giovedì 26 aprile 2018

CONTRO LE PAROLE OSTILI

Contribuire alla creazione di una raccolta di consigli, punti di vista, esempi riguardanti lo stile con cui un giornalista può (e dovrebbe) stare in rete e, in questo modo, portare l’attenzione su un tema tanto delicato quanto attuale: l’utilizzo delle parole in rete. E’ questo l’obiettivo dell’iniziativa paroleinformazione promossa da Ordine Nazionale dei Giornalisti, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Parole O_Stili, e presentata a Link 2018, il Festival del buon giornalismo del Premio Luchetta conclusosi ieri a Trieste. “Virtuale è reale” recita il primo principio del Manifesto della comunicazione non ostile: ovvero, in rete scrivo solo le cose che ho il coraggio di affermare di persona. Perché -secondo punto - si è ciò che si comunica e “le parole sono un ponte”. Anche per questo – per comprendere – “prima di parlare bisogna ascoltare”. Come hanno spiegato a Link la fondatrice di Parole O_Stili Rosy Russo, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Fvg Cristiano Degano, il presidente dell’Assostampa Fvg Carlo Muscatello e il direttore della sede Ansa Fvg Francesco De Filippo, i giornalisti di tutti i media italiani sono invitati a partecipare commentando uno dei dieci principi del Manifesto in 280 caratteri, lo spazio di un tweet, e offrendo così un contributo professionale e allo stesso tempo personale. Una parte dei commenti formerà un ebook che verrà diffuso attraverso i social network. I contributi successivi saranno ospitati in rete, in una pagina dedicata. L’idea è di produrre uno strumento agile e utile per le nuove leve che credono nel giornalismo, per quanti intendono lavorare con le parole, per quanti sono semplicemente interessati al tema. Il 7 giugno a Trieste, in occasione della seconda edizione di Parole O_Stili, verranno presentati i primi 100 contributi. Partecipare è semplice, basta inviare un'email a stampa@paroleostili.it e, a partire dal 7 giugno, il proprio tweet utilizzando l'hashtag #paroleinformazione Parole O_Stili è un progetto di sensibilizzazione contro l’ostilità delle parole, online e offline, per arginare le pratiche e i linguaggi negativi. Le parole sono importanti, hanno un potere enorme. Troppo spesso sono utilizzate in modo improprio, offensivo, sleale, impreciso, maleducato, diseducativo e spesso inconsapevole delle conseguenze.

