venerdì 19 settembre 2003

SANREMO

Il giocattolo Sanremo rischia di andare definitivamente in frantumi, proprio come quello del calcio. Ma che ne direste se i cervelloni che governano il pallone, per uscire dal caos da loro stessi originato, se ne venissero fuori con una proposta così congegnata: quest’anno niente scudetto in serie A, si lotta per davvero solo in B, ma per nobilitare il tutto chiamiamo a far delle comparsate un po’ di campioni internazionali... Direste che sono tutti matti, che vogliono lanciare il basket o la pallavolo, piuttosto che tutelare gli interessi dei loro campionati. Per Sanremo è lo stesso.
Comunque la si rigiri, questa storia dell’edizione 2004, fa acqua da tutte le parti. E puzza. Puzza parecchio. Tony Renis (per il quale si può parafrasare un vecchio detto: essere amici di Berlusconi non dà la felicità, ma aiuta...) richiamato dai successi americani del suo passato prossimo, per riportarlo da direttore artistico nei luoghi dei suoi esordi sanremesi di quarant’anni fa. Il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce che parte da un dato di fatto incontestabile (i veri big non vanno da anni a Sanremo), per elaborare una gaffe offensiva per tutti quelli che al Festival ci vanno (la gara fra big non c’è più già da tanti anni, perchè non ci sono i big). La Fimi che a nome delle grandi case discografiche da mesi annuncia di voler disertare l’edizione di quest’anno, salvo poi far capire di essere pronta a fare retromarcia «dietro pagamento delle spese arretrate dell’anno scorso».
Si potrebbe continuare a lungo, anche perchè per Sanremo vale la vecchia regola «purchè se ne parli». Parliamone e scriviamone, allora, da qui fino a marzo, quando in una maniera o nell’altra, con Renis e con Bonolis o con chi faranno uscire dal cilindro, la kermesse avrà inizio. Le due novità positive finora annunciate (contenimento degli orari rispetto alle maratone baudiane e soppressione del terrificante Dopofestival) non bastano a cancellare un’impressione: qualcuno, dopo oltre mezzo secolo, vuole rompere definitivamente il giocattolo. Magari per farcene comprare uno nuovo...

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