SPRINGSTEEN Torna il Boss. Dopo il singolo apripista «Radio nowhere» (regalato qualche settimana fa su Internet, in Italia dal sito di Repubblica), ora l’attesa dei fan è per il 28 settembre, quando uscirà «Magic», il nuovo album di Bruce Springsteen, il primo dopo cinque anni della leggenda del rock di nuovo assieme alla E Street Band. Con annesso tour mondiale in partenza il 2 ottobre dagli Stati Uniti (a Milano il 28 novembre).
Ma di questi tempi non basta regalare un singolo (fra l’altro giudicato facilotto da molti springsteeniani della prima ora: alcuni hanno parlato di «canzone per le masse»...) al popolo di Internet. Sulla Rete è infatti già possibile trovare senza difficoltà i file di tutte le canzoni del nuovo album. Il cui effetto sorpresa è dunque stato in buona parte annullato.
"Magic", prodotto da Brendan O’Brien, arriva dopo «Devils and Dust» (2005) e dopo il tributo a Pete Seeger, che nel 2006 ha dato vita a un album e un tour con la Seeger Sessions Band. Stavolta si torna al rock, e la presenza della E Street Band in questo senso è qualcosa di più che una dichiarazione di intenti. È un album «costruito per essere suonato dal vivo», ha detto il cinquantottenne Boss in un’intervista.
Fra i brani «rubati» dalla Rete, colpiscono «Long walk home» (definita dal manager dell’artista, John Landau, «il riassunto del disco e uno dei grandi capolavori di Bruce...») ma anche «Last to die» e «Devil’s arcade»: due canzoni politiche, che parlano della guerra, dove c’è «chi muore per errore» e «chi forse sognava una vita diversa, una casa in una strada tranquilla».
E ancora la ballad che dà il titolo all’album, «Magic», e poi «You’ll be coming down» (col sax di Clarence Clemons in primissimo piano), «Livin’ in the future» (dai toni cupi, quasi pessimisti), «Your own worst enemy» (col clima di paura che sembra essersi impossessato di ogni casa, di ogni strada d’America), «Gipsy biker», «Girls in the summer clothes» (quasi una pausa di leggerezza), «I’ll work for your love»... Alcuni di questi episodi richiamano da vicino tutta l’epopea springsteeniana della provincia e delle storie americane, quella che da oltre trent’anni fa amare il Boss in mezzo mondo. Ma la prima impressione è che manchi il capolavoro, uno di quelli da aggiungere alla lunga lista...
L'uscita di «Magic» precederà l'avvio del tour mondiale, che - come si diceva - partirà il 2 ottobre da Hartford negli Stati Uniti e farà tappa in Europa partendo da Madrid il 25 novembre per finire il 2 dicembre a Londra. Trentuno date in tutto, con un'unica tappa italiana, il 28 novembre al Datchforum milanese.
Intanto, i seguaci del rocker del New Jersey possono ingannare l’attesa ascoltando «Play it as it lays» (SonyBmg), terzo album di Patti Scialfa, moglie nonchè corista di Springsteen. Con l'aiuto del produttore e batterista Steve Jordan, la signora propone un intrigante viaggio tra le radici nere del rock, dimostrando di non essere particolarmente influenzata dal partner. Che comunque compare nel disco, suonando chitarra e armonica in alcuni brani.
Patti parla la lingua del blues, del gospel, del soul, materiali culturali e sonori trattati con l’approccio e la sensibilità di un’artista bianca. Niente cantautorato americano al femminile, insomma, ma il disco e le canzoni di una donna grintosa che dimostra di sapere il fatto suo. E di essere in crescita rispetto alle prove prevedenti. Fra i brani, «Looking for Elvis» e «Town called Heartbreak».
MINA Torna anche Mina, e stavolta non è il tradizionale doppio autunnale. «Todavia»(Pdu - SonyBmg) è un album di canzoni relativamente recenti del suo repertorio, quasi tutte riarrangiate e risuonate e (ovviamente) ricantate. Ma la novità è che in questo disco Mina, popolarissima anche nel mondo latino, torna a cantare in spagnolo. E il disco - che schiera due inediti, tre classici e alcuni duetti - esce anche in Spagna, Messico, Brasile e Argentina.
Il malinconico «Valsinha» è un pezzo scritto nel ’71 da Chico Buarque De Hollanda con Vinicius De Moraes. Mina e Chico si conoscono dal ’67, dai tempi della «Banda». Anche Joan Manuel Serrat è un vecchio amico di Mina nonchè l'autore di «Bugiardo e incosciente», che è del ’69. Il titolo del duetto è «Sin piedad».
Miguel Bosè sta vivendo una nuova giovinezza artistica grazie all’album «Papito». «Penso di amare Mina da quando ho l'uso della ragione», dice, lui che nel film di Almodovar «Tacchi a spillo» mimava in playback «Un ano de amor». Il brano scelto per il loro duetto è «Agua y sal», versione spagnola del successo inciso con Adriano Celentano, e già inserito dal figlio di Dominguin in «Papito».
Il duetto con Tiziano Ferro pare sia stato suggerito dai collaboratori messicani di Massimiliano Pani che, come d'abitudine, è il produttore-arrangiatore dei dischi della madre (Ferro in America Latina va fortissimo): ne è venuta fuori una «Cuestiòn de feeling», cover del classico di Riccardo Cocciante «Questione di feeling», assolutamente da manuale.
Ma la presenza più curiosa è certamente quella di Xavier Zanetti, il capitano argentino dell'Inter chiamato a svolgere la parte che fu tanti anni fa di Alberto Lupo nell'indimenticabile «Parole parole», il primo classico del disco, dal varietà televisivo «Teatro 10».
Il disco apre anche una finestra sul flamenco grazie a Diego El Cigala, allievo di Camaron de la Isla, uno tra i migliori cantanti della nuova generazione. Con Mina canta «Un ano de amor», secondo classico del cd, ripescato da uno Studio Uno del ’65.
MANU CHAO L’estate è passata anche con il ritmo contagioso di «Toda joia toda beleza», successo estivo di Roy Paci in duetto con Manu Chao. Che ora arriva con un nuovo cd tutto suo, sempre all’insegna della contaminazione fra suoni, lingue e culture. L’ex leader dei Mano Negra alterna inglese, castigliano e francese, in una vera babele linguistica, e passa dal rock alla rumba catalana e alle ballate in stile sudamericano. Ventuno brani (compresi i cinque bonus), col siciliano Paci che ricambia l’ospitalità e suona la tromba in «Mala fama». «La Vida Tómbola» è invece dedicato a Maradona, per la colonna sonora del film-documentario sul calciatore diretto da Emir Kusturica.
MIA MARTINI Mia Martini ha lasciato molto materiale, dagli esordi beat alle prove da grande interprete. «Liberamente Mia» è un progetto curato da Menico Caroli, comprendente un dvd, un cd e un libretto. Soprattutto il primo, che dura quasi due ore, con la sequenza cronologica delle apparizioni televisive e le dichiarazioni di Mimì, forma un ritratto potente e vero dell’artista calabrese. Storia, curiosità e ricordi si mescolano alle note. Fra gli immortali brani: «Padre davvero», «Minuetto», «Piccolo uomo», fino a «E non finisce mica il cielo», «Almeno tu nell’universo», «Spaccami il cuore», «Gli uomini non cambiano»... Grandissima.
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