CRISTIANO DE ANDRÈ 29-7 A MAJANO, UDINE

Questa estate CRISTIANO DE ANDRÉ porterà in tutta Italia l’imperdibile tour “STORIA DI UN IMPIEGATO”, ispirato al celebre concept album di Faber, che torna così a smuovere le coscienze a 50 anni dalle rivolte sociali del 1968. Il tour prenderà il via il 5 luglio dal palco di Rock in Roma, location ideale per far ascoltare per la prima volta lo storico disco completamente riarrangiato che dà vita ad una vera e propria opera rock. Di seguito le prime date del tour “CRISTIANO DE ANDRÉ - STORIA DI UN IMPIEGATO”: il 5 luglio a Rock in Roma all’Ippodromo delle Capannelle a Roma (lunedì 30 aprile dalle ore 10.00 apertura prevendite online su Rockinroma.com e Ticketone.it, da giovedì 3 maggio prevendite disponibili nei punti vendita Ticketone, Box Office Lazio, Etes); il 10 luglio a Villa Arconati a Milano; il 22 luglio a Villa Pisani a Strà – Venezia; il 29 luglio a Majano – Udine in occasione del Festival di Majano; il 3 settembre in Piazza Duomo a Prato. Le prevendite sono disponibili su Ticketone e sui circuiti abituali. Cristiano De André, unico vero erede del patrimonio musicale deandreiano, ha attinto dall'immenso repertorio di Fabrizio rileggendo il disco del 1973 sempre più attuale, un concept album ‘sugli anni di piombo e sulla speranza di costruire un mondo migliore’. “Storia di un impiegato” racconta infatti il gesto di un impiegato degli anni ’70, animato dal ricordo della rivolta collettiva del Maggio francese del 1968. ‘Il Sessantotto non fu tanto una rivoluzione politica, quanto sociale e culturale: anni di “lotta dura, senza paura”, come recitava uno dei tanti slogan, ma anche uno spartiacque tra passato e futuro’. L’artista ha ardentemente voluto portare in scena quest’opera nel 50esimo anniversario del ’68, un disco che mette in discussione le basi su cui si fonda il potere. Arrangiare “Storia di un impiegato” ha significato per Cristiano De André riportare in auge ‘i figli della rivoluzione pacifista: l’utopia, l’anarchia, il Sogno, da una parte, il Potere, la paura, l’inabissamento delle qualità individuali a discapito delle esigenze globali, dall’altra’. Come recita il testo di “Nella mia ora di libertà”: Certo bisogna farne di strada/da una ginnastica d'obbedienza/fino ad un gesto molto più umano/che ti dia il senso della violenza/però bisogna farne altrettanta/per diventare così coglioni/da non riuscire più a capire/che non ci sono poteri buoni. Cristiano De André e Stefano Melone (alla produzione artistica) hanno dato una nuova vita musicale alle canzoni del disco, ‘un suono rock-elettronico, calibrato sui momenti psicologici del protagonista della storia, dall’iniziale clima di sfida dettato dall’introduzione sui giorni del Maggio francese sino al fallito attentato e al carcere. La regia dello spettacolo è di Jacopo Spirei che darà vita, tra proiezioni e ambientazioni di palco, ad un’opera rock’. Canzoni celebri estratte da “Storia di un impiegato” come “Il bombarolo” a “Verranno a chiederti del nostro amore” saranno affiancate da altri brani di repertorio che hanno affrontato il tema della lotta per i diritti, come “La guerra di Piero”. Questi brani sono contenuti nei progetti discografici di grande successo “De André canta De André – Vol. 1” (2009), “De André canta De André – Vol. 2” (2010) e “De André canta De André – Vol. 3” (2017). Racconta Cristiano De André «Dopo che avevo arrangiato l’ultimo concerto del 1998, Fabrizio mi chiese di portare avanti il suo messaggio e la sua memoria. Mi è parsa una bella cosa proseguire il suo lavoro caratterizzando l’eredità artistica con nuovi arrangiamenti, che possano esprimere la mia personalità musicale e allo stesso tempo donino un nuovo vestito alle opere, una mia impronta. Con questo tour voglio risvegliare le coscienze, mio padre diceva che noi cantanti portiamo un messaggio e in questo non posso che appoggiarlo». «Io sono il bombarolo che dorme dentro me, io sono l’esaltazione del parossismo e delle sue declinazioni. Io sono inferno, purgatorio e poche volte paradiso, io sono tutto questo adesso, nel duemila diciotto, tra poltrone e soliti livori, occhi che non dormono ma dormi-vegliano. Io sono un impiegato e per questo sono il terrorista di me stesso» scrive la giovane poetessa Ottavia Pojaghi Bettoni, a proposito della messa in scena di questo live. «Storia di un impiegato è un’opera adatta per capire i sogni di chi credeva in un mondo migliore, di coloro che non si accontentavano di un lavoro qualsiasi solo per sbarcare il lunario. Un disco che anticipa i tempi perché mette in discussione le basi su cui si fonda il potere» analizza lo scrittore Alfredo Franchini. Sul palco con Cristiano, ci saranno i musicisti ormai consolidati, Osvaldo Di Dio, Davide Pezzin, Davide Devito e Stefano Melone

