggio 2019

ELEZIONI ASSOSTAMPA FVG, PROGRAMMA LISTA UNITI NELL’ASSOSTAMPA / CONTROCORRENTE

Elezioni per il rinnovo organi Assostampa Fvg Sabato 11 e domenica 12 maggio 2019 lista “UNITI NELL’ASSOSTAMPA / CONTROCORRENTE” Avanti, nell’interesse dei colleghi, innanzitutto quelli più deboli, senza lasciare indietro nessuno, ma sempre “controcorrente” e nel rispetto della Costituzione antifascista. È questo il senso della nostra lista unitaria, rappresentativa di tutte le realtà, redazionali, territoriali, linguistiche, di genere, presenti nel Friuli Venezia Giulia. In questi anni l’Assostampa ha concentrato la sua azione da una parte nella difesa dei colleghi contrattualizzati che lavorano all’interno delle redazioni, dall’altra nel cercare di assicurare migliori condizioni di lavoro e maggiori tutele a chi non ha un contratto giornalistico o a coloro, e sono sempre di più, che non hanno nemmeno un contratto, e spesso lavorano fuori dalle redazioni con retribuzioni assolutamente inadeguate. In questo quadro è necessario continuare, dentro la Fnsi, la difesa, non solo economica, della categoria: oltre alle condizioni e ai posti di lavoro in redazioni sempre più ristrette, è sotto attacco, anche nella nostra regione, lo stesso diritto all’informazione, una battaglia alla quale non possiamo e non intendiamo sottrarci. La scorta mediatica ai colleghi minacciati, aggrediti e sotto scorta, le campagne contro le querele temerarie e le leggi bavaglio, l’appoggio alle principali battaglie per i diritti civili sono solo un esempio. Le stesse criticità nazionali si scontano in proporzione anche nel Friuli Venezia Giulia: Rai regionale, Piccolo e Messaggero Veneto (entrambi soggetti alle grandi sinergie del gruppo Gnn), Gazzettino, agenzie di stampa, emittenza privata, uffici stampa della pubblica amministrazione (con la battaglia per la difesa del contratto), l’universo del web e delle testate più piccole. E poi la difesa del Primorski Dnevnik e degli altri giornali della minoranza linguistica slovena, messi sotto attacco dall’intenzione dell’attuale governo di tagliare i fondi a sostegno dell’editoria “debole”. Per i colleghi in difficoltà economica l’Assostampa Fvg prevede da anni la possibilità di chiedere l’iscrizione gratuita, il rimborso del contributo minimo Inpgi, un aiuto economico per cause di lavoro (Fondo Simona Cigana, in ricordo della collega di Pordenone scomparsa prematuramente anni fa). Sotto l’egida dell’Assostampa Fvg è nato il primo coordinamento italiano dei precari e freelance, stimolando una maggiore attenzione anche da parte della Fnsi verso le fasce più deboli della professione. E sempre sotto l’egida dell’Assostampa è nato il circolo di Articolo 21, l’associazione per il dovere di informare e il diritto di essere informati. Ma fare sindacato, come sa chi ha lavorato in questi anni nell’Assostampa, significa soprattutto lavoro quotidiano sul territorio, dare assistenza e risposte ai colleghi in tema di contratto, diritto del lavoro, consulenza fiscale e previdenziale, interventi su bandi e selezioni di giornalisti irregolari o inaccettabili, cause sostenute a difesa dei colleghi. Si tratta di un lavoro quotidiano, realizzato in stretta collaborazione con i colleghi dell’Ordine regionale, che è stato e sarà possibile solo con il coinvolgimento e la collaborazione di tutti gli iscritti che hanno voglia e tempo di dare il proprio contributo di idee e attività. In anni ormai lontani l’Assostampa Fvg aveva una situazione finanziaria difficile. Da tempo conti e bilanci sono in attivo e il sindacato gode di una solidità finanziaria che altri sindacati regionali non hanno e che gli permette di guardare con serenità al futuro per realizzare iniziative a favore dei colleghi. L’Inpgi vive da tempo un momento di grande difficoltà, ma rimaniamo convinti che l’istituto previdenziale della categoria sia un patrimonio da difendere, per gli attali pensionati e per i colleghi più giovani, che devono aver garantita domani una pensione dignitosa. Da questo punto di vista riteniamo fondamentali, per difendere l’Inpgi, l’allargamento della base contributiva e la solidarietà fra vecchie e nuove generazioni. Per perseguire questi obiettivi e contare di più a livello nazionale, l’anno scorso siamo stati fra le regioni che hanno promosso e aderito a Controcorrente, il raggruppamento che ha