giovedì 12 aprile 2018

DOMANI GIUSEPPE ANASTASI A ISOLA, SLOVENIA

Domani, venerdì 13 aprile, l’autore e compositore GIUSEPPE ANASTASI sarà in concerto al Palazzo Manzioli di Izola – Isola, Slovenia (Manziolijev trg 5 - inizio concerto ore 20.00 - ingresso libero), per presentare il suo primo album “CANZONI RAVVICINATE DEL VECCHIO TIPO” (Giuro Universal Music/Artist First), già disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming. L’artista sarà accompagnato sul palco da Valter Sacripanti (batteria), Antonio Lusi (basso), Massimo Satta (chitarre) e Cristian Pratofiorito (tastiere). Queste le prossime date del tour in continuo aggiornamento: il 21 maggio al Bravo Caffè di BOLOGNA (via Mascarella, 1 - inizio concerto ore 22.00 – per info e costi info@bravocaffe.it - 051 266112) e il 27 maggio all’Auditorium Parco della Musica di ROMA (Viale Pietro de Coubertin, 30 - inizio concerto ore 21.00 – costo ingresso 15 euro). “Canzoni ravvicinate del vecchio tipo”, anticipato in radio dai brani “2089” e “Ricominciare”, raccoglie 11 brani scritti dallo stesso Giuseppe Anastasi. Attraverso i suoi testi, l’autore analizza la vita, la società e le persone riflettendo sui ritmi meccanici apportati da Internet e dal consumismo, racconta storie realmente vissute ed esprime il forte legame con la sua terra, la Sicilia, raccontandola nella sua perfezione e imperfezione. La versione autografata del cd di Giuseppe Anastasi è disponibile in edizione limitata su Music First al seguente link: http://bit.ly/2DKt3Bn. «“Canzoni ravvicinate del vecchio tipo”, come dice lo stesso titolo è un album “old style” – spiega Giuseppe Anastasi – un album acustico, suonato in tutte le sue parti, con pochissima elettronica e quindi con poca modernità. Un album di canzoni che trattano vari argomenti, con un unico denominatore, l’osservazione della vita che mi circonda in tutte le sue sfumature». Questa la tracklist dell’album: “2089”, “Salsedine”, “Nella rete”, “Quando passa Maria”, “Ricominciare”, “L’aldiqua”, “Trinacria”, “Carta da parati”, “Giuseppe”, “Lo specchio”, “Zonzo”. Il video del brano “2089”: https://youtu.be/TV4aYnKWz_w Il video del brano “Ricominciare”: https://youtu.be/KeQHxOoG4aw Giuseppe Anastasi è autore e compositore, nato a Palermo nel 1976. Durante la sua carriera artistica, ha collaborato con Mogol, Arisa, Cheope, Noemi, Emma, Anna Tatangelo, Michele Bravi, Tazenda, Mauro Ermanno Giovanardi, Francesco Baccini, Mietta, Alexia, Mauro Pagani, Adriano Pennino, Tony Bungaro, Cesare Chiodo, Mario Lavezzi, Ferdinando Arnò, Federica Abbate, Amara. Nel 2006 è tra i vincitori di Musicultura e nel 2009 vince il suo primo Sanremo Giovani con la canzone “Sincerità”, interpretata dalla cantante Arisa, brano estratto dall’omonimo album scritto interamente dal cantautore siciliano. Nel 2010 partecipa al suo secondo Sanremo con la canzone, interpretata sempre da Arisa, dal titolo “Malamorenò”, brano anch’esso estratto dall’album omonimo di cui Giuseppe è autore e coautore di tutti i testi. Nel 2012 partecipa al terzo Sanremo con la canzone “La notte”, seconda classificata, vincitrice di 4 dischi di platino e canzone italiana più venduta del 2012, estratta dall’album “Amami” dove Giuseppe è autore e coautore di 8 brani, tra i quali “L’amore è un’altra cosa” ed “Il tempo che verrà”, quest’ultima è stata inserita nel film di Ricky Tognazzi “Tutta colpa della musica”. Nello stesso anno scrive insieme all’amico e collega Alfredo Rapetti Mogol (Cheope) il manuale “Scrivere una canzone”, edito dalla Zanichelli, e pubblica il brano “Meraviglioso amore mio” canzone inserita nel film “Pazze di me” di Fausto Brizzi e vincitrice di due dischi di platino. Nel 2014, alla quarta partecipazione, vince il suo secondo Sanremo, sempre con Arisa, con la canzone “Controvento”, che registra due dischi di platino. Nel 2016 è la volta di “Guardando il cielo”, quinta partecipazione al festival dei fiori e disco d’oro. Nel 2017 partecipa per la sesta volta a Sanremo con la canzone “Il diario degli errori” scritta insieme agli amici e colleghi Cheope e Federica Abbate e portata al successo da Michele Bravi. Durante lo stesso anno Giuseppe è autore della canzone “Democrazia” inserita nel film “L’ora legale” di Ficarra e Picone e della canzone “Ho perso il mio amore”, scritta con Cheope e Federica Abbate e inserita nel film “La verità, vi spiego, sull’amore”, e partecipa come autore e produttore tra le nuove proposte con il brano “Insieme”, interpretato da Valeria Farinacci. Attualmente Giuseppe Anastasi è docente presso il CET (Centro Europeo di Toscolano), scuola fondata dal Maestro Mogol, collabora come autore per la scuola di “Amici” di Maria De Filippi e il 19 gennaio ha pubblicato il suo primo album “Canzoni ravvicinate del vecchio tipo” (Giuro Universal Music/Artist First).

martedì 10 aprile 2018

7-6 A NAPOLI PER PINO DANIELE

“PINO È” il ringraziamento collettivo di grandi artisti, della gente e della sua Napoli. “PINO È” la celebrazione del genio musicale. “PINO È”… mille culure. Ma soprattutto, “PINO È” il più grande tributo live della musica italiana a PINO DANIELE, che si terrà il 7 giugno allo Stadio San Paolo di Napoli! A 3 anni e mezzo dalla sua scomparsa, infatti, “PINO È” sarà un’occasione unica e irripetibile per omaggiare la musica del cantautore napoletano nel luogo simbolo della sua città, insieme ad alcuni tra i più grandi artisti del panorama musicale, ma soprattutto AMICI di Pino Daniele. Per questa grande occasione saliranno sul palco dello Stadio San Paolo di Napoli: ALESSANDRA AMOROSO, BIAGIO ANTONACCI, ENZO AVITABILE, CLAUDIO BAGLIONI, MARIO BIONDI, FRANCESCO DE GREGORI, TULLIO DE PISCOPO, ELISA, EMMA, TONY ESPOSITO, GIORGIA, J-AX, LORENZO JOVANOTTI, FIORELLA MANNOIA, GIANNA NANNINI, EROS RAMAZZOTTI, RON, TIROMANCINO, GIULIANO SANGIORGI, JAMES SENESE, ANTONELLO VENDITTI… e non solo! Inoltre, non potranno mancare le band storiche di Pino Daniele, Vai mo’ e Nero a Metà, amici, prima che colleghi, che hanno condiviso con Pino momenti di musica e di vita negli oltre 40 anni di carriera del cantautore napoletano. RTL 102.5, RADIO ITALIA, RADIO KISS KISS, RADIO2, RDS, RADIO DEEJAY e RADIO ZETA, i più importanti network radiofonici nazionali, saranno eccezionalmente insieme, a sostenere l’evento “PINO È”. Al loro fianco, a sostenere l’evento, anche le principali radio locali: Kiss Kiss Italia, Kiss Kiss Napoli e Radio Marte. Tutti gli introiti netti legati alla manifestazione saranno devoluti ai progetti benefici di Pino Daniele Forever Onlus gemellata con Save the Children, e alla Pino Daniele Trust Onlus, gemellata all’Associazione Oncologia Pediatrica e Neuroblastoma - OPEN Onlus. I biglietti per l’evento sono disponibili in prevendita su www.ticketone.it e in tutti i punti vendita abituali del circuito TicketOne e Go2 (Per tutte le informazioni: www.fepgroup.it).

lunedì 9 aprile 2018

DAL 20 AL 22-4 A TRIESTE “LINK, FESTIVAL DEL BUON GIORNALISMO”