unito varie anime del sindacato e che fa riferimento al presidente Giulietti e al segretario Lorusso. Ciò proprio nella logica di superare passate divisioni e ritrovare l’unità della categoria e del sindacato: un’impostazione perseguita dall’Assostampa Fvg prima che in altre regioni e che ci è stata riconosciuta a livello nazionale. Dopo anni di marginalità, oggi l’Assostampa Fvg è parte integrante della Fnsi, che non a caso ha recentemente scelto Trieste per una delle prime tappe della campagna nazionale “No tagli no bavagli”. La lista “Uniti nell’Assostampa / Controcorrente” sostiene l’attuale maggioranza della Fnsi e si riconosce nei documenti approvati al Congresso Fnsi del febbraio 2019, con particolare riferimento alla mozione generale e a quella sul lavoro autonomo, delle quali Controcorrente è stato il polo fondante e alle quali la delegazione e il direttivo uscente dell’Assostampa Fvg hanno contribuito attivamente alla stesura. I colleghi di “Uniti nell’Assostampa / Controcorrente” sono impegnati a dare attuazione ai 10 punti individuati al Congresso come prioritari, ovvero: 1) Riaprire il confronto con il legislatore per una nuova normativa sulle risorse del sistema informativo, ponendo il discrimine dell'informazione professionale e dedicando più risorse allo sviluppo e all’inclusione dei lavoratori precari, all’occupazione e alla tutela dei diritti e del reddito dei lavoratori autonomi. 2) Chiedere che il legislatore stabilisca tetti alle concentrazioni proprietarie e di fatturato, superando le vecchie categorie mediatiche, e ridefinisca l'intervento pubblico di sostegno al pluralismo. 3) Ottenere provvedimenti non più dilazionabili, a partire dalla definizione della governance del servizio pubblico, liberando la Rai dal controllo di partiti e governi, riformando i criteri di nomina e assicurando fonti certe e di lunga durata adeguate ad attuare il Contratto di Servizio. 4) Arrivare attraverso l'azione coordinata degli Enti di categoria a una nuova definizione di Giornalismo e di giornalista, che abbia valore di legge e che contempli la via universitaria quale canale prioritario di accesso alla professione. 5) Riprendere il confronto con la Fieg per un rinnovo contrattuale al passo coi tempi e non più ostaggio di una crisi ancora molto lontana dall’essere superata. Un contratto che ponga al centro la lotta alle diseguaglianze e l'inclusione sociale. Dopo il contratto con Aeranti Corallo e quello con Uspi, il percorso va approfondito a partire da tutte le declinazioni del digitale, per le quali vanno pensate apposite figure e regole contrattuali. Va definito un nuovo contratto che sia alla base del vero lavoro autonomo. 6) Superare lo stallo sull'equo compenso, riunificando il percorso della legge di settore con quella generale per le professioni e la norma sui compensi delle pubbliche amministrazioni. 7) La legge 150 ha dimostrato i suoi limiti e non è più adatta a rappresentare il mondo del giornalismo nella P.A. Bisogna pensare ad una nuova normativa che riconosca le particolarità del lavoro giornalistico nella Pubblica amministrazione e che costituisca una solida base economica e giuridica per i colleghi, tenendo fermo il valore del contratto Fnsi Fieg come approdo delle trattative. Per assicurare dignità ed equità del lavoro giornalistico ai colleghi già assunti, è necessario dare corso alle attuali previsioni della 150 e costruire un profilo professionale che risponda davvero alle esigenze del giornalismo della Pa. 8) Promuovere un ampio progetto di formazione sindacale per tutta la categoria, ribadendo il ruolo di un sindacato di servizio. 9) Avviare una profonda riflessione politica sui valori costituzionali che ispirano l'attività dei giornalisti e dei loro Enti, e un confronto sul futuro rapporto tra democrazia e informazione. 