TRIESTE - Dal 20 al 22 aprile nel cuore di Trieste riapre l’officina del buon giornalismo di Link, il festival del Premio Luchetta. Tre giorni in una location di straordinaria suggestione, la centralissima piazza Unità d’Italia affacciata sul mare, con un centinaio di protagonisti impegnati in uno spazio fortemente interattivo e tecnologico: la Fincantieri Newsroom, progettata per dialoghi e dirette costanti con la notizia. A Link 2018 il pubblico scoprirà novità editoriali, incontrerà le voci e i volti che raccontano l’attualità, seguirà talk e dibattiti, potrà ritrovare filmati e servizi d’epoca nello spazio riservato a Rai Teche e alla sede Rai Friuli Venezia Giulia. Promosso dalla Fondazione Luchetta, curato da Francesca Fresa e organizzato da Prandicom con il pieno sostegno di Fincantieri, l’apporto della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e la coorganizzazione del Comune di Trieste, Link 2018 è realizzato con la collaborazione della FNSI e dell’Ordine dei Giornalisti e con la main media partnership della Rai e delle sue testate Rai News 24, Radio1 Rai e TgrFvg. E' dedicato all’Italia il focus centrale del cartellone del festival. Ventisei incontri raccontano il nostro Paese in un vero e proprio Osservatorio, una grande inchiesta a più voci: quelle dei protagonisti dell’informazione del nostro tempo che rileggeranno l’Italia. Economia, giustizia, evoluzione sociale: tanti gli elementi di confronto, senza dimenticare i Mondiali che l’Italia non giocherà quest’anno e il bel “romanzo” della nostra canzone. È dedicato all’Italia il focus centrale del cartellone del festival. Ventisei incontri raccontano il nostro Paese in un vero e proprio Osservatorio, una grande inchiesta a più voci: quelle dei protagonisti dell’informazione del nostro tempo che rileggeranno l’Italia. Economia, giustizia, evoluzione sociale: tanti gli elementi di confronto, senza dimenticare i Mondiali che l’Italia non giocherà quest’anno e il bel “romanzo” della nostra canzone. Ancora sulla “questione Italia”, approcciata da varie prospettive e con molte novità editoriali: il direttore del Tg4 Mario Giordano, in dialogo con Omar Monestier direttore Messaggero Veneto, approfondisce i temi del recentissimo saggio “Avvoltoi” (Mondadori), dedicato “a chi divora il Paese alla faccia dei cittadini e ha le tasche piene dei nostri soldi”. Alan Friedman, insieme alla conduttrice di Agorà Serena Bortone ci guida attraverso “Dieci cose da sapere dell’economia italiana” (Newton Compton), per capire i meccanismi che regolano i rapporti tra noi e lo Stato e prendere le giuste decisioni per la nostra famiglia e il nostro futuro. Con “La maestra e il camorrista” (Mondadori) il vicedirettore del Corriere della Sera, Federico Fubini analizza la rigidità sociale del nostro Paese: l’Italia di oggi sembra pietrificata, la mobilità sociale è bloccata e i discendenti di chi in passato ha costruito grandi fortune sono ancora al vertice, mentre i pronipoti delle classi popolari di un tempo sono sempre fermi sui gradini più bassi. Ne converserà con il direttore de Il Mattino di Padova Paolo Possamai. E’ uscito in questi giorni il nuovo libro del telegiornalista Alberto Matano, volto storico del Tg1: il suo “Innocenti. Vite segnate dall’ingiustizia” (Rai Eri), racconta storie tratte dalla fortunata trasmissione nuovamente in onda la domenica sera su Rai3. Ne dialogherà con il direttore di Rai3 Stefano Coletta e con il caporedattore TGR Monica Busetto. A proposito di giustizia, a Link farà tappa una vera icona della tv italiana, la giornalista Franca Leosini, ideatrice 24 anni fa di “Storie maledette” che conduce con inossidabile successo su Rai3. La intervisterà Massimo Bernardini, conduttore di Tv Talk, per un intenso ritratto di donna e giornalista. Con “Bergoglio e pregiudizio” Mauro Mazza, giornalista saggista e romanziere, consegna ai lettori una carrellata di fatti, analisi e opinioni sul primo lustro di regno di Papa Bergoglio: li ripercorrerà in dialogo con il presidente FNSI Beppe Giulietti e Giuliano Giubilei. Giampiero Mughini firma per Bompiani “Che profumo quei libri”, quasi un’autobiografia da sfogliare attraverso la biblioteca dell’autore, in dialogo con il giornalista di Libero Giuseppe Pollicelli. Ci sarà spazio anche per i mondiali di calcio che l’Italia non farà, quelli del 2018: nell’80esimo compleanno della voce del calcio italiano, Bruno Pizzul, il festeggiato converserà con il goleador della finale ’82 Marco Tardelli, grande icona del calcio italiano e con Filippo Corsini, conduttore di “Tutto il calcio minuto per minuto”. Dalle notti magiche, alle notti di note: quelle che Gino Castaldo ha ripercorso attraverso un saggio che ci permette di sfogliare “Il romanzo della canzone italiana”: lo presenterà a Link insieme al critico musicale Carlo Muscatello. Link 2018 rilegge l’Italia anche attraverso i suoi anniversari. Quarant’anni separano il 2018 dalla gelida primavera del 1978: fra il 16 marzo e il 9 maggio si consumava il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro. Il direttore dell’Espresso Marco Damilano presenta il suo libro riflessione “Un atomo di verità. Aldo Moro e la fine della politica in Italia” (Feltrinelli), in dialogo con l’editorialista Franco Del Campo. Alla primavera 1978 risale anche uno degli eventi più rivoluzionari della storia del nostro tempo: la riforma della normativa sulla salute mentale in Italia, perché la celeberrima 180, o “legge Basaglia”, veniva approvata solo 4 giorni dopo il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, il 13 maggio ’78. Ripercorreranno quegli anni formidabili lo psichiatra Peppe Dell’Acqua che li ha vissuti in diretta accanto a Basaglia, insieme ai conduttori di due programmi cult della radiofonia italiana: lo psicologo Massimo Cirri, autore e voce di Caterpillar su Radio2 Rai e Giorgio Zanchini, conduttore di Radio Anch’io su Radio1 Rai. Sono 50 gli anni che ci separano dal 1968. L’utopia ha mezzo secolo, ma non lo dimostra: ne converseranno a Trieste Myrta Merlino, ammiratissima conduttrice de “L’aria che tira” su La7, con il giornalista e scrittore Toni Capuozzo autore del recentissimo “Andare per i luoghi del ‘68” (Il Mulino), il direttore del quotidiano Il Piccolo Enzo D’Antona e il direttore di Rai3 Stefano Coletta reduce dal successo del programma “Le ragazze del ‘68”. Evento speciale del Festival il Manifesto della Comunicazione non ostile rivolto agli operatori dell’informazione. L’iniziativa di Parole O_Stili che si basa su 10 principi di stile per ridurre, arginare e combattere i linguaggi negativi in rete, è stata già illustrata al Presidente della Repubblica ed in Parlamento e ha finora coinvolto il mondo della scuola, della politica e delle aziende e proprio a Link viene lanciato al mondo del giornalismo. Lo illustreranno il presidente FNSI Beppe Giulietti insieme al presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna, il direttore ANSA FVG Francesco De Filippo, alla founder Parole O_Stili Rosy Russo e a Cristiano Degano Presidente Odg Fvg. Il buon giornalismo fa la differenza anche quando l’inviato è in vacanza: persino con la valigia in mano una breaking news riporta il cronista in prima linea per un reportage last minute, ne parlano al festival l’inviato Rai News 24 Lorenzo Di Las Plassas e il vicedirettore Radio1 Rai e Gr1 Bruno Ruffolo. Scenari geopolitici al centro anche dell’incontro su “La polveriera balcanica”: un’analisi affidata all’editorialista ed esperto di geopolitica Gigi Riva e all’Ambasciatore italiano a Sarajevo Nicola Minasi, in dialogo con l’editorialista di Repubblica Zlatko Dizdarevic e il giornalista Rai Stefano Tallia. La guerra fredda 2.0 riletta attraverso il nuovo saggio di Gennaro Sangiuliano: “Trump. Vita di un presidente contro tutti” (Mondadori) esplora gli equilibri del mondo che l’autore aveva focalizzato raccontando nel libro precedente il leader russo Vladimir Putin. Ne dialogherà al festival con il giornalista Alfonso Di Leva, direttore del Magazine IES. E di #Migrazioni, tema centrale del nostro tempo, converseranno al festival Daniela Luchetta, presidente della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, con Gianfranco Schiavone e Vania De Luca, vaticanista di RaiNews24. Strettamente collegato a questo panel è l’incontro che racconta le “Vite sospese. Storie di adolescenti ai margini della societa”: si confronteranno Floriana Bulfon, vincitrice del Premio Luchetta 2016 per il reportage pubblicato dall’Espresso.it, con il direttore della testata Marco Damilano e con Paolo Rozera, direttore Generale Unicef Italia e Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia. A Link 2018 il nostro tempo va in scena, in una dimensione sospesa fra attualità e spettacolo. Ci saranno innanzitutto lo scrittore Mauro Corona e il cantautore Gigi Maieron, protagonisti di “Vivere con l’essenziale”: che riprende il libro “Quasi Niente” scritto a quattro mani. Una performance che racconta aneddoti e storie costruendo un’etica irresistibile del “vivere bene”, lontano dall’apparire e vicino a quello che conta nella vita. La Trieste dei set che affascina il mondo del cinema con uno dei protagonisti della fiction “La Porta Rossa”, Ettore Bassi, con il regista Carmine Elia e il presidente della FVG Film Commission Federico Poillucci. Alla diversità di genere nelle zone di conflitto e migrazioni è dedicato il documentario “La forza delle donne”, di Laura Aprati e Marco Bova: uno sguardo tutto al femminile nel Medioriente, dal Libano al Kurdistan iracheno fino a Mosul assediata dall'Isis. Imperdibili, a inizio giornata dalle 9.30 sabato 21 e domenica 22 aprile, i due appuntamenti con l’edicola Link: “Rassegnamoci” anche quest’anno a cura di Andrea Iacomini e Marco De Amicis. Sabato 21 aprile alle 15 la conferenza stampa di annuncio delle terne finaliste della 15^ edizione del Premio Luchetta. L’ingresso a tutti gli incontri è libero, info www.luchettaincontra.it