10) Difendere l’autonomia, la governance e il livello dei servizi del welfare di categoria (Inpgi, Casagit e Fondo Complementare). Gli eletti nel direttivo saranno poi impegnati su alcuni punti qualificanti regionali, quali: 1) Contribuire, in sinergia con l’Ordine, a giungere sollecitamente all’attuazione alla Legge regionale 5/2018 (Norme per il sostegno e la valorizzazione del sistema informativo regionale), 2) Continuare l’impegno, da sempre garantito, a sostegno dell’editoria di minoranza e della comunità nazionale slovena, per il principio secondo cui le testate delle minoranze sono le più bisognose di un supporto per restare sul mercato, altrimenti soffocato da dimensioni di nicchia 3) Potenziare i servizi ai colleghi (quantunque spesso già esistenti, ma sottoutilizzati) 4) Rafforzare la collaborazione tra Assostampa e Comitati di redazione, anche per nuove iniziative sindacali comuni 5) Potenziare il ruolo, il supporto alle iniziative e all’organizzazione sindacale del lavoro autonomo e precario, sempre più la maggioranza assoluta e sottopagata della categoria, a livello nazionale e regionale 6) Proseguire nella collaborazione e sinergia, in spirito unitario, con gli altri enti di categoria

SAB 11-5 A TRIESTE INCONTRO ART21 FVG CON GIULIETTI E BULFON

Sabato 11 maggio alle 15, al Circolo della stampa di Trieste, in Corso Italia 13, si terrà un incontro promosso dal circolo regionale di Articolo 21, a cui parteciperanno fra gli altri Beppe Giulietti, Floriana Bulfon e la coordinatrice regionale Fabiana Martini. Dare voce a chi non ce l’ha, a chi è stata tolta; fare luce su ciò che è scomodo e che spesso l’informazione omette di raccontare; «diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia», direbbe Horacio Verbitsky; non commettere distrazioni orientate dal potere rispetto a ciò che non genera consenso. Sono questi gli obiettivi che Articolo 21 ha sposato quando è nata nel 1992 e che abbiamo fatto propri anche in Friuli Venezia Giulia quando abbiamo deciso di costituire un presidio regionale. Con la consapevolezza, per dirla con Barack Obama, che possiamo vivere il mondo così com’è, ma possiamo anche lavorare per creare il mondo come dovrebbe essere. E senza libertà di espressione non c’è cambiamento che tenga. E senza fare rete non c’è cambiamento che funzioni. A due anni dall’inizio delle attività dell’associazione nella nostra regione faremo dunque il punto in un incontro aperto a tutti sabato alle 15 al Circolo della Stampa di Trieste. Saranno con noi Beppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa e fra i fondatori di Articolo 21, e Floriana Bulfon, giornalista friulana impegnata in prima linea a far luce sulla criminalità romana ma anche sulla condizione dei bambini: entrambi saranno presenti a Trieste in occasione di Link, il festival del #buongiornalismo, dove saranno fra i protagonisti di un incontro – sempre sabato alle 16.30 – dal titolo “Giornalisti sotto tiro”, assieme a Carlo Bonini di Repubblica e Carlo Muscatello, presidente di Assostampa Fvg. Ritrovarsi sarà anche l’occasione per ricordare i prossimi appuntamenti che vedranno il presidio di Articolo 21 Fvg in prima linea: — una tavola rotonda promossa dal Comitato Pride Fvg su “Discriminazioni e razzismo tra passato e presente” in programma martedì 14 maggio dalle 15 alle 18 nella Sala Atti “Arduino Agnelli” del Dipartimento Studi Umanistici dell’Università di Trieste (Androna Campo Marzio 10); — un dibattito sul tema “Tra obbedienza costituzionale e disobbedienza civile” in occasione del Festival Vicino/lontano in programma sabato 18 maggio alle ore 15all’Oratorio del Cristo a Udine; — un corso di formazione per giornalisti sul tema “Deontologia, pericoli e prassi del giornalismo investigativo: il caso Casamonica” in programma lunedì 20 maggio dalle 15 alle 18 al Civiform di Cividale del Friuli (via Gemona 5); — un corso di formazione (mercoledì 22 maggio, dalle 11.30 alle 16.30, al Circolo della Stampa di Trieste) per giornalisti e assistenti sociali sugli adolescenti con il prof. Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta e presidente della Fondazione Minotauro di Milano, che alle 17.30 presenterà alla cittadinanza il suo ultimo libro “Il ritiro sociale negli adolescenti. La solitudine di una generazione iperconnessa” (Raffaello Cortina Editore); — un incontro a più voci sul tema “Dalla community alla comunità. La deontologia e la cooperazione giornalistica a tutela della professione e della democrazia” in occasione delle celebrazioni per il 60° dell’Unione Cattolica Stampa Italiana in programma giovedì 6 giugno dalle 18 alle 20 a Gorizia in Sala Della Torre (via Carducci 2) — una giornata di studi su “Sicurezza e crisi del lavoro: rinuncia o opportunità?” promossa dall’Università degli Studi di Trieste nell’Aula Ambrosino del Campus di piazzale Europa 1 venerdì 7 giugno a partire dalle 9.15.